La comunità romena si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza dal paese natale.
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Comunitatea Românească în Italia

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domenica 29 marzo 2009

Lettera aperta dalla Romania

Cara redazione ho pensato da scrivere questa lettera perché era il mio dovere farlo. Tanti anni fa quando ero bambino ho letto una belissima favola romena scritta da Petre Ispirescu. La favola raccontava di un figlio di un re andato via di casa e ritornato indietro poco tempo dopo. Quando è tornato era tutto cambiato, il paesaggio, le case, le persone, non aveva più famiglia. Il nome dalla favola è "giovinezza senza vecchiaia e vita senza morte". In poche parole lo scrittore anticipava senza sapere il cosiddetto tempo biologico.

Io ho vissuto a Roma per 10 anni che non sono pochi. Non dimenticherò mai la prima volta quando sono arrivato, nel novembre 1995. Era un mondo diverso di tutto quello che conoscevo. I primi tempi sono i più duri, tante volte gli amici non sono amici e puoi rimanere per strada senza nessuno. Ero impaurito, non sapevo una parola d'italiano, mi sentivo come catapultato e abbandonato. Paese diverso, lingua diversa.

Dopo 2 anni di sacrifici sono riuscito a avere una stanza in affitto. Pian piano come un bambino che impara a caminare ho imparato la lingua, un mestiere e ho cominciato ad amare Roma giorno dopo giorno. L'ho amata come una donna misteriosa e cosmopolita, come una madre che non era con me, come tutti i miei affetti rimasti in Romania.

Gli anni sono passati l'amore è rimasto lo stesso. Adesso sono in Romania e ho paura. Ho paura per la disillusione da trovare una città cambiata in un solo anno. Ho paura da sentirmi tradito non da lei, ma da altre cose. Tante volte pensavo "cosa posso fare io per Roma?". Alla fine la risposta l'ho trovata: mi devo comportare bene e rispettare ogni sanpietrino di Roma.

A Roma piace essere corteggiata, però con molta gentilezza. Devi essere una brava persona così lei ti accetta. Se la ami con tutta tua anima il tuo amore verrà ricambiato con l'amore suo e della popolazione capitolina.

Mi auguro che questa bufera mediatica finirà. Di più di questo mi auguro che certi miei connazionali capissero una volta per tutte che la delinquenza non è la strada per andare in paradiso. Per colpa loro soffrono persone italiane e non che non hanno colpe. Faccio un apello a tutti gli italiani: vi prego, non pensate che tutti i romeni sono delinquenti e che tutti dovrebero essere tratati alla stessa maniera.

L'Italia è un paese civile con una grande storia e con un massimo apporto per l'umanità (rinascimento, scritori, pittori, scienziati e tanti altri). Non cambiate il vostro modo di essere, sono pochi quelli che sono la vergogna dalla Romania, è la stampa che li fa diventare di più. Avete l'altruismo e la bontà cristiana che ho trovato io 11 anni fa. Non vi preocupate, noi che vi rispettiamo siamo con voi. Non possiamo tacere vedendo come vanno le cose in Italia.

Il mio appello non è per la classe politica di entrambi paesi, è per l'uomo comune. A lui mi appello con molta sincerità e gli chiedo scusa per gli stupri e tutto il resto fatti da alcuni che non si meritano il nome di romeni. Tutti quelli che delinquono non sono la Romania. Quello che fanno in Italia lo facevano pure qui. Non si diventa in pochi giorni stupratore, rapinatore, prosseneta oppure ubriacone. Non si può.

I have a dream: voglio rivedere Roma come l'ho lasciata quando sono andato via. Non lo fate per me, fatelo per lei. E' l'unica cosa che chiedo, non voglio un posto di lavoro, andare in tv, fare grande fratello. Solo questo. Grazie

Marius

(28 marzo 2009)

Fonte: Il Messaggero.

Limba română îşi pierde autenticitatea


Autori Simona Topciu , Delia Coşereanu
Data: 28 mar 2009

ITALIA Conaţionalii noştri îşi trimit copiii la cursuri de limbă, cultură şi civilizaţie română, pentru ca cei mici să nu uite graiul strămoşesc. Cursul de Limbă şi civilizaţie românească organizat de Ministerul Educaţiei se dovedeşte a fi unul dintre puţinele contacte „sănătoase” ale copiilor conaţionalilor cu limba română.

Copiii conaţionalilor nu absentează de la orele de limba română Foto: SIMONA TOPCIU

Majoritatea românilor continuă să vorbească limba maternă acasă, dar, după cum recunoaşte Lenuţa Mereuţă, din Torino, “uneori ne mai scapă şi cuvinte în italiană”.

Ea este mama lui Claudiu şi a lui Alexandru, elevi la şcoala Pacinotti, ambii înscrişi la cursul de limbă română.

“La cursurile acestea, spune Elena David (40 de ani), mama unui alt copil, nu se învaţă doar cuvinte româneşti, ci şi istorie şi geografie, care nu strică niciodată”.

Numărul elevilor din Torino care frecventează cursul de limbă, cultură şi civilizaţie română este de peste 250. Două profesoare, Ioana Antoniu şi Mirela Ungurean, predau în zece şcoli diferite şi au elevi de toate vârstele.

„Numărul elevilor este acelaşi ca în septembrie – explică Mirela Ungurean – nu pentru că n-ar mai fi existat doritori. După sfârşitul lunii noiembrie 2008, înscrierile n-au mai fost posibile, din cauza decalajului pe care noii veniţi l-ar fi înregistrat în comparaţie cu ceilalţi. Au mai fost şi cereri din partea unor părinţi care au copii în alte şcoli, dar i-am refuzat, pentru că şcoala respectivă nu a aderat la acest proiect”.

„Ce înseamnă «oală»?”

Cei mai dornici să înveţe par cei din clasele mici, care vorbesc cel mai puţin limba română. Mulţi dintre copiii românilor din Torino au început şcoala în România. Alţii, au fost aduşi de părinţi la o vârstă mai fragedă şi nu au avut ocazia să înveţe să scrie sau să citească în limba română.

Acelaşi „scenariu” se repetă şi la Milano. Copiii conaţionalilor au însă şansa de a citi cărţi româneşti la cursul de limbă română organizat de Ministerul Învăţământului din România. “Elevii cer explicaţii pentru cuvinte uzuale ca «stofă» şi «oală», ne-a explicat Doina Ghiţeanu (48 ani), profesor.

Micuţii vin din plăcerea de a afla lucruri interesante despre geografia şi istoria României. Alţii sunt trimişi de părinţi, atunci când aceştia hotărăsc să plece din Italia. Micuţii se pregătesc în acest fel pentru reluarea legăturilor cu şcoala românescă”, spune Doina.

31 de profesori

Compatrioţii noştri îşi duc copiii la cursurile de Limbă şi civilizaţie românească pentru a-i ajuta să îşi păstreze identitatea naţională. Proiectul „Limbă, cultură şi civilizaţie românească” pentru copiii români din şcolile italiene, care este finanţat de Guvernul României, a intrat în al doilea an de existenţă.

Cursul este predat în Regiunile Lazio, Lombardia, Veneto, Piemonte si Umbria, de către 31 de cadre didactice. În afară de Italia, Ministerul Învăţământului a mai trimis profesori români în Spania şi în Belgia, în cadrul aceluiaşi proiect.

Sursa: Adevarul.

In crescita gli stranieri a Ferrara. Nel 2008 un aumento del 16,6%


IMMIGRAZIONE

Secondo l'osservatorio della provincia estense nel 2008 si è passati dalle 18.585 unità del 2007 alle 21.985 del 2008. La comunità marocchina è la più numerosa, seguita a breve distanza da quella romena. Nelle scuole la presenza straniera è cresciuta del 20%

Ferrara, 27 marzo 2009 - A Ferrara continuano ad arrivare stranieri. Sono in forte crescita le presenze straniere nella nostra città secondo i dati riferiti al 2008. Ad affermarlo è l’osservatorio sull’immigrazione della Provincia estense, il cui report 2009 (dati al 31 dicembre 2008) e’ stato presentato stamani in Castello. Il numero dei residenti stranieri, hanno rilevato l’assessore provinciale Paola Ricci e il rappresentante dell’osservatorio Franco Mosca, è passato dalle 18.858 unità del 2007 alle 21.985 del 2008 (più 16,6%). Si rafforza in particolare la presenza femminile, che raggiunge il 54,1% del totale dei residenti stranieri in provincia (era il 53,2% nel 2007). L’incremento complessivo nel 2008 pari a più 3.127 residenti stranieri è dovuto secondo l’osservatorio a cinque aspetti in particolare.

Nell’ordine, al nuovo ingresso nel periodo considerato di 547 unità, a 810 ricongiungimenti familiari, a 805 arrivi da altre province (soprattutto dall’Italia meridionale) di cittadini non comunitari, al rilascio dell’attestato di regolare residenza a cittadini romeni per altre 785 unità, all’insediamento di altri neo-comunitari (180). I romeni diventano complessivamente 3.075, avvicinandosi ai marocchini che, con 3.815 unità, mantengono comunque il primato delle presenza provinciali. Seguono gli albanesi (2.330), gli ucraini (2.188), i pakistani (1.623) e i cinesi (1.213).

Sul versante lavorativo, evidenzia Ricci, “nonostante la crisi risultano occupati 9.975 stranieri, 7.718 non comunitari e 2.257 comunitari, con una crescita di 1.376 unità rispetto all’anno precedente”. Le donne occupate sono 5.268, pari al 52,8% del totale stranieri in condizione lavorativa (4.523 nel 2007, il 52,6%) “consolidando una crescita del lavoro domestico e di assistenza familiare”. I titolari d’impresa aumentano del 5.8% (da 1.261 a 1.334) a fronte di una flessione complessiva provinciale (italiani più stranieri) del 2,3% (da 24.179 nel 2007 alle 23.620 nel 2008). Nelle scuole statali ferraresi, infine, l’aumento degli iscritti stranieri è del 20% circa (3.636 contro 3.033) e coinvolge soprattutto la scuola dell’obbligo (primarie più 23,1%, secondarie di primo grado più 21,4%) e le scuole d’infanzia (più 22,8%)

Fonte: Il Resto del Carlino

A Tolentino parte il Tg multilingua


LA GLOBALIZZAZIONE SBARCA IN TV
L'informazione si apre agli stranieri

Andrà in onda sull'emittente televisiva VideoTolentino. Sarà letto in inglese, francese, spagnolo, arabo, rumeno e ovviamente in italiano. Tanti i temi trattati nei servizi che riguarderanno sia gli italiani che gli extracamunitari

Tolentino, 26 marzo 2009 - Nel mondo della comunicazione globale c'è un Telegiornale locale che cerca di adattarsi ai tempi. Andrà in onda domani alle 21, infatti, sull'emittente televisiva VideoTolentino, un Tg multilingua, letto in inglese, francese, spagnolo, arabo, rumeno e ovviamente in italiano. La scelta delle lingue è stata fatta sulla base della presenza in città dei diversi gruppi di stranieri e delle lingue più parlate.

L'iniziativa è promossa dall’assessorato all’immigrazione della Regione Marche e da quello per l’integrazione sociale multietnica del Comune di Tolentino. All’interno del tg sono previsti brevi servizi e interviste per informare sulle manifestazioni promosse dagli stranieri: feste tipiche, convegni, momenti aggregativi, iniziative della Consulta degli Immigrati.

L’intento principale è quello di favorire una interazione continua tra Città e cittadini, sia italiani che extracomunitari, nell’ottica di favorire un flusso continuo e duraturo di informazioni, sia sui servizi erogati dal Comune in favore dei cittadini utenti in genere, sia su iniziative culturali che specifiche e quindi dedicate agli stranieri. Non meno importante la volontà di costruire, una rubrica che si occupi in maniera costruttiva del mondo, sia culturale che folcloristico, delle diverse etnie che compongono la comunità cittadina, favorendo una conoscenza reciproca, l’integrazione e abbattendo diffidenze e percezioni di rischio.

Inoltre il Tg offre una rubrica d’informazione legale per aiutare a orientarsi tra le norme e la burocrazia, una rassegna stampa incentrata sull’attualita’ locale e uno spazio dedicato alle varie iniziative degli stranieri in citta’ e nei Comuni vicini.

Fonte: Il Resto del Carlino

Bonus famiglia: ultimi giorni per le domande

Dipendenti e pensionati devono presentarla entro il 31 marzo. Più tempo per colf e badanti

Roma – 26 marzo 2009 - Rimangono pochi giorni per chiedere il bonus famiglia, il contributo assegnato quest’anno ai nuclei più bisognosi come misura straordinaria per fronteggiare la crisi economica.

Lavoratori dipendenti e i pensionati che hanno preso come riferimento il 2008 per calcolare reddito e componenti del nucleo familiare dovranno presentare domanda entro martedì 31 marzo, i primi ai datori di lavoro, i secondi all’Inps. Moduli e istruzioni possono essere scaricati dal sito www.agenziaentrate.it, ma conviene rivolgersi a un patronato per avere informazioni e assistenza gratuita.

Avranno invece più tempo i lavoratori domestici, che devono presentare la domanda direttamente all’Agenzia delle Entrate:

- entro il 30 aprile 2009, se per il calcolo di reddito e familiari si considera l’anno 2007;
- entro il 30 giugno 2009, se si considera l’anno 2008, per chi non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi
- insieme alla dichiarazione dei redditi 2008, per chi è tenuto a presentarla, se si considera l’anno 2008

Leggi anche:

Bonus famiglia anche se i parenti sono in patria
Test online per il bonus famiglia

EP

Fonte: Stranieri in Italia.

Sicurezza: Card Bagnasco a Chiesa rumena, comune impegno contro illegalità

Citta' del Vaticano, 26 mar. - (Adnkronos) - Il presidente dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco ha ringraziato la Chiesa cattolica rumena per ''il comune impegno a contrastare ogni forma di violenza e di illegalita'''. L'arcivescovo di Genova ha infatti risposto alla lettera che gli aveva inviato il presidente della Conferenza episcopale romena, mons. Ioan Robu, nei giorni scorsi, nella quale mons. Robu aveva condannato alcuni episodi criminosi perpetrati in Italia da cittadini romeni.

Fonte: Adnkronos IGN.

Romeni d'Italia di Pietro Cingolani, l'anticipazione

di Pietro Cingolani

I migranti romeni, dal punto di vista residenziale, non sono segregati rispetto agli italiani e molti dei lavori che svolgono implicano un alto grado di integrazione con i “nativi”. Ad esempio le donne che lavorano come assistenti domiciliari sviluppano un livello di intimità molto elevato nei confronti delle famiglie e l’assistito rappresenta la chiave di conoscenza della lingua. Lo stesso vale per molti uomini che lavorano nelle piccole imprese dove il rapporto tra datore e dipendente è regolato da dinamiche informali e di carattere familiare.
Intorno a una presenza diffusa sul territorio si sono costruite delle rappresentazioni pubbliche, che molto spesso sono risultate semplificatorie e superficiali e hanno oscurato la ricchezza delle diversità interne, legate alle storie professionali e familiari dei singoli. Questo discorso si è presentato in due varianti, quella assimilazionista e quella criminalizzante.
Nella variante assimilazionista il romeno viene rappresentato come facilmente adattabile a noi, il più integrabile tra gli immigrati, perché immagine vivente del nostro passato: il mondo che ha lasciato è lo specchio della società italiana alle soglie della industrializzazione di massa. I romeni sono ferventi cristiani, grandi lavoratori, legati ai valori familiari; le donne vengono esaltate perché hanno conservato l’arte domestica e il rispetto dell’autorità maschile, gli uomini perché sono lavoratori instancabili e mantengono la parola data. La presenza romena testimonia così un’integrità di valori che la società italiana, secolarizzata e corrotta, ha ormai perso, e per questo viene sottolineata la forza rigenerativa di tale presenza. A questo aspetto si riconduce anche la scelta di compagne romene da parte di molti uomini italiani che possono riscoprire in loro la “femminilità” e il “senso della casa” perduti dalle donne italiane.
Le retoriche dominanti vengono spesso introiettate e riproposte dagli stessi migranti che cercano di accreditarsi presso la società di arrivo accedendo a un linguaggio ritenuto condiviso. Il rappresentante di un’associazione romena, per spiegare il segreto del suo successo professionale in Italia, mi ha fornito questa lettura: “Noi come popolo siamo normali, esattamente come voi italiani. Guardi un italiano e guardian romeno e non riesci a capire dove stia la diversità. Non abbiamo stranezze religiose o culturali come i musulmani, non siamo arretrati come gli africani. Per questo siamo ben accetti, perché non diamo disturbo”.
Nella seconda variante, quella criminalizzante, i romeni sono invece rappresentati come coloro che attentano alla nostra sicurezza, insinuandosi nelle pieghe del tessuto sociale e violando la nostra intimità. Gli uomini sono violenti e specializzati nelle rapine delle case, alle quali spesso hanno accesso perché vi hanno lavorato come muratori, o si dedicano al furto delle informazioni personali (clonano carte di credito e saccheggiano i conti in banca) o allo sfruttamento della prostituzione di connazionali. Nel discorso pubblico intorno agli uomini romeni riemergono le caratteristiche attribuite in passato agli immigrati “slavi” e “balcanici” che avevano alimentato in clima di sospetto verso i cittadini albanesi nei primi anni Novanta.
Le donne, invece, entrano nel loro lavoro a stretto contatto con le famiglie, ne sfruttano la fiducia per ottenere vantaggi personali e per corrompere sotto il profilo sessuale gli uomini italiani. L’immagine della romena arrivista e pronta a tutto è stata costruita in buona parte dai mass media, che hanno addirittura coniato l’espressione “sexy badante”. Queste rappresentazioni hanno una forte capacità di strutturare l’immaginario perché indicano il pericolo come interno agli spazi più protetti e inviolabili, quelli della famiglia (…)
Questi discorsi, che oscillano tra assimilazionismo e criminalizzazione si presentano ciclicamente nel dibattito pubblico italiano, in stretta connessione con eventi politici e economici più ampi. L’entrata in Europa della Romania il primo gennaio del 2007 ha prodotto un ampio dibattito sull’opportunità di limitare gli ingressi dei neocomunitari, nel timore di un’invasione incontrollata. Nei primi mesi del 2007 i quotidiani e alcuni politici hanno scatenato una campagna di criminalizzazione intorno alla presenza romena in seguito all’uccisione nella metropolitana di Roma di una ragazza italiana da parte di due coetanee romene. Dopo questo avvenimento si sono susseguite una serie di accuse ingiustificate verso altre donne della stessa nazionalità (…)
I migranti romeni hanno abbandonato uno stato debole per incontrare in Italia uno stato altrettanto debole. Molti romeni affermano di aver ritrovato in Italia caratteristiche della vita pubblica romena, un rapporto simile tra cittadini e istituzioni, un’eccessiva e ampia tolleranza verso il lavoro nero, la prevalenza delle relazioni informali sui luoghi di lavoro, un’interpretazione morbida delle regole (…)
Qual è il messaggio che correi questo libro lasciasse ai lettori? Sicuramente che ogni storia collettiva di migrazione è una storia di tante singole persone ognuna delle quali filtra con i propri occhi i mondi sociali e culturali dai quali proviene e quelli nei quali si trova a vivere. Ecco perché ho realizzato uno studio etnografico partendo dal basso, valorizzando la dimensione biografica e recuperando quella centralità della persona che, in parte degli studi migratori, è stata messa in ombra da modelli teorici troppo spesso inclini alla semplificazione.
In secondo luogo ritengo che la migrazione vada considerata nella sua dimensione di processo in continuo divenire e possa essere compresa soltanto se collocata in una prospettiva di più lungo periodo. E, dunque, con questo lavoro vorrei dare un piccolo contributo alla conoscenza delle condizioni di vita dei migranti romeni nelle nostre città e anche alla conoscenza delle realtà postsocialiste e delle tumultuose trasformazioni di natura economica e sociale che hanno avuto luogo nell’Europa orientale dopo il 1989.

Fonte: Il Messaggero.

venerdì 27 marzo 2009

Condividere l’ambiente. Dagli immigrati agli immigrati


Comunicato Stampa.

SABATO 28 MARZO 2009
ORE 10.00 CENTRO CULTURALE MERCATO - PIAZZA MARCONI - ARGENTA (FE)

Incontro pubblico sul Progetto Condividere l’ambiente. Dagli immigrati agli immigrati.

L’informazione sugli stili di vita sostenibili verso i cittadini stranieri è il tema al centro dell’incontro pubblico che si terrà sabato 28 marzo ad Argenta presso il Centro culturale Mercato alle ore 10:00 in Piazza Marconi. Sarà presentato il progetto Condividere l’ambiente. Dagli immigrati agli immigrati, un’ iniziativa a cura dei Centri di Educazione Ambientale (CEA) della provincia di Ferrara finalizzata alla sensibilizzazione sui temi ambientali da parte di cittadini stranieri verso altri cittadini stranieri presenti sulle aree comunali di Ferrara, Argenta e Portomaggiore. Il progetto iniziato a marzo 2008 è stato organizzato grazie alla collaborazione tra le amministrazioni comunali, l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Ferrara, il CEA Museo delle Valli di Argenta (capofila), la società di consulenza Punto 3 e il supporto delle società di servizi, Soelia, Hera ed Area. Hanno dato il loro contributo anche il Centro Servizi Integrati per l’immigrazione del Comune di Ferrara e l’Associazione Cittadini del Mondo di Ferrara.

Interverranno all’incontro, oltre ai protagonisti dell’iniziativa provinciale, anche l’Assessore all’Ambiente del Comune di Fabbrico (RE) ideatore di un progetto di sensibilizzazione verso comunità straniere di diversa nazionalità e Simona C. Farcas, Presidente dell’Associazione “Italia Romania Futuro Insieme” che, in partnership con Legambiente Lazio da tempo è impegnata in azioni di tutela ambientale e pratiche di sostenibilità.

Al termine dell’incontro sarà offerto un buffet a cura del Museo delle Valli di Argenta.

Gaia Lembo
Punto 3 - Progetti per lo sviluppo sostenibile
Via Kennedy 15 44100 Ferrara
Tel/Fax 0532 769666 cell 339.1918841
Tel/Fax 0532 762673
www.punto3.info www.acquistiverdi.it

Associazione IRFI "Italia Romania Futuro Insieme" onlus
Piazza di Campitelli, 9 Roma 00186
Tel./Cell. +39/3201161307 Fax +39/ 068844636
@: info@irfionlus.org Web: www.irfionlus.org Blog: http://futuroinsieme.wordpress.com/

giovedì 26 marzo 2009

Se ti conosco non ti evito. Lucca, 27 marzo


Convegno

SE TI CONOSCO NON TI EVITO
(è arrivato un camper carico di...)

Lucca, 27 marzo 2009 - ore 15
Sala di Rappresentanza
Provincia di Lucca

Lucca - Un camper colorato andrà in giro per tutta la piana di Lucca con l'obiettivo di sensibilizzare al tema della sicurezza e raccogliere i bisogni dei cittadini. Il progetto, promosso dal Centro nazionale per il volontariato su finanziamento dell'Osservatorio nazionale per il volontariato (Ministero della solidarietà sociale), inizierà venerdì 27 marzo con un momento di confronto pubblico in occasione del convegno "Se ti conosco non ti evito" (ore 15, Sala di Rappresentanza di Palazzo Ducale). A partire da sabato, quindi, il camper comincerà a circolare lungo le strade cittadine e periferiche per raccogliere le istanze di tutti coloro che dimostreranno curiosità o interesse. Il mezzo diventerà quindi il "Camper-osservatorio itinerante della Sicurezza", e proseguirà il suo percorso fino al prossimo dicembre. "Partendo dal presupposto che per promuovere la sicurezza c’è bisogno di una partecipazione attiva della comunità locale, dei cittadini che direttamente si fanno protagonisti di azioni destinate al miglioramento del livello di informazione e della qualità urbana per abbassare i livelli di conflittualità - spiega Massimiliano Andreoni, responsabile del progetto - il camper diventerà un luogo di incontro, di scambio e di festa. Offriremo l'occasione di parlare, discutere e capire che cosa realmente fa paura ai cittadini lucchesi e che cosa, al contrario, aiuta la convivenza civile. Il tutto in un clima di pace e sicurezza".

Alcuni operatori condurranno quotidianamente il camper per vie, piazze e quartieri. A volte la sua presenza sarà annunciata, altre volte arriverà di sorpresa. "Ribadendo il concetto che questo mezzo è a disposizione di tutti - prosegue il responsabili del Cnv - ci rivolgiamo a singoli, associazioni, enti e istituzioni affinché la partecipazione, partendo dal basso, sia qualcosa di reale. Per questo siamo aperti ad accogliere tutti coloro che vorranno collaborare e fare con noi un giro in mezzo alla gente".

Al convegno in programma venerdì parteciperanno, fra gli altri, Stefano Baccelli (presidente della Provincia di Lucca), gli assessori locali Angelo Monticelli, Luca Menesini, Valentina Cesaretti e Mario Regoli. Cui si aggiungono don Bruno Frediani (che parlerà delle pratiche di costruzione della comunità partendo dall'esperienza del Ce.I.S.), Giuseppe Maglione ("Come coniugare senso di sicurezza e gestione dei conflitti") e Cinzia Simoni ("La cultura del pianerottolo"). A Massimiliano Andreoni del Cnv spetterà la presentazione ufficiale del progetto, mentre le conclusioni sono affidate all'assessore al sociale della Provincia di Lucca, Mario Regoli.

Il blog del progetto
http://camper-sicurezza.blogspot.com/

Programma e scheda di iscrizione
http://www.centrovolontariato.net/iniziative/2009/camper

Centro Nazionale per il Volontariato
Via A. Catalani, 158 - 55100 Lucca (Lu) Italia
Tel. +39 0583 419500 Fax +39 0583 419501 C.P. 202

Bologna. Mozione del centrosinistra per "agevolare" il voto dei cittadini comunitari

Regione: Mozione del centrosinistra per "agevolare" il voto dei cittadini comunitari
25 marzo 2009

BOLOGNA - Approvata a maggioranza in Regione dall'Assemblea legislativa (contrari: fi-pdl, an-pdl, lega nord e per l'e-r) una risoluzione presentata da Marco Monari del pd, primo firmatario, e da numerosi altri colleghi di gruppo e della maggioranza, in cui si invita la Giunta regionale a sostenere le amministrazioni comunali affinché favoriscano il voto amministrativo dei cittadini comunitari attraverso un'azione istituzionale di facilitazione all'iscrizione ai registri elettorali preceduta da una campagna di diffusa informazione rispetto all'esercizio di tale diritto elettorale.

"L'articolo 19 del trattato CEE - si legge nel documento - stabilisce il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del parlamento europeo e alle elezioni amministrative del cittadino comunitario nello Stato membro in cui risiede, a prescindere che abbia la cittadinanza del Paese di residenza, alle condizioni dei cittadini di tale Stato".

A sostegno della loro richiesta i firmatari segnalano che aumentato numero degli Stati dell'Unione europea impone la necessità di organizzare compiutamente e tempestivamente le attività di iscrizione dei cittadini comunitari ai registri elettorali, previa un'opportuna campagna informativa. Al primo gennaio 2008- informa il testo - i cittadini comunitari residenti in Regione sono 68.095, di cui 55mila aventi diritto di voto.

Fonte: Romagna Oggi.

Mori' operaio al nero: condannati dirigenti

25/03/2009
Condannati i dirigenti di un'azienda di Lucca.

Sono stati condannati dal tribunale di Lucca a 8 mesi di carcere, con sospensione della pena, i responsabili dell'azienda edile che avevano impiegato a nero Costel Rogoz, un rumeno di 48 anni che nel novembre del 2005 mori' precipitando dal tetto dell'officina Sistema Ambiente, azienda mista pubblico-privato che si occupava della raccolta dei rifiuti. Il rumeno stava effettuando lavori di manutenzione per un'altra ditta, la Ite, senza essere assunto ne' assicurato. Ieri il tribunale ha condannato il legale rappresentante della Ite, e il responsabile tecnico del cantiere. I due imputati sono stati anche condannati al pagamento di 30.000 euro di multa e a 20.000 euro di risarcimento ad ognuno dei quattro figli dell'operaio. La Ite stava eseguendo in subappalto lavori di ristrutturazione della sede di Sistema Ambiente. Il muratore precipito' da 10 metri e mori' poco dopo. Per quasi un giorno non venne identificato: essendo all'epoca clandestino, era privo di documenti. Grazie al telefono cellulare gli inquirenti risalirono alla ex moglie la quale, insieme alla figlia di 23 anni, chiari' la sua identita'.

Fonte: Toscana TV

Sicurezza: Ronchi, Presidente Senato romeno propone task force

SICUREZZA: RONCHI, PRESIDENTE SENATO ROMENO PROPONE TASK FORCE
E' UN'IDEA INTERESSANTE, RIFERIRO' AL MIO GOVERNO

Bucarest, 25 mar. - (Adnkronos) - Una task force tra Italia e Romania per fronteggiare le emergenze sulla sicurezza, a cominciare dal nodo dell'immigrazione clandestina. E' la proposta lanciata dal presidente del Senato della Romania, Mircea Geoana al termine di un colloquio al Palazzo del Parlamento di Bucarest con il ministro per le Politiche Ue Andrea Ronchi.

Fonte: Adnkronos IGN.

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Saggezza rumena
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Citeste si:
Karol Racz, "monstrul" devenit erou de televiziune. Presa italiana isi cere scuze fata de romanul acuzat pe nedrept de viol=
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Roma: Ţiganii, integraţi, dar departe de ochii lumii
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Un cerşetor din Roma a scris pe o pancartă că e bulgar, pentru că românii nu primesc bani
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Roma, due ragazzi morti in un frontale


AL PORTUENSE
Drammatico incidente provocato da un ubriaco, ricoverato ora in gravissime condizioni
L'incidente al Portuense (Proto)

ROMA - Due amici, un italiano e un rumeno, uccisi da un automobilista mentre andavano a giocare a calcetto. Sono le vittime dell'incidente avvenuto lunedì sera in viale Isacco Newton, al Portuense. I due, entrambi trentenni, sono deceduti in seguito al devastante impatto fra la loro auto, una Fiat Panda, e la Citroen Xantia condotta da un pregiudicato di 35 anni, M.A., denunciato per omicidio dalla polizia municipale.

DROGA E ALCOL - Secondo gli accertamenti dei vigili urbani l'uomo, scarcerato da poco tempo, avrebbe perso il controllo della vettura in prossimità di una curva forse perché sotto effetto di droga e alcol, come accertato dai test in ospedale. M.A. è ricoverato in gravissime condizioni. Meno gravi invece le condizioni di un altro automobilista, di 25 anni, anche lui investito dalla Citroen impazzita che ha saltato la corsia, oltrepassato gli alberi sullo spartitraffico e centrato le due vetture che provenivano nel senso opposto. La Municipale sta ancora indagando sulla dinamica dell’incidente. Un altro rumeno, che si trovava fra i primi soccorritori intervenuti in viale Newton, ha contribuito a spegnere un principio d'incendio scoppiato sull'auto dell'investitore.

Rinaldo Frignani
24 marzo 2009

Fonte: Corriere della Sera

Eveniment evanghelic la Roma

Tre chiese per cinquecento ortodossi

COMUNITA’ RELIGIOSE - Diverse le guide spirituali «Il nazionalismo ci divide»
di Valentina Ruozi

Porte aperte nella chiesa del Cristo, in San Zenone e in San Domenico Se qualcuno fosse portato a pensare che la caratteristica fondamentale di una piccola città sia la monotonia e l’unilateralità di tradizioni e modus vivendi, ebbene, camminando per le vie di Reggio potrebbe ricredersi, vivendo sulla propria pelle l’impressione di ritrovarsi in un centro eterogeneo, multiculturale e vivo, non solo per lingue e provenienze, ma anche per credo religiosi.
Tendendo a raggruppare le persone per etnie e nazionalità, spesso infatti si rischia di sottintendere particolari importantissimi e preziosi. Non molti forse sanno che nel cuore puramente cristiano della nostra città, si nascondono alcune divisioni non di poco conto.
CHIESA DEL CRISTO. Varcando ad esempio i pesanti portoni della chiesa del Cristo, si potrebbe incontrare Padre Mihail Adrian Ciocirlan, rumeno di nascita, di fede ortodossa, sposato e padre di un bambino di tre anni. Padre Mihail è quello che si potrebbe definire un missionario in terra straniera, una guida spirituale ortodossa, giunto nella nostra città per aiutare i propri connazionali a preservare le tradizioni e la cultura rumene.
«Dopo aver ottenuto una borsa di studio all’università di Oradea in Romania - spiega - sono arrivato in Italia. Inizialmente la mia missione si è svolta tra Roma e Udine, mentre nel novembre 2006 ho ricevuto l’incarico di occuparmi della comunità rumena reggiana e mi è stata affidata la Chiesa del Cristo. Qui ogni domenica celebro la messa a cui partecipano abitualmente circa 250 persone. So bene - prosegue - che negli ultimi periodi il mio popolo è stato spesso associato a immagini di illegalità e criminalità a causa di episodi abominevoli che hanno visto proprio i rumeni protagonisti. Non siamo però tutti uguali; a Reggio vivono circa 3200 rumeni, tra cui alcuni medici, altri insegnanti, altre collaboratrici domestiche e badanti. Notevole è anche la presenza dei Rom, questo è innegabile, ma il rumeno non deve essere necessariamente identificato con il Rom. Anche qui infatti, nella chiesa del Cristo, sussiste il problema degli zingari; molti periodicamente arrivano, chiedono l’elemosina e si rifiutano di accettare eventuali proposte di lavoro che spesso forniamo loro come mezzo d’aiuto».
Padre Mihail non è però la sola guida ortodossa presente a Reggio.
SAN ZENONE. Spostandoci infatti in via San Zenone, potremmo conoscere padre Dimitrji Nazarov, greco, di origini georgiane e padre di sei figli. Di aspetto abbastanza austero, dimostra però una stupefacente competenza culturale e la corretta conoscenza di ben 6 lingue tra cui l’arabo e lo slavo antico.
«Il mio cammino spirituale - dice - mi ha condotto a toccare e a vivere diverse realtà culturali ortodosse. Da Gerusalemme a Nazareth, in cui per 5 anni sono stato sacerdote, all’Italia, sempre per fare sì che i protagonisti di questa immensa diaspora che ha coinvolto il mondo ortodosso, potessero conservare la propria identità nazionale. Qui a Reggio - prosegue - mi è stata affidata una parrocchia che conta ogni domenica circa 50 fedeli provenienti da Grecia, Russia, Bulgaria, Ucraina, Georgia, Romania e Moldavia. Spesso mi viene chiesto quali siano i rapporti che io e i componenti della mia parrocchia intratteniamo con gli altri ortodossi presenti qui a Reggio e con la comunità cattolica. Ebbene, le relazioni con i cattolici sono contrassegnate da serenità e collaborazione, quelle con gli altri ortodossi celano invece discordie e dissidi; il nazionalismo costituisce infatti un grave problema, che specialmente in una condizione di diaspora, si insinua nei rapporti umani a scapito di integrazione e concordia. Credo quindi che prima di poter ricercare un’unione con il mondo cattolico, sia necessario fare ordine fra le file del nostro stesso ceppo religioso».
Fra le diverse discrepanze presenti in questa realtà, si snoda poi l’acceso dibattito che coinvolge gli ortodossi copti, di cui nella nostra città vive una folta comunità.
SAN DOMENICO. In via San Domenico, laterale di Via Roma, si trova infatti la chiesa di San Domenico, meta spirituale per molti egiziani cristiani residenti a Reggio.
Venendo a contatto con questa comunità, è inevitabile percepire la loro appartenenza al mondo cristiano, convinzione non però del tutto condivisa dagli esponenti degli altri gruppi ortodossi. Padre Bakhomios El Bakhomi, la guida spirituale copta di Reggio, aiutato dal diacono copto di San Domenico Maher Kaddis, ha cercato di sciogliere questo particolare e non facile quesito.
«A differenza di quanto si possa pensare - dice - a parte la nazionalità, noi copti non abbiamo nulla di religiosamente condivisibile con la comunità egiziana musulmana. Noi siamo cristiani, siamo ortodossi e prendiamo ordini direttamente dalla Chiesa di Roma. La complessità della nostra lingua non aiuta la comunicazione con gli altri componenti della comunità ortodossa reggiana, per questo i contatti sono pochi e non del tutto costruttivi. La nostra comunità è formata da 180 egiziani copti provenienti da tutta la provincia, che partecipano attivamente alla vita spirituale e religiosa della nostra parrocchia». Quali le verità?
Certo è che dietro alla parola «ortodosso» si nasconde un mondo sociale e spirituale estremamente complesso.(24 marzo 2009)

Fonte: L'Espresso

Catania, Dica: "Venire qui è stato l'errore della mia vita "


Nicolae Dica ha dichiarato alla tv rumena Antenna1 di essere pentito di aver lasciato lo Steaua Bucarest: "Mi dispiace che Gigi Becali non mi voglia nuovamente a Ghencea. Sarei voluto tornare ben volentieri. La scelta di andare al Catania è stato l'errore più grande della mia vita. Sono rammaricato per aver lasciato il giro della nazionale, questo è quello che mi fa più male".

Fonte: Rosa Nero.

Gelmini: ''Tetto del 30% per studenti stranieri necessario all'integrazione''


''Candidata in Lombardia? Ipotesi senza fondamento''

Il ministro dell'Istruzione: "L'esperienza dimostra che non basta inserire alunni immigrati nelle classi, occorre organizzare al meglio l'offerta formativa''. E sull'università: ''Disponibili al confronto con il Pd''. Prende a pugni la maestra ma il preside lo perdona: ''Non è un bullo''

ultimo aggiornamento: 24 marzo, ore 17:25
Roma, 24 mar. - (Adnkronos) - "Abbiamo pensato ad una quota del 30% di studenti stranieri proprio perché la scuola è chiamata sempre di più ad assolvere la sua funzione di integrazione". Lo ha ribadito il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, stamattina a 'Panorama del giorno' di Maurizio Belpietro, sottolineando che "occorre in alcuni casi dosare la presenza di studenti immigrati con quella degli studenti italiani" e che la preponderante presenza di studenti stranieri in un istituto "non è la condizione per una vera integrazione", quindi "abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici, già dal prossimo anno, di organizzare al meglio l'offerta formativa", che comprenderà anche specifici corsi di italiano per gli studenti stranieri.

Quindi riferendosi alle risorse per le scuole parificate, ha annunciato che "la prossima settimana si svolgerà una riunione della Conferenza unificata per avere il parere indispensabile per poi potere erogare questi fondi". Quanto poi alla crescita delle iscrizioni in quest'ultimo tipo di istituti, per Gelmini non sono frutto di un giudizio negativo sulla scuola pubblica ma la dimostrazione della "volontà da parte delle famiglie di esercitare un libertà".

Sul fronte universitario, invece, il ministro si è detto pronto al confronto chiesto dal Segretario del Pd, Dario Franceschini, sulla riforma. "L'Universita' registra un gap di risorse ma anche di riforme e mi auguro che questa sia la legislatura che riuscirà a coniugare questi due obiettivi. Il dialogo lo abbiamo proprio oggi -prosegue Gelmini- al ministero dell'Istruzione si svolgerà un seminario aperto ai rettori, alle rappresentanze degli studenti, dei docenti, per discutere di riforma organica dell'università, di come migliorare la governance, la gestione delle risorse umane ed economiche e anche per il reclutamento. Ne abbiamo già discusso in sede di Consiglio universitario nazionale, con la Conferenza dei rettori. Oggi interverranno, a questo seminario, anche esponenti dell'opposione, come l'ex ministro Fioroni, Enrico Letta, mi auguro che si creino le condizioni per una discussione approfondita, nel merito, non ideologica".

Quanto agli episodi di violenza registrati in alcuni atenei italiani , all'opportunità di affronatre l'argomento con il ministro dell'Interno, "grazie a Dio si tratta di espisodi isolati, che certamente non vano sottovalutati, perché la deriva della violenza è sempre un pericolo alle porte, ma -sottolinea Gelmini- non credo che sia ancora il momento di parlarne con il ministro Maroni e mi auguro di non essere obbligata a farlo".

La Gelmini è poi intervenut a sull'ipotesi di candidatura alla presidenza della Regione Lombardia definendola "priva di ogni fondamento". "Il presidente Berlusconi e il presidente Napolitano - ha aggiunto - mi hanno assegnato il compito di occuparmi di istruzione, di università e di ricerca e sono abituata a terminare gli impegni che mi vengono attribuiti. Questa è solo una ricostruzione giornalistica".

Quanto al problema delle quote 'rosa' nel Pdl, "credo che ci sarà spazio in futuro per la presenza di una donna o anche di più donne nel Coordinamento nazionale del partito, oggi sono state scelte, secondo me, le persone più adatte, più a ruolo per inclinazione. Siamo in una fase di costituzione di un nuovo soggetto politico - ha affermato- e le persone scelte sono le più adeguate".

Fonte: Adnkronos IGN.

martedì 24 marzo 2009

Chestionar


UNIVERSITATEA DE ŞTIINŢE AGRICOLE ŞI MEDICINĂ VETERINARĂ
CLUJ-NAPOCA

CHESTIONAR

Universitatea de Ştiinţe Agricole şi Medicină Veterinară din Cluj Napoca va deschide un sediu în localitatea Viterbo din Italia, oferind specializări cu diplome de licenţă şi de master cu forma de pregătire la distanţă, precum şi cursuri de calificare de scurtă durată.

Cursurile se vor desfăşura în limba română iar diplomele vor avea girul Ministerului Educaţiei, Cercetării şi Inovării. Această iniţiativă a USAMV porneşte din dorinţa de a oferi posibilitatea integrării şi absorbţiei românilor pe piaţa muncii din Italia precum şi o educaţie elevată şi un grad de pregătire care să garanteze o concurenţă loială pe acesta piaţă.

Pentru a putea iniţia aceste cursuri în acord cu dorinţa dumneavoastră, vă rugăm să răspundeţi la chestionarul de mai jos încercând să ne furnizaţi cât mai multe informaţii:

http://www.SurveyPro.ro/Survey.aspx?id=787b233b-8c5d-4b6c-bda3-e535f2189c2b

Vă mulţumim!

lunedì 23 marzo 2009

Un Mondo a Colori. Martedì 24 marzo: “Italiani razzisti?” All’1.10 su RaiTre


COMUNICATO STAMPA

UN MONDO A COLORI
MARTEDì 24 MARZO: “ITALIANI RAZZISTI?” ALL’1.10 SU RAITRE
http://www.unmondoacolori.rai.it/

Rai Educational presenta Un Mondo a Colori: un programma di Valeria Coiante, Emilio Casalini e Alberto Isopi.

Dal 24 marzo ogni martedì alle ore 01.10 su Rai Tre e, in replica, il sabato successivo alle ore 23 su Rai Storia. Prima puntata: "Italiani razzisti?". Conduce in studio Valeria Coiante.

I temi più caldi in fatto di immigrazione e integrazione nelle 11 nuove puntate di Un Mondo a Colori, il programma di Rai Educational che con reportage e testimonianze documenta le situazioni più attuali legate al processo di interazione e integrazione sociale degli stranieri nel nostro Paese. Una nuova serie dedicata ai più recenti fatti di cronaca che hanno riguardato gli immigrati e che nella puntata di esordio, si occuperà di capire se gli italiani siano diventati razzisti. Chi ricorda il caso di Bonsu, il ragazzo arrestato a Parma le cui foto col volto tumefatto fecero scalpore qualche mese fa? Come è andata a finire quella storia? E il ragazzo di origine cinese aggredito per strada a Roma, nel quartiere di Tor Bella Monaca? Fu un raid razzista? Quanto conta in questi episodi il razzismo e quanto l’enfasi degli organi di stampa? E ancora: è vero che avere la pelle di un colore diverso dal bianco o l’accento straniero rende più difficile trovare una casa in affitto?

Tanti interrogativi ai quali Un Mondo a Colori cerca di trovare una risposta attraverso nuove inchieste, guidate in studio da Valeria Coiante, dedicate agli argomenti più discussi degli ultimi tempi: dal viaggio di un richiedente asilo che inizia a Lampedusa e finisce nei centri di accoglienza nell’attesa che venga esaminata la sua richiesta, alla piaga dello sfruttamento dei clandestini nei campi di tutta Italia; dalle ripercussioni della legge che cancella il divieto dei medici di denunciare la presenza di irregolari negli ospedali, agli affari poco chiari che si nascondono dietro la gestione dei campi Rom; dalla realtà dei reati culturalmente orientati, come quello dell’infibulazione delle bambine africane, alla violenza contro le donne, che purtroppo non conosce razza o colore della pelle.

Questi e molti altri saranno gli argomenti che affronterà Un Mondo a Colori, attraverso inchieste, reportage filmati e interviste in studio ad ospiti esperti del settore.

Prosegue inoltre l'appuntamento con le puntate della mattina di “Un mondo colori – Files”, ogni mercoledì, giovedì e venerdì alle 9.45 su Raidue (e dal 31 marzo il martedì e il mercoledì alle 9.45 su Raidue)

Tutte le puntate di Un mondo a colori possono essere visualizzate e commentate, a partire dal pomeriggio successivo al giorno in cui vanno in onda, sul sito www.unmondoacolori.rai.it

"Occhi puntati su..." Adrian Mutu


"OCCHI PUNTATI SU..." Adrian Mutu, un 'male' necessario per Prandelli
23.03.2009
di Stefano Borgi

Quando al 72' di Fiorentina-Siena, Adrian Mutu è intervenuto sul cross di Gobbi, teso, invitante, addomesticando il pallone e battendo a colpo sicuro, abbiamo capito come il "fenomeno" sia un "male" necessario per la squadra di Prandelli e nella giornata dell'infortunio a Gilardino, dell'ennesimo "miracolo" del Genoa e della convocazione di Pazzini in nazionale, il suo gol è parso a dir poco provvidenziale. Fino a quel momento la partita del romeno era stata irritante, a tratti disarmante, tale era stata la flemma, quasi la noncuranza con la quale il n° 10 di Calinesti aveva approcciato l'impegno. Giocoforza tutta la manovra viola ne risentiva, affogata nelle pastoie della ragnatela bianconera, abbuiata dalla vena inconcludente del suo uomo di maggior classe. Mutu è, infatti, l'unico in questo periodo di vacche magre (magrissime) per la Fiorentina che può accendere la luce, alzare un faro sul cammino viola che, altrimenti, sarebbe lastricato di difficoltà insormontabili. Detto fatto, Mutu si è fatto trovare puntuale all'appuntamento con la storia di questa partita e l'ha decisa da par suo.

Facciamo un passo indietro. In una conferenza stampa di qualche giorno fa, Mutu dichiarò di non essere soddisfatto di se stesso, ammise che doveva fare di più. Prandelli lo seguì a ruota dichiarando che le "lune" di Mutu condizionavano in tutto e per tutto la squadra e che il romeno avrebbe dovuto fare un passo verso i compagni sotto il profilo del gioco (leggi altruismo) e del comportamento (basta richiami plateali, più tolleranza per l'errore altrui.) Sulla seconda c'è ancora parecchio da lavorare, ed anche ieri sul finire del primo tempo sono volate parole grosse con Kuzmanovic reo di avergli appoggiato male un pallone. Sulla prima (non ce ne voglia il mister) rimane qualche dubbio sull'opportunità di tale invito in quanto la grandezza di Mutu sta nel lampo di genio, nell'estemporaneità del gesto, nell'immediatezza dell'intuizione che non può essere schematizzata, nè tanto meno inscatolata in un'eretica razionalità. Sono i compagni che devono, semmai, rendersi indipendenti, beneficiando certo della "vena" del compagno meglio dotato ma capaci, al tempo stesso, di camminare con le proprie gambe. E purtroppo sta proprio quì la virtù bifronte del romeno: decisivo sempre e comunque, nel bene e nel male. Mutu fa il "fenomeno", la Fiorentina vince e si accende, Mutu gioca male, la Fiorentina si appassisce, si spegne. E' il destino dei grandi e di quelli che dai grandi dipendono, succedeva lo stesso con Batistuta, con Antognoni... per rimanere nell'era dopo Cristo.

Ma facciamo ancora alcuni passi indietro e separiamo il Mutu benigno dal Mutu maligno, simulando una lavagna scolastica con su scritti i "buoni" ed i "cattivi": ad agosto Corvino lo cede alla Roma per 20 mln. di euro, Prandelli si mette di traverso, ne impedisce la cessione ed è voce ricorrente che molti equivoci della stagione viola siano nati proprio in quel momento: Mutu nel male. In città si sparge del malumore per il comportamento di Adrian e del suo procuratore, Alessandro Moggi. Tira una brutta aria, ma il 12 agosto, per l'andata del preliminare di Champions, dopo 2 minuti Mutu abbatte i cecoslovacchi dello Slavia Praga con una mirabile punizione e qualifica, di fatto, i viola alla Champions League vera e propria: Mutu nel bene. L'inizio di campionato è contraddittorio, il gomito gli fa male, entra ed esce, entra ed esce ne condiziona il rendimento e la Fiorentina non è la stessa, fino alla serata di Palermo dove Mutu torna "fenomeno", realizza una doppietta e trascina la squadra viola alla vittoria più bella (per ora) della stagione. Intanto in coppa le cose non vanno bene e stavolta sono i legamenti del ginocchio a preoccupare: 4 settimane di stop e poi una striscia formidabile con gli acuti di Torino e Bologna che chiudono un 2008 comunque eccellente per la Fiorentina ed il suo "pigmalione": Mutu che meglio non si può. Nel 2009 la musica cambia di nuovo; con il Lecce alla ripresa del campionato ennesimo infortunio e la Fiorentina crolla con tre sconfitte consecutive. Nel mezzo anche l'uscita dalla coppa Italia, e il romeno fa la sua trionfale "rantree" a Bologna il 1 febbraio realizzando una fantastica doppietta, viatico per il 3-1 finale. Sette giorni dopo la partita con la Lazio decisa da Gilardino che riprende un tiro di Mutu respinto dal portiere, quindi la tripletta, ormai storica, di Genova ed il gol al 95' col Chievo: Mutu in questo periodo benissimo, è lui l'anima della Fiorentina. E siamo ai giorni nostri, male a Reggio Calabria, male col Palermo in casa, malissimo a Milano con l'Inter e "benino" ieri nel derby.

Come vediamo un'alternanza che avrebbe abbattuto un bisonte, figuriamoci una pletora di buoni giocatori, ahimè in molti casi senza personalità, sbattuti al vento dell'umoralità instabile di un "fenomeno". Concludiamo dicendo che la Fiorentina, con Mutu, ha fatto tredici come i suoi gol in campionato (più i due in Champions League) e tredici sono anche i punti che Adrian ha portato con le sue prodezze sui 49 attuali (quasi un quarto del totale). Viola, quindi, schiavi del loro destino e del loro n° 10... "fenomeno" sempre e comunque.

Fonte: Firenze Viola.

60% din copiii româncelor rămân în ţară


Autor: Elena Halcu
Data: 23 mar 2009

Româncele îşi lasă mai uşor copiii în ţară, în grija rudelor, decât o fac alte imigrante din Italia. Două asociaţii de voluntari din Torino, Almaterra şi ASAI, care se ocupă de asistarea şi angajarea îngrijitoarelor pentru bătrâni, au publicat recent o serie de date legate de menajerele şi îngrijitoarele din Italia.

Mai ales pentru menajere, munca în Italia implică adesea renunţarea la familie Foto: Cristian Gaiţă
Asociaţia ASAI a monitorizat în ultimii trei ani 2.400 de imigrante care prestează aceste munci. Analiza datelor divizate pe naţionalităţi evidenţiază o situaţie delicată în ceea ce priveşte româncele. 60% dintre ele şi-au lăsat copiii în România, în grija rudelor sau a cunoştinţelor. Spre deosebire de acestea, doar 30% dintre marocance au lăsat copiii în ţară.

„Aceste femei stau 24 de ore din 24 închise în casă cu bătrânii şi nu-şi văd copiii cu anii”, ne-a explicat Vilma Gabutti, de la asociaţia ASAI.

Problema copiilor imigrantelor a fost însă discutată şi sub alte aspecte. „Copiii nu înţeleg sacrificiul făcut de mamele lor. Imigrantele ajung să aibă grijă de copiii noştri, renunţând să-şi crească fiii. Astfel, se creează un abis între mame şi copii, atunci când decid să îi aducă în Italia”, a completat Gabutti.

Multe menajere muncesc la negru

Datele au fost comentate şi de şefa departamentului pentru Egalitatea de Şanse, Marta Levi, din cadrul Primăriei Torino. Ea a subliniat că în Italia există peste 745.000 de menajere sau îngrijitoare angajate legal şi alte 600.000 care fac această muncă la negru.

Levi a mai spus că fiii imigranţilor nu mai pot fi consideraţi mână de lucru ieftină, întrucât ei au pretenţia să lucreze în funcţie de pregătirea pe care o au.

Sursa: Adevarul.

La misteriosa scomparsa di una minore romena


Cronache
VITTORIA - 23/03/2009
Vittoria: la denuncia è stata presentata dal fidanzato

Indaga la polizia su una vicenda dai contorni poco chiari Redazione
Da sabato sera si sono perse le tracce di Ioana Albu (nella foto), romena di 15 anni da 4 mesi a Vittoria, si sono perse le tracce. Sembra essere scomparsa nel nulla. La denuncia è stata presentata in Commissariato dal fidanzato della giovane minorenne, Atomei Mugurel. Insieme a un amico vittoriese ha raccontato agli inquirenti che la ragazza è uscita sabato sera intorno alle 18,30 dalla casa di un´amica di via San Martino per recarsi nell´abitazione di un altro amico vicino all´Istituto professionale e ricongiungersi con Atomei. Sì e no 300 metri di tragitto.

Ioana nella casa dell’amico non c’è mai arrivata. Nel pomeriggio s´era sparsa la voce che la ragazza fosse stata vista in piazza Manin e che avrebbre manifestato l´intenzione di non voler ricongiungersi con il fidanzato Atomei. Insomma, come è facile intuire, si tratta di un caso dai contorni poco chiari che la Polizia sta cercando di risolvere. Al momento della scomparsa, la romena indossava un giubbotto bianco, jeans e scarpe da tennis.

Fonte: Corriere di Ragusa.

Gentilini processato per razzismo

Citazione a giudizio per istigazione all’odio razziale. Sotto accusa l’ intervento alla festa dei Popoli

Roma – 17 marzo 2009 - Il vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini sarà processato per le parole contro immigrati e nomadi pronunciate lo scorso settembre, durante la Festa dei Popoli a Venezia. Il procuratore capo del capoluogo veneto lo ha citato direttamente a giudizio con l’accusa di istigazione all’odio razziale. Durante il suo intervento, Gentilini propugnò “pulizia dalle strade di tutte queste etnie che distruggono il nostro Paese”, invocando contro di loro una “rivoluzione” contro gli stranieri. “Non voglio più vedere – disse - queste genie che girano per le strade”.La rivoluzione gentiliniana avrebbe dovuto colpire anche i fedeli musulmani che vogliono aprire moschee in Italia. “Vadano a pregare nei deserti. Aprirò una fabbrica di tappeti e regaleremo i tappeti, ma che vadano nei deserti”Il vicesindaco si attaccò poi la proposta di dare il voto agli immigrati: “Non voglio vedere consigliere neri, gialli, marroni, grigi, insegnare ai nostri giovani. Cosa insegnano? La civiltà del deserto? La civiltà di coloro che scappano dietro ai leoni o quelli che corrono dietro alle gazzelle per mangiarle?”. Il processo a Gentilini è fissato per il 4 giugno prossimo.

Guarda l’intervento di Gentilini alla Festa dei Popoli (Videoblog)
EP

Fonte: Stranieri in Italia.

Colf e badanti: via alla certificazione dei compensi

Va fornita, su richiesta, dai datori di lavoro. Serve a dimostrare il reddito

Roma – 16 marzo 2009 - Tutti i lavoratori dipendenti stanno ricevendo in questi giorni il Cud, il certificato che riepiloga le retribuzioni del 2008, indispensabile per la prossima dichiarazione dei redditi. Ma come devono regolarsi le famiglie che si fanno dare una mano da una colf o una badante?

I datori di lavoro domestico non sono sostituti di imposta, non operano trattenute sulle retribuzioni e quindi non rilasciano il Cud, ma potrebbero essere chiamati comunque a tirare le somme. Il contratto collettivo dei domestici prevede infatti che “il datore di lavoro, a richiesta del lavoratore, è tenuto a rilasciare una dichiarazione dalla quale risulti l'ammontare complessivo delle somme erogate nell'anno”.

Se la colf lo richiede, il datore deve quindi consegnarle una dichiarazione con tutti i compensi dell’anno precedente, un documento utile per i rapporti con il fisco e, se la lavoratrice non è italiana, anche in molte altre occasioni.

A chi vuole rinnovare il permesso di soggiorno o farsi raggiungere in Italia dal marito o dai figli tramite un ricongiungimento familiare, ad esempio, viene sempre chiesto di dimostrare che percepisce un reddito superiore a dei parametri fissati per legge.

In genere, basta esibire le ricevute dei bollettini inps utilizzate per il versamento dei contributi trimestrali, in base ai quali le Questure e gli Sportelli unici per l’immigrazione possono dedurre i compensi percepiti dalla colf. Se però ai bollettini si aggiunge la dichiarazione di cui sopra, si semplifica il lavoro degli uffici e magari si possono accorciare i tempi.

Per i datore di lavoro non è difficile soddisfare questa richiesta: devono solo sommare tutti i compensi dell’anno scorso che, tra l’altro, dovrebbero risultare dai prospetti paga mensili.

EP

Fonte: Stranieri in Italia

Bonus bebè: Brescia dovrà darlo agli immigrati

Nuova ordinanza contro il Comune. Bocciata la delibera che aveva eliminato il contributo, togliendolo anche agli italiani

Roma – 16 marzo 2009 - Inutili le ritorsioni del Comune. Brescia dovrà ripristinare il bonus bebè, dandolo a mamme e papà bisognosi, italiani o immigrati che siano. Si spera sia arrivata finalmente all’ultima puntata l’amara telenovela che vede da mesi contrapposti la giunta guidata dal sindaco forzista Adriano Paroli e i cittadini stranieri, spalleggiati dall’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione, che chiedono di essere trattati come i bresciani doc. Il caso è nato lo scorso novembre, quando una delibera del Comune ha istituito un bonus di 1000 euro per i nuovi nati. Per riscuoterlo, oltre a un reddito modesto, almeno uno dei genitori doveva avere la nazionalità italiana.Questo requisito è stato giudicato discriminatorio dal tribunale di Brescia, che ha ordinato al Comune di ammettere al contributo anche gli immigrati. L’amministrazione però non si è rassegnata, ha presentato un ricorso (bocciato), e a fine gennaio ha approvato una nuova delibera che elimina del tutto il bonus, togliendolo anche agli italiani. Insomma, secondo Paroli e i suoi, se non si poteva dare il bonus solo agli italiani, non lo avrebbe avuto nessuno. Anche su questa contromossa è calato però il martello del giudice, che in un’ordinanza depositata qualche giorno fa ha bollato come “ritorsivo” il comportamento del Comune e ha dichiarato che anche la nuova delibera è una discriminazione. Il Comune dovrà quindi ripristinare il bonus bebè, “escludendo dai requisiti necessari quello della cittadinanza italiana”. Al contributo si dovrà inoltre dare pubblicità su stampa e tv locali, indicando modalità e termini per la domanda, che, ordina il giudice, vanno prorogati al 30 giugno prossimo.
"Siamo soddisfatti, speriamo che il Comune si rassegni finalmente alle decisioni dei giudici" commenta l’avvocato Alberto Guariso, dell’Asgi. “Se la prima ordinanza diceva che un’amministrazione non può creare disparità tra cittadini con atteggiamenti discriminatori, adesso il giudice aggiunge che non si può nemmeno creare una parità al ribasso, per ritorsione contro chi aveva denunciato una discriminazione. La parità si realizza non togliendo, ma dando a tutti gli stessi".
Scarica l’ordinanza del giudice
di Elvio Pasca
Fonte: Stranieri in Italia.

venerdì 20 marzo 2009

Moartea unui cântăreţ popular


Autori Mihai DIAC , Răzvan Priţulescu
Data: 20 mar 2009

Trupul neînsufleţit al interpretului Ion Dolănescu va fi depus mâine la Ateneul Român, pentru cei care vor să îi aducă un ultim omagiu. Cântăreţul de muzică populară va fi numit, post mortem, cetăţean de onoare al comunei sale natale Perşinari, din judeţul Dâmboviţa, iar Căminul Cultural din localitate îi va purta numele.

Câtăreţul în unul dintre ultimele sale spectacole
Foto: AgerpresSondaj

Cunoscutul interpret Ion Dolănescu s-a stins din viaţă, în urma unui stop cardiac. Artistul a murit în locuinţa sa din Bucureşti, în ciuda eforturilor de resuscitare depuse de medicii sosiţi la domiciliu. La ora 16.15 s-a constatat decesul.

Ion Dolănescu se afla la masă, în locuinţa sa, alături de un preot. Apoi i s-a făcut rău şi s-a retras în dormitor, a povestit Irina Loghin, prietenă şi colegă de breaslă a cântăreţului. “Sunt înmărmurită şi nu-mi vine să cred că s-a dus. Mă doare sufletul. Nu-mi revin. S-a dus un nume mare, un talent unic”, a spus Loghin.

Ion Dolănescu avea 65 de ani şi o carieră prodigioasă. El a fost răsplătit cu Discul de Aur pentru activitatea sa artistică din perioada 1970- 1996. S-a născut la 25 ianuarie 1944, la Peşinari, lângă Târgovişte, într-o familie săracă şi numeroasă, crescând alături de patru fraţi şi trei surori. În 1966 a absolvit Liceul Ienăchiţă Văcărescu din Târgovişte şi a urmat cursurile Şcolii Populare de Artă.

A înregistrat peste 50 de albume

Şi-a început cariera muzicală cu “Măi Lenuţă treci-i dealul” şi “De-ar fi mândra fată bună”, primele sale cântece înregistrate la radio. Au urmat peste 50 de albume care l-au consacrat drept “rapsodul muzicii populare româneşti”.

De asemenea, a înregistrat şi un album de muzică uşoară, “Astăzi e ziua ta”, împreună cu Maria Ciobanu. Ion Dolănescu a trăit o viaţă tumultuoasă. A iubit femeile şi femeile l-au iubit pe el.

A fost, o perioadă scurtă, căsătorit cu Maria Ciobanu şi din dragostea lor a apărut Ionuţ, cel care avea să calce fidel pe urmele tatălui său. Mai are un băiat, pe Dragoş, rod al unei alte iubiri, cu Margarita Valenciano, din Costa Rica.

Are peste o mie de fini

A fost un mare iubitor de oameni, de petreceri şi de Dumnezeu, mărturie fiind cei peste o mie de fini pe care i-a botezat sau cununat.

Ion Dolănescu şi Maria Ciobanu, alături de fiul lor, Ionuţ Foto: Arhiva Adevărul

S-a implicat şi în politică, fiind deputat de Ilfov în legislatura 2000-2004, din partea Partidului România Mare şi membru al Comisiei de Cultură, artă şi mijloace de informare în masă.

În vara lui 2004, preşedintele Ion Iliescu l-a decorat cu Ordinul Meritul Cultural în grad de Mare Ofiţer.Ion Dolănescu a oferit ultimul spectacol în toamna anului trecut în comuna Nufăru, judeţul Tulcea. Atunci a primit cele din urmă aplauze.

Benone Sinulescu a presimţit tragedia

Cântăreţul Benone Sinulescu a povestit că nici el şi nici soţia lui nu au putut dormi în noaptea dinaintea morţii lui Dolănescu.

„Suntem terminaţi, eram puţini cei care mai ţineam sus steagul folclorului şi uite că ne stingem... Ion Dolănescu era cu opt ani mai tânăr decât mine. Îl cunosc de pe vremea când eu eram solist la Ansamblul Ciocârlia, iar el era militar. Mi-a plăcut de la bun început cum cânta. Eram diferiţi ca stil, dar avea aceeaşi căldură, acelaşi lirism în cântecele lui, ca şi mine. Era un băiat foarte ambiţios.

Ultima oară ne-am întâlnit la nişte emisiuni de televiziune, pentru că el nu prea mai ieşea... Noaptea trecută nu am putut să dormim nici eu, nici soţia mea. O fi fost o presimţire? Nu ştiu ce s-a putut întâmpla: azi-dimineaţă (ieri –n.n.) am auzit că Ion era bine, la prânz am auzit că era bine, iar după-amiază am auzit că a murit...”.

Noaptea trecută nu am putut să dormim nici eu, nici soţia mea. O fi fost o presimţire? (...) La prânz am auzit că era bine, iar după-amiază am auzit că a murit...

Benone Sinulescu, cântăreţ

Cântece care l-au făcut celebru

- “M-am născut lângă Carpaţi”
-“Mândro, când ne iubeam noi”
-“Gorjule, grădină dulce”
-“Să-mi trăiască nevestica”
-“De când sunt pe-acest pământ”
-“Neuitata mea, Maria”
-“Pe sub dealul cu izvorul” (duet cu Maria Ciobanu)
-“Au, lele, vino-ncoa’ ” (duet cu Maria Ciobanu)
-“Face-m-aş privighetoare” (duet cu Maria Ciobanu)

Distincţie

În vara lui 2004, preşedintele Ion Iliescu l-a decorat cu Ordinul Meritul Cultural în grad de Mare Ofiţer.

Era un băiat frumos cu un glas cristalin. Era primit ca un Dumnezeu, ca un sfânt.
Alexandru Arşinel, actor şi cântăreţ

Publicul i-a apreciat repertoriul şi l-a aşezat pe cele mai înalte cote ale popularităţii
Marioara Murărescu, realizator TV

Este mare păcat că se duc oameni care cântă cu adevărat
Sofia Vicoveanca, interpretă de muzică populară

La scurtă vreme după moartea cântăreţului, cei l-au iubit au început să posteze melodii ale lui Dolănescu pe Youtube:


















Sursa: Adevarul.

Primăvară cu ninsori: În Moldova, zăpada atinge 10 centimetri.


Vezi prognoza meteo de weekend
20 martie 2009

Stratul de zăpadă i-a prins pe picior greşit pe şoferii din Piatra Neamţ. Mulţi dintre ei renunţaseră deja la cauciucurile de iarnă. Le-au dat o mână de ajutor drumarii, care au lucrat toată noaptea pentru ca ninsoarea căzută să nu afecteze traficul.

La Piatra Neamţ a nins mai bine de patru ore, iar zăpada aşternută a depăşit în unele locuri 10 centimetri. Puţini şoferi s-au încumetat să plece la drum, mai ales că cei mai mulţi au trecut deja la cauciucurile de vară.

Nici drumarii nu se aşteptau să mai ningă. Utilajele de deszăpezire au lucrat toată noaptea pentru a curăţa drumurile. [...]

Sursa: Antena 3.

Minori. Battilocchio visita orfanotrofio a Bucarest


L’eurodeputato chiude la missione rumena portando la solidarietà dei bimbi italiani agli orfani della capitale
giovedì 19 marzo 2009

“L’Europa è unita nello spirito di solidarietà internazionale a favore delle realtà in difficoltà, soprattutto quando i meno fortunati sono i minori orfani e abbandonati”. E’ quanto ha affermato l’eurodeputato Alessandro Battilocchio, ‘Difensore dell’infanzia’ dell’Unicef, che ha concluso la sua missione in Romania con una visita all’orfanotrofio di Ferentari, dove sono ospitati i bambini senza famiglia della Periferia di Bucarest. Battilocchio, che nei mesi scorsi aveva avviato una serie di progetti tra alcune scuole del Lazio e tre orfanotrofi della capitale rumena, ha portato ai ragazzi una serie di disegni e regali che erano stati inviati dai loro coetanei italiani. “Doni semplici – ha aggiunto – realizzati in Italia in due lingue, quindi con l’aiuto dei piccoli rumeni che frequentano le nostre scuole, che per i piccoli ospiti hanno rappresentato un messaggio di vicinanza e di solidarietà particolarmente gradito. Un vero e proprio ‘ponte ideale’ che ha rafforzato la sinergia tra i giovani italiani e quelli rumeni, all’insegna dell’amicizia e della solidarietà”.

Fonte: Partito Socialista.

Paula Mitrache è stata nominata Consigliere del Presidente della Provincia di Bari


18/03/09
Immagine: © Egidio MagnaniBari

Il presidente della Provincia di Bari Vincenzo Divella ha nominato ieri Paula Mitrache Consigliere del Presidente per le relazioni con la comunità rumena.

La cantante e attrice di origine rumena nota in tutto il mondo con il nome d’arte di Haiducii è da anni residente a Bari dove dal 2008 riveste anche l’incarico di Consigliere del Sindaco Michele Emiliano e presiede l’Associazione di mediazione culturale ‘Dacia Nicolaiana’, ente impegnato nel campo delle problematiche connesse all’integrazione degli immigrati rumeni in Italia.

“Sono molto onorata di questo nuovo incarico – ha dichiarato l’artista – ulteriore riconoscimento alla validità dell’impegno da me condiviso con tutti gli altri membri dell’Associazione da me presieduta. Ringrazio il Presidente Divella, da sempre attento alle nostre iniziative finalizzate a favorire l’integrazione dei nostri connazionali e ad offrire un’immagine diversa e più autentica della Romania.

L’incarico giunge a coronamento della nostra più recente iniziativa che è l’Albero d’ulivo dell’Amore e della Pace inaugurato a Bari, un simbolo di concordia tra i popoli che presto porteremo in tante altre città italiane desiderose di replicare l’iniziativa”.

Fonte: PugliaLive

Acte legislative şi documente referitoare la Cursul de Limbă, Cultură şi Civilizaţie Românească

Data: 2009-03-10

La următorul link pot fi accesate acte legislative şi documente referitoare la cursul de Limbă, Cultură şi Civilizaţie Românească : http://www.edu.ro/index.php/articles/c777/.

Menţionăm că materialele sunt structurate pe următoarele subcapitole: “Cadrul Legislativ, “Documente specifice”, “Resurse Umane”, “Curricula Cursului”, “Manuale” şi “Contact”.

În plus faţă de informaţiile conţinute în materialele sus-menţionate, precizăm că în prezent anul şcolar se află în desfăşurare şi, în consecinţă, nu este posibilă organizarea de alte cursuri decât cele stabilite până la momentul de faţă.

Încurajăm profesorii şi asociaţiile româneşti să semnaleze Ambasadei României la Roma existenţa unor şcoli cu un număr semnificativ de copii români, care ar putea fi introduse în proiect, începând cu anul şcolar 2009-2010 (semnalările se pot face pe e-mail: mihai.ioan@roembit.org sau secretariat.ambasada@roembit.org sau pe adresa poştală a Ambasadei: Via Nicolò Tartaglia nr.36, 00197 Roma).

În funcţie de semnalările primite din teritoriu, Ambasada şi autorităţile române competente vor acţiona, la momentul pregătirii demarării unui nou an şcolar, pentru promovarea propunerilor respective pe lângă Birourile Şcolare Regionale, instituţiile responsabile cu implementarea proiectului în Italia.

În colaborare cu Ministerul Educaţiei Cercetării şi Inovării-Institutul Limbii Române şi Ministerul Educaţiei Universităţii şi Cercetării şi Birourile Şcolare Regionale, vor fi discutate căile cele mai bune pentru realizarea unei acoperi corespunzătoare a cursurilor în teritoriu, luându-se în considerare semnalările menţionate.

Sursa: Amabasada Romaniei Roma

Lansarea proiectului “Clubul Copiilor”


Data: 2009-03-05

Ambasada României în Italia are deosebita plăcere să lanseze proiectul “Clubul Copiilor”. Prin intermediul acestui proiect ne propunem să fim mai aproape de copiii din comunitatea românească din Italia, să-i cunoaştem mai bine şi să înţelegem dorinţele acestora. Deopotrivă, credem că este o oportunitate de a-i face să se cunoască unii pe alţii, să comunice şi să lege prietenii.

Iniţiativa se adresează tuturor copiilor din comunitatea românească din Italia, în vârstă de până la 14 ani.

Am fi deosebit de onoraţi să vă avem alături de noi în aventurile pe care le vom parcurge împreună prin activităţile “Clubului Copiilor”.

Prima acţiune din cadrul acestui proiect se numeşte „Ce îmi place cel mai mult de Paşte” şi constă într-un concurs de desene pe tema Sărbătorii de Paşte la români. Desenele copiilor vor trebui trimise până la data de 1 aprilie 2009, pe adresa Ambasadei României în Italia, via Nicolo Tartaglia n. 36, 00197, Roma. Copiii sunt rugaţi să menţioneze pe plic - Pentru concursul „Ce îmi place cel mai mult de Paşte” -, iar în plic să precizeze pe o pagină separată numele, instituţia de învăţământ unde urmează cursuri, localitatea unde locuiesc şi datele de contact (numărul de telefon sau adresa de e-mail ale părinţilor).

Cele mai frumoase lucrări vor fi selecţionate şi vor fi expuse în cadrul unei expoziţii găzduite de prestigioasa Accademia di Romania din Roma, în perioada 9-24 aprilie 2009. Autorii lucrărilor vor fi invitaţi să participe la vernisaj, alături de părinţii şi prietenii lor. Vor fi acordate, pentru primele trei locuri, premii şi diplome. De asemenea, lucrările vor putea fi vizionate on-line, pe site-ul Ambasadei României în Italia, în cadrul unei ferestre web special dedicate acestui eveniment.

Ambasada României în Italia va comunica în timp util activităţile ulterioare prevăzute a avea loc în contextul proiectului “Clubul Copiilor”.

Vă mulţumim pentru interes şi pentru participare!

Sursa: Ambasada Romaniei Roma

giovedì 19 marzo 2009

Pensionarii români fug de contracte de muncă


Autor: Elena Halcu
Data: 19 mar 2009

ITALIA .Conaţionalii de vârsta a treia plecaţi la lucru în Peninsulă se tem că îşi vor pierde drepturile băneşti. Recentele propuneri referitoare la Legea Pensiilor i-au alertat fără rost pe românii pensionari din Italia. Ei cred că-şi pierd pensia dacă se află în ţară că au contract în Italia.

Îngrijitoarele bătrânilor din Italia se tem că vor rămâne fără pensie
Foto: Elena Halcu

Propunerea făcută de Guvernul României prin care pensionarii care s-au reangajat la stat trebuie să aleagă între salariu şi pensie i-a alertat pensionarii români din Italia.

O parte din îngrijitoarele bătrânilor din Italia sunt românce trecute de vârsta pensionării. Unele dintre ele muncesc cu contract în Italia, dar primesc şi pensie în România.

Multe dintre ele spun, atunci când sunt întrebate, că lucrează la negru; le e teamă că alţi români le pot pârî la Casa Naţională de Pensii din România şi rămân fără pensii.

„Prefer la negru“

Margareta Adam (55 de ani), din Bacău, are grijă să nu pomenească de pensie când vorbeşte cu alte românce. „Eu primesc pensie în România, dar de doi ani lucrez ca îngrijitoare la Torino cu un contract pe o perioadă îndelungată. Am auzit de la rudele din ţară că nu am voie să iau şi pensie şi să am şi un contract de muncă.

Aşa că nu mai spun nimănui că iau şi pensie în România, ca să nu rămân fără ea. Şi alte pensionare pe care le cunosc preferă să spună românilor care le întreabă că ele lucrează la negru”, spune Margareta.

Leonte Ana (59 de ani), din Braşov, are o pensie de 300 de lei în România. De două ori pe an merge la Pescara să lucreze ca îngrijitoare. „Bătrânii italieni mi-au propus să mă angajeze cu contract, dar eu am refuzat.

Îmi este teamă să nu descopere cei de la Casa Naţională de Pensii din ţară că eu am şi pensie, şi salariu. Prefer să lucrez la negru. Muncesc maximum trei luni, după care mă întorc în ţară”, spune Ana.

Temerile sunt nefondate

În decembrie 2008, Guvernul Boc a propus ca pensionarii să nu mai ia salariu de la stat, ci să aleagă între pensie şi salariu. Ordonanţa nu s-a referit şi la categoria pensionarilor care s-au angajat la firme private, categorie care include şi pensionarii care muncesc în Italia.

Anita Cristea, ataşat la biroul pentru probleme de muncă al Ambasadei României la Roma ne-a precizat că există riscul de a rămâne fără pensie numai în anumite cazuri.

„Persoanele care beneficiază de pensie anticipată, anticipată parţial sau de pensie de invaliditate de gradul I şi II nu au voie să aibe un job şi sunt obligate să anunţe Casa Naţională de Pensii dacă muncesc cu contract în Italia.

Inspectorii pot verifica dacă această regulă este încălcată, iar atunci pensionarul rămâne fără pensie şi riscă o amendă.”, a spus Anita Cristea.

Pensionarii pot lucra liniştiţi, nu-şi vor pierde pensia

La sfârşitul lunii decembrie a anului trecut, guvernul Boc a propus interzicerea cumulului pensiei cu salariul obţinut de la intituţiile de stat. La 5 ianuarie 2009, a fost publicată în Monitorul Oficial ordonanţa de urgentă care prevedea ca pensionarii angajaţi să aleagă: salariul ori pensia.

A doua zi, Boc a revenit şi a precizat că pensionarii au voie să lucreze în continuare. Ei pot fi plătiţi cu ajutorul unor convenţii civile sau prin contracte de drepturi de autor. În 15 februarie însă, Curtea Constituţională a decis că ordonanţa este neconstituţională şi nu se poate aplica. Astfel, legislaţia română nu interzice cumulul pensiei din România, cu salariul din Italia.

Sursa: Adevarul.

Minori non accompagnati, nuova procedura per i romeni

di Gabriela Preda

ROMA - Nuove procedure per regolamentare il rientro in patria dei minori romeni non accompagnati o in difficoltà presenti in Italia. Tra qualche giorno, la gestione dei programmi del Viminale che riguardano i minori romeni non accompagnati si farà esclusivamente online. Il nuovo programma informatico entrerà in vigore dal primo aprile, a supporto di una recente direttiva stilata dall'Organismo centrale di raccordo per la protezione dei minori comunitari non accompagnati (istituito l’anno scorso presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno).

Concretamente, la direttiva riorganizza la gestione della presenza dei minori romeni non accompagnati o in difficoltà presenti in Italia. Esattamente come lo prevede l’accordo di cooperazione tra Italia e Romania per la protezione dei minori romeni non accompagnati o in difficoltà presenti in Italia, entrato in vigore il 12 ottobre scorso.

Ma cosa significa gestire la presenza sul territorio dei minori romeni non accompagnati o in difficoltà, garantendo loro protezione? Il documento definisce nel dettaglio le “procedure operative” del processo di gestione dei programmi di identificazione e rientro in patria studiati per ciascun caso “per garantire la tutela dei minori”. Il tutto seguendo le fasi di ritrovamento e identificazione del minore ed il conseguente affidamento ad una struttura di accoglienza, nonché l'attuazione dei programmi finalizzati al rientro, compresa la fase di monitoraggio successiva al ritorno in Romania.

Alla nuova direttiva (www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1224/circolare%20prot.%20n.%20246%20del%2020.01.09.pdf) sono allegati due modelli di scheda informativa, uno dei quali specificamente riferito al minore romeno non accompagnato o in difficoltà sottoposto a procedimento penale. Secondo gli ultimi dati disponibili, i minori romeni non accompagnati si collocano ancora ai primi posti nelle statistiche nazionali sui paesi di provenienza, assieme ai minori provenienti dal Marocco o dall’Albania.

18 marzo 2009

Fonte: Metropoli - La Repubblica.

Demonizarea românilor din Italia, văzută cu ochii reporterilor marilor ziare străine

18 Mar 2009 Claudia Stanila

Despre actualul climat intolerant privind românii din Peninsulă am cerut opinia câtorva corespondenţi de la Roma ai unor publicaţii străine: Tobias Piller, corespondent din Italia pentru cotidianul german „Frankfurter Allgemeine Zeitung“ şi preşedinte al Presei Străine din Italia, Jeff Israely - „Time Magazine“, Gabriele Fontana, Radio şi Televiziunea Elveţiene, şi Salvatore Aloise, corespondent „Le Monde“ şi „Arte“.

Impulsurile xenofobe sunt exploatate de politicienii italieni

Politicienii italieni prezintă românii ca întruchipare a răului
• Tobias Piller, corespondent al „Frankfurter Allgemeine Zeitung“


Ce crezi despre actuala atmosferă incendiară privind românii din Italia?
În primul rând, situaţia actuală este o consecinţă a proastei administrări de către guvernul italian a unei teme precum cea a siguranţei naţionale.

S-au redus sumele alocate forţelor de poliţie, jandarmeriei sau magistraturii. Iar acum, după aceste economisiri arbitrare, se încearcă în mod populist a se recupera „petice“ de siguranţă. Cu intenţia vădită de a demonstra - contrar lipsei de reuşită pentru moment – că problema siguranţei în Peninsulă se rezolvă.

În al doilea rând, cred că ziarele italiene sunt mult prea senzaţionaliste. În plus, comunitatea de imigranţi români este la momentul actual foarte numeroasă, la asta adăugându-se şi problema lipsei frecvente a distincţiei între cetăţenii romi şi români, fapt generator de multe confuzii. Rezultă de aici o problemă de imagine pentru România.

Desigur, 5% delincvenţi dintr-un total de 500.000 de persoane reprezintă un număr mai mare decât 5% din 50.000 de oameni. Şi cum românii reprezintă prima comunitate de imigranţi în Italia, este mai mare posibilitatea de a găsi mai des în rapoartele poliţiei un act infracţional comis de români.

Ce părere aveţi despre modul în care tema românească a fost tratată în mediile politice şi în mass-media italiene?
Cred că există politicieni italieni care fac foarte mult populism pe tema siguranţei naţionale - subiect foarte en vogue la ora actuală în Italia. Lideri care încearcă să demonstreze alegătorilor cât sunt ei de grozavi în a le asigura siguranţă, graţie diverselor soiuri de decrete, patrule. Asftel, românii devin întruchiparea Răului de care trebuie să te aperi.

Crezi că în România nu se întreprind suficiente demersuri pentru promovarea unei imagini culturale în Italia?
Un aspect îngrijorător rezidă în faptul că lipseşte în Italia o aşa-zisă identitate pozitivă a României. Care este aportul cultural al României la valorile europene, istoria sa, identitatea sa economică, care sunt aspectele pozitive ale ţării dumneavoastră? Şi dau în acest sens un exemplu extrem: dacă un francez comite o crimă hidoasă, riscul ca opinia publică să asocieze întreaga naţiune franceză cu criminalul este improbabil. Dacă, în schimb, este prins un criminal român, nu există nimic care să vină în minte pentru a cumpăni imaginea defavorabilă. Unicul lucru de care-şi amintesc este Ceauşescu. Există în Italia multă ignoranţă în ceea ce priveşte faţa cealaltă, înseninată, a României. Este vital ca România să se prezinte în străinătate şi cu aceste aspecte.

Ai putea face un paralelism între abordarea germană şi cea italiană a procesului imigraţional?
A integra turci, una dintre comunităţile de imigranţi cele mai numeroase din Germania, persoane de religie musulmană în majoritate, este un proces şi mai dificil decât a integra români, creştini, de aceeaşi religie, deci cu majoritatea vechilor cetăţeni europeni. Integrarea românilor în Italia ar trebui să fie un proces mult mai simplu, există atâtea avantaje privind similitudinea de limbă şi de cultură latine. Italia pare însă a fi ignorat faptul de a fi o ţară de imigraţie. Dacă însă acum câţiva ani comunitatea de imigranţi din Italia număra un milion de persoane, la ora actuală a ajuns la peste 5 milioane. Şi acum toate problemele au sărit în aer, nu numai în ceea ce-i priveşte pe imigranţii din ţara dumneavoastră. S-au trezit confruntaţi brusc cu atât de multe probleme nesoluţionate. Acum cinci ani se vorbea în termeni difamanţi de albanezi.

Şi italienii erau ţapi ispăşitori pentru infracţiuni în Elveţia anilor ’50
• Gabriele Fontana, Radio şi Televiziunea Elveţiene

Imigraţia: ameninţare sau bogăţie?
În mod sigur o bogăţie, percepută însă ca o ameninţare. Aş tinde să asociez comunitatea de imigranţi români în Peninsulă celei a italienilor în Elveţia în anii ’50-’60, când aceştia erau principalul grup străin. În Italia sosesc imigranţi din toate părţile. În Elveţia era un noroc faptul că majoritatea imigranţilor veneau dintr-o singură ţară, şi anume din Italia meridională, şi, în consecinţă, era mai uşor de controlat fenomenul. Astăzi, în Italia, comunitatea românească a devenit atât de numeroasă încât supravegherea în mod mai structurat a acestei integrări de economie, de populaţie n-ar putea produce decât avantaje atât pentru comunitatea românească, cât şi pentru cea italiană. Din păcate, nu se face un raţionament de acest tip şi, cum românii sunt grupul cel mai masiv de imigranţi, sunt percepuţi ca o ameninţare. Spun „din păcate“ pentru că un alt discurs ar putea aduce numeroase avantaje Italiei în primul rând.

Care crezi că este sorgintea acestei prejudecăţi împotriva românilor?
În Italia este răspândită părerea conform căreia din România sosesc în mod foarte uşor infractori români. Şi asta întrucât statul italian nu este disuasiv în ceea ce-i priveşte. Apoi, din punct de vedere social, Italia este o ţară aproape de faliment. În cazul unei situaţii de tensiune, de criză lipseşte în Italia un sistem eficace de amortizatori sociali. Şi atunci spectrul tradiţional al străinului perceput ca un duşman este fluturat cu succes, având priză mai ales în straturile populare, în periferii: acolo unde se răspândesc mult mai uşor sentimentele xenofobe. Locuri unde, în special, comunităţile imigrante sunt mai numeroase. Mi se pare foarte curioasă această relaţie dintre romi şi români. Înainte erau românii care insistau să se demarcheze net de romi, ţineau foarte mult la distincţie, iar acum pare să se fi inversat rolul. Acum romii sunt cei care insistă: „Noi suntem romi, nu suntem români. Sunt furioşi pe noi crezând că suntem români“. Mi se pare foarte semnificativ modul în care, în mai puţin de un an, s-au răsturnat complet lucrurile. Acum romii se apără de „acuza“ de a fi consideraţi români.

Ce crezi despre modul în care mass-media italiene au tratat tema imigranţilor români?
Cazul românilor acuzaţi de viol reprezintă doar o altă variantă a acestei derive a spaţiului deţinut de „cronica neagră“ în presa italiană: toate aceste pagini dedicate delictelor, crimelor, cazurilor judiciare. Cazul de la Caffarella face parte dintr-un şir de alte evenimente: delictul Erba, Garlasco, Amanda Meredith, fiecare cu semnificaţia sa simbolică. Aceste cazuri de viol intervin într-un context particular după momentul Guidonia sau scena imigrantului indian căruia i s-a dat foc, vehiculând ideea brutalităţii primare a anumitor populaţii considerate periculoase. Idee specifică conform căreia clasa socială cea mai defavorizată reprezintă ameninţarea din umbră. Este prea puţin relavantă în sine această poveste de la Caffarella. Căci într-o ţară de 50 de milioane de locuitori, violurile - fără să le enumerăm pe cele care se petrec în familie şi care sunt majoritare - sunt inevitabile. Fără a fi, desigur, acceptabile. Vor exista întotdeauna. Nu pentru că, aşa cum spune Berlusconi, femeile italiene sunt frumoase, provoacă dorinţe, ci pentru că reprezintă un tip de agresiune aparţinând în mod „fiziologic“ unei societăţi. Asemenea infracţiunilor de furt sau omuciderilor. Ceea ce mi se pare în schimb extrem de relevant este că un asemenea caz devine serial, ocupând paginile ziarelor zile şi săptămâni în şir. Astfel încât cititorul aşteaptă în mod natural urmarea.

Alarma împotriva violurilor părea să fie, de fapt, o alarmă privind agresiunile atroce comise de bărbaţi români...
Este, oricum, evident că trebuie să se ţină cont de faptul că întrucât românii sunt cea mai numeroasă comunitate de străini în Italia, creşte în mod proporţional şi numărul delictelor comise de aceştia. Este matematic. Unii afirmă - şi poate fi o teorie destul de seducătoare, dar nu ştiu cât de fundamentată - că o cauză a răspândirii criminalităţii în rândurile imigranţilor ar rezida în acumularea de frustrare, resentimente şi disperare. Oamenii îşi părăsesc ţara natală cu speranţa, visul unei vieţi mai bune, iar când realitatea se revelează a fi diversă şi prea crudă, ar fi tentaţi să caute căi mai rapide de câştig, de „realizare“ economică. Aşa cum te pot ajuta, conaţionalii te pot şi şantaja sau exploata în exil. Şi astfel se poate întâmpla ca grupuri naţionale mai numeroase decât alţii să fie semnalate drept mai periculoase. Devin ţapul ispăşitor pentru toate relele. Cum s-a întâmplat în Elveţia cu italienii când erau grupul de imigranţi cel mai consistent.

Va fi posibil un preşedinte român în Italia precum Obama în SUA?
• Jeff Israely, „Time Magazine“

Românii în Italia: tensiuni atât de grave sau, mai degrabă, instrumentalizare politică şi mediatică?
Conflictul dintre imigranţi şi băştinaşii locurilor face parte din experienţa de imigraţie din orice ţară. Este aproape anormal să credem că procesul de imigrare nu presupune conflict. În mass-media, orice delict, orice crimă comise de un român sunt prezentate în detaliu ca o agresiune. Interpretarea care se dă oricărui delict comis de români reliefează o anumită imagine a românilor asociată delincvenţilor. Şi asta deşi ştim bine cu toţii că infractorii români reprezintă o minoritate. După marocani şi ulterior albanezi, acum rolul imigrantului rău este jucat de către români. Italia nu este singura ţară care se confruntă cu acest tip de conflicte în ceea ce priveşte imigranţii. Însă, în Italia, tonurile sunt mai aprinse fie pentru scopuri politice, fie pentru că ziarele au un fir narativ. Şi se întorc mereu la această narativă, pe de o parte pentru a face vânzare, iar, pe de altă parte, din comoditate.

Ai vorbit de motive politice. Abordarea imigraţiei pare să fi devenit mai degrabă o chestiune ideologică.
Într-adevăr. Atât guvernul naţional de dreapta italian, cât şi Primăria Romei de dreapta au jucat cartea securităţii, miza fiind voturile. Există oameni politici cinici care ştiu prea bine că prezentarea imigranţilor drept un pericol concret - fiind deci, nevoie de un guvern puternic pentru a asigura siguranţa - este o cale sigură de a câştiga voturi. Ar trebui ca aceşti politicieni care joacă cartea alarmismelor să fie condamnaţi în mod ferm. Căci se joacă, de fapt, cu existenţa persoanelor şi a viitorului unei societăţi.

Nu este un paradox ca un popor care a avut o experienţă de imigraţie atât de importantă să fie ostil noilor imigranţi?
Ar fi interesant de pus aceeaşi întrebare la Bucureşti în legătură cu ce se poate crede despre chinezi, moldoveni, indieni, arabi. Poate şi în România imigranţii din ţările mai sărace, anumiţi străini, pot fi priviţi cu suspiciune. Situaţia de a accepta străinul este o provocare, scoţând la iveală ce este mai intolerant în noi.

Care este imaginea românilor în America?
În America nu există o problemă cu românii, asociem încă România cu Nadia Comăneci.

Visul american ar putea fi înfăptuit şi în Europa: un marocan preşedintele Franţei şi un român - la ora actuală sună aproape blasfemiator - preşedinte al Italiei?
Mai devreme sau mai târziu se va întâmpla. America a demonstrat cu alegerea lui Obama o capacitate de a uimi. Sarkozy este deja o schimbare pentru Franţa, fiind fiul unui imigrant. Viteza cu care a avut loc schimbarea în America este un bine în sine. Însă speranţa nu este suficientă: problemele răman, ca şi prejudecăţile. Europa încă nu este pregătită, este nevoie de timp.

„Italienii, asimilaţi cu mafia atâta vreme, ar trebui să fie mai atenţi cu generalizările“
• Salvatore Aloise este din 1988 corespondentul din Italia al cotidianului francez „Le Monde“ şi al postului de televiziune Arte.

Esti de 20 de ani corespondentul cotidianului „Le Monde“ în Italia. Cum apreciezi evoluţia climei privind imigranţii români?
Este o derivă periculoasă. S-a transmis în mass-media, dar şi în rândurile opiniei publice italiene ideea conform căreia imigranţii ar constitui un pericol. Iar această imagine a străinilor periculoşi reprezintă un risc foarte mare. De când a fost comis violul de către românul Mailat, această imagine a început să aibă priză chiar şi în rândurile reprezentanţilor stângii politice italiene. Şi anume ideea conform căreia responsabilitatea unei crime ar incumba tuturor românilor, iar nu doar - aşa cum ar fi firesc – autorului ei. Se inşiruie delicte diverse unele după altele, omiţându-se prezentarea lor cu raţionalitate, cu echilibru. Multe publicaţii au început să urmărească această retorică generalizatoare. La începtul secolul XX, Italia a trecut ea însăşi prin această tristă experienţă a generalizărilor periculoase când italienii erau asociaţi mafiei. De aceea cred că italienii ar trebui să fie primii atenţi faţă de utilizarea generalizărilor facile.

Statisticile relevă însă prezenţa unei rate a criminalităţii mai mari în rândurile comunităţilor de imigranţi.
Ar trebui să se studieze dacă această situaţie nu este cumva facilitată şi de conjunctura politică. Mă refer la toate obstacolele birocratice pe care le încurajează cumva clandestinitatea, munca la negru. Astfel creşte riscul creării unor situaţii de promiscuitate şi apoi de delincvenţă.

Consideraţi că se acordă aceeaşi relevaţă şi în cazul în care victima este un român sau un imigrant în general?
Nu, din păcate. Se omite acordarea aceluiaşi spaţiu în cazul în care victima unei infracţiuni este român sau alt imigrant. De pildă, cum s-a întâmplat recent cu românca agresată sexual de un bărbat italian. A fost o ştire de câteva rânduri într-una dintre ultimele pagini ale unui cotidian.

Sondaje de opinie evidenţiază un procentaj îngrijorător de ridicat de italieni care îi considerau pe români nesuferiţi.
Aceste percepţii nu sunt altceva decât rezultatul inevitabil al generalizărilor de care pomeneam mai înainte. De aceea cred că mass-media şi politicienii trebuie să fie atenţi la ce mesaje transmit opiniei publice. Căci influenţarea în special a oamenilor simpli este inevitabilă. Un exemplu elocvent în acest sens este celebra scrisoare pe care un cetăţean italian i-a adresat-o acum câteva luni lui Veltroni: „Ajutor! Pe zi ce trece devin tot mai rasist. Când văd zilnic români furând în tramvaie, atitudini necivilizate...“. Şi apropo de cifre. Dacă se studiază contribuţia românilor la produsul naţional brut italian, se constată că fac parte integrantă din societatea italiană. În schimb, pare a se transmite ideea că ar exista cetăţeni de serie A, iar alţii de serie B. Viziune care nu poate da naştere la nimic bun. Pe unda acestei derive alarmistice s-a ajuns de-a dreptul să se întocmească legi care frizează rasismul, precum aceea constând în dublarea pedepsei pentru o infracţiune în cazul în care autorul sau este clandestin sau nu se afla în mod legal pe teritoriul italian.

Fonte: Cotidianul