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Comunitatea Românească în Italia

Locul unde comunitatea românească se regăsește zilnic în știri, noutăți, mărturii, informații și sfaturi, pentru a nu uita rădăcinile și a trăi mai bine departe de țara natală. Informații utile pentru românii care trăiesc în Italia, despre oportunitățile pe care le oferă realitatea din jur și pentru a deveni cetățeni activi.

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martedì 30 novembre 2010

Andria festeggia con la comunità romena

Data: 30/11/2010
Autori: Don Geremia Acri e Lilli Pata (Mediatrice culturale)


“Integrazione e pari opportunità vanno di pari passo, in un intreccio di doveri ma anche di diritti”.
Don Geremia: "questo evento rappresenta un momento di incontro da condividere, di scambio culturale e di integrazione tra la comunità romena e le altre comunità presenti sul nostro territorio. Un territorio ricco ed accogliente".
La festa inizierà con un momento di preghiera che si terrà presso il Cappellone della Chiesa Cattedrale di Andria alle ore 19.00 presieduta da Mihai Driga, Sacerdote ortodosso della Chiesa Ortodossa di Bari, con la presenza di Don Geremia Acri e i volontari.
A seguire, alle ore 20.00, presso la Casa di Accoglienza "S. Maria Goretti", è previsto un momento di integrazione interculturale allietato da canti tradizionali e degustazione di piatti tipici romeni.
Si prevede la presenza e la partecipazione di Associazioni e di cittadini migranti che abitano e lavorano nel territorio andriese e di alcuni comuni limitrofi.

TESTO ROMENO:
"Miercuri 1 decembrie 2010, la ora 19.00, Ziua Nationala a Romanici, la Casa di Accoglienza "S. M. Goretti", Andria.
Vor participa Don Geremia Acri si preotul comunitatii ortodoxe de la Bari, parintele Mihai Driga.
Sarbatoarea va incepe cu o slujba religiosa comuna la Catedrala din Andria si va continua la Casa di Accoglienza "S. M. Goretti", Andria degustand bucate traditionale romanesti si ascultand colinde de Craciun.
Vor fi prezenti asociatii si imigrantii care traiesc si muncesc pe teritoriul andriez.
Speram ca acest eveniment sa fie un moment de integrare si de schimburi culturale intre comunitatea romanesca si celelalte comunitati prezente in acest oras primitor".

Fonte: Andrialive.it

lunedì 29 novembre 2010

Convegno a Firenze sul progetto "Language Learning by radio"‏

Siete invitati al convegno sul progetto europeo
"LALERA TOI" -Language Learning by Radio (Leonardo da Vinci-LLP)condotto dal CIES, che ha visto un ampio partneriato italiano, romeno espagnolo collaborare alla produzione e diffusione di trasmissioni radio per l'apprendimento della lingua e cultura italiana e spagnola rivolte aassistenti familiari romene (le cosiddette "badanti") in Italia e Spagna. L'incontro si tiene a Palazzo Strozzi-Sala Pegaso presso la Regione Toscana dalle 10 alle 17. Nella mattinata presentazione dei risultati del progetto ; nel pomeriggio seguirà una tavola rotonda a cui partecipano Giovanna Campani(Università di Firenze), Andrea Villarini (Università per stranieri di Siena), Dolores Limon (Università di Siviglia), VInicio Ongini (Ministero Istruzione) e Dana Ioana Mihalache (Associazione "Spirit Romanesc") sul tema "Strategie non formali per l'apprendimento di competenze linguistiche".
http://toi.lalera.org
Pino Giordani
Responsabile Eventi CIES
via Merulana 198 00185 Roma
tel: +390677264641 fax: +390677264628

Festival Internazionale della Poesia – Trieste

Quando: 30.11.10 – 04.12.10
Cosa: Teatro e Performance » Letteratura e poesia
Dove : Trieste
Descrizione dell’Evento

Dal 30 novembre al 4 dicembre 2010 si rinnova l’appuntamento Festival Internazionale della Poesia giunto alla sua XIII edizione. La manifestazione sarà articolata in una pluralità di eventi. Ospite d’eccezione Ion Deaconescu, il poeta rumeno cui verrà assegnato il dodicesimo Premio Internazionale Trieste Poesia, riconoscimento alle voci più significative della grande poesia internazionale. Descritto da Luzi come «una voce ferma nella poesia europea», il cui lavoro «coinvolge l’uomo con tutta la sua innocenza e integrità, forse proprio perché tali elementi non esistono più» (Allen Ginsberg), Deaconescu sarà premiato per la sua attenta osservazione del reale, protesa a scoprire la “grammatica dell’evento” e “l’ortografia del sogno”. La sua poesia è pervasa da un’ansia metafisica che talvolta, nella sua ricerca, diventa preghiera, e l’intera sua opera si colloca all’interno della grande tradizione lirica del suo paese.

Quella di Deaconescu, come afferma il poeta siciliano Luciano Zinna “è poesia fluida, essenziale, comunicabile, nella sua raggiunta maturità che la traduzione nella nostra lingua […] ci consente finalmente di captare nell’ampiezza dei suoi voli”.

Presenti a Trieste anche i vincitori del “Premio Gerald Parks per la Traduzione” conferito per le sue traduzioni dal tedesco a Sabrina Mori Carmignani e, per il Premio Anthares “Un Poeta per la Pace”, all’autore macedone Rade Siljan. La cerimonia di premiazione si terrà sabato 4 dicembre, alle 18.00 presso il Caffè Teatro Verdi, con letture a cura dell’attore Maurizio Zacchigna.

Il Festival Internazionale della Poesia, nato tredici anni fa dalla volontà di far rifiorire il contatto tra la città e la poesia internazionale, nutre l’ambizioso progetto di porre nuovamente Trieste come principale crocevia letterario d’Europa e come ogni anno presenterà un ricco calendario di eventi.

Il ricco programma del XIII Festival Internazionale della Poesia parte martedì 30 novembre, con la presentazione della raccolta di poesie dell’autrice e traduttrice israeliana Tal Nitzán (premio “Scrittrici Donne” e riconoscimento onorario del Presidente del Cile per la traduzione di Neruda), presso il Museo della comunità ebraica Carlo e Vera Wagner alle ore 18.30 in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste. L’autrice stessa leggerà alcune liriche tratte da Architettura d’Interni, sua prima pubblicazione in Italia presentata da Gaetano Longo.

Nella stessa giornata, alle 17.00 al Caffè Tommaseo, verrà inoltre presentata l’antologia poetica “Pacem in progress” a cura di Graziella Atzori per il Salotto dei Poeti. Il progetto è interamente dedicato alla solidarietà, sia nella poetica sia nella pratica. Il ricavato andrà infatti all’associazione benefica “Gocce d’amore universale” per i ragazzi della Tanzania, grazie al missionario laico Claudio Turina, presente all’incontro.

All’interno del festival, giovedì 2 dicembre presso lo stabilimento Ausonia, si svolge il 5th Trieste International Poetry Slam, attorno a cui gira la scena poetica contemporanea di Trieste e per la cui organizzazione si è offerta l’associazione Nadir Pro, già curatrice degli eventi poetici al Parco di San Giovanni. La kermesse, nata sei anni fa in seno all’associazione Gli Ammutinati, è cresciuta anche per merito della formula utilizzata. Il vincitore scaturisce da un tabellone “tennistico” che parte dagli ottavi di finale: i poeti si sfidano a coppie giudicati da cinque persone, estratte a sorte tra il pubblico grazie a una divertente lotteria; i giurati molto semplicemente alzano la mano a favore di uno dei due poeti al termine delle letture, stabilendo chi passa al turno successivo. La giuria viene cambiata ai quarti e successivamente in semifinale, mentre in finale è il pubblico che vota ad alzata di mano e decreta il vincitore che, oltre a ricevere il premio in denaro, sceglierà gli invitati per l’edizione successiva.

Prima dello slam, alle 19.30 sempre all’Ausonia, una giuria di addetti ai lavori selezionerà gli ultimi quattro poeti grazie a un Open mic (microfono aperto) a cui tutti possono partecipare.

La formula, democratica e semplice, negli anni ha generato uno slam aperto, ha permesso il ricambio tra i partecipanti ed è stata capace di sottolineare la qualità dei finalisti grazie alle scelte del pubblico.

Il vincitore della precedente edizione, il friulano Maurizio Benedetti, sarà il maestro di cerimonia (in gergo EmCee) assieme a Matteo Danieli, anch’esso premiato nella seconda edizione. Altre edizioni sono state vinte dalla napoletana Maria Valente, ospite alla passata edizione di Absolute Poetry, e dal poeta triestino Christian Sinicco, parte anche dell’organizzazione.

Alle 20.30 inizierà quindi lo Slam, che quest’anno è incentrato (come il Festival Internazionale di Poesia) sul rapporto tra Italia e Romania, e vede la presenza di due poeti della nuova generazione rumena, Viorel Boldis e Irina Turcanu, che oltre a essere ottimi performer, hanno diverse pubblicazioni alle spalle in Romania.

A concludere la serata del 2 dicembre, i testi interpretati dalla voce e chitarra di Massimo Zamboni (ex Cccp e Csi) che porterà a Trieste “Tre motivi di saggezza”, un concerto reading in cui attraverserà sia la propria opera musicale che letteraria. L’idea centrale è come Sconfitta, Inermità e Estinzione possano costituirsi in motivi di saggezza – non sempre naturalmente, anzi è facile rimanere stritolati da questi meccanismi. Soltanto comprendendoli in una condizione più alta e mai personale è possibile ricavarne la forza per risollevarsi perché, come dice lo stesso Zamboni, “la nostra, una razza che ce la fa sempre, e che sempre riesce a ricostruire il mondo anche partendo da piccole cellule di sopravvivenza”.

Venerdì 3 dicembre, sempre allo stabilimento Ausonia, la poesia incontra la musica: si parte alle 20.30 con le letture poetiche dei premiati e dei poeti ospiti Tal Nitzán, Boris Vishinski (Macedonia) e Mary Barbara Tolusso, per poi passare alle contaminazioni musicali sui versi di Christian Sinicco e Maria Teresa Atzori a cura rispettivamente dei Baby Gelido e del Circolo di Jambo Gabri.

Ultimo appuntamento della serata di venerdì è il concerto di Giulio Casale, già frontman del gruppo rock Estra e scrittore (Premio “Grinzane Cavour”), che presenterà il proprio progetto solista. Il “cantautore rock”, già invitato da Fazio a “Che Tempo fa” per presentare il suo spettacolo di teatro-canzone dedicato a Fernanda Pivano e alla beat generation, spazierà da pezzi proprio a De Andrè, Tenco e Dylan.

L’ultima giornata del festival si aprirà sabato 4 dicembre presso il Caffè Teatro Verdi con un concerto di musica barocca per tiorba e chitarra, proseguirà poi con la presentazione, a cura di Fabio Russo, della raccolta poetica di Simone Pansolin e si concluderà con la consegna ufficiale dei premi (Ion Deaconescu – Romania – 12° Premio Internazionale Trieste Poesia; Sabrina Mori Carmignani – dal tedesco – 7° Premio Gerald Parks alla Traduzione; Rade Siljan – Macedonia – 7° Premio Anthares “Un poeta per la pace”).

Il Festival internazionale della Poesia è organizzato dal Club Anthares con la collaborazione di FrancoPuzzoEditore, Nadir Pro, Webgallery Anforah il contributo della Provincia di Trieste, Cervesi&Cervesi Ingegneria Srl, Banca di Credito Cooperativo del Carso ZKB e con il Patrocinio della Camera di Commercio di Trieste, il Commissariato del Governo nella Regione Friuli Venezia Giulia, il Centro Unesco di Trieste. Media Partner: Il Piccolo e Radio Fragola.

Per tenersi aggiornati sul calendario del festival: www.triestepoesia.org

Fonte: Bora La

Leggi anche:
Poesia: il poeta rumeno Ion Deaconescu ospite d'onore del Festival Internazionale di Trieste

Diario di viaggio in Romania 1989‏

Segnaliamo che da pochi giorni è attivo il sito www.kilometriefoto.jimdo.com/
curato da due fotoamatori che hanno messo in rete una parte del loro archivio fotografico raccolto in anni e anni di viaggi in Italia e in Europa con ogni mezzo ... ma molto spesso a piedi, cercando di vedere con uno sguardo nuovo la realtà che ci circonda.

Nella sezione "in Europa" spicca il diario corredato dalle immagini "d'epoca" di un viaggio in moto in Romania fatto a pochi mesi dalla caduta di Ceausescu.

Diario che oggi è diventato una testimonianza di un mondo ormai lontanissimo.

Questo è il link per accedervi direttamente.

Profonde citazioni di maestri del pensiero e di grandi viaggiatori accompagnano i visitatori del sito lungo strade che molto spesso non portano verso mete conosciute perchè non importa dove stiamo andando ... l'importante è il viaggio.

Stefano Cavezzi

Elezioni comunali 2011: un nostro candidato alle primarie di Torino‏

“EUROPEI PER L’ITALIA” PER TORINO:

PROMETTIAMO COLLABORAZIONE CON TUTTE LE FORZE POLITICHE E LA COMPETIZIONE PER LE PRIMARIE

In vista delle prossime elezioni comunali per la città di Torino, il nostro appoggio sarà dato a chi avrà più attenzione alla fluida integrazione dei cittadini comunitari nelle strutture italiane nel pieno rispetto delle leggi, usi e costumi italiani e comunitari.

Non escludiamo in questa collaborazione nessuna forza politica italiana, ma anzi cercheremo di lavorare con tutti i partiti e movimenti politici. Noi di Europei per l’Italia siamo “trasversali” perché vogliamo una piena integrazione europea e riteniamo che questa sovrasti gli orientamenti, i tempi e gli interessi particolari della politica.

E proprio per dimostrare la nostra sincera passione civile, e dato che le “primarie” del centro sinistra sono un esercizio di democrazia aperto al contributo di tutti, presenteremo un nostro candidato alle primarie di Torino, un candidato, cittadino italiano ma non necessariamente nato in Italia.

il Consiglio Direttivo
Circolo Europei per l’Italia
www.europeiperlitalia.it
Tel: 347 41 66 068

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CITTADINI COMUNITARI E LA PARTECIPAZIONE ALLA VITA DEMOCRATICA

Sabato 13 Novembre presso il Centro di Produzione Teatrale di Milano, si è svolto l' incontro pubblico a Milano, del Circolo "Europei per l'Italia" dal titolo "I CITTADINI COMUNITARI E LA PARTECIPAZIONE ALLA VITA DEMOCRATICA" . Con questo appuntamento il movimento politico che si era presentato all'attenzione della società civile italiana lo scorso 6 giugno ha voluto offrire all'attenzione del mondo politico milanese un momento di approfondimento in vista delle ormai prossime elezioni amministrative che porteranno al rinnovo anche del Consiglio Comunuale di Milano.In questa occasione il movimento "Europei per l'italia" non solo ha fatto il punto sui primi mesi di attività , giudicati dai fondatori molto positivi ed incoraggianti , ma contemporaneamente è stata l'occasione per poter presentare alla comunità milanese le strategie future , in particolar modo, attività di carattere informativo verso icittadini cittadini comunitari, rumeni in particolare per quanto riguarda il loro diritto di voto alle elezioni comunali di milano per il 2011 e, inoltre esprire la volonta di presentarsi alla prossima tornata amministrativa milanese attraverso una lista propria di candidati oppure l'inserimento di propri candidati in liste di parti italiani.

L'incontro, al quale hanno preso parte anche esponenti del mondo politico milanese ha permesso di registrare una sostanziale aperture nei confronti sia del nostro movimento sia in generale delle proposte avanzate in tema di partecipazione dei cittadini comunitari alla vita politica locale. Tutti i rappresentanti dei partiti hanno infatti espresso,la loro disponibilità di una collaborazione politica con il nosto circolo per le prossime elezioni amministrative e un particolare interesse per una correta integrazione della comunità rumena.

Come Movimento non possiamo che esprire la nostra soddisfazione sia in termini di presenza sia in termini di attenzione prestata alle
nostre proposte e soprattuto non possiamo che felicitarci per le le
dichiarazioni di apertura verso le nostre proposte da parte di tutti i leader politici italiani e milanesi presenti che hanno fortemente ribadito

Ringraziamo per il loro contributo e collaborazione ai politici presenti ed in particolare al:
Dott. Massimo Turci, Presidente Gruppo consiliare PDL della Provincia di Milano
Dott Gianluigi Cianfarini, Coordinatore Provinciale dell' UDC
Al coordinatore cittadino di Sinistra Ecologica di Nichi Vendola

Ringraziamo ai rappresentanti delle altre comunità che hanno tenuto ad essere presenti alla nostra riunione:
Daniele Nahum, Vicepresidente della Comunità Ebraica di Milano
Dunia Ettaib Presidente delle Donne Musulmane di Milano
Klodiana Kuka, rappresentante della comunità albanese
Maria Puşcasiu Ex Console Onorario della Repubblica Moldova a Milano

Ringraziamo i rappresentanti della stampa:
Giornale "La Repubblica" e Tv Canale 6 di Milano,
Il quotidiano "Adevarul", Il settimanale "Gazeta Romaneasca" e il bimensie "Ora Romaniei"

Ringraziamo anche al Deputato Cristina Dumitrache, del Partito Social Democratoco della Romania che ha tenuto ad essere presente e anche ai leader politici lombardi del PD che hanno inviato i loro saluti.

Da parte dell nostro circolo sono stati presenti alla giornata il presidente Marian Mocanu, il presidente d'Onore Stelian Ionescu, il refferente scientiffico Marco Baratto, il coordinatore per l'Italia settentrionale Ovidiu Morozan e la coordinatrice cittadina Maria Stefanache, oltre che a Marco Angelelli autore del Libro "benvenuto nuovo cittadino italiano"

I nostri futuri obiettivi veranno raggiunti solo con il coinvolgimento dell'interra comunità rumena e degli altri cittadini comunitari che vivino e risiedono a Milano e che attraverso questo nostro movimento promuovere il bene comune di italiani e stranieri

Il responsabile della comunicazione per il Circolo “Europei per l’Italia”
dott. Diego Garassino
www.europeiperlitalia.it
Telefono: 347 41 66 068
Video evento:
http://www.c6.tv/video/10741-i-romeni-possono-votare-alle-comunali-2011-mocanu-presenteremo-una-nostra-lista

In romeno gli auguri del papa

12 Nov 2010 Vaticano

Due i francobolli, prodotti in fogli da dieci esemplari e, nella versione autoadesiva, in libretti da quattro. L'iniziativa concordata con Bucarest
Non solo la congiunta con Israele per ricordare il viaggio in Terra Santa compiuto l'anno scorso da Benedetto XVI. Nel pacchetto di emissioni atteso da oltre Tevere per il 15 novembre figura un altro progetto condiviso, questo con la Romania e riguardante il Natale.

Due i francobolli, dal costo di 60 e 65 centesimi, raccolti in fogli da dieci (la tiratura ha come massimo quota 200mila serie) o in libretti da quattro ma in tale caso autoadesivi (60mila carnet).

Ognuno propone un dipinto. Il primo, intitolato “La nascita di Gesù”, è firmato dal pioniere del neoclassicismo romeno Gheorghe Tattarascu (1820-1894), che intorno al 1850 studiò all'Accademia di san Luca ed ebbe importanti riconoscimenti; ora l'opera si trova nella cattedrale metropolitana di Iasi, dedicata alla Vergine. Il secondo, invece, è la “Natività ed Adorazione dei pastori”. Si tratta di una copia attribuita alla scuola dello spagnolo Bartolomé Esteban Pérez Murillo (1618-1682); appare tra i duplicati più riusciti ed appartiene alla collezione della Pinacoteca vaticana dal 1861, grazie a Pio IX.

Attraverso la tappa 2010, l'Ufficio filatelico e numismatico riprende la piccola tradizione -a dire il vero un poco alternante- degli auguri dentellati definiti con un partner. In catalogo figurano le produzioni del 13 novembre 2008 predisposta con la Germania, del 20 novembre 2007 con Malta e del 21 novembre 2002 con la Nuova Zelanda.

I due francobolli e l'esterno del libretto con i quattro pezzi da 60 centesimi

Fonte: Vaccari News

Leggi anche:
"Come Pio XII salvò gli ebrei di Romania" di Raffaele Alessandrini...
Quando l'Olocausto fece tappa in Romania

"Conosciamoci meglio"

Gustavo Oronzo Rucci on 24 Novembre, 2010

"Educazione civica, conoscenze base sull'ordinamento giuridico italiano e sui diritti legati alla salute per gli immigrati comunitari ed extracomunitari residenti legalmente nella provincia di Enna: è la sostanza dell'iniziativa di integrazione "Conosciamoci meglio", lanciata dal Consiglio territoriale per l'immigrazione della prefettura di Enna, che già nel 2004 aveva avviato il nucleo del progetto realizzando corsi di primo livello per la conoscenza della lingua italiana.
La proposta formativa attuale include corsi di italiano più avanzati per un totale di 50 ore distribuite su 2 mesi e articolate in 6 ore settimanali. I corsi partiranno il 29 novembre e si svolgeranno a Enna presso il I Circolo didattico De Amicis e a Piazza Armerina presso la sede dell'ex università in via Cavour.
Agli immigrati che parteciperanno ai corsi sarà rilasciato un attestato che potrà essere utilmente valutato in caso di richiesta di conferimento della cittadinanza o per l'accesso al mercato del lavoro, oppure nel momento in cui entrassero in vigore le norme contenute nella proposta di legge che prevede il permesso di soggiorno a punti.

Fonte: PoliticamenteCorretto

Già iniziato il corso di lingua romena nella Capitale

.Nov 19
conferenza "Multiculturalità ed interculturalità"

Ideato ed Organizzato dalla dr.ssa Nicoleta Sprinceana e curato dall’ Università Popolare dei Castelli Romani, si tiene a Roma ogni sabato mattina, un corso di lingua e cultura romena. Sui banchi di scuola – docente, con il suo particolare metodo didattico, proprio la dr.ssa Nicoleta Sprinceana – tra gli studenti italiani di ogni età e ceto sociale, anche un organizzatore di eventi sportivi internazionali, ragazzi dalle forze dell’ordine, giornalisti ed un consigliere municipale del Comune di Roma.

Presentato nella Capitale il 30 ottobre 2010 in seno alla conferenza “Multiculturalità ed interculturalità“, presso “La Strada”, un centro comerciale social culturale romeno ove è attiva addirittura una libreria e nel quale sono organizzati tanti eventi rivolti a tutte le etnie (Stazione Tiburtina) e richiesto piu volte, il corso si rivolge sia a chi tra i cittadini italiani voglia solo imparare il romeno, sia a coloro che sono studiosi di varie culture. Potrà essere utile per avvicinare, cittadini italiani e romeni che convivano nella Capitale.

Il corso della durata di 4 mesi, si articola in più fasi: 13 lezioni di lingua una a settimana, ciascuna della durata di 3 ore. Nelle quali si studia la fonetica e la morfologia della lingua romena ed anche elementi di sintassi, utile per costruire bene piccole e medie frasi; quindi un ciclo di “conferenze ” a tema sulla cultura romena, la storia, la politica, il giornalismo, le etnografie e la letteratura romena.
L’incontro di apertura sul tema “Multiculturaltà ed interculturalità ” è stata la prima “Conferenza” che ha dato il via al corso.

“La convinzione di chi mi ha chiesto di tenere un corso di lingua e cultura romena – asserisce la dr.ssa Nicoleta Sprinceana – è che l’integrazione necessita di sforzi da entrambe le parti: società di accoglienza ed i nuovi arrivati! Italiani e romeni. Questa convinzione dei miei interlocutori coincide con il mio principio secondo il quale ‘non possiamo chiedere sostegno, senza mettere il nostro impegno!’ E così noi romeni ci siamo impegnati, non solo sul lavoro, non solo nella conoscenza della lingua italiana, delle leggi del Paese che ci ospita, ma anche nel farci conoscere meglio, rispondendo alle aspettative con questo progetto del corso di lingua romena per italiani.

Fonte: RomaMeeting

La carriera di Ioana, romena, 34 anni. Partita da 300 curricula senza risposta

Giovani all’estero - la storia

Ioana Andreea Zeres, laurea in Legge e master alla Bocconi
Prima di spedirlo aveva curato per bene il curriculum, compilato seguendo alla lettera gli standard europei. Poi l'aveva messo in 300 buste e inviato ad altrettante aziende italiane. Risultato: neanche una risposta. Eppure aveva una laurea in legge, un master in marketing e comunicazione alla Bocconi e, cosa che oggi è considerata una vera marcia in più, conosceva cinque lingue. Unico "handicap", probabilmente, il pregiudizio di qualcuno verso la sua nazionalità: romena. Era il 2005, Ioana Andreea Zeres aveva 29 anni ed era la seconda volta che veniva in Italia per lavorare. "Così, in mancanza d'altro, ho messo a frutto qui a Milano il mio essere poliglotta collaborando come interprete nelle fiere". Ora che Ioana ha davvero trovato il suo "estero" lavorativo in Italia ed è diventata una professionista della "caccia di teste", ricorda il suo punto di partenza: il cinema. "Sì, perché mio padre era regista e nella nostra casa di Bucarest il cinema si respirava nell'aria. Così, dopo la laurea nel 1999, ho lavorato nelle produzioni cinematografiche estere che arrivavano in Romania". E con esse arrivava anche l'internazionalità. "Nel 2001 ero a Parigi con il regista Alexandre Arcady e l'anno successivo in Italia, proprio mentre il cinema andava in crisi". Così Ioana ha frequentato il master bocconiano a Milano e nel 2004 ha completato gli studi con uno stage in un'importante casa di produzione cinematografica di Barcellona. "Tornata in Italia sono entrata in Gucci con un contratto a tempo determinato, poi in Banca Imi nell'ufficio risorse umane e comunicazione". Dove è nata la sua passione per la gestione del personale. "Ora lavoro, sempre a Milano, nell'executive search di Michael Page International e il paradosso è che mi trovo a completare organici in tante aziende che, solo pochi anni prima, non avevano neppure risposto all'invio del mio curriculum".
Enzo Riboni
26 novembre 2010
Fonte: Corriere della Sera

Espulsione di comunitari? La Prefettura: "Possibile se i comportamenti incidono pesantemente sulla pacifica convivenza"

24/11/2010 - Parma

Il provvedimento di allontanamento di un cittadino comunitario «potrà trovare applicazione concreta in casi conclamati in cui la mancata integrazione nel tessuto socio-economico e le modalità comportamentali del potenziale destinatario del provvedimento incidano in modo pesantemente negativo sui livelli di vivibilità e pacifica convivenza della comunità locale». Quindi, non solo la mancata iscrizione all’anagrafe.

Così la Prefettura di Parma - riferisce un comunicato - ha risposto al sindaco Pietro Vignali, che nelle scorse settimane aveva chiesto al prefetto Luigi Viana di «applicare la direttiva europea per l’allontanamento dei comunitari che soggiornano in città per più di tre mesi senza essere iscritti all’anagrafe», con lo scopo di «assicurare quanto più è possibile il livello di vivibilità della nostra comunità».
Vignali chiedeva di seguire l’esempio di Torino, che da inizio anno a fine ottobre ha allontanato 46 stranieri in base ad una direttiva comunitaria sul diritto di soggiorno.

«Dopo un esame del dato normativo», il prefetto «ha confermato che, a fronte di una segnalazione motivata del sindaco del luogo di dimora del cittadino straniero comunitario, la Prefettura adotterà il provvedimento previsto dall’art.21 del decreto legislativo 30/2007 sulla base di un’istruttoria che (in virtù di quanto stabilito dallo stesso articolo) si fonderà non solo sulla mancata iscrizione all’anagrafe ma sulla ricorrenza di tutta una serie di condizioni, quali la durata del soggiorno, l’età, la salute, l’integrazione sociale e culturale nonchè i legami del cittadino comunitario con il Paese di origine».

Fonte: Gazzetta di Parma

Familiari di cittadini comunitari - Carta di soggiorno a prescindere dal visto

Una circolare adegua la prassi all’orientamento della giurisprudenza italiana ed europea
Carta di soggiorno a prescindere dall’ingresso regolare nel territorio dello Stato. Così la circolare n. 7645 del 10 novembre 2010 emanata dal Ministero dell’Interno dopo che il Tribunale di Asti aveva conferamto l’orientamento espresso dalla Corte di Giustizia Europea con la Sentenza del 25 luglio 2008 in merito al diritto di soggiorno e di libera circolazione dei familiari exteacomunitari di cittadini comunitari.

La nota del 10 novembre richiama inoltre il contenuto della circolare n. 5355 del 28 agosto 2009 che già aveva trattato la questione.

Ricordiamo che la carta di soggiorno per familiari di cittadini comunitari è cosa diversa dalla carta di soggiorno di cui all’art 9 del testo Unico sull’Immigrazione, oggi denominata permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Oltre alla radicale diversità dei presupposti sulla base dei quali sono rilasciate e alla differente normativa di riferimento da cui sono regolati (d.lg 30/2007 la prima, 286/98 la seconda) i due titoli differiscono anche per la modalità di presentazione dell’istanza di rilascio. La carta di soggiorno per familiari di cittadini comunitari infatti, a differenta del Pds CE che viene richiesto attraverso il Kit postale, viene direttamente rilasciato dalla Questura a cui anche va presentata l’istanza.
Circolare del Ministero dell’Interno n. 7645 del 10 novembre 2010
[ giovedì 18 novembre 2010 ]

Fonte: Melting Pot

Leggi anche:
Assunzione cittadini comunitari
Lavoro: Bobba (Pd),Lega battuta in commissione su liberalizzazione romeni

Poliziotti rumeni a scuola a Varese

La tratta degli esseri umani oggi vede anche la Romania come Paese di destinazione. I poliziotti rumeni sono venuti a imparare le buone prassi italiane. A Varese.

VARESE – Varese come modello internazionale di “buone prassi”. È successo oggi, 26 novembre, nella sede dei servizi sociali del Comune in via Orrigoni: una delegazione di poliziotti rumeni è venuta in Italia, in seguito ad un progeto di interscambio finanziato dal Fondo Sociale Europeo per la Romania. Tutto per approfondire come i poliziotti italiani si comportano con le vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

DA PUNTO DI PARTENZA A PUNTO DI ARRIVO

Sì, perché da quando è nell’Unione Europea la Romania ha un po’ di benessere, quindi diventa meta di immigrazione per i paesi vicini. E con i migranti, arrivano anche i problemi che spesso riscontriamo da noi, compresa la tratta di esseri umani. La Romania, oggi, si trova a dover affrontare il fenomeno da tre punti di vista: internamente, da una zona all’altra della Romania, la tratta che porta i Rumeni ad emigrare diventando vittime all’estero e, negli ultimi anni, anche la tratta verso la Romania, come da noi. Ed ecco quindi che le strade e gli appartamenti di Bucarest o Timisoara si riempiono di ragazze straniere (per loro ucraine o asiatiche), costrette a fare “la vita” da sfruttatori sia rumeni che stranieri. Un fenomeno nuovo: ecco dunque perché nel giugno 2009 è partito questo nuovo progetto europeo. La delegazione rumena ha girato già molte località italiane, per apprendere come in Italia si affronta il fenomeno.

L'ITALIA ALL'AVANGUARDIA

È stato scelto il nostro Paese perché la nostra legge per combattere la tratta, l’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione, è una delle migliori a livello europeo: permette infatti agli stranieri sfruttati (ragazze costrette a prostituirsi, ma anche disabili costretti a mendicare o cinesi sfruttati per produrre capi contraffatti) di accedere ad un percorso protetto anche senza denunciare. Un vantaggio non da poco, visto il terrore che spesso i criminali ispirano nelle loro vittime. In Romania, invece, prostituirsi è un reato: questo ha impedito la crescita di una rete di comunità o unità di strada che faccia da filtro tra le vittime e la polizia. I poliziotti, quindi, in Romania sono l’unica speranza di aiuto per le ragazze.

Varese è considerato uno degli esempi migliori come capacità di interazione tra forze di polizia e operatori sociali. Per questo oggi, oltre ai poliziotti e, nel pomeriggio, al giudice Giuseppe Battarino, c’erano anche alcuni operatori della Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione: la loro è una delle prime realtà ad aver aperto una comunità anche maschile per uomini sfruttati nei vari racket.
Chiara Frangi
Venerdì 26 Novembre 2010
Fonte: Varese Notizie

L'operaio rumeno entra in fabbrica dall'ingresso merci

di Enzo Bordin

CADONEGHE. Non ha nemmeno il diritto di entrare in fabbrica assieme agli altri operai. Due volte al giorno lo fanno passare per l'ingresso merci anzichè quello riservato al pubblico. Come un pacco postale. La storia vede protagonista il lavoratore rumeno Ion Apostol, 39 anni, regolarmente residente in Italia (Camposampiero, via Bachelet 3) dal 1994 e dal 1997 fino al 2008 alle dirette dipendenze della società Itallamp srl di Cadoneghe che però non l'ha mai assunto avendolo inquadrato per anni, mediante l'utilizzo di ripetuti contratti d'appalto, con diverse cooperative succedutesi nel tempo. Nell'arco di 11 anni Apostol venne tenuto per lungo tempo al nero. La sua assunzione intervenne nella primavera del 2008, ma solo per sei mesi, poi rinnovati per altri sei. Al termine di quel periodo, non potendo l'Italamp riproporre il contratto a termine se non assumendo Apostol a tempo indeterninato, decise di licenziarlo senza preavviso e senza motivo. E a quel punto (estate 2009) il lavoratore rumeno denunciò l'azienda all'Inps e alla Direzione provinciale del lavoro raccontando agli ispettori preposti gli abusi subiti per 11 anni dalla Italamp che, avvalendosi di cooperative di volta in volta sciolte e ricostruite con nuovo nome all'incirca ogni due anni, tenne Apostol e altri lavoratori stranieri alle proprie dipendenze violando le norme di legge che vietano l'interposizione fittizia di manodopera e il lavoro nero. E a dicembre di quello stesso anno Apostol, assistito dall'avvocato Bruno Sgromo di Roma, fece ricorso d'urgenza alla sezione lavoro del tribunale di Padova. In sede cautelare il giudice rilevò l'infondatezza del licenziamento per «illegittima apposizione del termine alla prestazione di lavoro», demandando alla successiva fase di merito l'accertamento dell'interposizione fittizia. Accolse pertanto il ricorso ed ordinò alla Italamp (8 febbraio 2010) «l'immediato ripristino della funzionalità di quel rapporto lavorativo». Ma ciò avvenne solo dopo ripetute diffide all'azienda. E qui siano al presente. Seguono varie vessazioni psicologiche subite dal lavoratore e descritte nella denuncia-querela presentata dal suo legale alla Procura di Padova. Intanto Apostol è demansionato d'acchito: da addetto all'assemblaggio lampadari (qualifica di operaio metalmeccanio specializzato di quinto livello) viene messo al più svilente lavoro d'assemblaggio delle gocce in Swarovsky da applicare successivamente (lavoro fatto da altre persone) ai lampadari. La sua posizione viene addirittura «separata da quella egli altri colleghi, ricavando un "muro" delimitato da elevate file di scatoloni di merce in precario equilibrio». Vessazioni e maltrattamenti portano Apostol ad «un'importante sindrome depressiva». E la proprietà gli muove due contestazioni disciplinari. Nella prima (21 aprile 2010) si contesta al dipendente di «non aver riposto scopa e paletta al loro posto alla fine del turno», nonchè di aver «lasciato un cassetto aperto». Nella seconda veniva accusato d'essersi «atteggiato con atteggiamenti provocatori, quali derisione, nei confronti di colleghi e superiori». Contestazioni bollate dall'interessato come «non veritiere e pretestuose». Apostol ha un crollo. E il 6 luglio 2010 presenta certificato di malattia che attesta il suo grave stato di prostrazione. Nella denuncia-querela si parla di «intento persecutorio» allorché risulta che l'azienda, dal 6 luglio al 14 settembre, abbia inviato la bellezza di 11 visite mediche fiscali, numero giudicato «spropositato per un esercizio non emulativo del diritto». 23 novembre 2010
Fonte: Il Mattino di Padova

Annega un operaio, manager Smat alla sbarra

cronaca
26/11/2010 - LA STORIA

Mihalcea Bogdan, 24 anni, è annegato in un tombino

L'uomo fu investito da un’ondata di fango
il suo corpo fu trovato una settimana dopo
MASSIMILIANO PEGGIO

Torino
Finisce alla sbarra Paolo Romano, l’amministratore delegato di Smat, l’azienda delle acque metropolitane. Imputato di omicidio colposo per la morte di Mihalcea Bogdan, l’operaio romeno di 24 anni che 4 anni fa fu inghiottito da un’improvvisa ondata di acqua e fango mentre lavorava in una condotta della fognatura. Romano, è il numero uno dell’azienda che commissionò i lavori. Nei guai anche un altro dirigente della società: Pietro Olivier e i coordinatori della sicurezza, Domenico Tipaldi e Claudio Andrione.

Mihalcea Bogdan era un lavoratore in nero. Ieri mattina si è tenuta l’udienza preliminare di fronte al giudice Edmondo Pio. Il cantiere, secondo le indagini condotte dal pm Marina Nuccio, fu allestito senza un piano adeguato dei rischi, come la previsione di un allagamento improvviso. Mihalcea fu spedito nel sottosuolo senza dispositivi di protezione.

Per questi motivi, di omicidio colposo dovranno rispondere anche due imprese. La Fedet, nella persona di Roberta Dentis, amministratore unico, (assistita dall’avvocato Giuliano) per aver «ricevuto l’appalto di manutenzione ordinaria dei canali di fognatura di Torino per il biennio 2005/2007» e aver affidato i lavori in subappalto alla ditta Siciliano, omettendo di «verificare l’idoneità tecnica di quest’ultima». La ditta individuale di Tony Joseph Siciliano e col padre Calogero (avv. Bertano): il primo come titolare e datore di lavoro del giovane; il secondo per avergli «impartito le direttive».

La prima udienza del processo si terrà il 27 gennaio, presso la terza sezione penale. I familiari del giovane si sono costituiti parte civile nei confronti dei datori di lavoro. Nei confronti invece di tutti e sette gli imputati si è costituito il sindacato Fillea-Cgil, nella persona di Giovanni Pibiri. L’infortunio risale al 6 luglio del 2006. Mihalcea stava lavorando a Torino, nei canali della fognatura bianca a circa 8 metri di profondità, tra via Pietro Cossa, angolo via Carrera. Non era in regola: era un lavoratore «in nero». Con lui c’era un collega marocchino. A pochi chilometri dal cantiere si scatenò un terribile temporale. In pochi minuti l’acqua raccolta dalle rete fognaria piombò come un fiume in piena in quell’angolo di città, travolgendo il giovane romeno. Il suo cadavere fu recuperato sei giorni dopo nella Dora.

Paolo Romano e Pietro Olivier sono difesi dagli avvococati Guglielmi e Zaccone. Domenico Tipaldi (avv. Lauro e Obert), è imputato in qualità di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione del cantiere e Claudio Andrione (avv. Zancan), coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione dei lavori. Dalla Smat i familiari hanno già ottenuto un risarcimento di 200 mila euro.

Fonte: LA STAMPA

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Scomparsa a 16 anni chi l'ha vista?

Scomparsa a 16 anni
chi l'ha vista?
Ore d'ansia per la famiglia di una giovane romena che si è allontanata dalla sua casa di Firenze. Chi l'ha vista? Chi può fornire informazioni?

I genitori di Beatrice Nistor, nata in Romania, 16 anni fa, sono preoccupati per lei e desiderano avere informazioni su dove si trova la ragazza.

A partire dal settembre 2010 Beatrice ha incominciato ad allontanarsi sempre con maggiore frequenza e con intervalli più lunghi dalla casa a Firenze. Nelle rare volte in cui incontrava i genitori nonostante le pressanti richieste non diceva né dove era stata né con chi e neppure spiegava come si manteneva e come trascorreva il proprio tempo tenuto conto che dal 20 ottobre 2010 aveva cessato di frequentare la scuola.

Oggi i genitori non sanno dove è Beatrice e temono per la sua incolumità e che sia vittima di persone che svolgono attività illecite.

Chiunque avesse notizie sulla minore può fornirle all'Avv. Sibilla Santoni: tel. 055.36.35.13 e indirizzo di posta elettronica sibillasantoni@tiscali. it
(26 novembre 2010)

Fonte: La Repubblica

Soprana Roxana Briban s-a sinucis. Sotul artistei: nu era la prima tentativa

de D.G. HotNews.ro
Duminică, 21 noiembrie 2010
Roxana Briban
Foto: Agerpres

Soprana Roxana Briban, in varsta de 39 de ani, a fost gasita moarta in casa. Potrivit primelor indicii venite din partea anchetatorilor ar fi vorba despre o sinucidere, relateaza Mediafax. Alexandru Briban, sotul artistei, a precizat ca aceasta a suferit un soc, dupa ce a fost data afara de la Opera Nationala din Bucuresti, in 2009.

"Ieri dupa-masa eu am fost la cumparaturi si cand m-am intors am gasit usa incuiata, cu cheile in usa, pe dinauntru. Am intrat pe geam si am gasit-o. Nu avea puls, nu respira, a venit echipa SMURD care a incercat sa o resusciteze, dar nu a reusit", a explicat Alexandru Briban.

Soprana R. Briban s-a sinucis

Acesta a mai spus ca sotia lui nu era la prima tentativa de sinucidere si ca urma un tratament. "A fost la doctori, se mai linistise. A mai avut tentative de sinucidere, dar nu de acest gen. Am putut sa o salvez de
Depresia si comportamentul suicidar sunt frecvent asociate.

fiecare data", a mai spus Alexandru Briban.

Bogdan Oprita, coordonatorul SMURD Bucuresti, a declarat ca echipa SMURD a constatat sambata decesul Roxanei Briban.

N.B.: Suicidul nu este o modalitate prin care poti face fata unor probleme personale. Criza economica sau problemele sentimentale ne afecteaza deopotriva pe toti, dar mai mult pe cei vulnerabili, cum este cazul persoanelor care sufera de depresie. Dar nu criza economica sau dezamagirea in dragoste sunt cauza suicidului, ci depresia nediagnosticata sau tratata fara succes.

In anul 2009, soprana Roxana Briban a plecat de la Opera Nationala Bucuresti, unde lucra din anul 2000.

Roxana Briban (n. 1971 la Bucuresti) se dedica vietii muzicale inca de la varsta de 6 ani, prin studiul viorii si cel al cantului, devenind in scurt timp solista a Corului de Copii al Radiodifuziunii Romane, cu care sustine peste 300 de concerte in tara si in strainatate, potrivit Agerpres.

Absolva Universitatea de Muzica din Bucuresti la clasa prof. univ. Maria Slatinaru-Nistor in anul 2000.

Imediat dupa absolvire, debuteaza ca solista a Operei Nationale din Bucuresti, cu rolul Contesei din opera 'Nunta lui Figaro' de W.A.Mozart.

Inceputul carierei internationale este marcat de debutul la Wiener Staatsoper, in anul 2003, cu rolul Micaela, din opera 'Carmen' de Georges Bizet. De atunci, soprana romanca devine invitat permanent al scenei vieneze, incheind contracte pana in stagiunea 2009-2010, cu rolurile Donna Elvira ('Don Giovanni'), Mimi ('Boema'), Amelia Grimaldi ('Simone Boccanegra'), Contesa ('Nunta lui Figaro') si Tatiana ('Evgheni Oneghin').

Ramane fidela scenei bucurestene in timp ce este invitata in teatre precum Volksoper Wien, Deutsche Oper Berlin, Theatre Capitole du Toulouse, Teatro Municipal Santiago de Chile si Het Muziektheater din Amsterdam, la Zurich, la Roma, Dresda, Madrid, Atena, Bangkok, Singapore sau Seul si unde are prilejul de a fi alaturi de dirijori renumiti precum Marco Armiliato, Adam Fischer, Rafael Fruhbeck de Burgos, Michail Jurowski , Zubin Mehta, Seiji Ozawa, Marc Piollet, Peter Schneider, Vjekoslav Sutej, regizori ca Michael Hampe, Robert Wilson si artisti celebri precum Agnes Baltsa, Giuseppe Filianoti, Ferruccio Furlanetto, Franz Grundheber, Ildiko Raimondi, Michael Schade, Stephania Toczyska.



Dupa turneul asiatic, cu opera 'Nunta lui Figaro' de W.A.Mozart, in rolul Contesei, colaborarea cu Wiener Staatsoper a continuat in stagiunea 2007-2008 cu alte doua turnee, in Europa (Luxemburg) cu opera 'Don Giovanni', in rolul Donna Elvira si un al doilea turneu in Asia (Tokyo Nomori Opera), unde soprana Roxana Briban a debutat in rolul Tatianei, din opera 'Evgheni Oneghin' de P.I.Ceaikovski, sub conducerea muzicala a celebrului dirijor Seiji Ozawa.

Sursa: HotNews.ro

Românii din zonele bogate, tentaţi să se mute în Spania şi Franţa

Duminică, 28 Noiembrie 2010
Autor: Oana Crăciun

Tendinţa de emigrare a românilor către Italia şi Ungaria este înlocuită, în ultimii ani, de dorinţa de a se stabili definitiv în ţări ca Spania, Franţa şi Canada. Mai mult, încep să ne plece specialiştii în locul muncitorilor calificaţi.

Românii care au plecat peste hotare să muncească au început să se orienteze din ce în ce mai mult către spaţiul spaniol, în sensul unei emigrări definitive, şi mai puţin către Italia, ţara care s-a aflat în topul preferinţelor autohtonilor.

Însă, contrar aşteptărilor, „cea mai puternică emigrare definitivă nu se produce din regiunile sărace (Oltenia, Moldova, Muntenia), ci din cele bogate (Bucureşti, Banat, Transilvania)”, susţine Dumitru Sandu, profesor universitar la Facultatea de Sociologie şi Asistenţă Socială de la Universitatea Bucureşti.

Acesta a observat o „reducere a atractivităţii migratorii a Italiei şi Ungariei şi sporirea numărului de plecări în Spania, Franţa şi Canada”. De asemenea, susţine profesorul, regiunile intracarpatice şi Bucureştiul sunt principalii exportatori de populaţie, iar regiunile sudice au cele mai reduse rate de emigrare.

Bani mai puţini, ţări noi de interes

Profesorul a explicat, în cadrul unei conferinţe organizate de Senat pe tema efectelor migraţiei, că „principalele schimbări de dată recentă în migraţia internaţională din România, cu consecinţe pentru dezvoltare” vizează în special „reducerea intrărilor (anuale) de remitenţe în 2009 şi 2010 la 50% faţă de nivelul din 2008”. Cu alte cuvinte, românii trimit din ce în ce mai puţini bani acasă.

Asta, în condiţiile în care „volumul emigrării se menţine la un nivel apropiat de cel din 2008 (aproximativ 2,8 milioane persoane)”. Profesorul oferă şi câteva posibile explicaţii: „reducerea veniturilor migranţilor datorită crizei, tendinţa tot mai multor familii de a stabiliza emigrarea, eventualele costuri de relocare în spaţiul vestic”, dar şi „sporirea vechimii medii de locuire în străinătate”. În plus, adaugă el, se observă şi o tendinţă de „reluare moderată a creşterilor de remitenţe din trimestrul III 2009”.

În afară de banii pe care aceştia îi trimit în economia României, experienţa de migraţie în străinătate are un alt efect pozitiv, susţine Sandu: un nivel mai mic al mortalităţii infantile. Însă, emigrarea temporară „are un impact negativ asupra bugetelor locale, dar şi unul pozitiv asupra construcţiei de locuinţe în comunităţile de unde provin”.

Românii întârzie întoarcerea, nu abandonează ţara

Pe de altă parte, Iris Alexe, coordonatorul programului de migraţie de la Soros România spune că a observat mai degrabă o „tendinţă spre migraţia semipermanentă a românilor” decât una de mutare definitivă cu toată familia în ţările unde au emigrat.

„Nu cred că e vorba neapărat de faptul că nu se mai întorc deloc în ţară, ci mai degrabă îşi amână întoarcerea în România. Sincer, nici nu prea au de ce să revină, în condiţiile în care criza din România arată mult mai urât decât în Italia sau Spania”, este de părere Alexe.

Ea adaugă şi un alt fenomen identificat în ultima vreme în ceea ce priveşte migraţia românilor peste hotare: muncitorii calificaţi, care în anii trecuţi puneau umărul la dezvoltarea agriculturii din Italia şi Spania, încep să fie depăşiţi numeric de românii specializaţi, cu înalte calificări, aşa cum este exodul masiv al medicilor şi al asistentelor medicale din ultima vreme.

„Se observă o schimbare a profilului migrantului român: a crescut numărul celor cu înaltă calificare, gen medici şi asistente medicale, faţă de cei cu educaţie medie, calificaţi pe diferite meserii, care au ales să muncească în alt stat european”, explică Iris Alexe.

De ce nu se întorc în ţară dacă şi acolo e criză

Aceasta a explicat şi motivele pentru care românii care au emigrat nu se întorc în ţară în ciuda crizei generalizate. În primul rând, chiar dacă au rămas şomeri, primesc în afară 800-1.000 de euro ajutor de şomaj, la care se mai adaugă alte sume pe care le câştigă muncind la negru, cu ziua sau sezonier.

În plus, spune Alexe, în ţările în care au migrat în anii trecuţi, ei se pot mişca în interiorul acelui stat sau se pot muta chiar în alte state europene, cum ar fi Belgia, Franţa sau Marea Britanie, pentru a găsi un loc de muncă mai bine plătit. În plus, mulţi au putut chiar să-şi schimbe meseria cu alta cerută acum pe piaţa muncii.

„Cu toate aceste beneficii, reuşesc să facă faţă acolo acestei situaţii de criză şi nu mai văd niciun motiv să se întoarcă în România. Ei nu au tăiat legăturile cu România şi ştiu foarte bine care e situaţia din ţară, iar criza arată mai bine acolo decât în ţară”, conchide reprezentantul Soros România.

Copiii, trimişi în ţară din lipsă de bani

Alexe, ca şi profesorul Sandu, atrage atenţia şi asupra unui alt efect negativ al migraţiei românilor: copiii pe care îi lasă singuri acasă, într-un sistem care încă nu are servicii specializate pentru ei şi nicio monitorizare adecvată. „Încă avem această această problemă a copiilor rămaşi acasă, pentru care ar fi nevoie de o strategie. Asta, mai ales că, în această perioadă de criză mulţi dintre părinţii care şi-au luat copiii cu ei în străinătate i-au trimis înapoi în ţară, pentru că nu au bani să-i ţină şi pe ei”, a explicat Iris Alexe. Ceea ce înseamnă că numărul copiilor rămaşi singuri în ţară, fără părinţi, va creşte şi mai mult, faţă de cifra de aproape 200.000, estimată de cei de la Soros.

Însă, aceasta adaugă şi un alt motiv pentru care pe români nu prea îi trage inima să se întoarcă acasă. „Se simt abandonaţi de statul român, pentru că autorităţile nu-i întreabă nimic, nici când fac legi, nici când fac strategii. Din interviurile pe care le-am avut cu ei am aflat că sunt nemulţumiţi de faptul că ei sunt importanţi pentru statul român doar când vine vorba de trimis bani acasă. Oricum, pe termen mediu şi lung, ei vor trimite din ce în ce mai puţini bani, aşa este ciclul migraţionist, de obicei se trimit mai mulţi bani în primii ani”, povesteşte Alexe.

REDUCERE

Bani din ce în ce mai puţini

De altfel, această scădere a remitenţelor, subliniată şi de profesorul Dumitru Sandu, se vede şi în statisticile Băncii Mondiale (BM). Astfel, potrivit ultimului raport BM, românii care muncesc în străinătate vor trimite în ţară, anul acesta, 4,517 miliarde de dolari, faţă de 9,381 miliarde de dolari în 2008. Efectele crizei s-au făcut simţite însă încă de anul trecut, când românii emigranţi au trimis 4,928 miliarde de dolari în România.

La nivel mondial însă, în ciuda recesiunii globale, cuantumul sumelor trimise de emigranţi în ţările de origine creşte anul acesta cu 6% faţă de 2009 şi va ajunge la 325 de miliarde de dolari, mai arată estimările Băncii Mondiale. În 2010, cei mai prolifici sunt indienii (55 de miliarde de dolari), urmaţi de chinezi (51 de miliarde de dolari), mexicani (22,6 miliarde de dolari), filipinezi (21,3 miliarde de dolari) şi francezi (15,9 miliarde de dolari), mai arată raportul instituţiei.

Sursa: EVZ.ro

Alcool, manele şi scandal: "Bine aţi venit în autocarele de pe ruta România - Italia"

Duminică, 21 Noiembrie 2010.
Autor: Andi Radiu, Italia

Drumul parcurs cu autocarul între Italia şi România poate deveni un coşmar pentru călători, atunci când firmele de transport nu asigură confortul sau siguranţa pasagerilor. Călătoria este periculoasă şi riscantă când la volan sunt şoferi nepoliticoşi şi grăbiţi, iar autovehiculele sunt neadaptate unui drum lung.

"Şoferii erau adevăraţi dictatori, se comportă ca nişte stăpâni de sclavi", "de fiecare dată am plătit între 5 şi 10 euro pentru şpagă, la vamă", sunt doar câteva dintre declaraţiile celor care au parcurs acest drum.

Autocarul este mijlocul de transport preferat de cei care parcurg drumul dintre Italia şi România. Este la îndemână pentru cei care au bagaje multe, nu au aeroportul aproape de casă sau se tem de zborul cu avionul.

Şi costurile sunt mai mici. Preţurile variază între 50 şi 150 de euro pe călătorie, în funcţie de condiţiile pe care le oferă firma de transport sau de distanţa pe care o are de parcurs călătorul. Firmele de transport mari, care au în dotare autocare cu cel puţin 50 de locuri, oferă şi reduceri, preţul unui bilet ajungând la 70 de euro, dus-întors.

"Şoferii se comportau ca stăpânii de sclavi"

Ioana Privantu munceşte în oraşul italian Torino, de mai bine de 15 ani. Drumul până la Craiova l-a făcut de nenumărate ori, cu maşina sau avionul, dar anul acesta a plecat cu un autocar.

"Nu mi-am putut închipui că români de-ai noştri, deşi le-ai plătit cât au cerut, te pot trata ca pe nişte animale. E adevărat că vara e mai aglomerat, mulţi se întorc acasă în vacanţă, dar asta nu înseamnă că politeţea sau bunul simţ trebuie să dispară. Chiar de la plecare, călătorii au început să fie trataţi sub orice critică. Am plătiti 200 de euro dus-întors, mai mult decât practicau alte firme, tocmai pentru că speram să fie mai mult confort şi amabilitate. Ni s-a vorbit urât, am fost înjuraţi şi luaţi peste picior. Pentru o bună bucată de drum autocarul a avut trei persoane cu un copil care au călătorit în picioare", spune Ioana Privantu.

Românca a mai spus că bagajele pasagerilor care nu au mai avut loc în cală au fost aşezate printre scaune, iar şoferul a cerut o plată suplimentară.

"Opririle au fost foarte rare, iar baia nu putea fi folosită. Un adevărat coşmar mai ales pentru cei cu copii. Dacă cineva solicita o oprire era imediat bruscat şi îndemnat să aibă răbdare. Pe timpul nopţii nu se putea vorbi de somn. Şoferii erau adevăraţi dictatori, se comportau precum nişte stăpâni de sclavi. Nu înţeleg nici până acum de ce nimeni nu s-a revoltat. Ajunşi în România am fost debarcaţi şi mutaţi în microbuze mici care arătau jalnic".

De la Timişoara şi până la Craiova am călătorit cu un astfel de microbuz care scotea zgomote infiorătoare iar apogeul a fost când şoferul ne-a mărturisit că nu era angajat cu carte de muncă şi era nedormit de o bună bucată de timp, pentru că programul era foarte încărcat şi patronul l-ar fi dat afară dacă nu ţinea pasul. Sper să fie ultimul drum cu astfel de mijloace de transport. Ajunsă înapoi în Italia nu am ştiut cui să mă adresez pentru a reclama. Până la urmă a fost bucuroasă că am ajuns sănătoasă"

Şpagă la punctul de frontieră

Maria Lipan, originară din Brăila, vine de două ori pe an în Italia, în vizită la rude. Când nu are posibilitatea să călătorească cu maşina personală, apelează la diferite firme de transport cu autocarul. Nu doar comportamentul nepoliticos al unor şoferi i se pare anormal, dar şi plata celor 5-10 euro, pentru "şpagă la vameşi".

"Îmi asum riscul oboselii sau a problemelor pe care le înfrunţi cu autocarul pentru că nu pot călători cu avionul. Mi-e foarte frică, am o stare foarte proastă şi singura dată când am călătorit pe calea aerului am avut un şoc puternic. De aceea vin în Italia cu autocarul, pentru a-mi vizita familia. M-am obişnuit cu mitocănia şoferilor, cu proasta educaţie a călătorilor, dar nu înţeleg de ce nu se renunţă la taxa pentru vameşi.

Aproape de fiecare dată în ultimii şapte ani am plătit între 5 şi 10 euro pentru şpagă la vamă. Ferească Dumnenzeu să pui întrebări sau să refuzi, că rişti să fii linşat de către şoferi sau chiar şi călători. Nu am ştiut niciodată dacă banii ăştia chiar sunt daţi mită la vameşi sau rămân la şoferi. De la 50 de călători se adună o sumă frumuşică. Am tot timpul o bancnotă de 5 euro sau de 10 pentru această taxă, aproape obligatorie".

Ciorapi şi usturoi, manele şi alcool

Daniel Mititelu, 42 de ani, originar din Focşani este un alt român care ne-a descris călătoria de coşmar cu autocarul. Nu l-au deranjat condiţiile sau atitudinea şoferilor, ci proasta educaţie a călătorilor.

"Am ales să călătoresc cu cea mai mare firmă care face drumul între România şi Italia, tocmai pentru a evita surprizele pe care ţi le dau unii călători nedoriţi şi aici mă refer la cei care au probleme cu documentele sau transportă diferite produse interzise. Am avut parte de momente de adevărată oroare şi asta din cauza acelor călători care dau dovadă de proastă educaţie. Vă puteţi închipui ce înseamnă să ai vecini care îşi dau pantofii jos după 24 de ore de călătorie sau îşi desfac pungile umflate cu chiftele cu usturoi. Poţi avea ghinionul, aşa cum l-am avut eu, să ai şi un grup de scandalagii care, după câteva sticle de bere, încep să se certe sau să aibă discuţii în contradictoriu.

Ce poţi să faci atunci când, în momentul în care vecinii scandalagii se opresc, şoferii pun la difuzoare manele, fără să le oprească ore bune. Când vine seara speri să poţi dormi în linişte şi să prinzi câteva ore de linişte. Atunci însă intervine altceva: autocarul nu se opreşte şi eşti nevoit să foloseşti baia interioară, care e sub orice critică, pentru că nimeni nu se îngrijeşte s-o cureţe sau s-o folosească civilizat. E imposibil să nu existe copii mici care în acele condiţii să nu plângă ore în şir".

Mulţi dintre cei care călătoresc cu autocarul povestesc despre episoadele cu "alba-neagra". Veronica Şteoleacă, rezidentă la Jesi - Ancona ne-a povestit un astfel de episod: "Sunt peste tot cei care te îmbie cu alba-neagra. Eu am văzut cum, în faţa mea, unei fete i-au fost furaţi banii, în jur de 2.500 de euro, după ce fusese îmbiată să joace. Îi sfătuiesc pe toţi cei care circulă cu autocarul să evite şi să se apropie de asemenea indivizi puşi pe furat", a mai spus Veronica Şteoleacă.
Andi Rădiu,
Corespondenţă din Italia

Sursa: EVZ.ro

O româncă a petrecut aproape trei ani în detenţie, în Italia, deşi era nevinovată

O menajeră româncă a petrecut doi ani şi opt luni în detenţie, în Italia, deşi era nevinovată, Curtea de Apel achitând-o şi anulând condamnarea la 14 ani de închisoare pentru uciderea bătrânei la care lucra, după ce s-a stabilit că aceasta murise din cauze naturale, informează ziarul Il Messaggero.

Potrivit site-ului Direttanews.it, românca Vasilica Adriana I., în vârstă de 41 de ani, a fost condamnată la 14 ani de detenţie pentru omorârea Paolei Iori, în vârstă de 81 de ani, în ianuarie 2008.

Menajera româncă, originară din judeţul Botoşani, era acuzată că a provocat căderea bătrânei în casa căreia lucra şi că ar fi apăsat pe toracele acesteia pentru a o sufoca. Însă Curtea de Apel, după analizarea mai atentă a concluziilor legiştilor, a stabilit că bătrâna murise din cauza unui stop cardiac, astfel că nu este vorba de o crimă. Instanţa a stabilit achitarea şi eliberarea româncei, care, potrivit Il Messaggero, a stat în închisoare timp de doi ani şi opt luni deşi era nevinovată.

Pe 7 ianuarie 2008, carabinierii au fost sesizaţi că o bătrână găsită moartă prezenta urme de violenţă. În casa bătrânei, carabinierii au văzut-o pe menajera româncă, care li s-a părut agitată şi în stare de ebrietate, având şi urme de sânge. Potrivit anchetatorilor, fiul bătrânei primise un telefon de la menajeră prin care a fost anunţat în legătură cu decesul acesteia.

Ca primă reacţie, fiul bătrânei a sunat la serviciul de urgenţă. Cu câteva zile înainte de deces, bătrâna îi povestise fiului că avusese o discuţie mai aprinsă cu menajera, care îi adresase injurii. Judecătorii au considerat că o discuţie similară ar fi degenerat în violenţe, conducând la moartea bătrânei. Pe baza acestor ipoteze, românca fusese condamnată la 14 ani de detenţie.

Însă, Curtea de Apel, pe baza expertizei realizată de profesorul Giulio Sacchetti, medic legist la Universitatea Tor Vergata din Roma, a stabilit că bătrâna murise de un infarct care avusese loc înainte cu câteva ore de găsirea corpului neînsufleţit. Potrivit expertului, multe din leziunile de pe corp nu aveau legătură cu decesul, fiind cauzate prin căderea din cauza infarctului. În plus, leziunile din zona toracelui fuseseră făcute de echipajul ambulanţei în timpul manevrelor de resuscitare.

Sursa: MEDIAFAX

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«Mio figlio mi chiede sempre:"Quando torna la mamma"?»

IL COLLOQUIO SUL «CORRIERE» IN EDICOLA
Parla Adrian Hahaianu, marito dell'infermiera Maricica uccisa con un pugno alla stazione del metrò Anagnina
«Gli spiegherò: ma ora il piccolo ha solo tre anni»
IL COLLOQUIO SUL «CORRIERE» IN EDICOLA

Alexander Hahaianu, marito di Maricica (Jpeg)

«Mio figlio mi chiede sempre:
"Quando torna la mamma"?»

Parla Adrian Hahaianu, marito dell'infermiera Maricica uccisa con un pugno alla stazione del metrò Anagnina
«Gli spiegherò: ma ora il piccolo ha solo tre anni»

ROMA - «Sono venuto in Italia perché volevo una vita più bella, fare una famiglia e dei figli da far crescere con la mentalità italiana, che è migliore della nostra». Adrian Hahaianu era uno dei tanti romeni di Roma. È stato uno dei tanti per cinque anni, fino a ottobre, l’otto: quel venerdì, però, lo chiamarono e gli dissero di andare in ospedale. Al policlinico Casilino. Sua moglie Maricica era stata portata là, gravissima.

«E quel giorno è cominciata l’attesa. Ma giorno dopo giorno tutti mi dicevano che stava migliorando e io pensavo: non m’importa se non muoverà più il braccio, basta che me la ridiano viva». Maricica, colpita alla stazione Anagnina dal pugno del ventenne Alessio Burtone, muore una settimana più tardi. «I medici fino al giorno prima dicevano che tutto andava bene. Poi mi chiamano e dicono che non c’è nulla da fare».

E adesso? «Adesso non riesco a giocare con mio figlio, che si chiama Alessio anche lui. Sto con lui cinque minuti poi mi chiede: "Ma mamma quando torna?". E io vado via, smetto di giocare. Gli parlerò, gli spiegherò. Ma adesso ha tre anni e prima di dirgli qualunque cosa voglio consultarmi con uno psicologo». Adrian ha 32 anni, gli occhi celesti e la barba lunga. Anche i capelli sono cresciuti. L’avvocato Alessandro Di Giovanni gli mette una mano sulla spalla e dice che c’è un motivo preciso se Adrian, «sempre impeccabile nell’aspetto», ha lasciato crescere barba e capelli.

Adrian, perdoni la domanda stupida: come sta?
«Un po’ meglio, non bene».

Perché ha la barba?
«Non posso tagliare barba e capelli per quaranta giorni, da noi si usa così, è simbolo del dolore. Poi potrò rasarmi. Come se bastassero quaranta giorni per far passare il dolore...».

Di quei giorni rimane il ricordo della sua compostezza, della dignità con la quale ha affrontato tutto.
«Mi chiedevano di andare in tv... ma io preferivo stare solo».

Mai un passaggio di rabbia, mai urla, mai sete di vendetta.
«La rabbia non mi piace. Cosa puoi fare con la rabbia? Niente di buono. Puoi fare solo male, a te e agli altri».

Nel video girato dalle telecamere di Anagnina, si vedono Maricica e Burtone durante il diverbio, prima di quel pugno. Ha capito cos’è successo tra loro?
«No, non lo so. Ma tanto non sposta di un millimetro l’unica vera domanda: come puoi dare un pugno così forte a una donna? Davanti non hai un uomo minaccioso, robusto, armato. Ma solo una donna: e come puoi colpirla così, come? Quel ragazzo ha distrutto due famiglie».

Adesso com’è la sua vita?
«Lavoro, vado avanti. Torno a casa alle dieci di notte, non dormo mai nella camera matrimoniale, vado in un’altra stanza. Non riesco a stare lì».

La città è stata solidale con lei?
«All’inizio il sindaco Alemanno, sì. Non solo lui, tutti mi dicevano "ti aiuteremo". Il Campidoglio ha pagato le spese per il trasporto della salma».

Sì ma poi? Lei ha un figlio di tre anni...
«Da crescere da solo, ma va bene: farò doppio lavoro, padre e madre (sorride per un istante, ndr). Io non chiedo niente. Certo non per me: anche se mi dessero cinquanta appartamenti, non saprei cosa farne. Mi piacerebbe però che la città facesse un gesto nei confronti del mio bimbo, anche solo garantendogli gli studi. Un gesto simbolico per Roma, concreto e grande per noi».

Il bimbo adesso è in Romania.
«Sì ma lo porterò con me: non so come farò, forse farò venire mia madre ad aiutarmi, non so. Ma di certo voglio mio figlio vicino».

Ha cambiato idea sulla mentalità italiana migliore di quella romena? E su Roma?
«Non ho cambiato idea. Non generalizzo. E non mi interessa se governa la destra o la sinistra. Io penso a lavorare e alla mia famiglia».

Lei è stato anche in missione in Afghanistan. Perché?
«Era un rischio grande ma l’ho fatto per la mia famiglia».

Cosa chiede al futuro?
«Non lo so, sono da solo adesso... Penso a ciò che deve avvenire a breve termine, non faccio progetti. Quando finiranno i quaranta giorni in Romania faremo un’altra cerimonia funebre. Penso a quella. Anche perché noi siamo ortodossi, e in queste occasioni dobbiamo arredare una camera per la defunta, con il letto e tutto. Solo così lei potrà riposare in pace. Quindi, per il momento, spero solo che mi bastino i risparmi che io e Maricica avevamo».

Maricica cosa diceva dell’Italia, di Roma?
«Negli ultimi mesi diceva sempre di aver trovato il posto giusto. Diceva di voler vivere qui, amava il suo lavoro d’infermiera. Era felice».
Sono stati assieme dodici anni, Adrian e Maricica: due di fidanzamento, poi il matrimonio e dopo cinque anni la decisione di venire a Roma, nel 2005. Perché volevano «una vita migliore». E ci credevano, a quel sogno, perché qui hanno concepito loro figlio. Che adesso, in Romania, aspetta.

Alessandro Capponi
22 novembre 2010
Fonte: Corriere della Sera

L'Aids spiegato ai ragazzini della San Salvario multietnica

METROPOLI

Al via nel quartiere più colorato di Torino un progetto educativo di sensibilizzazione dell'associazione Asai. E gli adolescenti votano i manifesti più belli del mondo. "Ai nostri tempi ci hanno bombardati di notizie sull'Hiv ma oggi se ne sa poco. I profilattici? Per i giovanissimi sono troppo cari"
di VERA SCHIAVAZZI

Come si dice "profilattico" in romeno? Che cosa pensano (e che cosa sanno) ragazzi e ragazze di origine marocchina nati a Torino sull'Aids? E qual è la percezione che di questa malattia ha un giovane senegalese?
Da queste domande sono partiti gli educatori e i volontari dell'Asai, l'Associazione di animazione interculturale attiva da tempo in San Salvario (e ora anche in via Gené) per il primo dei momenti di sensibilizzazione in programma quest'anno per gli adolescenti, italiani e stranieri, che frequentano le attività (anche al Ctp Parini e in corso Taranto, dove sono nati doposcuola e gruppi di madri). L'approdo finale sarà, dal 30 novembre, in una serie di piccole mostre (la prima in via Gené 12) basate su manifesti che in tutto il mondo hanno informato sulla malattia e che gli stessi ragazzi hanno scelto e indicato come quelli più efficaci. Lo slogan? "Fai la cosa giusta", debitamente tradotto in 8 lingue.

"Abbiamo scoperto molte cose che non sapevamo o davamo per scontate - spiega Paola Cereda, psicologa dell'Asai - La maggior parte di noi era adolescente negli anni Ottanta ed è stata letteralmente bombardata dall'allarme e dalle campagne sull'Aids. Molti degli adolescenti di oggi invece non ne sanno nulla, anzi, qualcuno è addirittura convinto che questa malattia non esista. Poi, però, arrivano la curiosità e l'attenzione".
Non è facile parlare contemporaneamente a chi arriva da culture e tradizioni diverse, ma è proprio questa la filosofia di base di Asai. "Dall'uso delle immagini e del linguaggio pubblicitario siamo arrivati a un linguaggio condiviso - spiega ancora Cereda - che ha coinvolto una trentina di ragazzi in ciascuno dei quattro centri. E, in questo anno scolastico, rifaremo lo stesso percorso anche per parlare di sessualità e di uso e abuso di stupefacenti".

L'uso del profilattico, uno dei problemi affrontati in queste settimane, ha fatto emergere altre sorprese: "Le ragazze sembrano più consapevoli e attente dei loro coetanei, che invece conservano ancora il pregiudizio secondo il quale usare il preservativo rende i rapporti meno intensi e piacevoli. Ma, soprattutto, tutti si lamentano che questo sistema di prevenzione è troppo caro per le tasche di un adolescente".
Il 30 novembre, dalle 16,30 in poi, l'inaugurazione della mostra sarà accompagnata dalla testimonianza di un ragazzo sieropositivo, da momenti di giocoleria dedicati al tema e da un rap finale, tentativo di mettere in musica il problema ideato e realizzato dai giovani partecipanti. Poi, la mostra resterà aperta fino al 10 dicembre. Via Gené è, anche, la sede di Cantiere Sos, Scuola oltre la Scuola, dove un'associazione di giovani offre doposcuola per le elementari e le medie, corsi di italiano per minori e adulti e laboratori di vario genere (teatro, danza, sport, giocoleria), mentre le mamme che si ritrovano nella stessa sede insegnano cucito a tutte le interessate.

Cantiere Sos è aperto dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19; il sabato dalle 9.30 alle 12.30 e cerca nuovi volontari: l'appuntamento è per il 15 dicembre alle 20, sempre in via Gené, per una serata di festa e di conoscenza reciproca. Ma si possono chiedere informazioni anche scrivendo a cantieresos@gmail.com
(24 novembre 2010)

Fonte: La Repubblica

Lei disabile, lui disoccupato. "Aiutateci a trovare una casa"

Lei disabile, lui disoccupato: "Siamo stati sfrattati, ora non sappiamo dove andare"

Lucca, 24 novembre 2010 - Disabile al 100 per cento lei, disoccupato lui. Sulla testa, come una spada di Damocle, uno sfratto imminente. Questa la grave situazione in cui versa una coppia di rumeni, Viorel Darlau di 52 anni e sua moglie Marianna Mioara di 50. I coniugi risiedono in Italia da molti anni. Da sei abitano in una casa presa in affitto con un regolare contratto, che si trova sulla via Sarzanese, nel quartiere Nave a Lucca. nel 2006 Marianna si ammala di una grave forma di tumore alla gamba, una malattia che non le avrebbe lasciato scampo se non si fosse proceduto con l’amputazione dell’arto. E così è stato.

Da quattro anni, infatti, la donna è costretta su una sedia a rotelle, impossibilitata ad indossare una comune protesi perché priva della gamba fin sopra il bacino. "Sono stata operata a Firenze — racconta — e da anni sono in cura all’ospedale di Pisa, per tutta una serie di terapie necessarie. E ne avrò per molti altri anni". Chemio, radio e molte altre forme di cure per contenere i postumi di una malattia devastante. La situazione, già molto difficile, si compromette quando, nel 2008 Viorel perde il lavoro. "Sono stato licenziato, facevo il meccanico in un’azienda di Viareggio — racconta —. Per due anni ho cercato lavoro, ma nessuno assume una persona di 52 anni". Ora i conuigi, che vivono insieme a una delle tre figlie, appena diplomata all’istituto 'Boccherini' e in via di specializzazione, hanno solo un’entrata: la pensione da 700 euro (invalidità e accompagnamento) di Marianna.
Federica Antonelli
Fonte: LA NAZIONE

Scontro tra auto: grave ventiduenne di Favria

Cronaca - Favria - 27/11/2010
di Francesca Dighera

Sono gravi le condizioni di salute di Stefan Climent Razvan, un ragazzo romeno di 22 anni, residente a Favria.

Il giovane è stato trasportato con l’elisoccorso al Cto di Torino dopo essere stato coinvolto in uno scontro tra due autovetture. Razvan era da poco uscito di casa, si trovava al volante della sua Opel Corsa in via Cattaneo, l’arteria principale che collega Favria a Rivarolo, quando si è scontrato con una Hyundai Prajay guidata da Roberto Grassino, 50 anni di Rivarolo. L’impatto violento ha accartocciato le due vetture facendo finire la monovolume della Hyundai contro un palo. Nonostante sia stato trasportato all’ospedale di Cuorgnè il proprietario della Hyundai è rimasto illeso, mentre sono apparse da subito molto più preoccupanti le condizioni di salute del giovane romeno.

Ancora da chiarire la dinamica dell’incidente, ora al vaglio dei Carabinieri di Rivarolo.

Fonte: LocalPort

Falciata e uccisa sulle strisce pedonali di via Bembo

Madre e figlia sono state travolte poco dopo le 20 da un'auto condotta da un anziano di 75 anni: Maria Lazar, 83 anni, è deceduta in ospedale, la figlia Veta di 45 è ancora ricoverata in gravi condizioni

Via Bembo

.PADOVA. Travolta e uccisa sulle strisce pedonali. Maria Lazar, 83 anni, rumena, residente in via Pomponio Leto 2, è deceduta la notte scorsa in ospedale in seguito alle ferite riportate mentre, venerdì sera, stava attraversando via Bembo insieme alla figlia Veta Lazar, 45 anni, ricoverata con il bacino fratturato.

Ad investire le due donne è stata una Fiat Punto grigia condotta da B.L., 75 anni di Padova, auto poi successivamente tamponata sempre da una Fiat Punto guidata da F.E., 30 anni, una giovane residente a Padova. Maria e Veta Lazar erano uscite di casa per fare una passeggiata e acquistare un litro di latte. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani che cercano testimoni dell'incidente.

Maria Lazar era arrivata dalla Romania l'estate scorsa, per delle cure in ospedale, ma anche per stare vicino alla figlia, operaia alla Diesel e da 16 anni a Padova, dove vive con il marito e la cognata.
27 novembre 2010

Fonte: Il Mattino di Padova

Accoltellato all'uscita da discoteca, romeno muore a Torino

Forse aggredito da piu' di una persona, indagini carabinieri

(ANSA) - TORINO, 21 NOV - Un romeno di 26 anni, Ionel Viorel Bandol, e' stato ucciso la scorsa notte, a coltellate, davanti alla discoteca 'Batmania' di Torino, alla periferia nord della citta'. Abitava a Pont Canavese (Torino).

Il giovane sarebbe stato aggredito da piu' di una persona: colpito a un fianco, e' morto poco dopo l'arrivo all'ospedale San Giovanni Bosco. Si tratterebbe di frequentatori abituali del locale, tutti di nazionalita' romena.

Le indagini sono condotte dai carabinieri. (ANSA).

Fonte: ANSA

domenica 28 novembre 2010

Dialogo Nerobianco - Mantova

Domenica 28 novembre 2010
ore 17.00 al Palazzo San Sebastiano
(L.go XXIV Maggio, 12 - MANTOVA)

kossi komla-ebri
mihai mircea butcovan
time piece quartet

Musiche di:
•Béla Bartók (Ungheria)
•Foday Musa Suso (Gambia)
•Dumisani Maraire (Zimbabwe)
•Hamza El Din (Egitto)
•Aleksandra Vrebalov (Serbia)
•Eugjen Garjola (Albania)

La nostra identità non è un fenomeno statico, essa si sviluppa in modo dinamico e si afferma
nello scambio e nell’incontro con l’Altro. La nostra identità è un percorso…continuo.
Kossi Komla-Ebri

CPT - Centro di Permanenza Temporanea

C’era il bouzuki
E c’era il mandolino
C’era il sitar
E c’era il bongo
C’eran le nacchere
E c’era il tamburello
La fisarmonica
E il flauto di pan
La balalaica
E l’armonica a bocca
A dare fiato alle storie
I pettini sulle grate
Forchette sulle tazze
Ed i pidocchi a pizzicare
E c’era il violino
Di Ion, è l’ultimo arrivato
Tra gli orchestrali in attesa di espulsione

Mihai Mircea Butcovan

Kossi Komla-Ebri
Nato in Togo nel 1954. Medico-chirurgo, vive in Italia dal 1974. Membro del comitato editoriale di “El-Ghibli”, è direttore della collana “Letteratura migrante” della casa editrice Ediarco.
Ha pubblicato: “Imbarazzismi-quotidiani imbarazzi in bianco e nero” (Ed. Dell’Arco-Marna, 2002), il romanzo “Neyla” (Ed. Dell’Arco-Marna, 2002), la raccolta di racconti “All’incrocio dei sentieri” (Ed. EMI-Bologna, 2003), “I nuovi imbarazzismi-quotidiani – imbarazzi in bianco e nero… e a colori” (Edizioni dell’Arco-Marna 2004), “La sposa degli dèi” (Edizioni dell’Arco-Marna 2005) e la raccolta di racconti “Vita e sogni” (Edizioni dell’Arco 2007). Sta lavorando pigramente al suo secondo romanzo.

Mihai Mircea Butcovan
Nato nel 1969 a Oradea, in Transilvania, Romania. In Italia dal 1991, vive a Sesto San Giovanni e lavora a Milano come educatore professionale nell’ambito delle tossicodipendenze.
Membro del comitato editoriale della rivista El-Ghibli, collabora con varie riviste e giornali, tra cui “Internazionale”, “Il manifesto” e “Caposud”.
Ha pubblicato il romanzo “Allunaggio di un immigrato innamorato” (Besa 2006) e le raccolte di poesie “Borgo Farfalla” (Eks&Tra 2006) e “Dal comunismo al consumismo, fotosafari poetico esistenziale romeno-italiano” (Linea BN 2009, fotografie di Marco Belli).

Time Piece Quartet
Eugjen Gargjola – violino
Maria Vicentini – violino
Marco Perin – viola
Aya Shimura – violoncello

Time Piece come frammento di tempo, sezione di un presente in cui convivono diverse influenze che danno vita all’ibridazione culturale in cui siamo immersi. Il quartetto riunisce musicisti attenti a questa realtà nell’esplorazione di un territorio ineguale, in cui i canoni della tradizione si allontanano senza essere rimpiazzati da una nuova estetica ma piuttosto da una pluralità di suggestioni che prendono corpo a volte in modo davvero transitorio in generi dai confini incerti tra cui circolano musiche che vanno dall’area etnica al jazz, un serbatoio di suoni e idee a cui guarda con sempre maggiore interesse la musica contemporanea.
Time Piece Quartet collabora con: Franco Cerri (chitarrista jazz) , Oscar Del Barba (compositore), Salvatore Maiore (contrabbassista jazz), Nicoletta Maragno (attrice), Laura Moro (danzatrice contemporanea), Giancarlo Previati (attore).
www.timepiecequartet.com – info@timepiecequartet.com – 347.8546614 (Marco Perin)

Fonte: L'Osservatore romeno

giovedì 25 novembre 2010

Evento musicale eccezionale: Gheorghe Zamfir a Milano, 26 novembre

Evento musicale eccezionale: Gheorghe Zamfir a Milano, 26 novembre 2010

FOTO Gheorghe Zamfir

Il Comune di Milano, Il Teatro San Cipriano, Istituto Economico Culturale Italo – Moldavo, Presidente Dott.ssa Arch. Maria Vittoria Jonutas Puscasiu sono lieti di invitare la S. V. alla serata "Parole e Musiched’oltre confine". Incontro con la Diaspora della Repubblica Moldova

GHEORGHE ZAMFIR

e l’orchestra “IURIE BORS”

Spettacolo Musicale

a cura di Laura Moruzzi; Teatro San Cipriano in Milano

Venerdì, 26 novembre 2010 – ore 20.30: Interverranno con un saluto: Dott. Nuca Nicolae, Console Generale della Repubblica Moldova a Bologna; Dott. Ciumac Valentin, Ambasciatore della Repubblica Moldova in Italia; Dott.ssa Arch. Maria Vittoria Presidente dell’Istituto Economico Culturale Italo – Moldavo Jonutas Puscasiu; Don Luciano Sala Responsabile Teatro San Cipriano

Rinfresco

INGRESSO LIBERO

PROGRAMMA DEL CONCERTO
L’Orchestra “Iurie Bors” con un concerto il 26 novembre 2010 a Milano e poi seguirà a Padova.
Valuteranno: Il grande solista – Maestro GHEORGHE ZAMFIR (con lo strumento musicale “Nai”(Flauto di Pan)), accompagnato dell’Orchestra “Iurie Bors” (11 musicisti).
Membri del Gruppo (musicisti e personale tecnico): 15 persone.
Durata del Concerto: cc 1h 30 min. Repertorio dell’Orchestra:

Suite di Apertura.
Suite di Ardeal.
Suite di Oltenia.
Suite di Banat.
Callo.
Sirba della Repubblica Moldova di Nord.
Hora di Bucovina.
Pastore solitario.
El Condor Pasha.
Bolero.
Suite di Muntenia.
Suite della Repubblica Moldova.
La Merla.

CINE-TEATRO SAN CIPRIANO: Come raggiungerci:
Via Carlo D’Adda, 31 ang. Viale Cassala, 20143 Milano MM 2 – Romolo – Filobus – 90/91
Tel. 02/89400363 fax. 02/8357295; Tram – 2 – Autobus – 47/74; e-mail sancip@tin.it – www. sancipriano.it; Coordinate Laura Moruzzi – tel. 02.8361755/338.2442218

PRESENTAZIONE del Maestro GHEORGHE ZAMFIR
divenne famoso nel mondo nei primi anni 70 'dopo un concerto in Francia, al Teatro Gaite-Montparnasse. Durante lo stesso periodo parte in un tour mondiale. Dal Sud America al Giappone, dall'Australia alla Scandinavia, affascina il mondo con la Sua musica.
Nell'estate del 1976, una canzone insolita ha vinto le classifiche in Inghilterra. La melodia, una canzone popolare rumena, chiamata "Doina de jale" è stata interpretata da un artista orientale utilizzando uno strumento poco conosciuto ancora del mondo occidentale, il Flauto di Pan (Nai). La canzone divenne molto popolare dopodiché è stata utilizzata come tema musicale dalla BBC TV e mandata in onda nelle trasmissioni radio. Inoltre, "Doina de jale" - composizione del Maestro Gheorghe Zamfir - è stata pubblicata su un singolo disco, che è stato venduto rapidamente in tutta Europa.
In parallelo l’attività concertistica: il Maestro Gheorghe Zamfir ha composto numerose colonne sonore dei diversi film, come il famoso "C'era una volta in America" del regista Sergio Leone e il famoso "Karate Kid" o "The Tall Blonde Man with One Black Shoe” ,e del film di Quentin Tarantino "Kill Bill" dove Gheorghe Zamfir è presente con la canzone “The Lonely Shepherd ".
Nel 2005 ottiene il titolo di Dottore in Musica, con la qualificativa”Summa Cum Laudae” e registra la prima versione globale dell’opera "Stagioni" di Vivaldi con solo di flauto e quintetto d'archi.
Ha venduto oltre 120 milioni di album in tutto il Mondo.
Gli sono stati assegnati 120 dischi di platino e d'oro.
Ha oltre 190 titoli di dischi da registrare nel futuro…

DIPLOMI, PREMI, DECORAZIONI in una carriera di 55 anni di flauto e musica:
• Cavaliere del Belgio
• Cavaliere di Lussemburgo
• Ordine dell'Ufficiale francese
• Due volte Medaglia d'Oro dell'Associazione dell’Accademia d’Arte, Scienze e Lettere di

Parigi
• Due volte Medaglia d’Oro dell’Università Don Bosco di Roma
• Ordine dell'Ufficiale al Merito Culturale della Francia
• Medaglia del Vaticano diffusa del Papa Giovanni Paolo II
• Ordine del Sagittario d'Oro in Italia
• Ordine del Commendatore offerto dal Presidente del Perù
• 2 dischi d'oro negli Stati Uniti d'America (unico evento per un’artista europeo)
• 25 dischi d'oro e di platino in Canada
• 4 dischi d'oro in Sud Africa
• 4 dischi d'oro in Australia
• 4 dischi di platino in Nuova Zelanda
• I dischi d'oro in Austria, Germania, Ungheria, Svizzera, Finlandia, Paesi Bassi
• Un totale di 120 dischi di platino e d'oro
• Premio d’Oro in Francia
• Per due volte il premio dell'Accademia francese Charles Cros
• Ed altri premi, distinzioni .