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mercoledì 9 giugno 2021

Il Festival dei Popoli– Festival Internazionale del Film Documentario di Firenze

Nel periodo 15-18 giugno 2021, il Festival dei Popoli– Festival Internazionale del Film Documentario di Firenze presenta, sotto il titolo Popoli Reloaded, un'edizione speciale del festival che avrà come ospite d'onore il regista romeno Radu Jude, vincitore dell’Orso d’Oro alla 71° edizione del Festival Internazionale del Film di Berlino. 
Il programma dell’edizione speciale presenterà una selezione di 18 film documentari divisi in quattro sezioni: 
  1. Romania Facing the Past: il cinema di Radu Jude – sezione coordinata da Roberto Manassero e realizzata in collaborazione con l’Accademia di Romania in Roma; 
  2. Diamonds are Forever, film dall’archivio del Festival dei Popoli – sezione coordinata da Daniele Dottorini; 
  3. Doc Explorer, la sezione sperimentale del Festival e 
  4. Lo splendore della vita: il cinema di Tizza Covi e Rainer Frimmel – sezione coordinata da Daniela Persico in collaborazione con il Forum Austriaco di Cultura di Roma. 
La sezione Romania Facing the Past: il cinema di Radu Jude è un omaggio, curato da Roberto Manassero, al regista romeno Radu Jude, tra le voci più interessanti di una cinematografia nazionale che negli anni Duemila si è imposta come vera e propria Nouvelle Vague.

L’Accademia di Romania in Roma, in partenariato con l’Istituto Italiano per il Film di Documentazione Sociale, sostiene la presenza del regista romeno Radu Jude all’edizione speciale del Festival dei Popoli dove verranno presentati, nel periodo 14-17 giugno 2021 i seguenti film: Aferim!(2015), The Dead Nation(2017), I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians (2018), The Marshall’s Two Executions (2018), The Exit of the Trains (2020) e Uppercase Print(2020). 

La presenza del regista romeno al Festival dei Popoli si concluderà con un masterclass sostenuto nel 17 giugno 2021, ore 18:00, presso il cinema La Compagnia di Firenze. Maggiori informazioni sulla presenza del regista Radu Jude all’edizione speciale del Festival dei Popoli sono disponibili sul sito ufficiale del festival: https://www.festivaldeipopoli.org/radu-jude-a-firenze-con-il-festival-dei-popoli-popoli-reloaded/.

 *** Radu Jude (classe 1977),adolescente ai tempi della rivoluzione dell’89, studente e poi cineasta negli anni dell’europeizzazione della Romania, ha dedicato buona parte della sua filmografia – in particolare a partire dal terzo lungometraggio, Aferim! (2015) – alla riflessione sulla storia romena. 
Che si tratti dei pogrom contro la popolazione ebraica durante l’invasione nazista e la guerra della repressione del dissenso sotto Ceausescu oppure delle ingiustizie di una società con tratti e mentalità feudali nell’800, il cinema di Jude ha trovato nel tempo una propria funzione storiografica sempre più chiara e talvolta scomoda. 
A partire da una rigorosa ricerca documentaria, Jude ha messo in discussione non solo il modo in cui la Romania contemporanea ha ricostruito la propria identità (magari modificando colpe e responsabilità), ma anche il ruolo del cinema e in generale dell’arte nell’indagare il passato, esplorando con coraggio e spirito autocritico il complesso rapporto fra memoria e rimozione. 
 Regista e sceneggiatore, Radu Jude è il vincitore dell’Orso d’Oro alla 71° edizione del Festival Internazionale del Film di Berlino con il lungometraggioBad Luck Banging or Loony Porn. Ha firmato una serie di cortometraggi, fra questi: 
  • Lampa cu căciulă / The Tube with a Hat (vincitore a oltre 50 premi a festival internazionali) ed Alexandra (selezionato al Clemont-Ferrand, premiato al Oberhausen). 
  • Il suo lungometraggio d’esordio – Cea mai fericită fată din lume / The Happiest Girl in the World (2009) – ha ricevuto il premio CICAE alla Berlinale 2009. 
  • Nel 2011, ha diretto e prodotto il mediometraggio indipendente Film pentru prieteni / A Film for Friends, seguito poi dal lungometraggio 
  • Toată lumea din familia noastră / Everybody in Our Family (2012), presentato in anteprima mondiale nella sezione Forum della Berlinale. 
  • Il film Aferim! (2015) gli ha portato l’Orso d’Argento per la miglior regia alla Berlinale. 
  • È stato seguito da Inimi cicatrizate / Scarred Hearts (2016), che ha ricevuto due premi al Locarno IFF e per il quale Radu Jude ha ricevuto il trofeo per la regia al Mar del Plata, poi dal documentario Țara moartă / The Deat Nation e dal lungometraggio Îmi este indiferent dacă în istorie vom intra ca barbari / I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians (2018), il primo film premiato con il Globo di Cristallo al Festival di Karlovy Vary. 
  • Per quest’ultimo, Radu Jude si è avvalso della consulenza dello storico Adrian Cioflâncă. 
  • All’inizio del 2020 ha presentato il film Tipografic Majuscul / Uppercase Print, adattamento cinematografico dell’omonimo spettacolo firmato da Gianina Cărbunariu.

sabato 1 maggio 2021

Tradizioni pasquali e luoghi dell'anima in Romania

Manca ormai poco alla Pasqua ortodossa, occasione in cui vi proponiamo un viaggio alla scoperta dei nostri luoghi dell'anima, dove la spiritualità si intreccia alle tradizioni, e che sono destinazioni turistiche e culturali imperdibili in qualsiasi stagione. Una delle più belle usanze pasquali in Romania è quella delle uova dipinte. Le uova vengono dipinte nel Giovedì Santo, specialmente di rosso, simboleggiante il sangue versato dal Redentore per l'espiazione dei nostri peccati, e vengono donate a Pasqua come auspicio di rinascita e fecondità. Le uova di Pasqua si colorano in casa con diversi colori. 

Un altro modo di decorarle è quello di appiccicare al guscio sagome di carta o foglioline di verdure, di solito a forma di croce, e coprirle, prima di bollirle, con bucce di cipolla per ottenere una sfumatura di marrone. La colazione della mattina di Pasqua si fa a suon di uova sode colorate perchè la Pasqua non è tale senza la rituale battitura delle uova. Ma, in Romania, le uova non si colorano solo per essere consumate a Pasqua. L'uovo dipinto è il fiore all'occhiello dell'artigianato romeno. 

L'arte popolare di dipingere le uova è molto viva in Bucovina, perchè tramandata di generazione in generazione. Qui, le uova sono dipinte con tecniche secolari molto elaborate, su qualsiasi tipo di guscio, di gallina, anatra, oppure oca, con la cera d'api calda mescolata a colori vegetali, estratti dalla corteccia di quercia, dalle foglie di cipolla o dal guscio della noce. I motivi dipinti sulle uova illustrano la vita e la spiritualità contadina, con i loro simboli: uccelli, animali, piante, attrezzi, e scene bibliche. Gli stessi motivi si ritrovano anche sui costumi popolari tipici. 

Ciascuna zona della Bucovina ha i suoi colori tipici. Le uova dipinte a Brodina de Sus sono contraddistinti dai motivi su sfondo rosso, quelle fatte a Paltinu, dal mix di rosso e arancione, e quelle fatte a Ciocanesti dallo sfondo cromatico nero sul quale prevalgono i motivi rossi, gialli e bianchi. Nel "villaggio-museo" Ciocăneşti, che fa da palcoscenico al tradizionale Festival Nazionale delle Uova Dipinte, il quale riunisce artigiani popolari da tutto il Paese, sulle uova dipinte, ma anche sulle facciate delle case, scoprirete i motivi tipici dei costumi tradizionali. Lo stile di Ciocăneşti di dipingere le uova è uno dei più antichi nel Paese. Ciocăneşti ospita anche un Museo delle Uova Dipinte, che custodisce oltre 3000 uova dipinte dagli artigiani locali. 

La Provincia di Suceava, della regione Moldavia, nella cui parte settentrionale ricade la Bucovina, vanta una "Via delle uova dipinte", che illustra tutte le usanze pasquali romene. Il percorso porta alla scoperta delle località e dei centri artigianali in cui si fanno tradizionalmente le uova dipinte, come Ciocanesti, Moldovita, Vatra Moldovitei, Suceviţa, Marginea, Putna, Brodina, il Monastero Humor e Voroneţ e propone soste presso mostre-vendita di artigianato locale, chiese e monasteri, musei e sagre gastronomiche. La Bucovina è anche luogo prediletto di pellegrinaggio, perchè qui si trovano le più famose chiese ortodosse romene, quelle affrescate all'esterno dei monasteri della Provincia di Suceava. Sette si ritrovano, sin dal 1993, nella lista del Patrimonio Culturale dell'Umanità dell'Unesco: Arbore, Humor, Moldovita, Patrauti, Probota, Suceviţa e Voroneţ. Ciascuna di queste chiese è contraddistinta da un colore: Voroneţ, ad esempio, dall'azzurro, Humor dal rosso, Suceviţa dal verde e Moldovita dal giallo dorato. 

Quella del Monastero Suceviţa vanta i meglio conservati affeschi esterni. È considerata dagli storici dell'arte "il testamento dell'arte medievale moldava", in quanto riassume le caratteristiche architettoniche e iconografiche di tutte le chiese costruite precedentemente e con essa si conclude l'epoca della grande creazione iconografica del XVIesimo secolo, perchè l'ultima chiesa in Bucovina dipinta sulle pareti esterne. Il suo celebre affresco "La Scala delle Virtù" raffigura gli angeli che aiutano i fedeli a salire nel Regno dei Cieli, mentre i demoni trascinano i peccatori verso l'inferno. L'ultimo dei 30 gradini di questa scala, che simboleggia l'aspirazione dell'essere umano alla perfezione, è il più importante, perchè rappresenta l'amore per il prossimo. Sopra la scala c'è una raffigurazione di Cristo, l'unica dell'iconografia moldava in cui Cristo appare con un'espressione mite e sorridente. Dal canto suo, la chiesa del Monastero Voroneţ è rappresentativa per lo stile moldavo, stile bizantino arricchito di elementi di folclore tradizionale romeno. 

Ad esempio, gli arcangeli raffigurati nei suoi affreschi suonano non la tromba, ma la buccina, strumento pastorale romeno. Il segreto del colore che contraddistingue gli affreschi esterni di questa chiesa, l'Azorix, passato alla storia come "azzurro di Voroneţ", sembra essere scomparso con i suoi creatori, i monaci anonimi che la dipinsero. L'impressionante affresco sulla parete occidentale, raffigurante il Giudizio Universale, valse alla chiesa il soprannome di "Cappella Sistina dell'Oriente" e il paragone con gli affreschi della Basilica di San Marco. 

giovedì 18 marzo 2021

Sentimentul romanesc al isteriei


N-am crezut niciodată în specificul național, în "sentimentul românesc al ființei", în tot ceea ce filozofii culturii și psihologii maselor ne-au atribuit că să ne distingă de alte popoare.

Nu cred că suntem mai ospitalieri decât alții, mai harnici sau mai hoți. Nu-mi pare nici bine, nici rău că sunt român. Uneori regret că nu m-am născut elvețian, dar imediat îmi aduc aminte că aș fi putut să mă nasc ugandez. Suntem și noi, românii, undeva "la mijloc de rău și bun", cum scria Ion Barbu, un neam sub soare, nici prea-prea, nici foarte-foarte.

Dacă n-am luat nici un premiu Nobel, în schimb am inventat stiloul. Dacă zidul ni s-a prăbușit peste noapte, ne-am apucat, cuminți, a două zi să-l ridicăm la loc, și tot e ceva. Am fi putut, în definitiv, să-l lăsăm în plata Domnului de zid și să ne cărăm cu toții în altă parte.

Cu toate astea, există ceva specific românesc, ceva atât de adânc în firea noastră, a celor care trăim azi pe acest plai de dor, încât m-aș hazarda să spun că este însăși esență "românismului" în acest moment istoric. Este cercul vicios al isteriei provocate de stres și al stresului provocat de isterie. Dați-mi voie să fiu, în continuare, mai explicit.

 Dacă trăiești numai în România, e posibil să nu-ti dai seama că e ceva în neregulă cu lumea din jur. Ai culoarea mediului și te miști o dată cu el. Ești una cu toți ceilalți. Dar dacă te întorci, după o vreme îndelungată, în țară e cu neputință să nu fii izbit de cât de anormală e umanitatea de aici. De cât de chinuiți sunt oamenii și de cât de răi devin din cauza asta.

Nu se poate să nu fii uluit de faptul, de pildă, că una dintre cele mai răspândite strategii de supraviețuire e mitocania agresivă. În orice țară civilizată oamenii încearcă să-și menajeze nervii cât se poate de mult. Sunt prevenitori unii față de alțîi în forme duse aproape până la caricatură.

Și-au dezvoltat zâmbete sociale și ritualuri de contact care să elimine, practic, posibilitatea oricăror conflicte. Când cineva te contrazice, îi zâmbeșți și spui: "We agree to disagree" ("am căzut de acord că nu suntem de acord"). Când cineva te calcă pe picior, te grăbești să-ti ceri tu scuze.

O ipocrizie blândă și surâzătoare te întâmpina peste tot, ca un balsam care alină toate rănile și satisface toate susceptibilitățile. Această ipocrizie poartă numele de politețe și e esențială pentru fluidizarea substanței sociale.

Românul nu este așa pentru că nu poate fi, obiectiv, așa. Pentru că la noi, dacă ești bun, ești călcat în picioare. 

Să ne imaginăm o tânăra care devine vânzătoare. Își iubește meseria și își propune să fie cât mai drăguță și mai serviabilă cu clienții.

Zâmbetul profesional, acel zâmbet care vinde marfă, i se va șterge însă curând de pe față după ce vreo cinci-șase înși îi vor trânti câte-o bădărănie sau vor începe să urle la ea că nebunii, chiar din prima zi de lucru. Sunt toate șansele ca după o luna de zile zâmbetul să-i dispară complet, iar după un an să avem vanzatoarea noastră standard, acră și scârbită, care te repede de nu te vezi.

Bădăranii de care-am vorbit nu sunt nici ei bădărani din naștere. Și ei sunt bieți oameni la care s-a urlat și care-au fost umiliți de când se știu. Au devenit scârboși pentru că au simțit pe pielea lor că nu ține să fii drăguț cu ceilalți. Pentru că, la toate ghișeele, au rezolvat numai urlând. Pentru că doar fiind mitocani au avansat social, călcând peste cei blânzi.

În armată, soldații sunt extrem de chinuiți "în perioada" de sergenții lor. Când ajung ei înșiși sergenți, îi chinuiesc pe noii recruți și mai abitir. Și tot așa, în toate straturile sociale și la toate nivelurile, românii își sunt propriii călăi și propriile victime într-o societate profund alienată psihic, o societate isterică.

Cred că asta ne distinge, ca români, în lume, la ora actuală: tensiunea continuă la nivelul vieții cotidiene. Starea continuă de explozie, care ne provoacă ulcere și atacuri cerebrale. Conflictul generalizat al fiecăruia cu fiecare. Nu vreau să spun prin asta că suntem fundamental răi.

Firește, ne-au împins spre asta sărăcia și lipsa de orizont, carențele de educație, perplexitatea maselor țărănești dezradacinate și aduse în ghetourile marilor orașe. Pot fi și alte explicații obiective. Înrăiți de lumea în mijlocul căreia trăim, cu timpul începe să ne placă să fim răi.


Autor: Mircea Cărtărescu (foto)

Sursa si articolul complet: Hotnews 

 

domenica 28 febbraio 2021

#CUVÂNT DE MĂRȚIȘOR 1 - 8 martie

 La tradizione del Mărțișor risale a tempi immemori, la sua origine essendo identificata al tempo degli antichi traci. Si tratta di un piccolo oggetto portafortuna legato a un doppio filo di cotone o di seta, bianco e rosso, intrecciato. 

La tradizione vuole che la persona che porta addosso il “mărțișor” sia protetta dai pericoli e stia sana e salva per tutto l’anno. Può essere indossato al polso, intorno al collo o sul risvolto del cappotto, facendosi vedere e apprezzare da tutti. Uno dei più famosi messaggeri della primavera, il “mărțișor” sta a simboleggiare la rinascita, la purezza e l’amore. 

Lo sforzo e l’attenzione riposte nella sua creazione lo nobilitano e gli danno significato. Dal 2017, le pratiche culturali associate al 1° Marzo sono incluse nel Patrimonio mondiale UNESCO, grazie allo sforzo condiviso e alla collaborazione di una serie dei paesi, compresa la Romania.


 

"Parole scelte e offerte in dono da personalità della cultura romena" è un evento online presentato dall'Accademia di Romania in Roma e realizzato esclusivamente in occasione della Giornata del Mărțișor, dedicato al pubblico d’Italia. 

Si tratta della creazione e la pubblicazione da una raccolta di 30 "cartoline digitali" firmate da personalità della cultura romena. Tra le personalità che hanno accettato l'invito dell'Accademia di Romania ci sono: Gabriel Bebeșelea (direttore d’orchestra), Marius Bizău (attore), Ana Blandiana (poetessa), Doina Botez (artista viziva), Ștefan Cazacu (violoncellista), Gigi Căciuleanu (coreografo), Mircea Cărtărescu (scrittore), Dana Ciocârlie (pianista), Chris Simion-Mercurian (scrittirice, regista), Andra Clițan (designer), Denisa Comănescu (poetessa), la Comunità “La Blouse Roumaine”, Suzana Dan (artista visivo), Ruxandra Donose (mezzosoprano), Constantin Flondor (pittore), Diana Brohnstedt Gavrilaș (artista visivo), Iulia Gorneanu (stilista), Ramona Horvath (pianista di jazz), Teodor Ilincăi (tenore), Matei Ioachimescu (flautista), Maia Morgenstern (attrice), Marta Petreu (poetessa), Alexandru Rădvan (artista visivo), Doina Ruști (scrittrice), Octavian Soviany (poeta, narratore e critico letterario), Corneliu Ulici (attore), Rodica Vica (soprano), Matei Vișniec (poeta e drammaturgo), Bogdan Vlăduță (artista visivo), Marin e Victoria Zidaru (artisti plastici).

 

Le 30 personalità, che operano in vari settori della cultura (arte, musica, cinema, teatro e letteratura), hanno accettato l'invito dell'Accademia di Romania di partecipare a questa iniziativa e offriranno al pubblico, al posto di oggetti con filo bianco e rosso, parole per portare speranza, energia primaverile e gioia.

 

L'album Accademia di Romania #cuvântdemărțișor è un Diario virtuale che verrà pubblicato sulla pagina Facebook e sul sito dell’Istituto Culturale Romeno, un gesto simbolico, costituito da una serie di 30 immagini in cui le parole-simbolo scelte dalle personalità verranno accompagnate da una motivazione a loro scelta o da una testimonianza artistica, che si tratti di una frase o un collegamento a una creazione o interpretazione artistica.

 

Nell contesto attuale in cui è difficile regalare un mărțișor legato con filo intrecciato rosso e bianco, come vuole la tradizione romena, ci proponiamo di offrire al pubblico, attraverso il linguaggio visivo, una raccolta di parole scelte, per riassumere cos'è il mărțișor: al di là delle leggende e del simbolismo, un gesto semplice e sincero che annuncia l'arrivo della primavera e il ritorno alla vitalità.

 

L'evento sarà accompagnato dall'hashtag #cuvântdemărțișor e si svolgerà online, dall'1° all'8 marzo, sulle pagine Facebook e Instagram dell'Accademia di Romania in Roma. Le cartoline saranno distribuite quotidianamente sui social network durante il suddetto intervallo e verranno successivamente caricate sul sito ICR in un album digitale, in modo che possano essere facilmente consultate dal pubblico.


Fonte: ICR

mercoledì 20 gennaio 2021

Rome is More, progetto con espressioni romane tradotte in inglese: intervista all'imprenditrice romana „"Se Lallero", "Aho", "Sti c...i", le espressioni romane portano fortuna ad un'imprenditrice romana: la storia di Rome is More

Rome is More, progetto con espressioni romane tradotte in inglese: intervista all'imprenditrice romana


Una pagina social aperta quasi per gioco da Carolina Venosi, nella quale si traducono in inglese le tipiche espressioni romane. Così nasce il progetto Rome is More oggi diventato anche uno store.


Rome is More, progetto con espressioni romane tradotte in inglese: intervista all'imprenditrice romana.

 

Romana doc, con genitori e nonni romanissimi. Architetto che però non ha mai intrapreso questa carriera professionale, poiché le sue scelte sin dai tempi dell'università si sono totalmente rivolte verso marketing e comunicazione. Carolina Venosi, con un ricco bagaglio da strategist e project manager per varie aziende, blogger con un amore incredibile per la città eterna, è la fondatrice di uno dei progetti "romani doc" più amati e riusciti degli ultimi anni.

 

Rome is More è il nome del progetto di successo nato con l'obiettivo di tradurre in modo divertente le espressioni romanesche in inglese. Da "Eddaje" a "Se lallero", da "Stacce" a "Nun fa er provola" il repertorio creato da Carolina Venosi e arricchitosi nel tempo è un vero e proprio fenomeno prima social e poi imprenditoriale che RomaToday si è fatto raccontare meglio proprio da chi ha avuto questa geniale idea.

 

Huffington Post

Rome is More, progetto con espressioni romane tradotte in inglese: intervista all'imprenditrice romana

 

Carolina, come è nato Rome is More?

 

Rome is More è nato un po' per gioco, mentre lavoravo come responsabile marketing per un'altra azienda romana. Una pagina Facebook e Instagram che ho aperto nell'ottobre 2019. Desideravo un progetto nel quale poter decidere io come fare le cose. E ho iniziato così a tradurre il romanesco in inglese, perché anni prima in Erasmus a Parigi mi era capitato di farlo con i francesi.

 

Nel tempo Rome is More si è evoluto. Quando hai capito che poteva diventare il tuo lavoro a tempo pieno?

 

Da agosto 2020 Rome is More è al 100% il mio lavoro, mi sono licenziata dall'azienda per cui lavoravo precedentemente. Questa scelta è stata un percorso graduale. A farmi intuire che poteva diventare un lavoro è stata, in primis, la proposta editoriale arrivata da Mondadori per la pubblicazione di un libro con una raccolta di queste frasi. Da lì ho iniziato a riflettere e a capire che avrei dovuto ragionare in maniera più seria a questo mio progetto. Ho fatto un piccolo test aprendo un e-commerce con il merchandising collegato e ho visto che iniziava ad andare bene, mentre io iniziavo un po' a soffrire perché stava diventando sempre più pesante gestire il lavoro e il mio progetto. Mi sono data un tempo e poi ho deciso, anche perché se non l'avessi fatto mi sarei sicuramente pentita. 

 

Carolina Venosi





















































Rome is More è diventato anche un negozio recentemente?

 

Sì ho aperto il 13 dicembre il primo store di Rome is More a Testaccio. In realtà siamo stati più chiusi che aperti a causa delle restrizioni (sorride, ndr), qui prima di tutto c'è il mio ufficio e poi vendo il merchandising strettamente legato alla pagina, come spille, tazze, shopper e prodotti di altri designer o brand che nascono con il patrocinio della romanità. Un concept store tutto dedicato a Roma insomma.

 

Dietro alla creazione di questo progetto ci sei soltanto tu, ma ad oggi il team si è esteso?

 

Sì, oggi siamo 4, più vari collaboratori esterni. C'è ad esempio un agente commerciale che si occupa di posizionare i nostri prodotti all'interno di musei o di shop selezionati. 

 

Sin dalle origini il punto di forza di Rome is More è stata la traduzione dal romanesco all'inglese delle espressioni romane. Ad oggi, secondo te, questo progetto piace di più agli stranieri o ai romani?

 

Ho capito che piace di più ai romani e agli italiani in generale, l'ho capito quasi subito e anche per questo ho cercato di semplificare al massimo la traduzione senza andare più sullo specifico dell'inglese perché altrimenti non faceva ridere. Piano piano ho adattato il modo di tradurre le parole a quello che era il modo italiano di parlare inglese, un po' "maccheronico" diciamo.

 

Cos'è che secondo te fa amare così tanto il dialetto romano?

 

La spontaneità, la simpatia, secondo me insieme al napoletano è questo il dialetto più bello d'Italia. E' passionale, un po' più di cuore, con una sola parola, dandogli l'intonazione giusta, si riesce a spiegare un concetto che magari in italiano andrebbe spiegato con tre frasi. E' la bellezza dei dialetti che restano un patrimonio immateriale enorme, unico. Noi romani abbiamo proprio una grammatica a parte.

 

Quali sono le espressioni romane più amate e comprate nel tuo shop?

 

Ci sono due scuole di pensiero opposto, c'è chi ama i grandi classici come "mai na gioia", "se lallelo", "eccalà" e "eddaje" che sono le espressioni più acquistate e poi c'è tutto il filone "volgare" che in tanti amano. La cosa divertente è quando le persone in negozio ti chiedono le cose: "vorrei 'Una sti c...i, una 'Me coj..i'e ce l'hai una 'Chi te se i....a" per caso? E' davvero comico il momento della vendita.

 

Autrice: Francesca Demirgian

11/01/2021


News da 3 Fonti: Rome Today, Huffington post Instagram

lunedì 18 gennaio 2021

Generazione ponte. Il riscatto dei giovani migranti

Abdullahi Ahmed, fondatore dell’associazione torinese che riunisce rifugiati, seconde generazioni e italiani, racconta la sua storia fatta di sacrifici ma anche di soddisfazioni, con la speranza che altri ragazzi come lui ne possano trarre ispirazione: «Vogliamo cambiare la narrazione legata all’immigrazione»

 


Nuove radici

Abdullahi Ahmed è nato a Mogadiscio, in Somalia, nel 1988 ma vive in Italia dal 2008. La sua è la storia di tanti giovani con un background migratorio alle spalle. La partenza da uno stato infiammato dalla guerra civile, uno zaino con dentro lo stretto indispensabile, il deserto, un barcone nel buio pesto del Mediterraneo, l’arrivo a Lampedusa. Qui però la storia di Abdullahi Ahmed prende un’altra piega.


Viene trasferito in provincia di Torino, città che lo ha adottato e gli ha messo in mano un futuro. In poco tempo Ahmed diventa mediatore culturale e immagina un modello di cittadinanza attiva che faccia sentire i giovani stranieri veramente italiani, a prescindere da un foglio di carta o da un’identificazione legale. Va nelle scuole a parlare a ragazzi poco più giovani di lui, italiani e non. Fonda, insieme a un gruppo di amici provenienti ognuno da un continente diverso, l’associazione culturale Generazione Ponte, che riunisce rifugiati, seconde generazioni e italiani.

 

Crea il Festival dell’Europa Solidale e del Mediterraneo, meglio conosciuto come Festival di Ventotene e ispirato proprio a quell’idea di Europa aperta e solidale promossa dal manifesto di Altiero Spinelli. Pubblica la sua biografia, Lo sguardo avanti. Dopo 13 anni di lontananza dalla sua Somalia, e dalla famiglia che ancora vive lì, decide che è finalmente ora di prendere un aereo e tornare indietro. Il volo è fissato per il primo marzo 2020, la pandemia di Covid lo ferma, ma il suo lavoro di creatore di ponti non è stato contagiato:

Cosa unisce la Generazione Ponte?


«Questo progetto nasce grazie a dieci ragazzi provenienti da ogni angolo di mondo: Pakistan, Afghanistan,  Cina, Romania, Italia, Perù, e due dalla Somalia. Siamo persone libere, non condizionate da preconcetti e sovrastrutture. Ciò che ci accomuna è la voglia di creare azioni concrete ed essere un ponte tra generazioni e culture diverse. Vogliamo cambiare la narrazione legata all’immigrazione».


Autore: Margherita de Gasperis

16/01/2021


Fonti: LK Linkiesta, Nuove radici



martedì 12 gennaio 2021

Evento letterario dedicato alla Giornata della Cultura Romena 2021 a Roma

"Versi italiani, sensibilità romena"

 

In occasione della Giornata della Cultura Romena 2021, l’Accademia di Romania in Roma presenterà online sulla pagina Facebook dell’istituzione:

https: //www.facebook.com/AccademiaDiRomania/, 


l’evento letterario “Versi italiani, sensibilità romena”. 

La serata di poesia coordinata dal giornalista e scrittore Valeriu Barbu avrà luogo venerdì, 15 gennaio 2021, ore 18:00, e avrà come protagoniste alcune delle voci liriche femminili della comunità romena in Italia, che scrivono nella lingua d’adozione. 


Ci incontreremo virtualmente con le poesie scritte da: Laura Barbu, Mariana Cornea, Tatiana Ciobanu, Alexandra Firiță, Lăcrămioara Maricica Niță, Iuliana Olariu, Lucia Ileana Pop, Lidia Popa, Alina Monica Țurlea, Rodica Vinău, Marioara Vișan. Abbiamo voluto dedicare questa serata alla poesia scritta per diletto e con l’impulso di forgiare le parole per comprendervi emozioni, pensieri, esperienze e letture. Tenteremo di capire insieme a quali emozioni corrisponde l’espressione lirica e come mai le partecipanti hanno scelto di vestirle in abiti italiani: sarà una provocazione per sé stesse, un desiderio di legittimazione, un gesto di affettuosa riverenza, un gioco, una manifestazione della doppia appartenenza culturale? Avremo modo di (ri)conoscere ciascuna di loro e di ascoltare i loro versi. Certo, non sta nei nostri intenti essere esaurienti e coprire questo fenomeno interessante e di attualità, ma quanto mai aprire, a nostro turno, una porta al pubblico italiano e romeno verso una delle manifestazioni artistiche vivaci e costanti della comunità romena della Penisola; fermi nella convinzione che la rosa di voci liriche proposte fa parte di una più ampia schiera di voci che, all’interno della comunità romena, si esprimono in maniera creativa in quello che Ion Barbu definiva suggestivamente il “gioco secondo”.

 

L’evento è organizzato dall’Istituto Culturale Romeno di Bucarest attraverso l’Accademia di Romania in Roma, gode del patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia ed è promosso da Radio Romania, Radio Vocativ, Vocativ Plus, Il Romeno, RoZoom Press e Gazeta Românească.

 

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LAURA BARBU


nata ad Alexandria – Teleorman – Romania vive in Italia da vent’anni e le sue prime pubblicazioni sono state traduzioni dal romeno, testi scritti molti anni fa presso la casa editrice Pagine. Il volume di debutto è uscito nel 2018 con testi scritti direttamente in italiano dal titolo” Il castigo del silenzio" presso Aletti Editore. Insieme a poeti e amici italiani, ha pubblicato, nel 2019, il volume "Sporche d'inchiostro ", un volume scritto a otto mani e sta lavorando al prossimo volume di poesie, che sarà pubblicato presso Gian Giacomo della Porta Editore di Moncalieri - Torino. " Parlando di Eminescu, Tudor Arghezi esprimeva il proprio ‘rammarico che il lucchetto delle lingue non può essere sbloccato con chiavi straniere’. Un pensiero profondo, secondo me, che scrivo in una lingua che non mi appartiene e che mi ospita per poco tempo. La lingua in cui ho imparato a piangere non si è allontanata da me ma sono io, invece, che forse non ne sono più degna."

 

MARIANA CORNEA: nata nell’autunno del 1962 nella città di Focșani in una famiglia di operai. La sua infanzia e adolescenza sono state segnate dalla personalità imponente del capofamiglia il quale, cresciuto negli orfanotrofi, aveva trovato rifugio nel mondo dei libri. Il suo amore per la lettura lo ha trasmesso ai quattro figli, insegnando loro ad amare e a rispettare il libro. Ha studiato presso il liceo Unirea di Focșani, dove esordito con versi nella “Nostra rivista”, periodico del circolo letterario liceale. Questo è stato il suo primo contatto con la letteratura… la scuola e le serate letterarie in famiglia. Le onde della vita l’hanno portata in terre straniere, in Italia, dove – a distanza di anni, più precisamente nel 2016 – ha presso contatto e poi si è associata al Cenacolo di Roma, ritrovandovi l’amore per la letteratura. Nella primavera dello stesso anno ha fatto il suo debutto con il volume di poesie intitolato “Puzzle di seta”. Sono seguiti i volumi "Neomenesc de alb" (“Bianco sovrumano”) pubblicato presso la casa editrice Eurostampa nel 2018 e "între coapsele paginilor m-ai frânt" (“tra le cosce delle pagine mi hai spezzato”) pubblicato nel 2019 presso la casa editrice Minela. I suoi testi sono stati pubblicati anche nella Rivista “Vocativ”, in “Sintagme Literare” e nell’almanacco di questa e poi, più recentemente, nella pubblicazione “eCreator”.

 

TATIANA CIOBANU: nata nel 1968 a Falesti (Repubblica Moldova), laureata in Lettere presso l’Università Pedagogica di Balti, dal 1999 vive a Roma, dove nel 2008 si laurea in Scienze Umanistiche. Ha tradotto in italiano la poesia di Grigore Vieru. Nel 2012 traduce il volume di aforismi di Efim Tralapan “Sorrisi da esportare”. Nel 2015 traduce in italiano i versi poeta romeno Gheorghe Vidican e lavora in collaborazione con Maria Inversi allo spettacolo teatrale “Carmen Sylva, Regina di Romania”. Le sue poesie sono state pubblicate in antologie di poesia italiana: “L’Isola dei Poeti”, a cura di Roberto Piperno e Francesco Farina, “Sono il tuo volto”, a cura di Roberto Chimenti, e “Mi ricordo ogni giorno, ogni ora come se fosse ora. Poeti per la giornata della memoria”, a cura di Roberto Piperno.

 

ALEXANDRA FIRIȚĂ


nata a Slobozia in Romania, il 1° agosto 1956 e attualmente residente in Lombardia, laureata in scienze infermieristiche si Psicologia a Bucarest, dal 2009 vive e lavora in Oltrepò Pavese. Membro nell’Unione Mondiale degli Scrittori Medici, nella FUIS, nell’Associazione culturale L’Officina delle Buone Idee, Cigognola, Italia, nell’Associazione per la Cultura e la Tradizione Storica Bolintineanu, nel Movimento Letterario Poetas del Mundo - Cile. Come poetessa esordisce nel 1973 nell’antologia “Le luci d’agosto“. Nel suo paese ha pubblicato le plaquette “Nostalgie” 1998, “Poemi crepuscolari” 1999, “Incantando i silenzi” 2000, “L’inquietudine dell’ora senza fine” 2002, Alle sole delle acque” 2003 (ed. Amurg sentimental, Bucuresti), “Appartenendo all’istante” 2014 (ed. Ravex, Bucarest), in romeno e “La mia poesia viene da lontano” 2017, Libreria Editrice Urso, Avola, in italiano. Ha pubblicato in tante riviste e antologie nazionali e internazionali (più importanti, “Antologia Padurii”, “Antologia Sonetului romanesc” di Radu Carneci, Bucarest), “Due cento anni d’Infinito 1819-2019” Roma, Italia 2019, “Sogno con Nichita”, Bucarest 2020, “Row of Mascks” Buzau 2020, “Inflorescenze. Poeti romeni in Italia. Antologia di poesia contemporanea”, Rediviva, Milano, 2019, “Accordi lirici rumeni”, ed. PIM Iasi, “Universum”, Montreal 2020, Canada, “Poeti Scelti” (Università Anglo Cattolica San Paolo Apostolo, ECampus e L’Università degli Studi della Repubblica di San Marino), Roma 2020. Pluripremiata ai concorsi di poesia sia in Romania, che in Italia. Redattore della rivista Sud, a ACTIB, Bolintin Vale, Romania. Il 1° dicembre 2018 le venne conferito all’Università di Pavia il premio “Donne che ce l’hanno fatta” e di benemerenze delle Donne di Pavia e la provincia. Riconoscimenti e premi nel 2020: Primo Premio assoluto alla XXI The Grand Award to Ecellence “Tra le parole e l’infinito”, Premio internazionale di letteratura (Maddaloni, Caserta), Primo Premio sezione stranieri, Premio internazionale Città di Galateo (Roma, Italia) e terzo Premio al concorso “Peregrinări”, rivista Itaca (Dublino, Irlanda). Membro nell’Organizzazione Mondiale dei Medici Scrittori (2004), FUIS (Federazione Unitaria degli Scrittori Italiani), ACTIB – Associazione per Cultura e Tradizione Storica Bolintineanu (Bolintin Vale), L’Officina delle buone Idee (Cigognola, Italia), Il Movimento Letterario Poetas del Mundo (Chile).

 

LĂCRĂMIOARA MARICICA NIȚĂ



nata a Bacău l’11 giugno 1974, ha esordito nella rivista on-line "Lido dell'anima" coordinata dalla poetessa Lidia Popa e ha partecipato in varie antologie, tra cui: "Accordi lirici italo-romeni" (Pim Edizioni, Iași), "Cenacolo di Roma, edizione 2019 (Minela Edizioni, Bucaurest), "Corona Jurnal, pensieri dal isolamento" (Zorio Edizioni), "Letteratura romena contemporanea-Poesia"(ArtCreativ Edizioni), "Visul copilăriei /Il sogno dell'infanzia" (ECreator Edizioni), "Row of masks", coordinatore poeta Adrian Mondea, "Antologia del Premio internazionale The Grand Award to Excellence – XXI Edizione – Tra le parole e l'infinito e Labore Civitatis – Premio alla Carriera, "Cenacolo di Roma, 2020", Casa editrice Minela, Bucarest, "Verrà il mattino e avrà un tuo verso – Poesie d'amore" vol. XVII (Aletti Editore), "Premio Letterario Internazionale Maria Cumani Quasimodo" vol. 4 (Aletti Editore). A marzo 2020 ha pubblicato presso la casa editrice Pim di Iași due volumi: "Suflet departe de casă" (Anima lontano da casa - poesia in lingua romena) e "Il destino di una lacrima" (poesia in lingua italiana). Pubblica testi nella rivista on-line “ECreator”, coordinata dal poeta Romeo Ioan Roșiianu e partecipa a vari concorsi letterari in Italia con testi editi e inediti, rirovandosi tra gli autori finalisti: "Tra parole e l'infinito" – III posto; "Vera il mattino e avrà un tuo verso", Aletti Editore; Premio internazionale "Maria Cumani Quasimodo, Aletti Editore; La Panchina dei versi Aletti Editore; Premio internazionale "Tra un fiore colto e l'altro donato-poesie d'amore", Aletti Editore - menzione di merito; "Le donne straniere si raccontano" concorso Madrelingua. È l’iniziatrice del progetto "Te provoc la o carte" (Ti sfido a leggere un libro) per stimolare i suoi connazionali a leggere e promuovere la letteratura romena e la letteratura in generale. Il progetto include la pagina Facebook, il canale YouTube e il blog:http://teprovoclaocarte.altervista.org/

 

IULIANA OLARIU: nata in Romania nel 1980, vive in Italia da quasi 20 anni, attualmente a Viterbo. Si è laureata presso l'Università degli Studi di Roma 3 il Management delle politiche e dei servizi sociali. Lavora come mediatore linguistico culturale presso l'Istituto Penale Minorile di Roma e come traduttore nell'ordinamento giuridico italiano. Collabora con la rivista di immagini, idee e poesie "Fili d’Aquilone" pubblicando traduzioni dal romeno e poesie ispirate alla sua attività di mediatore culturale in cui affronta tematiche come la prostituzione minorile, l'immigrazione, il carcere, l’identità, la diversità linguistica e culturale, ecc. Ha pubblicato anche traduzioni dall'italiano: “Aurul Moldovei” e nel 2007 ha pubblicato il volume bilingue di poesie "Nudità d'un attimo".

 

LUCIA ILEANA POP:


 nata a Desești-Romania nel 1977, ha conseguito una laurea in Lettere e un master in Etnologia e Antropologia sociale in Romania e in seguito una laurea triennale in Scienze dell’Educazione in Italia. Dal 2001 ha insegnato lingua romena in Romania, mentre dal 2014 è docente di Lingua, cultura e civiltà romena a Roma e ad Aprilia. Ha realizzato un programma televisivo con una serie di lezioni di lingua romena per la rete Romit TV di Roma e fa inoltre parte dei poeti inclusi nella Poetry Sound Library. Collabora a pubblicazioni periodiche dei due paesi con articoli, saggi, traduzioni e poesie, che scrive sia in romeno che in italiano. Di recente è stato pubblicato in Italia il suo primo volume di versi, in edizione bilingue, Scântei de suflet / Scintille dell’animo, Rediviva, Milano 2020.

 

LIDIA POPA:


 nata il 16 aprile 1964 in Romania a Piatra Soimului nel Distretto di Neamt, diplomata al Liceo scientifico a Piatra Neamt. Si è trasferita per motivi di lavoro in Italia e risiede a Roma dal 2002. Scrive da molto tempo per passione. Ha iniziato a scrivere in italiano alcuni anni fa, come una sfida verso sé stessa per mostrare il potenziale dal punto di vista linguistico e la vocazione per una nuova lingua che ha imparato da autodidatta.È poeta, saggista, narratrice, nota per la sua attività letteraria in Italia e in altri paesi. Collabora con associazioni culturali, riviste letterarie, siti web romeni e italiani, e gruppi letterari in varie parti del mondo. Scrive in romeno e italiano, ha esordito in lingua italiana nel 2014, in un’antologia pubblicata presso l’editore Pagine di Roma, pubblicando in seguito una plaquette poetica nel 2016 presso Aletti Editore di Guidonia. Ha pubblicato liriche in italiano in tre volumi d’autore “Punto differente (essere)” – ed. italiano e “Nell’antro dei miei pensieri (Dacia)” – ed. bilingue italiano e romeno, Aletti Editore 2016, “Anfora di cielo” – ed. bilingue italiano e romeno Divinafollia Edizioni,2017 e in più di 35 antologie letterarie a partire dal 2014, tra cui in Italia “Sentire” e “I poeti contemporanei“ (Pagine, Roma), “Antologia Premio Salvatore Quasimodo“ (Aletti Editore, 2020); in Romania “Vis cu Nichita" (Apollon), ecc. e riportati in versioni originali o traduzioni su siti letterari o riviste letterarie in Italia, Romania, Canada, Spagna, Libano, Austria, Bangladesh, India, Inghilterra, ecc. (Kenavò, Jolly Rogers, Boem@, FeedBack, Poesia, eCreator, “Orizzonti culturali italo-romeni”, Condeierul Diasporei, Orizontul românesc, Monitorul de Poezie). Le sue poesie sono tradotte in italiano, francese, inglese, spagnolo, arabo, tedesco, bangla, nigeriano. L’italiano e romeno sono le due lingue che ama, parla e scrive con disinvoltura. Per quanto alle altre lingue in cui si esercita in versi, afferma che è un esercizio senza padronanza della fonetica. Fra i premi e i riconoscimenti ottenuti ricordiamo: Premio Cesar Vallejo 2020, I Trionfi delle muse Accademia Francesco Petrarca, Premio Corona, Premio Salvatore Quasimodo, Premio diversamente Uguali, Premio Voci Città di Roma, Premio Trofeo Monterosi d’argento, Premio Monitoriada in Romania, Diploma per inedito The best poet of today - Swapnanil Shaytia Charcha Parishad in Banghladesh, Copa di Oro literario per las letras 2020 della Casa Poetica Magia y Plumas in Colombia.

 

ALINA MONICA ȚURLEA


nata il 29 aprile 1979 in Romania, si trasferisce in Italia negli anni 2000. Laureata in Lingue e letterature straniere all’Università “La Sapienza”, Roma, Alina prosegue i suoi studi con una Laurea specialistica in “Scienze linguistiche, letterarie e della traduzione” e una borsa di studio di un anno all’Università di Parigi - Sorbona. Ha pubblicato un libro di poesie nel 2019 “La mia Quintessenza” (Aletti Editore); in diverse antologie, come: “Le tue parole” (Pagine, 2018); “Luoghi di parole”, vol. 8 (Aletti, 2018) con la poesia “L’attesa” con la quale ha vinto menzione d’onore; “M’illumino d’immenso” (Pagine, 2020); “Repere de Istorie și Cultură românescă în Italia” (Rediviva, 2020) come poeta e coordinatrice; “Lingua Madre 2020” (Ed. Seb 27) con un racconto “L’alchimia della vita”, ecc. Inoltre ha tradotto in italiano “La Ciuleandra” di Liviu Rebreanu, insieme ad Alessio Colarizi Graziani, (Rediviva 2020). Collabora con diverse testate italiane come “Abitare a Roma” e con riviste di cultura, come “Orizzonti culturali italo-romeni”, etc. Lavora a tempo pieno come traduttrice editoriale, ma anche nel settore tecnico.

 

RODICA VINĂU (ROZICA VÎNĂU): nata il 12 febbraio 1960 a Bacău – Romania, ha frequentato il Liceo d’Arte (indirizzo Belle Arti) e il Liceo di Costruzioni di Bacău. Ha conseguito la laurea presso l’Università Tecnica di Costruzioni di Bucarest e presso la Scuola d’Arte di Râmnicu Vâlcea – indirizzo Pittura. Vive in Italia dal 2000. È presidente dell’Associazione romeno-italiana di volontariato socio-culturale ACASĂ, fondata nel 2005. Ha collaborato con il giornale multiculturale “Di tutti i colori” della provincia di Cuneo e con le associazioni culturali di Torino. Alcune delle sue creazioni poetiche sono incluse in varie antologie, sia in romeno che in italiano. Nel 2013 ha pubblicato il volume bilingue di poesie (romeno-italiano) „Fructe amare – Frutti amari” presso la casa editrice Singur, presentato alla Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus di Bucarest e a Torino. Ha firmato varie traduzioni di volumi di versi in italiano. I suoi versi sono presenti in antologie liriche bilingui: „Inflorescenze / Inflorescențe”, a cura di Florentina Niță (Rediviva Edizioni, Milano - 2019) e ”Acorduri lirice românești /Accordi lirici romeni”, a cura di Marioara Vișan, pubblicata dall’Associazione Universul Prieteniei di Iași, (Pim, 2019).

 

MARIOARA VIȘAN:


nata il 19 giugno 1956 a Iași - Romania. Di professione bibliotecario scolastico, ha lavorato presso l’Associazione “Universul Prieteniei” di Iași come vicepresidente e coordinatore delle attività per l’Italia. In oltre dieci anni di attività letteraria ha pubblicato nove volumi di poesia presso case editrici in Romania e in Italia, di cui 3 bilingui, un volume in italiano e 5 in romeno. In Romania ha pubblicato presso le case editrici Pim, Timpul, 24 de Ore, tutte nella città di Iași. In Italia ha pubblicato presso la Rediviva Edizioni di Milano e presso Etabeta. Ha pubblicato in 15 antologie e ha coordinato un’antologia romeno-italiana. Ha pubblicato in numerose riviste, tra cui: “Convorbiri Literare” Iași, “Poezia” Iași, “Zona Literară” Iași, “FeedBack” Iași, “Cultură și Artă” Chișinău e in altre riviste sotto gli auspici dell’Unione degli Scrittori di Romania. Hanno scritto delle sue poesie: Ion Holban, Adi Cristi, Constantin Dram, Daniel Corbu, Emilian Marcu, Paul Gorban, Horia Zilieru. È diventata membro dell’Unione degli Scrittori di Romania e membro dell’Unione Internazionale delle Persone di Cultura di Chișinău. Ha ottenuto premi in Italia e riconoscimenti per la sua attività letteraria in Romania, tra cui il più importante è quello del 2020: Premio Speciale per la Poesia del Festival Internazionale “Grigore Vieru”.

 

Poza facebook
VALERIU DG. BARBU


nato a Galați, vive e lavora a Roma da vari anni. Ha pubblicato volumi d’autore presso la casa editriceNeliniști Metafizice di Constanța come: “Din cioburi” (“Rimediato da cocci”), “Arlechinul cu fesul pe dos” (“Arlecchino col cappello rivoltato”), “Lipit pământului” (“Povero in canna”), “Tablele împărțirii” (“Le tavole della sottrazione”), “a mic de mână” (“a in corsivo piccolo”), “Balans” (“Bilancio”) e presso la casa editrice Vocativ come: “Ciocolată cu lămâie” (“Cioccolato al limone”, 2015), “Nu te saturi”, poi la versione italiana “Non ti sazi”, entrambe presso la casa editrice Minela – 2016, “Un fluture încărunțit” (“Una farfalla incanutita”, 2017) casa editrice Minela, “Scântece” (“Canti e lallazioni”) - 2018 casa editrice Minela. Ha fondato una piccola stazione radio culturale online Radio Vocativ Romania, il circolo letterario Cenacolo di Roma, la rivista culturale Vocativ e la casa editrice Minela. È presente online con un giornale per i romeni all’estero: “Vocativ Plus” e la versione in lingua italiana „Il Romeno”. Ha organizzato numerose presentazioni di libri, mostre d’arte, interviste, conferenze, mini-concerti, ecc.

 

Fonte: ICR


Foto: Facebook

12/01/2021

Giornata della Cultura Romena a Milano

                                                        

Dai classici alla letteratura contemporanea: un incontro sugli scrittori romeni in italiano

 

È stato un anno difficile: l'arte, la cultura si è ritrovata costretta a restare sospesa, a reinventarsi, a resistere. Noi, di Rediviva Edizioni, abbiamo voluto trasformare queste parole chiave nel motore di un incontro che celebri la capacità della cultura di assorbire un urto senza distruggersi, da qui «Cultura resiliente. Dai classici alla letteratura contemporanea: un incontro sugli scrittori romeni in italiano».

L'incontro si terrà venerdì 15 gennaio 2021, in occasione della Giornata Nazionale della Cultura Romena, dalle 20.30.

 

Nello spirito della reinvenzione, proponiamo ai nostri preziosi sostenitori un incontro online, sulla piattaforma Meet, nell’idea di tessere una vicinanza laddove ci è imposta distanza. Basta accedere al seguente link meet.google.com/hfn-pwmj-kvh.

A prendere la parola saranno Ingrid Beatrice Coman, scrittrice e traduttrice – direttore editoriale Rediviva Edizioni, gli scrittori Bujor Nedelcovici, Stelian Turlea, Vasile Igna e Ida Garzonio, Antonio Buozzi – giornalista, la traduttrice Alina Monica Turlea, Violeta Popescu. Modera l’incontro Irina Turcanu, scrittrice e traduttrice.

 

REDIVIVA EDIZIONI – FONDATA NEL 20120

Nata nel 2012 come progetto all'interno del Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, Rediviva Edizioni è una casa editrice “tesa a promuovere i valori culturali romeni in Italia, ma anche a mettere in risalto gli scambi interculturali, la ricchezza della diversità culturale, tutti aspetti fondamentali che caratterizzano la società e il mondo attuale”. Un catalogo molto ampio e variegato che spazia dai classici di letteratura romena a romanzi storici e ancora dall'arte al tema dei diritti per incontrare il maggior numero di lettori possibili. “Quaderni Romeni”, “Memorie”, “Spiritualità”, “Farfalle di carta”, “Arte e vita”, Culture e Civiltà, sono solo alcune delle collane che raccolgono i 90 manoscritti pubblicati da Rediviva Edizioni in soli  nove anni dalla sua fondazione.


Fonte: Centro Culturale Italo-Romeno di Milano

giovedì 7 gennaio 2021

Filarmonica Banatul din Timişoara: primul concert online, vineri: "Muzica României Interbelice"

Filarmonica Banatul din Timişoara aduce în casele melomanilor, în primul concert online din acest an, care va avea loc vineri, "Muzica României Interbelice", printr-un evantai de melodii care au cucerit publicul, în epocă.


Sunt lucrări semnate de compozitori îndrăgiţi, precum Ion Vasilescu, Ionel Fernic, Manuel Ponce, Nello Manzatti, Gerd Villow şi alţii.

 

"Filarmonica Banatul îşi continuă activitatea concertistică, încă online, iar pentru vineri am pregătit un program care să ne dea speranţă, cu muzică din perioada cea mai prosperă a României, perioada interbelică. Programul conţine multe dintre melodiile care erau celebre în perioada interbelică, acum rearanjate şi orchestrate pentru orchestră de către Ioan Dobrinescu. 


Între acestea, 'Suflet candriu', 'Fetiţe dulci ca-n Bucureşti', 'Zaraza', 'Noapte bună, Mimi', 'Femeia, eterna poveste', 'Iubesc femeia', 'Astăzi e ziua ta', 'Vrei să ne-ntâlnim sâmbătă seara?', 'Sanie cu zurgălăi' şi multe altele", a anunţat, joi, managerul Filarmonicii Banatul, Ioan Gârboni.

 

Orchestra Simfonică a Filarmonicii Banatul va fi dirijată de Radu Popa.

 

Concertul se va transmite live, vineri, de la ora 19,00, pe pagina de Facebook şi pe canalul Youtube ale Filarmonicii Banatul. 


Autor: Otilia Halunga

07/01/2021


Sursa: Agerpress

mercoledì 30 dicembre 2020

Oggi, 30 dicembre 2020, ore 21.30: Veglione dell'Intercultura

 

Per seguire il Veglione: Youtube

Programma

Fonte: Dossier Immigrazione

martedì 29 dicembre 2020

Interviu Luiza Dinică, jurnalist Radio Torino International: „Suntem o punte de legătură sufletească între România şi Italia”


După 1989, mulţi români au plecat în diverse ţări din Europa, Asia şi Statele Unite ale Americii, reuşind să reprezinte cu responsabilitate, pasiune şi onoare identitatea culturală românească în lume.

Luiza Dinică este una dintre româncele stabilite în diaspora, care promovează neîncetat imaginea externă a României. Este o iubitoare de cultur, de tradiţii, de autentic şi de frumos, în vestita provincie Torino din regiunea Piemont, Italia.

Luiza Dinică a absolvit Facultatea de Jurnalism şi Ştiinţele Comunicării, din cadrul Unversităţii din Bucureşti. A fost redactor pentru Agenţia de Ştiri A.M. Press din Bucureşti. În anul 2009 s-a stabilit în Italia (Torino), unde a lucrat în calitate de corespondent pentru ziarul „Adevărul”. Din 2013, este prezentator şi realizator al emisiunii „Matinal” – Radio Torino International – Radio România. Din septembrie 2020 este coordonatorul cursului de limba română şi comunicare din cadrul Asociaţiei Primo Passo din Torino. 


Luiza a acceptat să vorbească în interviu despre comunitatea românească numeroasă din Torino (peste 55.000 de români), despre activitatea şi cariera sa de jurnalist în diaspora şi despre rolul presei româneşti în păstrarea şi afirmarea identităţii etnice, culturale, lingvistice şi religioase a românilor de pretutindeni. 


Mihai Floroiu: Care au fost motivele care v-au determinat să rămâneţi în Italia şi să profesaţi jurnalismul? 


Luiza Dinică: Din 2009 m-am stabilit la Torino. Am ales să plec pentru a fi mai aproape de familia mea – mama, sora, ambele stabilite de ani buni în Italia. Decizia a venit, însă, pe fondul unei împliniri profesionale. La acea vreme exista, la Milano, o redacţie externă a ziarului „Adevărul”. Din postura de corespondent străin pentru „Adevărul”, am experimentat rolul de „ambasador al României”, un rol care îţi conferă numeroase satisfacţii şi care revine oricărui jurnalist român în străinătate: acela de a găsi partea pozitivă a situaţiei şi de a o transmite mai departe, de a promova România şi latura frumoasă a conaţionalilor noştri din Italia. De precizat este faptul că eu am plecat în Italia într-un context în care exista un conflict între români şi italieni, unul susţinut doar de o anumită categorie a presei italiene, şi chiar a presei române, care nu era real şi care, astăzi, în opinia mea, este inexistent. Dar la acea vreme persista o tensiune indusă pe fondul evenimentelor politice de la vremea respectivă. 


Mihai Floroiu: De când activaţi la Radio Torino International şi cum e să prezentaţi realităţile româneşti din afara României? 


Luiza Dinică: În acest an, 2020, s-au împlinit 10 ani de când am început să lucrez ca jurnalist şi prezentator la Radio Torino International. Pentru a prezenta realităţile româneşti din afara României este nevoie de multă empatie. Ca jurnalist este necesar să înţelegi că noi, românii din străinătate, avem ceva important în comun, şi anume nevoia de a fi mereu împreună şi de a trăi sentimentul apartenenţei la un neam şi o cultură. Echipa Radio Torino International este, înainte de toate, o punte de legatură sufletească între România şi Italia. Informaţiile pe care noi le difuzăm sunt cele generale, utilitare, dar în realizarea programelor ţinem cont de toate nevoile publicului nostru şi ne străduim, în primul rând, să menţinem o atmosferă caldă, prietenoasă. Publicul căruia noi ne adresăm percepe postul nostru de radio ca pe un adevărat punct de referinţă. 


Minai Floroiu: În ce măsură reuşeşte presa de limbă română să fie un element de coeziune socială şi identitară pentru comunitatea românească din Italia? 


Luiza Dinică: Jurnaliştii români din Italia îndeplinesc, ca peste tot în lume, un rol esenţial în vederea realizării coeziunii sociale şi identitare, întrucât urmăresc şi supraveghează bunul mers al lucrurilor şi promovează activităţile culturale şi valorile naţionale în limba ţării-gazdă. Dacă nu o spunem noi, italienii vin foarte rar să ne ceară detalii despre comunitatea noastră. Este cât se poate de firesc. Este de datoria noastră, a jurnaliştilor români, să promovăm comunitatea şi România, per ansamblu, în ţara în care noi trăim şi ne desfăşurăm activitatea. Presa română din străinătate este în contact permanent cu jurnaliştii italieni, cu autorităţile române, precum şi cu cele italiene. Despre acţiunile frumoase sau despre nevoile comunităţii, jurnaliştii români scriu primii şi trebuie să scrie primii atât în limba română, cât şi în limba italiană. 



Mihai Floroiu: Ne puteţi povesti câteva dintre activităţile culturale pe care le-aţi organizat de-a lungul anilor în Italia şi care a fost impactul acestora în Italia pentru români dar şi pentru italieni?


Luiza Dinică: De departe, cel mai frumos eveniment cultural pentru mine este conferinţa organizată în sediul Primăriei din Torino, cu prilejul Centenarului României. Am avut rolul de moderator. Vă daţi seama, responsabilitatea era imensă! Conştientizam pe deplin faptul că nu mă puteam prezenta oricum în faţa autorităţilor italiene. Căci acesta a fost obiectivul meu principal, cu ocazia acelui eveniment: să atrag atenţia părţii italiene asupra comunităţii româneşti. Nu ştiam ce, dar ştiam că trebuie să spun ceva „Wow”, care să-i facă pe italieni să afirmă: uite, domnilor, oamenii aceştia îşi cunosc potenţialul şi au valoare istorică, socială, economică etc. Dar mai ales valoarea istorică mă interesa să o evidenţiez. După îndelungi documentări, frământări şi discuţii purtate inclusiv în România cu filosoful Constantin Barbu, am stabilit să pun accentul pe urmele lui Vasile Alecsandri, lăsate la Torino, pe faptul ca în Torino există chiar o stradă care poartă numele marelui nostru poet, dar puţini ştiu de ce. Dincolo de acest fapt, la Torino avem şi o catedră cu tradiţie istorică, aici a fost înfiinţată prima catedră de română din lume. La finalul conferinţei, consilierii doamnei primar Chiara Appendino au venit să ne felicite şi să ne ceară informaţiile din discurs, cu scopul de a le publica pe site-ul Primăriei. Mai mult de atât, au ţinut să precizeze că datorită nouă au aflat şi ei de existenţa străzii Vasile Alecsandri, precum şi de motivele care au condus la adoptarea acestei denumiri, în anul 1977. 

    Apoi, tot cu prilejul Centenarului României, în Torino, Grupul Vatra, de al cărei Departament de comunicare mă ocup, a înregistrat un adevărat record cu „cea mai mare horă din Diaspora”. Vă imaginaţi, aproape 2.000 de persoane, români, moldoveni, italieni, turişti străini, au fost prinse în hora unirii în mijlocul celebrei Pieţe Castello din Torino. 

Grupul Vatra este un promotor important al tradiţiilor şi valorilor naţionale în Diaspora. Acest grup a fost fondat pe 25 septembrie 2011, din dorinţa de a reînvia tradiţiile, de a le păstra, de a încuraja studiul dansului tradiţional, de a transmite legendele şi obiceiurile printre noile generaţii. Grupul „Vatra” este organizat în mai multe sub-grupuri împărţite în funcţie de vârstă şi nivelul de pregătire: copii, adolescenţi, tineri şi adulţi. Iar din 2016, coregraful şi fondatorul grupului Vatra, Iurie Răileanu a hotărât să fondeze Asociaţia Primo Passo. 

    Asociaţia s-a născut cu scopul de a promova bogăţia şi frumuseţea folclorului internaţional şi de a face cunoscută ţara de origine, prin valori culturale, literatură, artă, muzică, obiceiuri şi tradiţii şi acţionează pentru protejarea vieţii culturale şi spirituale a comunităţilor pe care le reprezintă, transmiţând-o noilor generaţii. Asociaţia susţine dezvoltarea tuturor membrilor săi prin: integrare, voluntariat, schimburi interculturale, activităţi sportive, activităţi recreative şi ateliere creative. Organizează evenimente culturale, spectacole, concerte, expoziţii, prezentări, cursuri, concursuri, seminarii şi întâlniri tematice şi colaborează pe diverse proiecte cu asociaţii şi autorităţi locale. 



Mihai Floroiu: Există interes din partea copiilor din Torino pentru a învăţa limba română şi pentru a dobândi informaţii relevante despre România? Cum sunt văzute şi reprezentate istoria, literatura, cultura şi civilizaţia românească în Italia, în special la Torino? 


Luiza Dinică: În ciuda statisticilor oficiale, există interes pentru studiul limbii române. La cursul de limba română din cadrul Asociaţiei Primo Passo vin în primul rând copiii care frecventează şi alte cursuri şi au nevoie de o mai bună pronunţie în limba română. De exemplu, copiii de la secţia de canto. 

    Pe de altă parte, sunt numeroşi părinţi români care îşi doresc să trasmită copiilor propria limbă, dar care, din pricina lipsei timpului şi ritmului alert, nu reuşesc să se ocupe aşa cum ar trebui şi, atunci, copilul optează, cum este şi firesc, să se exprime în limba în care studiază şi se joacă cel mai mult: şi anume, în cazul nostru, în limba italiană. Aceşti părinţi nu rămân însă pasivi şi îi aduc pe copii la cursurile din atelierul nostru. 

    La Torino, activităţile culturale care promovează istoria şi literatura constau în Târguri de carte şi lansări editoriale. De curând, prin intermediul Asociaţiei Primo Passo am reuşit să promovăm 30 de scriitori români din literatura clasică şi contemporană, prin intermediul proiectului cultural „Bibliobabel”, susţinut de Ministerul Culturii italian. 

    Recent am reuşit să public şi volumul „Il Natale parla di te”/ „Crăciunul este despre tine”, într-o ediţie bilingvă (italiană-română) la editura Rediviva din Milano, seria Rosa dei Venti, în traducere italiană de Irina Ţurcanu, Cover image: Mihai Dascălu - Trenul de noapte; Design copertă şi aspect grafic: Michele Francesconi. Poveştile din acest volum sunt destinate sufletelor copiilor care trăiesc sub pielea „adulţilor”. Tema principală a povestirilor este Crăciunul. Volumul cuprinde poveşti trăite în perioada sărbătorilor de iarnă : „Crăciunul din 1939”; „Mă duc acasă de Crăciun”; „Cadouri de Crăciun”; „Penultima zi a anului”; „De Crăciun vine ... barza”; „Costică şi pomul de Crăciun”; „Maşina timpului”. 

    Nu întâlnim un model de basm, cu zâne albastre şi prinţi albaştri, dar găsim o realitate frumoasă care ne vorbeşte despre bunătate şi iubire. Volumul reuneşte şapte poveşti care alcătuiesc o lume fantastică dedicată petrecerii care arată ca şapte nopţi şi şapte zile ce trec de la ziua creaţiei Crăciunului până la Revelion. 

    Creaţia simbolică a durat şapte zile pentru a transmuta Anul Nou într-un timp nou care ne duce direct la ziua regală a Sfântului Vasile prin ritualul de trecere. În anii următori încercăm să dezvoltăm şi alte acţiuni şi proiecte culturale concrete, menite să promoveze şi mai mult limba română, spiritualitatea, istoria, tradiţiile autohtone şi valorile etice şi estetice. 

    Românii ştiu că propria lor cultură este cartea lor de vizită valabilă în orice timp şi spaţiu şi că se cuvine să fim noi înşine ambasadorii ei, pretutindeni în lume.

 

Autor: Mihai Floroiu

28-12-2020


Sursa: Adevarul