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sabato 14 marzo 2009

Obiectiv, il periodico italo-romeno a vocazione sociale


12/03/2009
Il prezzo dell’integrazione

«In questo momento il nostro compito è tenere alto il morale dei cittadini rumeni, fa male quando ti si dice che sei stupratore per natura», esordisce così Magdalena Lupu, caporedattore di Obiectiv, periodico italo-romeno che ha la sua sede nel cuore del quartiere etnico di Torino, tra Barriera di Milano e Porta Palazzo. Attivo da ormai due anni svolge il compito di connettere la comunità romena e quella italiana. Un compito tanto più importante oggi che, in seguito a episodi di violenza che hanno avuto come protagonisti cittadini romeni, si è diffuso un clima di caccia alle streghe alimentato dai media e oggetto di strumentalizzazioni da parte della politica. Recentemente il senatore Stiffoni della Lega Nord ha dichiarato: «L'etnia romena, se rappresentata da questi personaggi specializzati in stupri, non è degna di restare in una Europa unita».

Eppure i dati del ministero dell'interno, benché non contestualizzati e dunque di ardua valutazione, dicono che le violenze compiute da romeni sono in numero minore rispetto ad altre etnie, per non parlare degli stupri compiuti da italiani che restano il settanta percento del totale. A Torino si sono verificati episodi di violenza ai danni di rumeni, non da ultimo l'incendio di un negozio di alimentari in via Monterosa avvenuto a fine febbraio, considerato dalla polizia come crimine "a sfondo razziale". E poi ronde, scritte xenofobe. «Ma noi non ci sentiamo minacciati, abbiamo sempre espresso la nostra opinione, non è una questione di coraggio. Noi vogliamo informare, è il nostro lavoro -spiega Magdalena Lupu- noi vogliamo essere l'altra faccia della medaglia, lo abbiamo detto fin dal primo momento. Se un italiano intende conoscere l'opinione di un romeno al di là di quanto si dice sui giornali o sente in televisione lo può fare con noi. Allo stesso modo se un romeno vuole difendere se stesso e la sua comunità da accuse generalizzate può avere diritto di replica sul nostro giornale». Le istituzioni locali però sono sorde al lavoro di Obiectiv, non tanto quelle italiane, che si sono spese in favore dell'integrazione specialmente dopo l'ingresso della Romania nell'Europa unita, ma quelle romene. Il Consolato generale della Romania si è insediato a Torino nel 2007 e molte speranze venivano riposte nella sua presenza: «Ma il consolato è solo burocrazia» ed è mancata quella connessione, quella posizione comune che avrebbe potuto dare voce alle istanze della comunità.

Quello di Obiectiv è un giornalismo a vocazione sociale e per questo esce in doppia lingua, lo spiega bene il Direttore Giovanni D'Amelio: «Questo giornale è nato per essere un ponte tra le due culture, ci rivolgiamo ai romeni per far conoscere quei fatti che riguardano direttamente la comunità, e a quegli italiani che sono interessati a conoscere la comunità romena, che a Torino e provincia conta più di centomila persone. La linea tenuta dagli altri media -prosegue D'Amelio- è quella di dare addosso allo straniero strumentalizzando la minoranza che compie crimini. Non si presenta mai l'aspetto positivo delle comunità. Ciò testimonia come non ci sia da parte del mondo dell'informazione una sensibilità spiccata verso lo straniero. Si tende a parlarne solo per i fatti di cronaca enfatizzando molto che è straniero e non si evidenzia che in Italia oggi i migranti reggono in buona parte la creazione della ricchezza». Ma a Obiectiv non piacciono le lodi eccessive: «Facciamo solo il nostro dovere -ripete Magdalena Lupu- e possiamo contare solo sulle nostre forze. Non riceviamo denaro da nessuno, ci autofinanziamo e poi, naturalmente, c'è la pubblicità. Questo è garanzia della nostra obiettività e del nostro desiderio d'essere d'aiuto trasversalmente rispetto agli interessi particolaristici». Essere d'aiuto alla comunità romena e alla società tutta, informare e connettere la realtà di chi vive qui con quella di chi ci è arrivato da poco, anche in nome della comune cittadinanza europea, far conoscere la cultura di un paese al di là degli stereotipi negativi. Obiectiv esce in oltre mille edicole a Torino e provincia al costo di soli cinquanta centesimi: è questo il prezzo dell'integrazione.
di Matteo Zola

Fonte: Peace Reporter

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