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domenica 14 aprile 2019

«Italia e Romania devono cooperare di più nei Paesi terzi»

Intervista al ministro romeno dell’Economia, del Commercio e dell’imprenditoria, Stefan-Radu Oprea

Sta compiendo un vero salto di qualità la cooperazione economica e commerciale tra Italia e Romania. È quanto emerso dagli incontri che il ministro romeno dell’Economia, del Commercio e dell’imprenditoria, Stefan-Radu Oprea ha avuto nei giorni scorsi a Roma con il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio e poi in un seminario economico organizzato dall’Ice. Come spiega in quest’intervista il ministro Oprea le aziende di entrambi i Paesi, forti di un interscambio da record, «potrebbero investire insieme in Paesi terzi» utilizzando la conoscenza romena dei mercati dell’Europa orientale e il know how italiano per i mercati del Nord Africa.

Nel frattempo anche la mappa della presenza imprenditoriale romena in Italia sta cambiando e si sta specializzando per i servizi legati alla numerosa e sempre più integrata comunità presente nel nostro Paese (oltre un milione e 200 mila persone). Tutte imprese che creano sempre più filiali in Italia, come Banca Transilvania, Blue Air, Digi Mobil o Atlassib.

Ministro Oprea, la presidenza Romena del Consiglio Ue ha tra le sue priorità la promozione del multilateralismo nel commercio internazionale e sostenere i campioni industriali europei nei settori ad alto valore aggiunto.

Con quali strumenti normativi la presidenza romena intende conseguire questi obiettivi?

Il commercio internazionale e il ruolo delle piccole medie imprese nell’economia sono tra le priorità della Presidenza romena del Consiglio Ue.

La Romania promuove un sistema commerciale multilaterale aperto, trasparente e basato su regole precise. La riforma e l’ammodernamento delle funzioni di negoziazione e di risoluzione delle controversie dell’Omc, attraverso l’Organo d’Appello dell’Omc, è un fattore essenziale per preservare la credibilità e la rilevanza del sistema commerciale multilaterale. Inoltre, gli obiettivi nel processo di modernizzazione dell’Omc riguardano il mantenimento delle funzioni di trasparenza e monitoraggio dell’organizzazione, fornendo un quadro più flessibile per i negoziati, riducendo i costi legati al commercio, aggiornando le normative che stabiliscono condizioni di parità per tutte le parti, in particolare per questioni come sussidi industriali, diritti di proprietà intellettuale, trasferimento tecnologico forzato. Abbiamo discusso di questi argomenti anche con le autorità italiane durante tutte le riunioni dei gruppi di lavoro pertinenti, compresa la riunione informale del Consiglio Affari Esteri – Commercio, organizzata a dal 21 al 22 febbraio 2019.

“Una delle priorità del semestre europeo di Bucarest è la salvaguardia del multilateralismo nel commercio”

La strategia e le proposte dell’Ue nell’ambito dell’Omc sono state continuamente aggiornate con il sostegno unanime degli stati membri.

Inoltre, durante la Presidenza romena del Consiglio Ue sono stati adottati due regolamenti dell’Ue, con lo scopo di garantire condizioni di parità a livello globale, tutelando gli interessi dell’Ue in aree strategiche (regolamento sullo screening degli Investimenti Diretti Esteri) e per razionalizzare l’attuazione delle misure di salvaguardia negli accordi di libero scambio conclusi di recente dall’Ue (Regolamento orizzontale sulle disposizioni di salvaguardia). Durante la recente riunione della rete di rappresentanti delle Pmi, svoltasi a Bucarest, ho lanciato la proposta di rivedere lo Small Business Act, al fine di adeguare i principi all’evoluzione dinamica verso la digitalizzazione, nonché alla quota prevalente e al ruolo delle Pmi nell’economia.

Per quanto riguarda i negoziati per il prossimo quadro finanziario pluriennale, vogliamo istituire strumenti per finanziare start-up innovative e di valore, che hanno il potenziale di diventare “unicorni”. Inoltre, penso che creare una rete di incubatori e acceleratori di imprese a livello europeo sia necessario per mantenere le imprese innovative nell’Ue e per creare campioni digitali.

Il Consiglio Europeo informale di Sibiu del 9 maggio riunirà i leader europei per parlare del futuro dell’Ue e di alcuni aspetti prioritari tra cui anche il cambiamento climatico. Che impatto potranno avere le decisioni del summit riguardo gli obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 entro il 2050 dal punto di vista nella politica industriale europea?

Il Consiglio Europeo informale di Sibiu avrà come risultato la direzione politica strategica. Il contenimento delle emissioni di Co2 è una questione di massima importanza per tutti i policy-makers responsabili, e l’Ue è stata in prima linea in questa battaglia. L’attuazione della strategia progettata a Sibiu sarà oggetto della prossima Commissione e del prossimo Parlamento dell’Ue che si presenteranno dopo le elezioni di maggio.

Gli ultimi dati segnalano un nuovo record nell’interscambio commerciale tra Italia e Romania che ha raggiunto il valore di 15,2 mld di euro nel 2018. In quali settori c’è stata maggiore crescita e come vede il futuro dei rapporti commerciali bilaterali e in quali settori?

Le esportazioni romene verso l’Italia consistono principalmente in attrezzatura elettrica, prodotti tessili e abbigliamento, automobili e parti di automobili, prodotti chimici, plastica, gomma e prodotti in metallo. Vogliamo intensificare la cooperazione bilaterale negli altri settori, quali: infrastrutture civili, ITC, energia, automotive ed e-mobility, bio-agricoltura. Inoltre, abbiamo una proposta concreta per promuovere la cooperazione commerciale tra Romania e Italia sui mercati terzi. Le aziende di entrambi i Paesi dovrebbero approfittare del fatto che la Romania ha il vantaggio geostrategico come piattaforma per i Paesi dell’Europa orientale e ha esperienza per quanto riguarda i Paesi del Medio Oriente. Allo stesso tempo, l’Italia ha la tradizione e l’esperienza sui mercati del Nord Africa. Esplorare e capitalizzare tali opportunità di cooperazione porterà un valore aggiunto alla cooperazione economica bilaterale. Promuovere e stimolare la cooperazione commerciale sui mercati terzi favorirà sicuramente l’occupazione, aiuterà l’internazionalizzazione delle imprese e creerà una nuova dinamica per lo sviluppo economico.

Tramontata ormai la stagione della delocalizzazione delle imprese italiane in Romania nei settori maturi, quali sono i settori su cui gli investitori italiani si devono concentrare?

Esiste un enorme potenziale per la crescita e la diversificazione delle relazioni economiche, e ciò andrebbe a vantaggio di entrambi i Paesi. Vorrei nominare alcuni settori, come Information Technology, Comunicazioni, nanotecnologie, chimica, attrezzature mediche, industria aerea, mobili, turismo.

Negli ultimi anni, la Romania ha registrato la maggiore crescita del Pil nell’Ue, e un mercato in crescita è l’incentivo più grande per gli investitori. La previsione di crescita del Pi per il 2019 è superiore al 5%.

“Esiste un enorme potenziale di crescita per l’Italia in Romania. Information technology, nanotecnologie e industria aerospaziale sono i settori più interessanti”

Il Ministero romeno per il Commercio e l’Imprenditoria ha un dipartimento chiamato InvestRomania, che è il “one-stop shop” per gli investitori stranieri. Il nostro obiettivo principale è attrarre investimenti diretti esteri in aree che apportano valore aggiunto ed esportazioni competitive. Inoltre, il governo romeno ha elaborato progetti concreti di Partenariato pubblico-privato, in infrastrutture, agricoltura, sanità, energia e turismo, e invitiamo gli investitori italiani a partecipare al processo di negoziazione competitiva.

Com’è cambiata negli ultimi tempi la mappa della presenza degli imprenditori romeni in Italia?

Secondo i dati statistici, in Italia c’è una comunità romena di 1,2 milioni di persone. Possiamo vedere che l’iniziativa imprenditoriale dei residenti romeni in Italia è in aumento: nel 2018 sono state registrate 14.200 società di capitale, 11.400 società di persone e oltre 49.300 imprese individuali con titolari romeni.

Le aziende romene mostrano un crescente interesse nel mercato italiano e nei servizi legati alla comunità romena. Questo fatto genera nuove imprese, come sempre più aziende romene che creano filiali in Italia, come Banca Transilvania, Blue Air, Digi Mobil o Atlassib.

Fonte:Il Sole 24 ore

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