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sabato 31 marzo 2012

Festa dei Popoli a Lugo e Ravenna, al via le sfide calcistiche

30 marzo 2012 | Sport | Agenda | Lugo | Ravenna |

Torna domenica 1° aprile l’appuntamento con il calcio tra squadre di diversi paesi (avviato con la “Festa dei popoli”), organizzato da Avis e Aido, in collaborazione con le amministrazioni locali dei Comuni coinvolti, Uisp comitato Bassa Romagna, Il Tondo, Arcobaleno associazione interculturale, Romania Mare associazione Romena Moldava, Senegalesi insieme, Comunità islamica L’Unione. L’abbinamento vincente dell’evento è quello di unire lo sport con la cucina e la musica, all’insegna della socializzazione e della solidarietà.

Il torneo di calcio si svolgerà per quattro domeniche (oltre al 1° aprile, le altre date sono 22 aprile, 6 e 13 maggio) e dopo Lugo toccherà, rispettivamente, Cotignola, Fusignano e Ravenna. La formula sarà sempre la medesima. Si inizia al mattino con il torneo di calcio per proseguire poi la giornata a tavola. Il menù è rigorosamente interculturale e presenta piatti tipici della tradizione romagnola e di quella marocchina, senegalese e romena.

La prima giornata in programma a Lugo, al campo n. 2 dello Stadio comunale “Ermes Muccinelli”, vedrà l’incontro alle 9 fra il Resto del mondo (squadra formata da giocatori italiani e da quelli di nazionalità diverse da quella senegalese, romena e marocchina) contro i Senegalesi e, alle 10.30, si affronteranno Marocchini e Romeni.
Il pranzo avrà luogo al Centro sociale Il Tondo di Lugo con garganelli alle verdure, cous-cous al pesce, mici (carne romena ai ferri) e dolci.

Per l’intrattenimento saranno proposte musiche e danze maghrebine e romene.

Nel corso dell’iniziativa ci sarà anche la possibilità di degustare un nuovo energizzante naturale (Fab, realizzato dalla Forever Living Products) e il ricavato sarà utilizzato in beneficenza per sostenere le spese della giornata.

“È il secondo anno che Avis e Aido organizzano incontri con torneo di calcio, cucina e musica. La formula è vincente – afferma Ombretta Toschi, assessore alle politiche di integrazione per l’immigrazione del Comune di Lugo - Il lavoro svolto dall’Avis - insieme all’Aido e alle altre associazioni - sul tema immigrazione è encomiabile. Da tempo, infatti, le associazioni sono impegnate fortemente su questo versante. L’Amministrazione comunale di Lugo in queste occasioni cerca di fornire il proprio supporto nella maniera migliore possibile, ben consapevole del fatto che tutti - ognuno nel proprio ruolo e con le proprie responsabilità - stiamo “giocando lo stesso torneo”, dove la condizione per vincere è data dalla disponibilità, appunto, di tutti, a partecipare. L’ampia collaborazione da parte di molte altre associazioni attorno ad Avis e ad Aido è un elemento davvero importante e a nome dell’Amministrazione colgo l’occasione per ringraziare tutti i soggetti coinvolti, impegnati nel quotidiano affinché la società sia sempre più coesa e solidale”.

Il calendario delle altre 3 domeniche prevede:

domenica 22 aprile, a Cotignola, nel vecchio campo sportivo Vassura (via Alighieri, 2) l’incontro tra Marocchini e Senegalesi (ore 9) e Resto del mondo contro Romeni (ore 10.30). Il pranzo si svolgerà al Circolo dei contadini con la formula collaudata di piatti etnici delle varie nazionalità e musiche senegalesi e maghrebine.

Domenica 6 maggio, a Fusignano, alla Polisportiva di Maiano, piazza dello Sport 1 Maiano Monti, alle 9 scenderanno in campo Marocchini contro Resto del mondo, mentre alle 10.30 sarà la volta del match Senegalesi contro Romeni. Il pranzo è curato dalla Polisportiva Maiano con proposte a base di piatti etnici delle varie nazionalità e musiche senegalesi e romene.
Domenica 13 maggio si svolgeranno a Ravenna le finali del torneo di calcio.

In tutte le giornate, a iniziare dalla 2° a Cotignola, sarà presente l’autoemoteca dell’Avis: in tal modo i giocatori (ma anche i famigliari e gli amici) prima delle rispettive partite potranno effettuare l’idoneità al dono di sangue (è probabile che diverse persone siano tornate da Paesi per i quali è richiesta un’attesa prima della donazione) e di conseguenza prendere l’appuntamento per la data della donazione.

Francesco Laghi, presidente dell’Avis provinciale Ravenna, sottolinea: “Gli immigrati sono una risorsa per il nostro Paese e potenzialmente anche per l’Avis e per le necessità di sangue ed emoderivati di cui c’è sempre bisogno. Il dono, gratuito e anonimo, è un fattore che lega i popoli. A volte forse qualcuno se lo dimentica, ma gli immigrati contribuiscono alla formazione del nostro prodotto interno lordo, ai versamenti alle casse di previdenza e, in generale, al gettito fiscale. Tanto possono fare e fanno anche nel mondo dell’associazionismo e del volontariato ed anche questo ci fa essere tutti ‘cittadini del mondo’”.
Fonte: Ravenna 24 Ore

Montalto di Castro – “Qui nessuno è straniero”

Inizio:31 marzo 2012Termine:1 aprile 2012

- Sabato 31 marzo e domenica 1 aprile Montalto di Casto si apre al mondo dedicando l’intero week end al tema dell’intercultura. Presso il centro Libera Cultura ex Mattatoio, il “Punto di domanda”, servizio comunale per l’orientamento e la mediazione, in collaborazione con l’associazione Tana Libera Tutti, organizza l’iniziativa “Qui nessuno è straniero”: un fine settimana di attività volte a favorire l’incontro, la conoscenza e lo scambio tra le diverse culture presenti sul territorio.

Sabato pomeriggio alle ore 17 e 30 il centro aprirà i battenti con un aperitivo interculturale, a base di cibi e musica etnica. La giornata sarà l’occasione per presentare la nuova guida ai servizi del Comune di Montalto tradotta in cinque lingue e per consegnare gli attestati di frequenza agli iscritti al primo anno del corso di lingua italiana, organizzato nell’ambito del progetto per l’integrazione dei cittadini stranieri, con il contributo dell’assessorato alle politiche sociali e gestito dalla Fondazione “Solidarietà e cultura Onlus”.

Anche la serata di sabato, organizzata nell’ambito della rassegna “Innesti: incontri di teatro, musica e arti visive”, sarà dedicata allo stesso tema. Alle ore 22 l’Orchestra minima Mysticanza accompagnerà il pubblico dell’ex Mattatoio in un viaggio musicale lontano dai luoghi comuni, alla riscoperta delle radici della musica mediterranea ed europea.

I brani del trio acustico Omm, composto da Fabio Porroni (violino, chitarra, mandolino, bouzouki, valiha, percussioni, digeridù, flauto dolce, whistle, voce), Marco Marsili (chitarre, percussioni, voce) e Andrea Marino (percussioni, theremin, effetti acustici, voce), con la partecipazione speciale della cantante Leonieke, spaziano dalle melodie arabeggianti del Nord Africa, così simili a quelle partenopee, alla complessità ritmica delle danze popolari balcaniche, alle contaminazioni della musica Klezmer, alle atmosfere ipnotiche dei brani tradizionali celtici, fino agli standard del jazz (genere “mysticato” per eccellenza) passando dalle canzoni popolari sudamericane.

La domenica sarà, invece, interamente dedicata ai bambini che saranno protagonisti del laboratorio “Mother Language”. Il progetto, ideato e diretto dal regista Francesco Cerra della Compagnia teatrale Tetraedro, è volto a trovare un’interazione con l’altro, a valorizzare le differenze attraverso la conoscenza, il confronto ed il rispetto della propria unicità ed identità. La compagnia Tetraedro ha, nel corso degli anni, svolto una ricerca su canti, tradizioni e pezzi poetici dal mondo che poi sono stati messi in scena e trasformati in laboratori nell’intento di favorire lo scambio interculturale anche attraverso il teatro. L’ingresso agli spettacoli è libero.

Info e prenotazioni 340/3399402 – Giorgia, 339/2138952 – Laila.
tanaliberatutti25@gmail.com

Fonte: TusciaWeb

Congres în limba română duminică 1 aprilie in Leinì (Torino)

Martorii lui IehovaDEPARTAMENTUL PENTRU PRESA

Comunicat precongresual
Torino 29/03/2012

Congres în Limba Română

Leinì - Delegaţii congresului special de o zi al Martorilor lui Iehova, adunaţi la Sala de Congrese din Leinì (Torino) Via Alcide De Gasperi 26 , vă invită să participaţi Duminică 1 Aprilie 2012 la acest congres, incepand cu orele 9,40.

Programul, care va fi ţinut numai în limba română, va cuprinde discursuri, interviuri şi informaţii care vor fi utile tuturor, tineri şi vârstnici, martori sau nu.

Tema principală care va fi dezbătută este:  „Să se facă voinţă lui Dumnezeu”, bazată pe cuvintele lui Isus consemnate la Matei 6:9,10.

Iată câteva întrebări la care se va răspunde: Ce anume are o importanţă la fel de mare ca auzirea Cuvântul lui Dumnezeu? Cum putem înţelege care este voinţă lui Dumnezeu cu privire la noi? De ce trebuie să ne străduim să manifestăm interes faţă de oameni de orice fel? Cum putem avea o viaţă plină de satisfacţii? Tineri, ce anume trebuie să-i demonstraţi lui Dumnezeu? De ce binecuvântări au parte cei ce fac voinţa lui Dumnezeu? De ce este vital să-i zidim şi să-i încurajăm pe alţii?

Unul dintre momentele cele mai importante şi emoţionante ale acestui congres, va fi ceremonia de botez al noilor Martori ai lui Iehova, care va avea loc prin cufundarea completă în apă. Botezul va avea loc Duminică în sesiunea de dimineaţă la ora 11:35.

Programul este bazat în totalitate pe Biblie. Intrarea este liberă şi nu se fac colecte.

Toţi sunt bineveniţi.

Pentru mai multe informaţii apelaţi la:
Frigerio Fabio
Tel. e Fax 0114553510 frigerio.fa@libero.it
Rusu Ciprian cell.3209518839 ciprian.rusu@email.it
Jonatan Perrotta cell. 3471537648 jonatan.perrotta@gmail.com
http://www.jw-media.org ; http://www.watchtower.org

martedì 27 marzo 2012

Inaugurazione della mostra “Confronti senza frontiere”, a cura di Giorgio Palumbi‏


Venerdì 30 marzo, ore 18,00 

Accademia di Romania

Inaugurazione mostra “CONFRONTI SENZA FRONTIERE”

EVENTO ESPOSITIVO DI PITTURE, SCULTURE, ICONE E VETRI D’ARTE
CON CONCERTI DI MUSICHE ROMENE ED ITALIANE

A CURA DEL CRITICO D’ARTE GIORGIO PALUMBI

30 marzo – 25 aprile 2012

Artisti romeni:
Doina BOTEZ (pittura), Robert FEKETE (pittura), Maria GALIE (pittura di icone), Camelia MIRESCU (pittura), Raluca Mişca (pittura), Magda NICA (scultura in vetro), Sorin SCURTULESCU (pittura), Sergiu TOMA (pittura), Sanda Aurora VOICU (pittura), Claudia ZLOTEANU (scultura)

Artisti italiani:
Giusy BIZZOTTO (pittura), Eleda CALANDRIELLO (scultura in vetro), Stefano CURZI (pittura), Alessandro DI COLA (pittura), Maria Luisa D’EBOLI (pittura), Giusy LAURIOLA (pittura), Rossana MORETTI (pittura di icone), Marco PIETROSANTI (scultura), Paolo STEFANELLI (pittura), Anna STICCO (pittura)

L’evento espositivo sarà intrecciato con quattro eventi musicali :
30 marzo - inaugurazione mostra -
recital pianoforte Alexandra Şolea & Emanuela Carnevale

18 aprile
recital pianoforte Emanuela Carnevale
In programma: musiche di Bach - Busoni, Schumann, Liszt

22 aprile
recital pianoforte Alexandra Şolea
In programma: musiche di Brahms, Rachmaninov, Bartók , Enescu

25 aprile – finissage mostra –
concerto duo Ada Bracchi (pianoforte)– Giuseppe Magliocca (clarinetto)

In programma: musiche di G. Rossini, G. Enescu, Ş. Niculescu, M. Negrea

Accademia di Romania

Federarchitetti organizza la Giornata Nazionale per la sicurezza nei cantieri‏

INFORTUNI IN EDILIZIA: REGOLE E PROPOSTE IN UN MERCATO SENZA FRONTIERE

In occasione della Giornata Nazionale per la sicurezza nei cantieri, a Roma si discute del ruolo dei professionisti in una città dove la forza-lavoro è sempre più multietnica. Aumentano, anche per la crisi, gli infortuni mortali nel Centro-Italia
Sicurezza in edilizia “senza frontiere”. Sarà questo il tema principale della Terza Giornata Nazionale per la sicurezza nei cantieri, organizzata da Federarchitetti, il sindacato che riunisce i liberi professionisti dell’architettura venerdì 30 marzo.

Giunta alla sua terza edizione la manifestazione si terrà in contemporanea a Roma, Milano, Napoli e Catania. Nella Capitale si terrà presso l’Acquario Romano, sede dell’Ordine degli Architetti P.P.C. (piazza Manfredo Fanti, 47). L’iniziativa ha ottenuto l’adesione del Presidenza della Repubblica e il patrocinio del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro del Lavoro, del Consiglio Nazionale degli Architetti e del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, oltre che di EXPO2015.
Il ruolo del professionista nella gestione della sicurezza in cantiere è sempre più complesso: in uno scenario di crisi, i progettisti italiani devono confrontarsi con maestranze composte per lo più da operai stranieri, spesso con una scarsa conoscenza della lingua e delle nostre regole. Per giunta, le statistiche più recenti parlano di un aumento degli incidenti mortali nel Centro-Italia, nonostante la disoccupazione. Tuttavia, in un mercato ormai globalizzato, gli stessi progettisti italiani, appena possibile, migrano all’estero, confrontando le competenze professionali acquisite in Italia con la cultura della sicurezza di altri Paesi, comunitari ed extra-UE. Qual è, dunque, l’approccio corretto al problema sicurezza in un mondo sempre più piccolo? Come relazionarsi con cantieri spesso multietnici, anche nell’ambito di grandi eventi?

A Roma la Giornata si articolerà, come di consueto, in due parti. La prima, a partire dalle ore 9,00, sarà di tipo formativo e curerà l’approfondimento di alcune tematiche che interessano gli addetti ai lavori nei cantieri edili, in particolare i coordinatori per la sicurezza. Alle ore 15,00, sarà presentato un video, prodotto da Federarchitetti, dal titolo “C’era un rumeno a Roma”, che intende raccontare il problema della sicurezza in edilizia non soltanto dal punto di vista del professionista italiano, ma anche degli operai che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono stranieri dell’Est Europa.

Sul tema, il sindacato dei professionisti intende proporre, alle istituzioni italiane ed europee, un progetto pilota di formazione, gestito da Federarchitetti in collaborazione con le ambasciate competenti, per la formazione degli immigrati stranieri che arrivano in Italia in cerca di lavoro nel settore dell’edilizia.
All’iniziativa, che sarà moderata da Giancarlo Maussier, presidente di Federarchitetti Roma, parteciperanno, tra gli altri, Amedeo Schiattarella, presidente dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma, Paolo Grassi, presidente di Federarchitetti, Francesco Galluccio, presidente di Confedertecnica, Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Luigi Abate, presidente della Commissione Sicurezza sui luoghi di lavoro della Regione Lazio, Davide Bordoni, assessore alle Attività produttive e al Lavoro del Comune di Roma, Sandro Giovannelli, direttore generale dell’ANMIL, Răzvan Rusu, ambasciatore di Romania in Italia.

Ufficio stampa: Silvia Cerioli – cell. 3387991367

Poetul brasovean Adrian Munteanu va fi premiat la Milano Book Fair 2012‏

Cu imensa apreciere va informam ca scriitorul Adrian Munteanu a fost nominat ca finalist la premiul international de literatura NUX de la Tirgul de Carti de la Milano 26/29 octombrie 2012 www.saloneinternazionaledellibro.it. si a meritat Premiul la Cariera Giuseppe Girolamo, premiu care va primi intr-o conferinta de presa care va avea loc la Milano Linate aeroporto - Parco Esposizioni Novegro. In timpul conferintei vor fi citite piese alle scriitorului.

Este o mare onoare sa celebram cultura romana in Europa. Cu Adrian Munteanu vor fi premiati si poetul american-irlandez Desmond O'Grady si scriitorul francez Daniel Maximin.

Pentru acest lucru am cerut parteneriatul gratuit al Municipiului Brasov si al Municipiului Bucuresti, un parteneriat cultural international care promoveaza lucrarile scriitorilor romani in Italia.

Salonul de Carti de la Milano va deschide portile pe 26 octombrie 2012 si va dura pina pe 29 octombrie.

Jacqueline dott.ssa Miu
www.saloneinternazionaledellibro.it
fax. 0362.1788758

sabato 24 marzo 2012

Una marcia in più. Il valore degli imprenditori stranieri a Roma

L’associazione Vocazione Roma dedicherà il prossimo incontro a un tema decisivo per il futuro delle nostre città: il contributo degli imprenditori stranieri all’economia di Roma. Lunedì 26 marzo, a partire dalle 18,30, ne parleremo negli spazi dello Shari Vari a via di Torre Argentina 78.
In Italia il numero di imprese gestite da stranieri è cresciuto nell’ultimo anno del +5,7%, mentre quello delle imprese gestite da italiani è calato dell’1,4%. Dal 2006 gli immigrati imprenditori sono aumentati del 38,6% (soprattutto a Roma, Milano e Torino), mentre quelli italiani hanno riscontrato una flessione del 6,6%.

“Una marcia in più. Il valore degli imprenditori stranieri a Roma” è l’occasione per analizzare un fenomeno che sta acquistando una rilevanza sempre maggiore in tutta Italia e in particolare per il sistema socio-economico romano, come dimostrano in maniera evidente i dati Istat e Unioncamere che verranno presentati durante l’incontro.

La valorizzazione di questo patrimonio può rappresentare un contributo decisivo per rendere più competitiva l’economia romana e superare la crisi.

Delle potenzialità, dei problemi e di alcune esperienze di valore legate alle imprese fondate da stranieri parleremo con Nicola Zingaretti (Presidente della Provincia di Roma), Elisabetta Maggini (Presidente Vocazione Roma), Paolo Morozzo della Rocca (Comunità di Sant’Egidio, docente di Diritto dell’immigrazione), Marco Buemi (esperto UNAR, Presidenza del Consiglio de Ministri) e Simone Santi (Console onorario del Mozambico a Milano).

L’architetto Francesco Karrer illustrerà il progetto di Vocazione Roma per un polo-expo destinato a valorizzare la vocazione internazionale di Roma.

Daranno la propria testimonianza anche imprenditori stranieri che hanno costruito a Roma la loro azienda. Lana Kaplanovic, serba, ha fondato il progetto My worker.it ,una società e un portale web di domanda offerta di lavoro per immigrati; Aida Ben Jannet (Tunisia, impresa autoricambi auto); Mohamed Abdalla Tailmoun (Rete G2 Seconde Generazioni) e Indra Perera (Presidente CNA World).

Modererà la discussione la giornalista de “La Stampa” Francesca Paci.

Vocazione Roma è un gruppo di giovani imprenditori, professionisti e creativi romani con storie e provenienze diverse: una nuova generazione unita dalla voglia di impegnarsi per il bene comune, di contribuire alla crescita economica e sociale della propria città, di liberare le sue energie
più vitali.
http://www.vocazioneroma.net

In allestimento (31/3) il 5°Trofeo Jesolo

di Uff Sta Gymnasium Ginn.
V° TROFEO CITTA’ DI JESOLO - 31 marzo 2012

Ancora una volta le regine della ginnastica tornano a Jesolo.
L’appuntamento di sabato 31 al Pala Arrex, giunto alla quinta edizione, è quest’anno un evento che le squadre considerano una vera e propria prova generale per le Olimpiadi di Londra che avranno luogo dopo solo quattro mesi.
Le Campionesse del Mondo degli USA, che lo scorso anno si sono imposte nella quarta edizione del nostro trofeo, tornano in Europa solo per questa occasione, il confronto sarà formidabile con le vice campionesse del Mondo della Russia e con la squadra Rumena (quarta al mondo).

L’Italia, sempre più brillante, dopo la vittoria nel test-event mondiale, che ripescava le squadre alle Olimpiadi, prova col favore del fattore campo ad inserirsi tra le big presenti che, in chiave olimpica, significherebbe presentarsi a Londra per lottare per il podio.

Ma anche per le classifiche individuali sarà una gara seguita da tutto il mondo ginnico con interesse: Weber, Raisman, Porgras, Ferrari, Ferlito, Fasana, Mustafina, Ponor, Grishina sono tutte ginnaste che potrebbero salire sui podi Olimpici.

E nel V° “Trofeo Città di Jesolo” non solo gareggeranno le probabili medaglie della ginnastica artistica ma a provare gli esercizi davanti al grande pubblico ci sarà anche la nazionale italiana di ginnastica ritmica, Campione del Mondo in carica; le ormai famose Farfalle Azzurre si esibiranno al Pala Arrex in apertura della competizione presentando in un test di gara gli esercizi che potrebbero confermare la loro leggenda.

Il via della manifestazione sarà alle 16.00 ma al mattino, con entrata libera, dalle 11 le squadre juniores delle quattro nazionali daranno vita ad una competizione con altrettanti spunti di interesse tecnico essendo presenti le stelle del prossimo quadriennio che si stanno preparando per i campionati continentali di aprile. Il Trofeo jesolano è l’unico al mondo ad offrire una manifestazione junior e senior di così alto livello.

La conferenza stampa di presentazione della manifestazione è in programma per giovedì 29 alle 15 presso la sala Palladio del Pala Arrex con l’annunciata presenza del sindaco di Jesolo Calzavara, dell’assessore allo sport Regazzo, dell’assessore allo sport della Provincia Speranzon e delle atlete azzurre, statunitensi e russe.

Fonte: VE.Sport

Lilly, «Donna romena dell'anno» premiata da parroco e console

TRENTO La Donna Romena dell'anno" è Lilly Constantinescu, cantante e titolare di un bar a Sabbionara di Avio, premiata sabato per l'impegno profuso durante il 2011 a favore della comunità rumena trentina. Il riconoscimento è arrivato con parere unanime espresso dal Parroco della Chiesa Ortodossa di Trento Ioan Lupastean, dal Console Onorario di Romania di Trento Maurizio Passerotti, dal presidente dell'associazione Arta-A che da Maria Mattei la vincitrice della passata edizione. E' merito di Lilly, se la musica romena è diventata popolare anche in Trentino grazie ai suoi concerti che hanno accompagnato tutte gli eventi pubblici di Arta -A, associazione della quale è consigliere. Ma a fianco della sua disponibilità ad animare tutti gli appuntamenti della comunità rumena, anche il suo impegno di imprenditrice. Lilly è, contitolare del L&A Lounge Bar di Sabbionara d'Avio con una società tutta composta da donne rumene. Una rappresentanza dei 60 ragazzi della parrochcia hanno cantato alcune canzoni dedicate alla mamma. (d.p.)
12 marzo 2012

Fonte: Trentino Corriere Alpi

«Io, romena creo lavoro per gli italiani»

La storia Un marchio di successo per la nostra azienda calzaturiera
Elena Toma disegna scarpe di lusso I negozi Una catena di 15 negozi nel nostro Paese. Ma esporta anche in Usa e Cina

La crisi si sa, a volte capovolge le regole e gli italiani che danno lavoro agli stranieri spesso diventano dipendenti degli immigrati. È capitato a Elena Cristina Toma, 33 anni, romena, capace di inserirsi di prepotenza nel cuore del made in Italy , addirittura nella nicchia di lusso, dando ossigeno a due famiglie di capaci artigiani del milanese che ora lavorano anche per lei. Scarpe da uomo e da donna d' alta moda che Cristina disegna e i «nostri» creano. Roba da 500 euro in su. Con pelli pregiate, stile unico, spesso arricchite da pietre preziose. Scarpe dalle linee semplici, impreziosite con originali accostamenti di colori e giochi di contrasto lucido-opaco. Così da qualche anno il nostro orgoglio calzaturiero si è arricchito di una firma in più: il marchio Toma. Con 15 negozi che espongono il suo prodotto in Italia, uno in America, uno in Germania, uno in Belgio e un rappresentante in Corea e Cina. Per 1.500 paia di scarpe a stagione e un fatturato a tanti zeri. Anche per la gioia dei nostri artigiani che da tre generazioni «confezionano» scarpe con l' entusiasmo e lo stile degli anni ' 50, ' 60. Dodici artigiani che si muovono solo sul prodotto maschile. E, una quindicina, per le scarpe da donna. «Tutto questo lo devo a tante persone che non smetterò mai di ringraziare - dice con un largo sorriso Cristina Toma - in primo luogo Mariuccia Mandelli che, nei sei anni in cui ho lavorato per Krizia, mi ha inserito in prima linea nella preparazione del total look per le sfilate, dalle quali ho imparato tantissimo». E ancora un grazie a molti altri che le sono rimasti nel cuore, come il direttore dell' istituto di moda Burgo, al quale «pagavo immancabilmente in ritardo la retta mensile di 700 mila lire, ma lui era sempre comprensivo». Nativa di Piatra Namt, dopo gli studi di moda in Romania Cristina è venuta a specializzarsi giovanissima a Milano, nel 1998. Aveva lasciato una Patria povera e per nulla aperta al lusso delle tendenze occidentali, in cui era difficile acquistare nelle edicole le riviste internazionali di moda, che a lei stavano a cuore. «E che io continuavo a ordinare pazientemente per posta». Poi il grande salto: mettersi in proprio. A disegnare una linea tutta sua. «Il sogno della mia vita, in alternativa avrei fatto la pittrice». Colta, raffinata, legge Mircea Eliade, guarda film d' autore e, quando non crea, passa qualche ora alla libreria Hoepli, la città in cui vive e lavora. È partita con un fatturato di 30 mila euro che ora è salito «a molte centinaia di migliaia». E rivela alcuni segreti del suo made in Italy: «Fare scarpe è un lavoro di squadra e per costruirne un paio servono oltre 200 operazioni: dal taglio al montaggio fino alla cucitura della suola interamente a mano con taglierino, pinze, chiodi e martello, ago e filo». Per dare anima e corpo alla prossima collezione che, in ogni fase è un nostro prodotto, precisamente di artigiani di Parabiago e di Nerviano, ma con il marchio romeno Toma.
Michele Focarete
4 marzo 2012

Fonte: Corriere della Sera

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Il manager va in scena

di Cristina Penco11/03/2012

Nata a Iasi, in Romania, Maria Stefanache vive in Italia dal 1992. Ha studiato regia prima a Roma con Andrea Camilleri, all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, poi a Milano, per tre anni, è stata assistente alle ultime regie messe in scena da Giorgio Strehler al “Piccolo Teatro”. Dal 2006 tiene corsi per manager nelle aziende lombarde e all’estero

È il metodo proposto da Maria Stefanache, regista teatrale di origine rumena, che ci spiega come è possibile far lasciare al più ingessato dei professionisti giacca e cravatta (o tacchi alti) per portarlo alla ribalta. E coniugare l’azione sul palco alla realtà lavorativa, contribuendo a risolvere, di quest’ultima, limiti della comunicazione e conflitti

L’espressione visuale, lo sguardo, la gestualità, la postura, il contatto corporeo e il comportamento nello spazio. Sono tutti mezzi su cui si basa la comunicazione non verbale e che riscopriamo quando togliamo la parola, continuando però a trasmettere all’esterno emozioni e messaggi. Ci rendiamo conto, così, che possiamo benissimo raccontare storie e descrivere situazioni. E che gli altri ci seguono ugualmente, anzi, anche di più rispetto a quanto avrebbero fatto se avessimo usato la voce, o, peggio, gridato. È il primo passaggio attorno a cui si snoda il metodo messo a punto dalla regista teatrale Maria Stefanache. Cinquant’anni, rumena naturalizzata milanese, ha fatto convergere le esperienze maturate dietro e fuori le quinte, e vent’anni di studi e ricerche, in corsi di gestione della comunicazione per le aziende. Chi direbbe mai che, a partire da un’opera teatrale, possano emergere problemi e conflitti presenti tra dirigenti e dipendenti, e tra colleghi, oppure verso l’esterno, con clienti e interlocutori? Ci spiega come sia possibile la stessa Maria Stefanache.

Come si fa a portare il teatro nelle aziende o, più precisamente, come fanno i manager dei suoi corsi a diventare teatranti?
Per rispondere devo illustrare il mio metodo, che si sviluppa in due fasi principali. Nella prima, faccio in modo che tutti i componenti dei miei atelier, compresi i capi, siano in condizione di partecipare attivamente alle attività. Occorre innanzitutto che cambino la loro visuale, la prospettiva. Via giacche, cravatte e tacchi alti: come spiego loro, il teatro è un lavoro pratico, è azione, e servono le condizioni giuste (possibilmente un contesto neutro rispetto all’azienda, una tuta per stare seduti per terra o in piedi comodamente, apertura e ricettività mentali) per poterlo attuare. Inizio con “il Saluto al Sole”, come nella pratica dello yoga: un modo provocatorio per stimolare i partecipanti ad accogliere il cambiamento e la novità. Successivamente, distribuisco loro un brano dell’Amleto, opportunamente tagliato, e li osservo mentre, a coppie, inscenano un breve dialogo tra Amleto e Ofelia.

Come mai proprio un’opera di Shakespeare?
In realtà, Shakespeare è un pretesto: potrei lavorare su qualunque testo, ma considero Amleto l’opera più universale della nostra contemporaneità. E ritengo che il “Bardo di Avon” sia l’autore più classico e universale al tempo stesso, riproponendo i temi esistenziali delle tragedie greche in chiave moderna. A partire dunque dal brano, guido i partecipanti attraverso piccole provocazioni, domande, spiegazioni, affinché ricostruiscano una “memoria storica dei personaggi”: devono improvvisare utilizzando gesti, non usando assolutamente la parola.

Come si traduce nella pratica questo aspetto?
Per inscenare Ofelia, ad esempio, si descrivono le azioni che poteva compiere da piccola, sui suoi atteggiamenti, su quale fosse il suo comportamento la prima volta che incontrò Amleto… e tutto questo viene ricreato senza la parola, con il corpo. Il testo di un’opera teatrale, di per sé, ci dice già tutto.

Maria Stefanache collabora con varie università con corsi di gestione della comunicazione per studenti di Economia e Commercio, Ingegneria e Giurisprudenza. Nell’autunno 2011 escono due suoi libri per la casa editrice Uriboros: La parola alla regia, sulle sue ricerche in teatro, e Memoria passata del personaggio, dove racconta il metodo studiato non solo per il palcoscenico, ma anche per imprese e atenei

Ma questa “memoria storica ed emotiva” è diversa dalla “riviviscenza” di Stanislavskij?
Sì. A partire dalla mia regia teatrale, ho eliminato lo “scavo” nella vita privata dell’attore per mettere in scena un personaggio, facendo riaffiorare ricordi personali. È una tecnica distruttiva alla lunga dannosa! Per me gli interpreti devono avere quasi una doppia vita, lavorando sulla memoria passata del personaggio, ma senza identificarsi con esso. E poi non devono rimanere immobili dietro le quinte: anche in attesa di fare ingresso sul palcoscenico, occorre continuare a mantenere in vita il personaggio attraverso espressioni fisiche. Ovviamente per me Stanislavskij resta un maestro da cui ho cominciato la mia ricerca. Ma sono venuta in Italia sulle tracce di Grotowski: se il primo, con il suo lavoro, ha rivoluzionato il teatro, il secondo ha innovato completamente l’allenamento dell’attore. Sono partita dai suoi insegnamenti per capire come cambiare a mia volta il teatro.

Prendendo le mosse da Amleto, come si sviluppa, quindi, il suo metodo?
Nella prima fase che ho descritto, le persone devono guardarsi negli occhi stabilendo tra loro un contatto emozionale. Questo è necessario per fissare l’attenzione sul compagno o la compagna, capire il potenziale altrui, imparare a controllare i propri stati d’animo… I miei “alunni” imparano così a entrare in azienda e a lasciare fuori dalla porta umori e inquietudini. Se si compiono azioni in modo meccanico, non sarà possibile rendersene conto. Se invece si acquisisce consapevolezza di sé, risulta semplice. In una seconda fase, dopo che i partecipanti all’atelier hanno preso confidenza con il gioco teatrale, mi concentro sulle richieste specifiche che mi sono state formulate a priori dalla dirigenza, ovvero su aspetti negativi da correggere e altri positivi da evidenziare, relativi alla vita quotidiana professionale. Si lavora sempre a coppie: accade che manager maschi recitino ruoli femminili e viceversa, ad ogni modo nessuno fa mai se stesso: l’altro serve come “uno specchio” attraverso cui osservarsi. In questa maniera ci si mette in discussione e s’inizia a comprendersi meglio gli uni con gli altri.

IL METODO IN CINQUE FASI
1 Via giacche, cravatte e tacchi alti. Nessuno dietro a una scrivania, ma tutti in piedi, o seduti per terra, e in tuta. Capi compresi
2 Si inizia con il Saluto al Sole, come nello yoga, per uscire dagli schemi
3 A coppie si lavora su un brano teatrale, opportunamente tagliato dalla regista Maria Stefanache, che osserva
4 Non si comunica con la parola, ma solo attraverso gesti, per rappresentare i singoli protagonisti
5 Presa confidenza con la scena teatrale, a coppie, si rappresentano scene della vita aziendale. Nessuno recita mai se stesso, ma si vede attraverso gli occhi e i gesti dell’altro, come davanti a uno specchio. Si scoprono così gli errori di ognuno

Quali sono gli errori più comuni che fanno i manager?
Gli sbagli sono quasi sempre gli stessi, non noto differenze tra italiani e stranieri. Prestare un finto ascolto all’interlocutore, non concentrarsi a sufficienza sui dettagli, avere eccessiva fretta di realizzare un risultato, per fare qualche esempio. E usare impropriamente la voce, aspetto che emerge quando passiamo a lavorare sul diaframma, concentrandoci su tono e volume. Perché le persone spesso urlano negli uffici, con clienti e colleghi? È decisamente fastidioso!

Come è arrivata alle aziende partendo dalle scuole teatrali di regia?
La mia ricerca è nata a scuola, ma nel 2004 ho iniziato a svolgerla nell’ambito di atelier e laboratori per professionisti teatrali. Il mio metodo è studiato per registi, ma può essere applicato anche in contesti come l’università o le aziende. La prima conferma è arrivata nel 2006, quando sono stata contattata da un grande gruppo specializzato nell’arredo bagno di Milano. I capi hanno dovuto superare i pregiudizi iniziali nei miei confronti: una donna, una straniera… Dopo due settimane di lavoro, tuttavia, hanno apprezzato il mio metodo e mi hanno permesso di entrare in tutti gli uffici. Ho così potuto osservare numerosi comportamenti e poi ho creato una sorta di drammaturgia, utilizzando attori che assomigliavano ad alcune persone dell’azienda, per inscenare alcune situazioni che avevo notato. Tutto si è svolto all’interno di un meeting aziendale che viene ricordato ancora oggi! Ma, soprattutto, è stato utile alla dirigenza a risolvere alcuni conflitti comunicazionali, tra colleghi e con la clientela.

Come si è evoluto nel tempo il percorso che propone alle aziende?
Nel “finissage”, nei dettagli. Dopo quell’esperienza, sono tornata a organizzare atelier per registi, ma ho continuato anche a fare coaching per avvocati, public relator, venditori, scrittori che devono presentare il loro ultimo libro… Sono stata in Austria e in Romania collaborando con quadri aziendali e top management. Di recente ho lavorato con lo chef Viviana Varese per “Identità Golose” (l’ottava edizione si è tenuta a Milano dal 5 al 7 febbraio, ndr), una kermesse dove i migliori cuochi a livello mondiale si esibiscono davanti alle telecamere, interagendo anche con il pubblico.

Quindi nei suoi training non si limita solo a lavorare sulla comunicazione?
È un percorso più complesso. Un mio allievo manager ha commentato alla fine del laboratorio che non si è trattato solo di un corso, ma è stata una vera e propria lezione di vita. Un altro ancora, dopo aver lavorato con me, ha lasciato l’azienda presso cui era impiegato, avendo compreso che lì le sue potenzialità non emergevano appieno; adesso fa il manager di se stesso, si è messo in proprio. I miei insegnamenti contribuiscono a far capire, attraverso il teatro, che si vale a prescindere dal contesto.

Sembra, insomma, qualcosa di più di un semplice laboratorio…
È vero. Del resto non potrei fare questo lavoro se parallelamente non seguissi un mio personale percorso spirituale, basato sull’opera del maestro armeno Georges Ivanovic Gurdjieff. Anche lui s’ispirò al teatro greco, invitando a essere presenti e a osservare se stessi, innanzitutto. E trasmettendo il concetto che, se sei consapevole del tuo potenziale, puoi andare ovunque.
Fonte: Business People

Intervista alla scrittrice rumena Adina Rosetti

Adina Rosetti nasce nel 1979 nella città di Braila, cittadella sul Danubio, all'est della Romania. La sua formazione è in economia e giornalismo. Dal 2004 collabora presso riviste culturali come "Dilema veche" e "Dilemateca". La curiosità e il talento nella scrittura la fa presto diventare una delle più note giornaliste su tematiche femministe e femminili della rivista "Elle". Riceve il premio nazionale "Il giovane giornalista dell'anno 2007" per la sezione culturale. Nel 2010 pubblica per Curtea veche il romanzo Deadline, esaltato in maniera unanime dalla critica.
Adina Rosetti, 32 anni, in una tavola rotonda a Perugia il novembre scorso, affermavi di essere, nell’ordine, “madre, scrittrice giornalista ed economista”, un mélange per niente facile da mantenere in equilibrio. Si può essere tutto assieme con la stessa intensità oppure di volta in volta una parte domina le altre?

Tante volte vivo come in un festival: più palcoscenici, più generi di rappresentazione, anche più pubblici… Corro continuamente da un’esibizione all’altra, sempre contro il tempo, cambiando di corsa vestiario, parrucche, make-up, sempre con la sensazione che, se rinunciassi ad uno di questi spettacoli, non sarei più completa. Chiaramente tutto ciò è abbastanza difficile, perché essere madre richiede circa il 99% del proprio tempo, ma non potrei fare diversamente. Per finire il mio libro mi sono presa una pausa di 3 mesi da tutte le mie varie occupazioni e ruoli e mi sono rifugiata nella campagna romena, in un silenzio perfetto lontana da tutto e da tutti. Nonostante avessi ben presente la deadline definitiva alla fine dei 3 mesi di libertà totale, momento in cui avevo fissato la consegna del manoscritto, sono riuscita a distaccarmi in qualche modo e rimanere sola con me stessa, con i protagonisti del libro e con la gioia sincera e totale della scrittura.

Come diventa la tua giornata tipo quando hai davanti una deadline di consegna di un testo?

Di solito, quando lavoro come giornalista, le cose sono semplici: mi fermo alla scrivania fino al termine della stesura dell’articolo, non solo scritto, ma anche impaginato, cosa che può significare anche andare oltre la mezzanotte. Se invece lavoro da casa, le cose si complicano, e faccio slalom nelle ore del riposo dei bimbi, a volte finisco anche nei bar tranquilli con il portatile sulle ginocchia. Solo che così può capitare anche di dover involontariamente sentire conversazioni riguardo il mercato immobiliare o resoconti di delusioni d’amore.

Il tuo romanzo d’esordio Deadline (2010) ha avuto ben due ristampe a distanza di pochi mesi e non è da escludersi che non ci sia un’altra a breve. Come spieghi questa ricezione particolarmente generosa da parte del pubblico dati i tempi di forte crisi, quanto la cultura è la prima a soffrire?
La cultura e la letteratura soffrono in primis per la riduzione del budget pubblico e non perché le persone non abbiano più un autentico bisogno di una narrazione in cui possono identificarsi con i protagonisti, lanciarsi senza remore in mondi fittizi. Credo che questo bisogno, profondamente umano, non scomparirà mai, a prescindere dai momenti storici, sistemi politici e crisi economiche…

Il tuo romanzo sembra offrirti un posto stabile nel panorama della giovane letteratura romena impegnata. Dicevi però che il tuo non è un engagement programmatico, bensì spontaneo. Questo engagement involontario potrebbe essere anche figlio di questi tempi, in cui non si può scrivere senza vivere e, al tempo stesso, non si può vivere senza scrivere, senza sentire il bisogno impellente di riportare sulla carta tranci di vita reale?

Come dicevo anche a Perugia, non mi sono mai proposta di diventare una scrittrice impegnata. D’altronde non credo nella letteratura fatta “secondo un programma” o per trasmettere messaggi. Credo che il lettore mantenga la voglia di decifrare il proprio messaggio da una storia forte e ben scritta… Il fatto che Deadline sia portatore di una tale caratteristica, diciamo non necessariamente éngagé, ma direi piuttosto ben radicata nelle realtà sociali romene odierne, è un fattore naturale consono alle mie preoccupazioni e ossessioni del momento. La corsa sfrenata al successo, il lavoro “vampirizzante” nelle multinazionali, il mondo virtuale e le “rivoluzioni sui blog”, la condizione di marginalità dell’artista, il sogno d’evasione dal proprio destino sono temi che si ritrovano nel mio libro e che prima ho osservato attorno me, mi hanno fatto pensare e poi ho voluto approfondire scrivendone.

Qual è il sogno nel cassetto di una giovane scrittrice romena e, non dimentichiamo, europea?

Temo che in questo momento nel mio cassetto non si trovi alcun sogno che abbia a che fare con la mia condizione “europea” (sorriso). Desidero semplicemente avere più tempo, molto tempo libero per scrivere. Il resto, credo, verrà da se…

Scritto da Carlo Pulsoni
29 Febbraio 2012

Fonte: Il Gazzettino del Tirreno

La mostra da Warhol a Pisani Società Macro e il nuovo museo

Artisti di tutto il mondo tra video, fotografie, wifi e installazioni contemporanee. Bartolomeo Pietromarchi apre da direttore i cancelli di via Reggio Emilia.
Un artista africano, uno tedesco, un altro rumeno (Tayou, Kantowsky, Cantor). I vivi più glamour e i morti da non dimenticare (Cattelan, Pisani). I video, le fotografie, il wifi (Viola, Beecroft, Manetas). Le installazioni contemporanee, quelle anni Sessanta, la memoria e la prospettiva (Kosuth, Maloberti, Warhol, Bonfili). C'è uno spettro così ampio nel guardare all'arte contemporanea nel combinato disposto di mostre volute da Bartolomeo Pietromarchi per la sua primavera prova da direttore del Macro per il quale ha avuto dal Campidoglio un mandato di rinnovamento che, per affrontarle serve, prima di tutto una mente ben aperta a surfare tra generi, mondi, modi.

Nelle premesse che condizionano d'ora in poi l'esperienza di questo museo c'è l'apertura dei cancelli su via Reggio Emilia: perché Odile Decq nel riprogettare il Museo l'aveva immaginato come piazza aperta che chiunque può attraversare in libertà, e gratis. Le mostre, i biglietti, il museo vengono a seguire. Di tutto questo Pietromarchi si dichiara oggi soddisfatto mentre l'assessore Gasperini al suo fianco ribadisce, una volta di più, che la delibera per l'istituzione della Fondazione sta per diventare realtà e Beatrice Bulgari è proclamata presidente dell'associazione Macroamici.

MACRO, LA MOSTRA DA WARHOL A PISANI

Al Macro da oggi la promenade comincia con la monumentale "Plastic bags" dell'artista Pascale Marthine Tayou, una mongolfiera fatta di buste di plastica multicolore, prosegue nelle gallerie dell'ala "vecchia" dove c'è la commovente sala di omaggio a Vettor Pisani, le cui opere sono in dialogo con quelle realizzate di pari passo a Pistoletto e allestite di fronte agli scatti di Elisabetta Catalano e Claudio Abate. Accanto, la sala video per "Casting Jesus" di Christian Jankowski e i quattro curiosi (100 metri quadrati ciascuno) atelier d'artista, laboratori in progress degli artisti in residenza al museo (Carola Bonfili, Graham Hudson, Luigi Presicce, Ishmael RandallWeeks).

Nella parte nuova ecco "Going around the corner", selezione delle opere della collezione Berlingieri da cui sono stati scelti 18 maestri del contemporaneo: Beecroft, Cattelan, Warhol, Dibbets, Oursler, Mochetti.... Sette delle loro opere verranno lasciate in deposito al Macro. Infine nella sala Enel, le due mostre di Mircea Cantor e Marcello Maloberti, due artisti precisa Pietromarchi, "all'apice della loro creatività e però in un momento di ribalta internazionale". Quel che si vede: un video dall'ara sacrale, una installazione con spille da balia d'oro a comporre una monumentale "elica" di dna, i profili di san Pietro fatti di legno. E poi, una installazioneperformance presentata in video "Blitz", si intitola. A dire il lampo, lo squarcio, quell'attimo in cui tutto si infrange.
(16 marzo 2012)
Di Francesca Giuliani
Fonte: La Repubblica

Il mito dacico nella letteratura romena dell'Ottocento


Roberto Merlo
Il mito dacico nella letteratura romena dell'Ottocento.
Edizioni dell’Orso, pagg.416, Euro 30,00
IL LIBRO – Dai cronisti medievali fino agli intellettuali del Novecento, le élite culturali romene hanno dato prova di un costante interesse per la definizione dell’identità nazionale. Tale definizione riposa in primo luogo sulla rivendicazione di un’origine, di un momento fondante che possa avvalorare il passato e garantire il futuro. In tal senso, la determinazione delle caratteristiche e delle specificità della «romenità» ruota da sempre intorno a due grandi miti delle origini nazionali e alla loro reciproca delimitazione: il mito latino e il mito dacico.

Il presente volume illustra la genesi e l’evoluzione del mito storico-politico dacico, delle sue implicazioni ideologiche e delle sue ipostasi letterarie, chiarendo le circostanze e le ragioni della sua affermazione nello specifico contesto storico e culturale romeno del XIX secolo, segnato dalle lotte diplomatiche e dalle guerre per l’indipendenza dagli Imperi ottomano, asburgico e zarista e dalla complessa e spesso controversa assimilazione di forme e modelli della cultura occidentale. Tenendo conto anche dei problematici sviluppi novecenteschi, il volume traccia un quadro d’insieme delle diramazioni del mito dacico nella letteratura e nella cultura romena dell’Ottocento, con particolare riferimento alla costruzione di una dimensione eroica specifica del mito dacico e alla genesi e all’evoluzione del personaggio di Dochia, autentico «mito letterario» e figura per più versi esemplare dell’immaginario romantico romeno.

DAL TESTO – “Il sintagma «mito dacico» circoscrive, all'interno dell'articolato avvicendarsi e intrecciarsi di narrative delle origini che segna l'evoluzione della cultura romena, il complesso mitico-simbolico dell'etnogonia che, in parallelo e in concorrenza con il «mito latino», si viene coagulando intorno al progressivo imporsi dei daci quale elemento centrale del processo etnogenetico, e che si afferma originariamente come mito storico-politico […] presto capitalizzato dalla letteratura «nazionale» romantica […], in seno alla quale prenderà vita anche un mito autenticamente «letterario» […].
“Sul versante più specificamente letterario, numerosi sono stati gli autori romeni che, soprattutto nell'Ottocento ma anche oltre, hanno individuato nella narrativa delle origini temi e personaggi "pregnanti" (E. Cassirer) suscettibili di trattazione letteraria. Riprendendo creativamente i dati offerti dalle fonti storiche letterarie (in particolare Cassio Dione) o plastiche (principalmente la Colonna traiana), già i romantici tematizzano letterariamente personaggi ed eventi del mito: episodi come gli inganni di Decebalo, la violenza delle donne daciche, l'assassinio di Longino o il suicidio del re dacico, personaggi quali Dromichete, l'unificatore Burebista e il gran sacerdote Deceneo, la romantica Dochia o il misterioso Zalmoxis, e temi come il cristianesimo ante litteram o l'appetitus mortis dacico, sono solo alcuni dei fili della trama «storica» su cui la fantasia e la creatività degli scrittori intesse una «fiction mythique» che, se da un lato spesso si limita semplicemente ad articolare letterariamente le valenze del mito storico-politico (ad es. la visione dell'Età dell'Oro o della genealogia degli Eroi di A. Russo), dall'altro lato si dimostra anche in grado di creazione, come nel caso del «mito letterario» tutto ottocentesco e romantico di Dochia, e di innovazione, ad es. nelle narrative più originali di personaggi particolarmente fortunati quali Decebalo (particolarmente in Eminescu) e Zalmoxis (soprattutto nel Novecento).”

L’AUTORE – Dopo la laurea e il dottorato in Romenistica, Roberto Merlo è stato per alcuni anni lettore di italiano in Romania. Attualmente insegna Lingua e Letteratura romena presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università degli Studi di Torino. Ha pubblicato studi sul mito dacico nella cultura romena dell’Otto e del Novecento, sulla poetica di Marin Sorescu, sulle traduzioni di letteratura romena in italiano e sulla letteratura italofona dell’emigrazione romena, sulla didattica multilingue italiano-romeno, sui fenomeni di interferenza fra le due lingue e sui rapporti linguistici slavo-romeni. Ha tradotto dal romeno opere letterarie, tra cui Gabriela Adameşteanu, L’incontro (nottetempo, 2010) e Doina Ruşti, Zogru (Bonanno, 2010), e saggi specialistici, tra cui Marius Sala, Dal latino al romeno. Introduzione a una storia della lingua romena (Edizioni dell’Orso, 2009) e Ion Bulei, Breve storia dei romeni (Edizioni dell’Orso, 2006).

Fonte: Archivio Storico

L'antidoto donna contro i fondamentalismi

17/3/2012
Da convinta sostenitrice del soft power, il potere dolce della cultura, vi consiglio di vedere La sorgente dell'amore, il nuovo film del regista rumeno Radu Mihaileanu, lo stesso di Train de vie e Il concerto. E' una favola e in quanto tale sostanzialmente manichea, ma racconta in modo gentile e aggraziato il potere delle donne, unico antidoto contro il fondamentalismo. Ad ispirare il regista è stata una storia vera accaduta pochi anni fa in un villaggio turco, dove un bel giorno le donne hanno deciso d'adottare l'antica arma dello sciopero del sesso per rivendicare il loro diritto d'essere ascoltate dai compagni.
Nel film, ambientato in un villaggio non identificato tra il Magreb e la penisola arabica, avviene grossomodo la stessa cosa e il risultato è l'happy end. Anche nella realtà le donne (in particolare quelle arabe) aguzzano continuamente l'ingegno per aggirare divieti e tradizioni tribali, seppure l'epilogo non sia sempre positivo.
A tutte le conferenze sulla primavera araba a cui sono stata invitata mi è stato sempre chiesto se ci fossero e dove fossero le donne. La risposta è un po' anche in questo film: le donne ci sono e anche quando non conquistano la ribalta si battono nel backstage, all'ombra dei riflettori, nel privato di famiglie in cui la religione fornisce un alibi "nobile" alla supremazia maschile. Succedeva anche da noi fino a poco tempo fa: chi ricorda il nome di Franca Viola, la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore nella Sicilia del 1965?

Fonte: La Stampa

Coltivare il dialogo e puntare su tolleranza costituzionalmente orientata

Il ministro dell’Interno Cancellieri indica la via da seguire sul tema dell’immigrazione alla Conferenza permanente 'Religione, cultura, integrazione', organizzata dal ministro per la Cooperazione internazionale Riccardi
«Il confronto tra identità diverse dovrà respingere ogni pretesa di supremazia, che inevitabilmente porta al conflitto e alla chiusura settaria. Riesco a comprendere che di fronte a situazione critiche, la soluzione radicale, più lontana da orizzonti inclusivi, può apparire talvolta quella più seduttiva. Ma abbiamo la responsabilità di continuare a coltivare il dialogo e puntare su una tolleranza costituzionalmente orientata». E' la strada suggerita dal ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri sul tema dell’immigrazione, nel suo intervento alla Conferenza permanente 'Religione, cultura, integrazione', il nuovo organismo consultivo voluto dal ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi, che si è riunito oggi nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio.

L'analisi dell'evoluzione politica mondiale, ha ricordato il ministro dell'Interno, ha fatto luce definitivamente sulle cause che sono alla base delle dolorose sperequazioni che ancora tengono lontane popolazioni poverissime dall'accesso a una più equa distribuzione delle ricchezze. Questo stato di cose, ha osservato la titolare del Viminale, «ha portato con se una spinta inesauribile alla migrazione ed alla mobilità. E’ stato stimato, infatti, che la condizione di straniero riguarda un abitante della terra su 35 e l'ultimo rapporto Caritas quantifica in oltre 54 milioni le persone che, prevalentemente per motivi economici, hanno lasciato le loro terre d'origine».
Dunque, c'è un flusso continuo di uomini e donne che, all'interno di un processo costante e inarrestabile, sta imponendo alle comunità nazionali e internazionali di adeguarsi a nuove sfide sociali, economiche, culturali, giuridiche e anche religiose. Ecco dunque che, ha concluso Cancellieri, «una tolleranza costituzionalmente orientata si traduce non in indifferenza e in accettazione acritica del ‘diverso’ ma, richiede una capacità costruttiva in cui si affermi senza reticenze la concezione laica dello Stato democratico ispirata ai valori di libertà. Strada, comunque, non priva di difficolta.
Ministro Annamaria Cancellieri
19.03.2012

Fonte: Il Ministero dell'Interno

Nato questa mattina un bambino all'ospedale di Acquapendente

Il piccolo, nato pretermine, si trova ora presso la terapia intensiva di Belcolle

VITERBO - Alle 9,42 di questa mattina, martedì 20 di marzo, presso la struttura sanitaria di Acquapendente è nato un maschietto dal peso di due chili e 220 grammi.

Circa venti minuti prima, infatti, una donna rumena di 41 anni, residente a San Lorenzo Nuovo, alla 31esima settimana di gravidanza, si era presentata al Primo soccorso di Acquapendente lamentando dei forti dolori.
Prontamente sono intervenuti il ginecologo Stefano Vitali, l’ostetrica Micaela Sanitate e l’anestesista Muzzi che, dopo aver accertato l’imminente parto, hanno assistito la donna nella nascita del piccolo.

Il parto pretermine si è rivelato di una certa complessità essendo il piccolo in posizione podalica. Mamma e figlio, come prevedono le procedure aziendali pensate per fronteggiare questi casi di urgenza, successivamente sono stati trasferiti in due ambulanze presso il Complesso ospedaliero di Belcolle. Nel mezzo che ha trasportato il bambino, oltre all’incubatrice mobile, erano presenti un neonatologo e un’infermiera.

Il piccolo, visti la gravidanza precoce e il peso relativamente esiguo, si trova ora nella Terapia intensiva di Belcolle. Le sue condizioni sono buone ed è stato chiamato Stefano, come il ginecologo che lo ha fatto nascere.

''Questa volta c'è stato il lieto fine- ha commentato il capogruppo del Pd al consiglio regionale, Esterino Montino -. Stefano, infatti, è stato salvato dal caso. Fosse stato la sera, fosse stato domani, forse non ce l’avrebbe fatta. O forse sarebbe nato dentro un’ambulanza, in una delle curve che da Acquapendente portano a Viterbo in un’ora di viaggio. È andata bene, Stefano è nato ad Acquapendente in barba alle decisioni della Presidente Polverini''.

''Gli facciamo tanti auguri e anche alla sua mamma fortunata quanto lui - ha aggiunto -. Però una domanda si pone ed è drammatica: è normale che nell’anno di grazia 2012 per nascere in un paese di 6000 abitanti della regione italiana seconda per prodotto interno lordo e che ospita la Capitale d’Italia, si possa contare solo sulla buona stella? Forse è il caso di rivedere le scelte sull’ospedale di Acquapendente, e prima che sia troppo tardi. Prima che vi capiti un paziente senza stelle amiche, per intenderci''.
20/03/2012
Fonte: ViterboNews24

Investito mentre attraversa la strada. Muore sul colpo un bracciante agricolo

L'uomo di 40 anni era di origini romeneIdentificato dai carabinieri l'automobilista

PALAGIANO - Un uomo di 40 anni, Costantin Mihalcea, è morto dopo essere stato investito da un'auto sulla statale 7 Appia, nel territorio di Palagiano (Taranto). L'automobilista è stato identificato dai carabinieri, che hanno proceduto al sequestro del mezzo. L'incidente è avvenuto all'alba.
La vittima, un bracciante agricolo romeno che risiedeva a Grottaglie, stava attraversano la carreggiata quando è sopraggiunta l'auto che viaggiava in direzione Castellaneta. Mihalcea è morto sul colpo. I carabinieri della Compagnia di Massafra hanno eseguito i rilievi e avviato le indagini per stabilire l'esatta dinamica del sinistro.
22 marzo 2012

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Auto contro pilone di cemento: muore romeno di 37 anni

Al chilometro 35 della Cassia

VITERBO – Un uomo di 36 anni, B.V., romeno, è morto in un incidente stradale avvenuto la scorsa notte all’altezza del km 3S della Cassia.

Secondo gli accertamenti eseguiti dalla polizia stradale di Monterosi, l’immigrato, mentre viaggiava a forte velocità in direzione Viterbo, avrebbe perso il controllo dell’auto di grossa cilindrata di cui era al volante, che è sbandata più volte, finendo la sua corsa contro un pilone di cemento armato
Sul posto, oltre agli agenti della Polstrada e i vigili del fuoco, sono intervenuti anche gli operatori del 118, che hanno tentato di soccorrere l’automobilista, ma non hanno potuto far altro che constatare l’avvenuto decesso.
Sul luogo dell’incidente, per tutto il tempo necessario a compiere i rilievi di rito e rimuovere i rottami dell’auto, è stato istituito un senso unico alternato, ma non ci sono stati problemi per la viabilità, in quanto il traffico, a quell’ora, era molto scarso.
21/03/2012

Fonte: Viterbo News 24

Fratele cântăreţului Puya, găsit mort în Italia

Puya (dreapta) şi fratele lui. sursa foto prison.com.ro

Alexandru Gărdescu, fratele interpretului hip-hop Puya, a fost găsit mort în locuinţa sa din Marittima (Italia), iar surse din anturajul acestuia spun că ar fi fost ucis de o supradoză de droguri.

Fratele lui Puya lucra ca mecanic la un service auto, iar apropiaţii lui spun că bărbatul era foarte apreciat pentru munca depusă. Sâmbătă, acesta nu s-a prezentat la serviciu, iar colegii săi au alertat autorităţile. Carabinierii au pătruns în apartamentul bărbatului şi l-au găsit mort.

Apropiaţii lui Gărdescu nu ştiu ca acesta să fi avut vreo problemă cu drogurile. „Toţi prietenii de aici din Italia şi-l amintesc ca un băiat sufletist, care sărea imediat în ajutorul oricui. Nu a avut probleme cu nimeni, era muncitor, îşi făcuse o viaţă aici, singur. Nu ştiam să fi avut vreo problemă”, a declarat un prieten din Italia al fratelui lui Puya.

Alexandru Gărdescu urma să împlinească luni 34 de ani.
19.03.2012

Sursa: Gandul

Offrì soldi per far tacere il teste: prete condannato

Il casoOtto mesi a don Mariani accusato da una romena che avrebbe violentato.

Ferrara, 21 marzo 2012 - Un'offerta di tremila euro per non testimoniare e poter tornare a casa propria, in Romania, facendo perdere le proprie tracce. Lei è Nela Zanfira, una badante romena di 43 anni, che da tempo ha messo nei guai il parroco di Mantova don Walter Mariani, a processo nella sua città per violenza sessuale. Il religioso, già condannato in appello a sette anni e mezzo per presunti abusi nei confronti della stessa straniera, è finito a processo anche a Ferrara dove ieri è stato condannato a 8 mesi - con le attenuanti generiche e la sospensione della pena - per subornazione (reato 377 del codice penale).

La vicenda è diventata tutta ferrarese nel 2008, quando la donna si trasferì a Copparo, ospite di una famiglia. E oltre al processo per violenza sessuale, ecco questa una nuova accusa. Proprio in piazza a Copparo, stando al racconto che la donna fece in aula ad ottobre, visibilmente scossa e provata, con tanti «non ricordo» e un’interruzione tra le lacrime per un lieve malore, don Mariani le avrebbe avanzato questa proposta. «Ci siamo incontrati in piazza — spiegò la romena —, io ero accompagnata da un’amica e dal marito, quando don Mariani mi ha offerto tremila euro prima del processo a Mantova per non testimoniare e tornare in Romania. Ho subito rifiutato e me ne sono andata, poco dopo è iniziato il processo e io ho cambiato numero di telefono per non farmi più rintracciare».

In precedenti deposizioni, la badante aveva poi elencato le violenze subìte: tre nella casa del parroco, più di una nell’abitazione dove faceva la badante, e una all’ospedale dov’era stata ricoverata oltre un paio di mesi e dove don Walter andava spesso a trovarla. L’avvocato Sandro Somenzi, ha già annunciato il ricorso in appello. La procura aveva chiesto una condanna a 2 anni.

Fonte: Il Resto del Carlino

Albenga, romeno senza vita nella roulotte: l’autopsia conferma la tesi della morte naturale

Articolo n° 214013 del 23/03/2012
Albenga. L’autopsia sul corpo di Petre Neagu, il sessantacinquenne rumeno trovato morto la settimana scorsa nella sua roulotte in regione Pontelungo inferiore, conferma la tesi della morte naturale.

Nessun segno di violenza sul suo corpo, dunque, così come riferito fin dalle primissime ore dai carabinieri ingauni. A sollevare qualche dubbio, nei giorni scorsi, era stata la famiglia dell’uomo che aveva rilevato stranezze sospette come la sparizione di telefoni cellulari, soldi e chiavi dal caravan dell’uomo.

Servirà comunque ancora qualche giorno per avere la certezza definitiva dell’ipotesi di un decesso naturale. L’ultima conferma dovrebbe arrivare dai risultati delle prove tossicologiche.

Terminati gli accertamenti, la magistratura ha rilasciato il nulla osta alla sepoltura e il feretro è stato riconsegnato alla famiglia. Il funerale si svolgerà domani alle 14,30 nel cimitero di Leca d’Albenga. Neagu era arrivato nella città delle torri circa sette anni fa e aveva sempre vissuto nella roulotte parcheggiata da tempo in zona Pontelungo.
Fonte: IVG

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Albenga, romeno trovato morto nella sua roulotte: il figlio non crede nella morte naturale e chiede di eseguire l’autopsia

Violenze e angherie a convivente, maxi-condanna per savonese

La vittima e' una quarantatreenne romena.

SAVONA, 20 MAR - Per maltrattamenti nei confronti della convivente Francesco Russo, cinquantaseienne di Borghetto Santo Spirito, e' stato condannato dal Tribunale di Savona, con il rito abbreviato, a sei anni e otto mesi di carcere. La vicenda risale al 29 luglio del 2011. Nel corso di una indagine sul conto del fratello dell'imputato (nel blitz era stato sequestrato un etto e mezzo di eroina), i carabinieri avevano trovato la donna, una quarantatreenne romena, in stato di shock e con contusioni riconducibili a percosse. Si era cosi' scoperto che il responsabile di quei maltrattamenti era Francesco Russo.
Fonte: ANSA

Olgiate, dorme nel container e rischia di finire stritolato

OLGIATE OLONA .Trova rifugio in un container e viene salvato dagli operai che stavano per demolirlo. Poteva finire molto peggio per un pastore rumeno di 31 anni. L' uomo, senza fissa dimora, si era introdotto nel container in lamiera destinato alla demolizione all'interno della vecchia piazzola ecologica di via Ombrone a Olgiate Olona.

Ieri mattina, quando hanno iniziato a lavorare sull'area, i dipendenti della ditta incaricata erano ignari della presenza dell'uomo. E dopo avere trivellato per quasi un'ora nella piazzola, hanno azionato la gru dirigendosi verso la struttura dove dormiva l'uomo in stato di ebbrezza. Il rumeno ha iniziato a fare sentire la sua presenza solo quando il mezzo ha colpito il suo rifugio improvvisato. I lavoratori, anch'essi di nazionalità rumena, hanno bloccato la gru non appena hanno sentito le urla del loro connazionale rimasto ferito ad una mano.
22 marzo 2012

Fonte: La Provincia di Varese

Truffata al mercato: le propongono di comprare gioielli falsi

Truffa 800 euro donna romena
„La donna, una romena 49enne, è stata avvicinata da un finto venditore e un finto acquirente di gioielli, cui ha consegnato 800 euro. Tutto è finito bene“.

Una donna romena di 49 anni è stata vittima di un raggiro del valore di 800 euro, ma tutto è finito bene per lei. La donna è stata avvicinanta da un malvivente italiano al mercato all'aperto di via Sapri, in zona Cimitero Maggiore: "Sto cercando una gioielleria a cui vendere preziosi", le ha detto. E a quel punto è comparso un complice, che fingendo di essere interessato ai gioielli li ha stimati per circa 15mila euro. E' incominciata una finta trattativa tra i due italiani ("Li vendo a 12mila").
I due hanno coinvolto la donna, chiedendole di contribuire all'acquisto. Lei ha preso un assegno che aveva con sé, del valore di 800 euro, e si è recata in banca a cambiarlo con denaro liquido per poi consegnarlo ai due uomini, che si sono quindi allontanati promettendo di tornare in breve termine. La donna è rimasta quindi ad aspettarli, in mano teneva il sacchetto di gioielli poi rivelatisi falsi.

„Ma una volante della polizia si è accorta che qualcosa non andava in quella signora un po' confusa in mezzo alla strada. Lei ha raccontato l'episodio agli agenti che poi sono riusciti a rintracciare i malviventi, quattro in tutto, tra i 35 e i 50 anni.“
22/03/2012

Fonte: MilanoToday

Aprì il fuoco contro un ladro: condannato a cinque anni

Nel novembre 2010 un carpentiere di Comezzano Cizzago aveva sparato a un rumeno ferendolo
L'aveva visto entrare nella sua proprietà. E aveva aperto il fuoco contro quel ragazzo rumeno che cercava di rubare nel cantiere della sua villetta in costruzione. Per quel gesto, il carpentiere di 50 anni di Comezzano Cizzago è stato condannato a cinque anni: lo ha deciso la seconda sezione penale dei tribunale di Brescia. L'accusa aveva chiesto otto anni.

Era il novembre del 2010 quando il carpentiere sparò al giovane rumeno di casa in Valcamonica: tre colpi che ferirono il ladro alla spalla, alla gamba e ai glutei. Non ci sta la difesa, che annuncia il ricorso in appello sostenendo la tesi della legittima difesa.
21 marzo 2012

Fonte: Corriere della Sera

giovedì 22 marzo 2012

Invito ai concerti Ana Maria Donose e la Cappella Musicale Costantina nella chiesa di Santa Lucia al Gonfalone e all'Accademia di Romania, 25 e 27 marzo‏

Domenica, 25 Marzo 2012, ore 20
Santa Lucia al Gonfalone (Roma, Via dei Banchi Vecchi, 12)

Martedì, 27 marzo 2012, ore 20
Accademia di Romania, Sala concerti

In concerto
ANA MARIA DONOSE
e
l'orchestra della CAPPELLA MUSICALE COSTANTINA

diretti da PAOLO DE MATTHAEIS
Ana Donose (soprano)
Marzia Ricciardi (violino)
Americo Gorello (tromba)
Paolo De Matthaeis (direzione e clavicembalo)
Orchestra della Cappella Musicale Costantina

Musiche di Mozart, Bach, Vivaldi, Torelli, Caccini, Mascagni
nella chiesa di Santa Lucia al Gonfalone

Musiche di Bartok, Haendel, Vivaldi, Giordani, Pergolesi, Enescu, Brediceanu
all’Accademia di Romania

Ana Maria Donose, soprano spettacolare per voce e presenza, è una giovane speranza della lirica romena, già affermata in Romania e all’estero. Ha vinto numerosi premi, tra cui: I° premio del concorso di interpretazione vocale “Miniatura romantica” (Galati - 2002), I° e III° premio del concorso “Martian Negrea” (Ploiesti - 2003, 2006); I° premio del concorso “Emanuel Elenescu”
(Piatra Neamt - 2003); premio per il più giovane interprete al concorso di lied romeno “Mariana Nicolesco (Brasov - 2006,); finalista del concorso internazionale “Harclea Darclee” (Braila - 2007); premio speciale al concorso internazionale “Vacante muzicale”( Piatra Neamt 2009); II° premio al concorso internazionale di canto “V. Bellini”( 2010, Italia). Ha collaborato con importanti direttori
d’orchestra, tra cui Karel Mark Chichon (Austria), Eddi de Naddai, Marco Balderi (Italia) ed altri. Si esibisce regolarmente sulla scena del Opera Nazionale di Iasi, ma anche in concerti all’estero (in Italia, Germania e Francia).

La Cappella Musicale Costantina si è costituita con un Coro Polifonico ed una Orchestra completa, coltiva in proprio i propri Solisti e si presenta al pubblico in molteplici formazioni. La duttilità del repertorio e le abilità maturate assieme permettono l’approfondimento e l’allestimento di repertorio di ogni genere che passa attraverso una visione moderna ed attuale.

Paolo De Matthaeis, musicista, critico, musicologo è organista e direttore della Cappella Musicale Costantina. Con la Cappella Musicale Costantina ha diretto musiche di Bach, Mozart, Schubert, Vivaldi, Haydn in diverse produzioni discografiche. Organista titolare presso la Basilica di S. Agnese fuori le mura con annesso Mausoleo di Costanza ha suonato come solista e in diverse formazioni in
Egitto, Colombia, Inghilterra, Ucraina - da sempre collabora con il Comitato Messa degli Artisti di Roma diretto da Anna Risi. Vincitore del prestigioso TIM nelle edizioni 2008 e 2010 per la Critica Musicale - collabora con la Rivista Suonare altre testate giornalistiche musicali.

Accademia di Romania

Eccellenza : Manfredonia. Tesserato il rumeno Daniel Bolocan



L´A.S.D. Manfredonia Calcio comunica il tesseramento del giovane attaccante rumeno, classe ’94, Daniel Bolocan.

di Matteo Mancini
08.03.2012

Fonte: Puglia Calcio 24

Adrian Mutu, desfiinţat de un fost internaţional român în Italia

Adrian Mutu este "pariul pierdut al preşedintelui Cesenei, Igor Campedelli", a declarat Florin Răducioiu în presa italiană, într-un interviu în care fostul mare internaţional român în desfiinţează pe " Briliant".

"Mutu a fost un pariu hazardat al preşedintelui Cesenei, Igor Campedelli. Un pariu pe care, în cele din urmă, l-a pierdut. Adrian venea după diverse dificultăţi avute la Fiorentina, disensiuni continue cu antrenorul Sinişa Mihajlovic. Poate se gândea că într-un peisaj mai liniştit, cum e Cesena, va da ce-i mai bun din el. Dar nu e un jucător care să funcţioneze de-o asemenea manieră, a spus Răducioiu", pentru cotidianul La Voce di Romagna, citat de Gazeta Sporturilor.

"Aş vrea să spun că de câte ori îl văd marcînd în Serie A, pentru mine e un vis împlinit. Fotbalul românesc a dispărut la nivel european, ca să nu mai vorbim la nivel mondial! Adrian e mândria unei întregi naţiuni: e unul dintre puţinii rămaşi... unul dintre aceia care au reuşit în fotbalul italian. Iar pentru noi, "Il Calcio" e un mit. Dar Mutu e un fotbalist imatur, campion negativ şi la echipa naţională. Nu e în stare să aibă un comportament de adevărat lider pe termen lung", a mai spus Răducioiu, care vine şi cu un exemplu: "România pierde cu 5-0 în faţa Serbiei; răspunsul lui Mutu a fost să meargă la o petrecere! Acesta e jucătorul în care a investit Cesena, în jurul căruia a construit echipa!".

Atacantul care a câştigat titlul în Serie A şi UEFA Champions League cu AC Milan crede că Mutu a trişat şi la echipa naţională.
"E o chestiune de cultură personală. Îţi trebuie personalitate şi un anumit grad de modestie pentru a intra în rolul de lider al unei echipe. Lui Adrian i s-a cerut asta la naţională, însă el a trişat de fiecare dată. A avut mereu convingerea că o tehnică strălucitoare şi o evoluţie excelentă reprezintă cea mai bună scuză. Dar asta nu se mai întîmplă în fotbalul modern",a încheiat Florin Răducioiu.
18/03/12

Sursa: Realitatea

Il Punto sul Bari - E' Stoian il 'Galletto' del momento

Serie B
Con una rete del giocatore rumeno, arrivata quasi allo scadere del novantesimo minuto, il Bari ha raccolto la quarta vittoria casalinga, battendo la Reggina.

Adrian Stoian è il giocatore del momento in casa Bari. Ha realizzato cinque reti in campionato, due delle quali nelle ultime due vittorie in casa. Contro la Reggina il romeno, pur non disputando una buona partita, è riuscito - con un guizzo a un minuto dal novantesimo - a mettere a tacere i fischi di una parte della tifoseria biancorossa e a regalare tre punti importanti, quanto inaspettati, per la classifica dei 'Galletti' che salgono così al decimo posto con 41 punti. I ragazzi di Torrente sono attesi sabato prossimo dalla difficile trasferta di Empoli, squadra che si è imposta per 1-0 sul campo del Varese. I biancorossi dovranno tentare di tornare in Puglia con un risultato positivo che consentirebbe al Bari di allungare in classifica.

COSA VA - E' piaciuto solo il primo tempo dei biancorossi, così come era avvenuto contro il Crotone sempre al San Nicola.

COSA NON VA - Il secondo tempo del Bari in casa. Tra le mura amiche la squadra biancorossa non riesce proprio a giocare bene per tutta la partita. Sembra che i biancorossi nella ripresa abbiano paura di affrontare gli avversari e il problema più che fisico è psicologico. E proprio su questo dovrà lavorare molto mister Torrente.

TOP&FLOP - Contro la Reggina i migliori in campo sono stati Lamanna, che in due occasioni ha salvato il risultato e il 'generale' Kutuzov, il quale ha agito da attaccante, ha recuperato palloni a centrocampo e ha aiutato anche in difesa. Davvero encomiabile. Chi non ha convinto appieno è stato Borghese. Il difensore in più occasioni non è riuscito a fermare il 'peperino' Viola che, in due occasioni, è andato vicino alla rete.

CONSIGLI PER IL MISTER - Non ce ne sono. Torrente sta facendo più del dovuto visto il problema del calcioscommesse, dei punti di penalizzazione, ben 4, inferti alla sua squadra e i problemi societari.

IL FUTURO - Il Bari non deve più fare calcoli. I biancorossi dovranno tentare di vincere più partite possibile per mettere in cascina tanti punti che possano compensare gli ulteriori punti di penalizzazione che quasi sicuramente arriveranno a seguito dell'inchiesta sul calcioscommesse.
12/mar/2012

Fonte: Goal

Sta cominciando a capire il calcio italiano, ora Torje si pone degli obiettivi: "Voglio portare l'Udinese il Champions e alzare un trofeo"

Serie A"Sono a disposizione e quando il mister mi chiama in causa rispondo presente. Sono giovane ed ho margini di miglioramento, ho tanta voglia di dimostrare tutto il mio valore".

Arrivato a Udine per far dimenticare Alexis Sanchez, Gabriel Torje ha fino ad ora messo in mostra solo parte delle sue potenzialità in maglia bianconera. Di addio, però, il rumeno non ha nessuna intenzione di parlare: "Qui mi trovo bene, c’è l’ambiente giusto per far bene e si vive in una città tranquilla che ti permette di lavorare con calma e concentrazione" le parole a 'Udinese Channel'.

Piano piano sta capendo il calcio italiano, ragion per cui gli obiettivi cominciano ad essere stilati: "Voglio portare più in alto possibile la squadra, abbiamo tutte le carte in regola per proseguire fino in fondo in Europa e campionato. Alzare un trofeo sarebbe il massimo, ma mettiamo nel mirino anche il terzo posto con l’accesso in Champions, consapevoli che dobbiamo dare sempre il massimo".

Domani, contro l'AZ non ci sarà causa mancato inserimento nella lista Uefa (era in quella della Dinamo Bucarest, sua ex squadra): "E’ veramente un peccato non esserci, l’eventuale finale di Europa League si disputerà proprio nella mia terra a Bucarest, ma sarò il primo tifoso dell’Udinese e spingerò i miei compagni alla conquista della Coppa".

Nessuna fretta, comunque, riguardo al futuro: "Voglio fare bene qui, sono a disposizione e quando il mister mi chiama in causa rispondo presente. Sono giovane ed ho margini di miglioramento, ho tanta voglia di dimostrare tutto il mio valore. Arrivare in Champions con l'Udinese sarebbe il top".
07/mar/2012
Fonte: Goal

Lobont-Viviano: Porta a porta

Tocca a Bogdan Lobont. Il portiere giallorosso oggi, nella sfida del “Barbera” contro il Palermo, dovrà sostituire lo squalificato Stekelenburg, espulso nel derby. Dovrà difendere i pali da Miccoli e compagni. Dovrà evitare che i tifosi giallorossi rimpiangano troppo l’espulsione di Stekelebenburg. Dovrà comandare la difesa, in emergenza, giallorossa. Insomma, dovrà fare una grande partita. Impresa alla portata di Lobont. La sua carriera sta lì a dimostrarlo. In Romania, dove è il portiere titolare della nazionale, è molto considerato. I tifosi rumeni lo hanno soprannominato “Pisca” (il gatto). Soprannome con cui viene chiamato da anni. La sua carriera iniziò nel Rapid di Bucarest dove giocò dal 1997 al 2000. La stagione 2000/2001 (quella del terzo scudetto giallorosso) la giocò con la maglia dell’Ajax ma a fine stagione tornò in Romania dove vestì la maglia della Dinamo Bucarest. Dodici mesi dopo rifece le valigie per tornare all’Ajax dove giocò dal 2002 al 2006 al fianco di un giovane Stekelenburg. Il suo esordio in serie A arrivò con la maglia della Fiorentina il 29/1/2006 (Udinese-Fiorentina 0-0).
Nel 2007 però tornò alla Dinamo Bucarest dove rimase fino al 2009, anno in cui venne chiamato a vestire la maglia giallorossa. Prima della sconfitta nel derby di domenica scorsa, la Roma, con Lobont tra i pali, era imbattuta: due pareggi, a San Siro con l’Inter (0-0) e all’Olimpico con il Siena (1-1), e due vittorie contro il Parma al Tardini (0-1) e l’Atalanta all’Olimpico (3-1). Ad oggi sono state cinque le presenze del portiere rumeno in questo campionato. 425 i minuti giocati con la maglia giallorossa. In due casi è entrato a partita in corso: a San Siro contro l’Inter al diciottesimo minuto del primo tempo, dopo il calcio in faccia di Lucio a Stekelenburg, e nel derby al settimo minuto, dopo l’espulsione del portiere olandese. In queste cinque partite sono stati quattro le reti subite dalla Roma con lui in porta e due le ammonizioni prese dal portiere rumeno. Dall’altra parte a 100 metri di distanza, a difendere i pali rosanero, ci sarà Emiliano Viviano, arrivato in gennaio in comproprietà dall’Inter. Nello scorso mercato estivo, prima dell’arrivo di Stekelenburg, a Roma si parlava molto di un possibile passaggio del portiere toscano al club giallorosso.
(Il Romanista)
 10 marzo

Fonte: Calciomercato

Operata ad Arezzo la cestista della nazionale rumena Florina Pascalau

Sei mesi di fermo per Maria Florina Pascalau, il pivot della Cras Basket Taranto sottoposta a intervento chirurgico al ginocchio sinistro dal prof. Giuliano Cerulli. L'intervento, durato quaranta minuti, è perfettamente riuscito. Florina, una presenza statuaria di 1,94, è stata operata al legamento crociato anteriore, collaterale mediale e menisco esterno dal prof. Giuliano Cerulli, direttore scientifico dello I.O.T.I (Istituto ortopedico traumatogolico internazionale) presso la
clinica Poggio del Sole ad Arezzo.
La cestista della nazionale romena è divenuta in pochi mesi il simbolo della Cras Basket Taranto, squadra che milita nella Serie A1 e vincitrice l'anno scorso della Supercoppa italiana.
13/03//2012
Fonte: Arezzo Notizie

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Il Cras da domani gioca per Florina Pascalau

Tennistavolo Norbello: sfuma la promozione in A1 maschile e le cucciole dell'Alto Sebino battono le belle guilcerine

Norbello
La formazione camuna restituisce il risultato che le era stato inflitto all’andata. Le attrici entrate in scena ad Angolo Terme non sono le stesse. Il tecnico romeno Ionela Copaci fa a meno di Mancic e Feng Ja, conferma Elisa Trotti, lascia spazio alla sorella Francesca e all’altra azzurrina Veronica Mosconi.

N° 34 – 4 marzo 2012
OLGA DOVE SEI? LA A2 VINCE MA ACCANTONA LE ULTIME SPERANZE DI PROMOZIONE
Pure le sfide più insignificanti possono generare qualche malumore. Ne sa qualcosa il presidente Simone Carrucciu che non ha certo fatto i salti di gioia nel vedere Olga Dzelinska prenderne di santa ragione dalle sorelle Elisa e Francesca Trotti che sebbene siano delle giovani promesse della nazionale italiana, non hanno certo raggiunto la maturità e la bravura della pongista slovacca. Questi sono gli scherzetti generati dalla fine asfittica della regular season che già da qualche settimana aveva espresso i suoi verdetti. Ora c’è tempo per riprendere confidenza con il clima partita vero e proprio: sabato 21 aprile la palestra di via Azuni ospiterà la semifinale scudetto tra le norbellissime e la capolista Sterilgarda Castel Goffredo. Il ritorno è invece previsto due settimane più tardi.
Non si concretizzano le chance di promozione nel massimo campionato per la formazione maschile. Nonostante la secca vittoria ottenuta in casa ai danni del Messina, i punti di distacco dalla vice capolista Cral Roma restano quattro. Al team guilcerino rimangono ancora due sfide: il derby con la Marcozzi e il match con il fanalino di coda Don Bastianini. Ai laziali resta solo una disputa, contro la capolista Perugia che ha un solo punto di vantaggio. La formazione di Oyebode non può più accedere alla massima serie perché il Cral, nel caso venisse raggiunto, sarebbe in netto vantaggio negli scontri diretti.

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Torna a vedere dopo 20 anni

Il ragazzo operato che ha riaquistato la vistaL'operazione

Un 34enne di Casalborsetti aveva subito un grave trauma bulbare all’età di 14 anni con una fionda che gli aveva provocato una ferita al centro dell’occhio.
Ravenna, 9 marzo 2012 - Torna a vedere dopo 20 anni da un trauma oculare. Un giovane rumeno di 34 anni che ora vive e lavora a Casalborsetti è stato dimesso dal reparto oculistico dell’Ospedale di Ravenna dopo un intervento complesso ricostruttivo che ha impegnato il dott. Cesare Forlini e la sua equipe per circa 5 ore.
Il ragazzo aveva subito un grave trauma bulbare all’età di 14 anni con una fionda che gli aveva provocato una ferita al centro dell’occhio e per 20 anni era rimasto senza vista nell’occhio ferito. L’intervento realizzato all’ospedale di Ravenna, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, ha comportato la ricostruzione del bulbo oculare da polo a polo, un trapianto di cornea e l’impianto di un cristallino speciale sull’iride ricostruita, e la riallocazione della retina con tecniche mininvasive di vitrectomia.

L’intervento è stato condotto senza complicanze e il giorno dopo, il paziente in primis, così come tutta l’equipe, ha avuto la soddisfazione di veder contare le dita della mano appena sbendato. Tale tipo di chirurgia ricostruttiva a tutto campo (dal polo anteriore –cornea- al polo posteriore –retina) rappresenta sempre più un carattere distintivo dell’equipe diretta dal Dott. Forlini, e portando il centro di Ravenna a livelli di assoluta eccellenza nel campo della chirurgia complessa e ricostruttiva soprattutto nel campo della traumatologia.

“I traumi oculari, spiega Cesare Forlini, possono cambiare all’improvviso la vita dell’individuo. Per questo è importante che più centri possibili siano in grado di trattare fin dall’inizio queste situazioni, sviluppare le competenze e avere i supporti organizzativi e strumentali capaci di affrontare in un secondo tempo situazioni ricostruttive.Tutto questo, quindi, ha un forte riflesso nel campo sociale per dare una risposta immediata di qualità agli eventi traumatologici che si manifestano spesso negli ambienti del lavoro, incidenti stradali e in occasione di eventi sportivi. E’ fondamentale quindi la sinergia tra i professionisti ed i supporti che un’azienda da ai propri operatori, proprio così come sta accadendo da sempre nel nostro ospedale”.
Fonte: Il Resto Del Carlino