La comunità romena si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza dal paese natale.
Informazioni utili per i romeni che vivono in Italia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e divenire cittadini attivi.

Comunitatea Românească în Italia

Locul unde comunitatea românească se regăsește zilnic în știri, noutăți, mărturii, informații și sfaturi, pentru a nu uita rădăcinile și a trăi mai bine departe de țara natală. Informații utile pentru românii care trăiesc în Italia, despre oportunitățile pe care le oferă realitatea din jur și pentru a deveni cetățeni activi.

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giovedì 28 ottobre 2010

Festa dell'Integrazione a Rignano Flaminio‏ il 31 ottobre

L'associzione SPIRIT ROMANESC-filiale ROMA NORD
Parocchia Ortodossa Romena Sfantul Ilie(Sant Elia) Rignano Flaminio
Comune di Rignano Flaminio

Hanno il piacere di invitarvi a partecipare alla

1a Festa dell'Integrazione
DOMENICA 31 OTTOBRE 2010 ore 16.00

Desideriamo che la nostra gioia passi al di là delle frontiere della lingua e che il messaggio di amicizia arrivi a tutti quelli che credono che attraverso la cultura e le tradizioni si possono mettere in contatto persone con tradizioni diverse tra di loro.

Vi aspettiamo numerosi per una serata da non dimenticare.

Multiculturalità ed Interculturalità, 30 ottobre a Roma al Centro La Strada

Università Popolare dei Castelli Romani - Centro commerciale, socio-cultural La Strada - Noi e il mondo

Hanno il piacere di invitarVi all’evento :

MULTICULTURALITA' ED INTERCULTURALITA'

Sabato 30 ottobre 2010, ore:10.30, al Centro commerciale, socioculturale "La strada"

Circonvallazione Nomentana 530
(vicino alla stazione Tiburtina ) Roma

L’evento aprirà il Corso di Lingua, cultura e civiltà romena curato dall'UPCAR

Interverranno :
Dott. Massimo Zito - presidente International Crime Analysis Association
Dott. Massimo Marciano - giornalista, presidente Università Popolare dei Castelli Romani
Avv. Giorgio Mori - consigliere XX Municipio
Avv. Giancarlo Germani - presidente PIR
Dott.ssa Nicoleta Sprinceana - docente Università Popolare dei Castelli Romani

Moderatore: Draga Rocchi - FIRI

Parteciperanno esponenti della comunità romena in Italia . L’evento si chiuderà con un momento folkloristico grazie alla partecipazione della cantante romena Violeta Giapana .

Confermare la presenza cell. 3289355844

Il programma di promozione del patrimonio culturale romeno

Il programma di promozione del patrimonio culturale romeno:
Churches with exterior mural painting in Oltenia (18th-19th centuries) ( cimec - terni)
Autore: Aurelia Dutu 

L’Istituto della Memoria Culturale – CIMEC di Bucarest, in partenariato con l'Associazione “Fiore Blu” della comunità romena di Terni (Umbria – Italia) e il Comune di Terni (TR), ha ottenuto – attraverso il Programma Cantemir per il finanziamento dei progetti culturali svolti all’estero – il finanziamento attribuito dall’Istituto Culturale Romeno di Bucarest per il programma di promozione del patrimonio culturale romeno “Tesori della spiritualità ortodossa: chiese con affreschi esterni della regione di Oltenia (secc. XVIII–XIX)”. Tale programma consisterà nell’organizzazione di una mostra multimediale (che verrà aperta il 1 dicembre 2010, per celebrare al contempo la Festa Nazionale della Romania) presso la sede dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Terni, e di una tavola rotonda (il 2 dicembre 2010), eventi destinati entrambi a promuovere il patrimonio culturale romeno e ad avviare un autentico e proficuo dialogo tra gli esperti culturali, amministrativi e formativi della Romania e dell’Italia.

Il tema della mostra e della tavola rotonda nasce dalla constatazione che la pittura murale esterna di alcune chiese dell’Oltenia è un fenomeno artistico peculiare nell’arte tardo–postbizantina, dato l’esiguo numero fino ad oggi conservato di questi edifici religiosi, che vanno considerati come autentici punti di riferimento architettonico–iconografico dell’arte costruttiva sacra. Un’ulteriore motivo per prediligere la suddetta località della regione Umbria, nell’organizzazione della mostra e della tavola rotonda, è stato il fatto che nel Comune di Terni la comunità romena conta un numero relativamente elevato di residenti (circa il 5 % della popolazione cittadina), per cui i due eventi culturali potranno contribuire a migliorare la conoscenza del patrimonio culturale romeno e a stimolare un proficuo dialogo interetnico.
http://www.scribd.com/doc/39325298/Catalog-Expozitie-Terni
http://terni.cimec.ro/

Fonte: Lab for Culture

Teatromania al Teatro Belli di Roma

2 - 14 novembre
Teatro Belli – Accademia di Romania
T.R.M. TEATROMANIA
rassegna di drammaturgia rumena
a cura di Carlo Emilio Lerici

TEATRO BELLI
Piazza Sant'Apollonia 11/a 00153 - ROMA -
Tel. 06 58 94 875 Fax 06 58 97 094

Fonte: Teatro Belli

Generazione Ceausescu, cronaca di un dramma

Mer, 27/10/2010 Cultura Gabriela Adamesteanu Romania
Simona Maggiorelli

INTERVISTA. Punto di riferimento in Romania nella battaglia per la tutela dei diritti civili, la grande scrittrice, saggista e giornalista Gabriela Adamesteanu è in Italia per presentare "L’incontro", pubblicato per Nottetempo.
Voce tra le più autorevoli della cultura romena contemporanea, la scrittrice, Gabriela Adamesteanu è in questi giorni in Italia per presentare uno dei suoi lavori più importanti, L’incontro, scritto nel 2007 e ora finalmente pubblicato in Italia dall’editore Nottetempo nella traduzione di Roberto Merlo. Al centro del romanzo la vicenda del biologo esule Traian Manu che, ormai cittadino italiano, viene invitato dal regime di Ceausescu a tornare in Romania per tenere delle conferenze. Atterrato all’aeroporto di Bucarest, Manu si troverà davanti un mondo kafkiano, di burocrazia invischiante e di ufficiali spie. Pagina dopo pagina, ne L’incontro, emerge così il bruciante affresco di un paese ferito a morte dalla dittatura. Una distruzione che anche sul piano culturale Gabriela Adamesteanu ha cercato di “ curare” lavorando con il gruppo dissidente Ngo (Gruppo per il dialogo sociale), nato dopo la rivoluzione del 1989 che ha posto termine alla dittatura di Nicolae Ceausescu. ma anche attraverso il suo impegno di scrittrice e di caporedattrice del supplemento letterario del quotidiano Bucurestiul Cultural. Abbiamo colto l’occasione della presentazione de L’incontro al Pisa Book festival per conoscere più da vicino il suo lavoro.

Gabriela, in questo libro, il protagonista Manu, fuggito dalla Romania, trova una nuova vita in Italia. C’è un ricordo, per quanto trasfigurato, della storia di suo zio Dinu, celebre archeologo?
Mi sono resa conto negli ultimi tempi che L’incontro spesso dà ai lettori l’impressione di essere molto più autobiografico di quanto in realtà non sia. La storia del romanzo, tuttavia, così come il profilo dei personaggi (Traian Manu, sua moglie la tedesca Christa, il giovane nipote Daniel, gli ufficiali della Securitate che lo sorvegliano e così via), è completamente inventata. D’altra parte, il tema dell’esilio e dell’emigrazione mi è stato suggerito certamente dall’esperienza di mio zio Dinu, archeologo italiano di origine romena, ma anche da quella di grandi scrittori e pensatori romeni dell’esilio, come Ionesco, Eliade e Cioran, nonché dall’esperienza concreta di amici e conoscenti. Ho letto i documenti originali del tempo per ricreare il linguaggio particolare della Securitate, ma li ho rielaborati e riscritti per incorporarli nella costruzione letteraria. Allo stesso modo sono partita da alcuni dati reali per raccontare una condizione generale umana, quella dell’Ausländer, del meteco, dell’esule, dell’immigrato, attraverso cui sono passati e continuano a passare innumerevoli persone. E poi ho anche voluto raccontare le illusioni di questa condizione, tanto di coloro che partono quanto di coloro che restano. Nonché, certamente, qualcosa della Romania dell’ultimo periodo del totalitarismo e del clima di sospetto e di sfiducia che in quegli anni bui pesava su tutto e tutti.

Nuove voci come quella di Dan Lungu (vedi box, ndr) oppure come quella dell’ esordiente Filip Florian testimoniano un quadro molto vivace della letteratura romena oggi. Quali sono i filoni più interessanti, secondo lei?
Agli autori da lei citati vorrei ancora aggiungere alcuni nomi importanti, quali Norman Manea, Mircea Cartarescu, Ana Blandiana, Paul Goma, Petru Cimpoesu e Florina Ilis, tutti tradotti anche in italiano e la cui lettura può fornire una buona prospettiva sul complesso quadro della letteratura romena contemporanea. Sono autori che appartengono a generazioni differenti; alcuni vivono in Romania mentre altri appartengono alla generazione dell’esilio. Come lei osserva, la letteratura romena è oggi particolarmente ricca e vivace: le due direzioni più fertili della prosa mi paiono essere quelle illustrate dai romanzi che riflettono la visione del presente delle generazioni più giovani oppure quelli che analizzano criticamente il passato, in particolare l’ esperienza del totalitarismo. Tra i molti nomi di autori interessanti che potrei citare vorrei ricordare ancora quelli di Dumitru Tepeneag, Stefan Agopian, Radu Aldulescu e Razvan Radulescu.

Leggendo nuovi autori già tradotti in italiano può sembrare che uno stile quasi espressionista, una torsione visionaria del racconto che combina crudo realismo e letteratura fantastica sia un main stream nella letteratura romena oggi. E’ davvero così?
La sua caratterizzazione corrisponde a una parte di realtà. La letteratura romena presenta anche, ad esempio, una vena comico-ironica, che nasce soprattutto dalla capacità di osservare con occhi critici una situazione politica perennemente disastrosa. Sulla scia di un maestro ancora di grandissima attualità, il commediografo e narratore Ion Luca Caragiale. Inoltre, ho l’impressione che la letteratura propriamente fantastica sia oggi da noi meno presente, oscurata forse dalla volontà di essere presenti qui e oggi, nella concretezza del presente: il maestro indiscusso di questo genere, comunque, resta senza dubbio Mircea Eliade, studioso e scrittore ben noto anche al pubblico del vostro paese.

Quanto al suo lavoro di giornalista impegnata nella società civile può raccontarci qualcosa dell'esperienza di Rivista 22, l’unica rivista indipendente della Romania post-decembrista?
Per me, nel periodo in cui ho diretto la Rivista 22, dal settembre del 1991 al maggio del 2005, a dire il vero il problema principale è stato quello di trovare i mezzi economici necessari a garantire l’ indipendenza della rivista, che ha sempre tenuto un atteggiamento estremamente critico nei confronti delle forze di governo. È esistito un certo supporto dall’opposizione, che però negli anni 90 da noi cominciava appena a delinearsi. Altrettanto difficile è stato cercare di evitare la “manipolazione”, ovvero riuscire a distinguere chiaramente tra l’interesse della rivista e gli interessi personali dei suoi collaboratori. Alla fine, questi sono stati anche i motivi che mi hanno portato a concludere l’esperienza della direzione di Rivista 22, il che è stato tuttavia anche un bene poiché sono tornata alla letteratura, con i romanzi L’incontro e Provizorat (Provvisorietà, ed. 2010) e con la traduzione dei miei libri precedenti in altre lingue, a partire da Matinée perdue (ed. Gallimard, 2005).

Come è vista l’Italia dalla Romania oggi? E cosa pensa del reato di clandestinità creato in Italia dal governo di centrodestra e delle dure politiche di respingimento degli immigrati che sono in atto?
I Romeni oggi sono fortemente attratti dall’Italia, come dimostrano non solo il grande numero di immigrati che hanno trovato un posto di lavoro in questo paese ma anche il fatto che l’Italia, dopo l’Austria, è la meta turistica più amata dai romeni della middle e upper class. Mi pare evidente che la creazione di un reato di clandestinità rappresenti piuttosto una manovra politica a fini elettorali che non una soluzione reale dei problemi sollevati dal fenomeno migratorio. Certamente quel settore della politica dimentica che anche l’Italia è stato - e si avvia nuovamente ad essere, per quanto ho potuto capire, soprattutto nel caso della fuga dei cervelli - un Paese di emigranti verso paesi dalle condizioni economiche più promettenti, che ha a sua volta dovuto confrontarsi, sul banco degli accusati, con i pericoli della semplificazione e della manipolazione dell’immaginario. Certo, alcuni individui già in rotta con la legge possono aver commesso atti imperdonabili, ma il giudizio chiaramente e giustamente negativo espresso nei loro confronti non deve essere indebitamente esteso a ogni loro connazionale. Di questo è colpevole una politica populista e demagogica nonché certa parte dei media, affamati di sensazionalismo, i quali vanno contro gli interessi stessi dell’Italia dimenticando i vantaggi che molte imprese del vostro Paese hanno tratto dai massicci investimenti in Romania.



I "FAVOLOSI" ANNI NOVANTA
Romania primi anni Novanta. Il Muro di Berlino è caduto da poco e il regime di Ceausescu si è dissolto. In una tranquilla cittadina di montagna, all’interno di un sito archeologico viene scoperta una fossa comune. A chi appartengono le ossa che affiorano dal terreno? E perché le falangi delle loro dita mignole sono sparite? Poliziotti, giornalisti, ex detenuti politici, cittadini si riuniscono intorno al la fossa sfidandosi a colpi di ipotesi bizzarre e surreali, finché dall’Argentina una squadra di antropologi criminali, esperti in “desaparecidos”, è chiamata a esprimere il verdetto finale. Dita mignole (Fazi) è il romanzo d’esordio di Filip Florian. Nella Romania post-Cortina di Ferro è ambientato anche Il paradiso delle galline. Falso romanzo di voci e misteri (manni editori) l’ultima fatica letteraria di Dan Lungu. Sotto le macerie del regime di Ceausescu è rimasto un paradiso chiamato Transizione. È il paradiso dell’irrealtà, sobborgo della storia, dove nulla più accade, tutto si ricorda. Dove gli abitanti di una strada di periferia, di una città di periferia, di un Paese ex comunista alla periferia dell’Europa, sono come galline, che al mattino escono a beccare mangime e lombrichi, e alla sera ritornano al pollaio. Per Lungu, gli eroi del regime di Ceausescu ora sono solo zavorra della modernità. Operai, pensionati, casalinghe evocano vicende più o meno immaginarie del passato, preparano progetti fantasmagorici per il futuro, e intanto bevono vodka e acquavite, ciarlando e beccandosi, stravaccati ai tavoli del “Trattore stazzonato”.

Fonte: Terra

L'andriese Michele Di Gioia al Festival di Romania

Di Gioia sarà in Romania all'International Music Award for Young Talents “Volare” di La Redazione

Ancora un risultato di rilievo per un nostro concittadino, questo volta in campo musicale.

Dal 28 al 31 ottobre a Neamt , nella regione rumena della Moldavia, al Festival internazionale di musica leggera “Volare”, i colori italiani saranno difesi da un giovanissimo cantante andriese di soli 12 anni, Michele Di Gioia.

Il piccolo talento musicale - vincitore di numerosi concorsi e protagonista di duetti con Annalisa Minetti e Albano Carrisi – è stato infatti selezionato in quanto rappresentante italiano e per questo, accompagnato dal padre Giuseppe, sarà in Romania all'International Music Award for Young Talents “Volare”, concorso di interpretazione e creazione che si svolge per 3 categorie di età: 6/8 anni, 9/11 anni e 12/15 anni.

Al giovane Michele Di Gioia il Sindaco di Andria, avv. Nicola Giorgino, ha rivolto l'augurio di ogni successo possibile per questa giovanissima ugola che difenderà l'Italia in Romania (il Comune è intervenuto per le spese del biglietto aereo), augurio a cui si aggiunge tutta la città.

Fonte: AndriaLive

Sulle orme di Dracula

Per il ponte del primo novembre, al diavolo (è proprio il caso di dire) travestimenti e serate a tema. Molto meglio un giretto in Transilvania, alla scoperta dei veri luoghi dove è nato, vissuto e ha torturato il sadico principe Vlad "Tepes", l’impalato

Che Dracula, proprio come Frankestein, l'Uomo Lupo e la Mummia sia una leggenda, siamo tutti d'accordo. Ma che a ispirare il conte succhiasangue sia stato un principe rumeno realmente esistito, sadico crudele, passato alla storia più che per il sangue versato che succhiato, è altrettanto vero.

E in prossimità di Halloween, anziché trascorrere un week end all'insegna di cenette e feste a tema, approfittando del ponte di tre giorni, perché non regalarsi un mini tour in Romania, tra Transilvania e Valacchia, all’inseguimento della scia di paura lasciata dal Principe Impalatore Vlad III, il sadico regnante che per sadismo e gusto del sangue ha ispirato la figura di Dracula? Dracula era effettivamente il suo nome, in quanto figlio di Dracul, come era chiamato il padre Vlad II perché membro di un'organizzazioe, "Gli ordini del drago", con simbolo il diavolo.

Tantissime le leggende che circondano la figura di questo principe crudele, che dominò la Valacchia dal 1456 al 1462 con incredibile efferatezza, con il gusto della tortura e una particolare predisposizione a impalare nemici e conoscenti (da cui l’appellativo di "Tepes", l'impalatore). Si racconta che avesse ideato terribili tortureper allungare il supplizio, che facesse tagliare pezzi di corpo prima dell'impalamento e che dissertasse tranquillamente, cenando, del suo hobby con amici in mezzo ai corpi martoriati. In poche parole, un vero pazzo, con storie (anche queste leggendarie) di abusi subiti da bambino che ne avrebbero generato la patologia. Roba che oggi sarebbe materia di intere settimane di Porta a Porta, con tanto di plastico del castello.

Si dice che il mito vampiresco crebbe intorno a lui a causa dei pipistrelli che infestavano la zona dove abitava. La tradizione rumena parla di chirotteri, probabilmente idrofobi, che volavano dal castello, attaccando e mordendo chiunque si avvicinasse. Avendo a disposione tre o quattro giorni e volendo "succhiare" il meglio del conte Dracula, ecco di seguito i luoghi imperdibili del tour.

1- Sighisoara, città di Dracula . Gioiellino del distretto di Mures, in Transilvania, dove il temposembra essersi cristallizzato al Medioevo. Ospita la casa natale di Dracula, dove abitò tra il 1431 e il 1435. Dentro si trova un ristorante, il cui menu ha richiami sanguinolenti al conte, e una collezione di armi medievali.

2- Castello di Dracula. La vera dimora di Vlad si si affaccia sui monti Fagaras, in Valacchia, ed è la fortezza dei poenari. Oggi è solo un ammasso di rovine. Situato nel distretto di Argeþ, si affaccia sul canyon scavato dal fiume omonimo. È stato testimone del suicidio della prima moglie di Dracula che si gettò dalla torre nelle acque del fiume. Dopo la morte di Vlad III, nel 1476, il castello venne abbandonato. Le rovine sono raggiungibili salendo una scalinata di 1.500 gradini.

3- Il castello di Bran: da molti creduto erroenamente il vero castello di Dracula, in realtà era una delle sue residenze, quello da lui preferito per la caccia, e fu costruito dagli abitanti del villaggio come fortezza. Situato sull’antico confine tra Transilvania e Valacchia, oggi è un museo. Situato presso il villaggio di Bran, vicino Braþov, è un monumento nazionale della Romania. Ha anche ispirato la descrizione del castello di Dracula nel romanzo di Bram Stoker. Meta turistica per appassionati e non, ha saputo mantenere nel tempo quell'aria misteriosa che lo ha contrassegnato, ed è rimasto avvolto dall'alone di leggenda che lo circonda.

4- Medias: Cittadina situata tra Sibiu e Sighisoara, ospita un castello nelle cui torri, vuole la leggenda, Vlad fu tenuto prigioniero.

5- Hotel di Borgo Pass: Si trova su un passo di montagna che collega Transilvania e Moldavia. È un antico maniero ristrutturato, a 1116 metri di altitudine, che detiene vari primati: è l’unico al mondo ad avere il nome di Dracula e l’unico a essere di fronte a un piccolo cimitero.

6- Luogo di sepoltura di Dracula: Vlad III morì in combattimento contro i turchi nei pressi di Bucarest e prima di essere seppellito a Snagov , proprio fuori dalla capitale, il cadavere venne decapitato. Tradizione vuole che sia stato sepolto nel convento di Snagov, su un'isola, nel bel mezzo di un lago situato a trentacinque chilometri a nord di Bucarest. Ogni mattina i monaci del convento vanno a pregare sulla tomba a loro dire per far star buono l'impalatore. Ma per stare tranquilli, ancor oggi i contadini di quelle regioni formano croci con pezzi di aglio per proteggersi da sgradevoli visite notturne.

Anche perché sembra che quando la tomba fu aperta nel 1932, fu trovata vuota. I ricercatori dissero che erano stati gli stessi monaci a traslare segretamente la salma per timore dei profanatori, ma gli abitanti del luogo continuano a pensare che il conte si sia svegliato per continuare a fare quello che ha sempre amato: andare alla ricerca di sangue innocente...
Sara Gambèro
Fonte: Libero

Conferinta Bisericilor Penticostale Romane afiliate la A.D.I

,,Ci voi veti primi o putere..."F. A. 1:8

Este bucuria noastra de a va invita a participa la a cincea conferinta a Bisericilor Penticostale Romane afiliate la Assamblee di Dio in Italia, ce va avea loc in localitatea

Via del Giglio, 13, 53042 Chianciano Terme Siena, Toscana

incepand cu ora 13.00- Sambata 30 octombrie

si terminand luni 01 noiembrie 2010, dupa programul de dimineata.

Tema acestei intalniri fratesti este luata din F.Ap 1:8: "Ci voi veti primi o putere cand Se va pogori Duhul Sfant peste voi, si-mi veti martori in Ierusalim, in toata Iudea, in Samaria si

pana la marginile pamantului".

Invitati la aceasta Conferinta sunt urmatorii frati:

Pastor Victor Opris-Biserica Penticostala ,,Isus Lumina Lumii"-Satu Mare...http://www.bisericasm.ro/

Pastor Felice Leveque-Biserica Penticostala A.d.i. Grosetto-Italia

Grupul de muzica crestina ,,The Messengers"...http://www.themessengersministries.com/

Pentru mai multe informatii va rugam sa sunati sau sa scrieti:
Copil Corneliu. tel+39/ 3388686111.- corneliucopil@tiscali.it
Florin Bodog. tel+39/ 3208468824.- elimroma@yahoo.com

Va asteptam!

Daniel Firiza
(www.missionemer.com)
Roma-Italia
+39/3296052197

A scazut valul romanilor catre Italia. Paradoxal, romanii sunt una dintre cele mai pasnice comunitati

de Miruna Cajvaneanu HotNews.ro
Joi, 28 octombrie 2010 Actualitate | Diasporă

Antonio Ricci, coordonator al proiectului
Foto: Hotnews

Pentru prima oara in ultimii 20 de ani, numarul romanilor din Italia a inregistrat o scadere usoara, stabilindu-se putin sub 900.000. Mai precis, ultimele estimari statistice prezentate miercuri in Raportul Caritas Migrantes arata ca in Italia traiesc oficial 887.763 de romani, desi estimarea este de circa un milion de persoane.

La inceputul anului, Caritas preconiza o cifra de circa 1.200.000 de romani, pornind de la datele de referinta publicate de ISTAT (Institutul Italian de Statistica) si anume 953.000 de conationali inscrisi la Evidenta Populatiei.

Raportul prezentat miercuri mai arata ca romanii, contrar stereotipurilor, alcatuiesc una din cele mai pasnice comunitati, cu un indice al plangerilor penale raportat la numarul total de persoane inferior mediei nationale.

Doar 2.000 de romani au obtinut cetatenia in 2009

Romanii se mentin pe primul loc in clasamentul comunitatilor de straini prezente pe teritoriul italian, urmati la mare distanta de albanezi si marocani, care au fiecare in jur de 450.000 de reprezentanti.

Daca in 2006 romanii care locuiau legal in Italia erau circa 270.000 (12% din totalul imigrantilor), odata cu aderarea Romaniei la UE numarul a crescut intr-un ritm sustinut, ajungand pana la un maxim de 935.000 in 2009, adica o cincime din cei 4.200.000 de straini stabiliti in Peninsula.

Desi romanii din Italia sunt de doua ori mai numerosi decat albanezii sau marocanii, conationalii nostri se situeaza abia pe locul trei la numarul de cetatenii acordate de guvernul italian. Astfel, in 2009, doar 2.032 de romani au devenit cetateni italieni.

Romanii din Italia, o comunitate linistita

In ceea ce priveste existenta numeroaselor stereotipuri legate de delincventa romanilor din Peninsula, volumul Caritas a aratat clar ca “nu exista un raport direct intre prezenta stranilor in Italia si cresterea numarului de plangeri penale”. Raportul citeaza o analiza facuta de Consiliul National al Economiei (CNEL) cu privire la perioada 2005-2008. Pornind de la consideratia ca in Italia exista o plangere penala la fiecare 22 de persoane, CNEL a aratat care dintre comunitatile de straini din Italia pot fi considerate mai “linistite”; adica ce nationalitate are un numar inferior de plangeri raportat la nivelul standard.

Rezultatul analizelor este surprinzator: romanii ar avea un nivel de delincventa inferior celui general (-6,5%). “Este adevarat ca, in perioada 2005-2008, numarul plangerilor impotriva romanilor a crescut cu 32,5%, dar in aceeasi perioada numarul romanilor care s-au stabilit legal in Italia a crescut de aproape trei ori”, se citeaza in Raport.

32.000 de firme romanesti

Un alt aspect fundamental analizat de Dosarul Caritas: relevanta strainilor in dezvoltarea economica a Italiei. In 2009, in ciuda crizei economice, s-a inregistrat o crestere a numarului de firme deschise de romani. Numarul intreprinzatorilor a crescut cu 15% fata de anul trecut, ajungand la un total de 32.452, pe al doilea loc dupa comunitatea de marocani.

Cele mai multe firme deschise de romani se regasesc in domeniul constructiilor si al serviciilor. Tot in constructii se inregistreaza si cele mai multe accidente la locul de munca printre romani. Anul trecut, aproape 18.500 de romani au cazut victime unor accidente in timpul programului de lucru, dintre care 44 de cazuri au fost mortale.

Despre romanii din Italia, conform ultimului Raport Caritas, am vorbit cu unul din principalii coordonatori ai studiului, profesorul Antonio Ricci (foto), care ne-a declarat:

“Este adevarat, numarul romanilor in Italia pare sa se fi stabilizat la circa un milion de persoane. In ultima perioada, romanii au intrat intr-un fel de penumbra mediatica, asa cum s-a intamplat cu albanezii inaintea lor. Tot mai putin se vorbeste despre romani ca protagonisti ai unor episoade negative. Este un semn bun, comunitatea de romani se integreaza in tacere, mai ales prin munca. Romanii sunt din ce in ce mai apreciati si tot mai multi italieni isi dau seama ca stereotipurile negative legate de comunitate sunt false. Este ca un fel de revolutie care are loc de jos in sus. Desigur, multi romani au avut de suferit in urma crizei, atat in Romania cat si in Italia. In acelasi timp, romanii nu sunt pe deplin integrati, spre exemplu la nivel politic. Si nu lipsesc cazuri de discriminare, cateva dintre ele denuntate la UNAR (Biroul Antidiscriminare Rasiala al Guvernului). Dar, incetul cu incetul, asistam la o schimbare a imaginii romanilor din Italia si sunt sigur ca rezultatele concrete, pozitive, nu vor intarzia sa apara.”​

Sursa: HotNews.ro

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Adrian Mutu, i motivi della violenza del rumeno

News - 24/10/2010

E'stata la reazione a 'una serie di ripetute e pesanti offese razziste e alla minaccia di fare la fine dell'infermiera romena uccisa con un pugno nella metro a Roma'. E' quanto ha detto Adrian Mutu ai propri avvocati, Nino D'Avirro e Michele Ducci. Lo hanno riferito gli stessi legali. Due notti fa il calciatore viola e' stato denunciato perche', durante un litigio, ha colpito con un pugno in faccia il cameriere di un locale fiorentino, causandogli la frattura del setto nasale.

Fonte: Gazzetta.it

Si schianta in auto col marito. Donna incinta muore carbonizzata

25 ottobre 2010 Cronaca
L'auto incendiata

L'intervento della polstrada a CovoHanno cercato di salvarla ma non sono riusciti a estrarla in tempo dalle lamiere della macchina che hanno preso fuoco poco dopo lo schianto. È morta così, carbonizzata, Stefania Valentina Tenchi, giovane di 28 anni di origini romene residente a Calcio e all'ottavo mese di gravidanza. La ragazza è rimasta coinvolta in uno scontro frontale sulla strada provinciale 102, sul territorio di Covo, mentre era in macchina con il marito, Costel Didin, 32enne anche lui romeno.

Tutto è accaduto in pochi secondi, intorno alle 14.30 di lunedì 25 ottobre all'altezza della cascina Arrigona. La donna era a bordo di una Opel Astra station wagon, seduta vicino al marito che stava guidando. I due, residenti a Calcio in viale Papa Giovanni e con un figlio di 4 anni di nome Sebastiano, stavano viaggiando in direzione di casa quando, per cause ancora da accertare, si sono scontrati frontalmente contro un'Alfa Romeo 147 guidata da un giovane di 24 anni residente a Romano.

A causare lo schianto forse la forte pioggia: l'auto della coppia, dopo l'impatto, si è fermata sul ciglio della strada. Il violento scontro ha richiamato l'attenzione dei titolari della ditta Arrigona che stavano lavorando nelle vicinanze, Francesco e Andreino Bergamaschi. I due hanno subito prestato i primi soccorsi ai due romeni: hanno prima estratto l'uomo, notando le fiamme che stavano divampando dalla macchina. Hanno quindi allontanato dalla vettura il ferito mentre la donna, incastrata tra le lamiere, chiedeva aiuto e si lamentava. In pochi secondi le fiamme hanno però avvolto la macchina e i due uomini non sono riusciti a fare nulla per salvarla. Sono allora corsi in cascina per recuperare due grossi estintori e hanno tentato di spegnere il violento incendio.

Per Stefania Valentina Tenchi non c'è stato però nulla da fare: la 28enne è morta carbonizzata e i soccorsi dei vigili del fuoco di Bergamo e Romano oltre che del 118 non sono stati sufficienti per salvare la donna che, dai riscontri medici, è risultata incinta. La salma della giovane è stata trasferita al cimitero di Covo mentre il guidatore, salvato dalla prontezza dei due bergamaschi, è stato trasferito a Chiari: le sue condizioni non paiono gravi. Illeso il giovane di Romano: è stato trasportato per accertamenti a Chiari.

Sul posto la polizia stradale di Treviglio che ha chiuso la strada fino a intorno le 17.15, causando lunghe code e rallentamenti.

Fonte: L'Eco di Bergamo

Crolla montacarichi, operaio romeno in condizioni disperate

Ferito insieme ad altri tre lavoratori ieri a Massa Marittima

(ANSA) - GROSSETO, 26 OTT - Sono disperate le condizioni dell'operaio romeno di 46 anni rimasto ferito ieri, insieme ad altri tre lavoratori, nel crollo di un montacarichi all'interno del cantiere edile allestito per la ristrutturazione dell' ospedale di Massa Marittima (Grosseto). L'uomo, ricoverato a Siena, ha una frattura alla base del cranio che impedisce ai medici di intervenire chirurgicamente. Grave anche un altro romeno, 36 anni: non e' fuori pericolo di vita. Stazionarie le condizioni degli altri due operai: restano gravi. (ANSA).

Fonte: ANSA

martedì 26 ottobre 2010

Conferinţă la Veneţia despre un „paradox” din istoria relaţiilor româno-italiene

Conferinţă despre un „paradox” din istoria relaţiilor româno-italiene

Miercuri, 27 octombrie 2010, începând cu ora 18.30, în sala de conferinţe „Marian Papahagi” a Institutului Român de Cultură şi Cercetare Umanistică de la Veneţia, conf. univ. dr. Rudolf Dinu va susţine conferinţa cu titlul „Alianţa ideală. Repere pentru o istorie a relaţiilor româno-italiene în cadrul Triplei Alianţe”.

Conferinţa se înscrie în ciclul de manifestări cu genericul „Bursieri «Iorga» şi «Pârvan», din nou în Italia”, care a debutat în anul 2009 la Institutul Român de Cultură şi Cercetare Umanistică de la Veneţia.

Dr. Rudolf Dinu este conferenţiar univ. dr. în cadrul catedrei de istorie universală a Facultăţii de Istorie a Universităţii din Bucureşti, precum şi membru al Institutului Diplomatic Român. Este doctor în istorie din 2003, cu o teză despre raporturile italo-române în cadrul Triplei Alianţe (1888-1914). Această temă reprezintă o constantă a activităţii de cercetare a invitatului, pasionat cercetător şi deschizător de drumuri în scoaterea la lumină şi publicarea documentelor de excepţională importanţă pentru istoria modernă a României care se găsesc în arhivele diplomatice ale Ministerului Afacerilor Externe de la Roma. Ca urmare a acestor cercetări, alături de numeroase studii de specialitate, a publicat volumele 35 anni di relazioni italo-romene, 1879-1914. Documenti diplomatici italiani (în colaborare cu Ion Bulei, Editura Univers Enciclopedic, 2001) iar recent a apărut ediţia a II-a a volumului intitulat Studi italo-romeni. Diplomazia e società 1879-1914 (Editura Militară, 2009).

Activitatea lui Rudolf Dinu închinată studierii relaţiilor diplomatice între România şi Italia a fost răsplătită în anul 2009 cu Premiul „Teresa Ferro”, acordat de Institutul Italian de Cultură din Bucureşti.

De asemenea, Rudolf Dinu a fost bursier „Vasile Pârvan” la Accademia di Romania, făcând parte din prima generaţie de bursieri „Vasile Pârvan” şi „Nicolae Iorga” de după 1989, sosiţi la Roma şi la Veneţia graţie eforturilor regretatului Marian Papahagi.

În cadrul prelegerii sale de la Veneţia, conf. univ. dr. Rudolf Dinu va detalia aspecte legate de traiectoria relaţiilor bilaterale româno-italiene în perioada 1883-1903, insistând asupra paradoxului că, deşi din punct de vedere al iniţiativelor politico-diplomatice, alianţa italo-română din acea perioadă a rămas una „ideal㔺i nu una efectivă, din punct de vedere al relaţiilor economice, al dezvoltării „italienităţii” în România şi al colaborărilor din domeniul militar şi academic, aceasta s-a dovedit a fi extrem de fructuoasă.

Evenimentul este realizat cu sprijinul financiar al Institutului Cultural Român.

Sursa: Institutul Român de Cultură şi Cercetare Umanistică de la Veneţia

domenica 24 ottobre 2010

Televiziunea online pentru romanii de pretutindeni

www.iromtv.com ofera televiziune online de calitate pentru romanii de pretutindeni. Aici poti urmari posturi tv online precum: PROTV, Antena 1, GSPTV, DigiSport, Sport.ro Acasat TV, TVR, Kanal D, Kiss TV, Etno, National TV, N24, B1TV, Prima TV etc.

Datorita investitiilor foarte mari in echipamentele de retea si transmisie, iromtv.com ofera tuturor posibilitatea de a-si urmari emisiunile, meciurile si programele de divertisment, live, pe internet, la cea mai buna calitate. De asemenea, tehnologia software utilizata este cea creata de Microsoft pentru ca utilizatorul sa nu fie nevoit sa-si instaleze programe aditionale.

Cerintele minime sunt doar un browser de internet care sa suporte pluginul de windows media player si o conexiune la internet de peste 1mbps. Astfel, indiferent daca esti plecat inafara sau prin tara, cu afaceri sau in concediu, poti fi pus la curent cu informatiile televizate.

L’impero del Gran Bassarab: alle origini dell’idea imperiale romena

conferenza del Dr. Dan Ioan Muresan (EHESS, Parigi)
nel ciclo di conferenze ”Idee al confronto”
BIBLIOTECA DELL’ACCADEMIA DI ROMANIA
27 OTTOBRE 2010, ORE 18,30

L’impero del Gran Bassarab.
Alle origini dell’idea imperiale romena

La formazione degli stati medievali romeni rappresenta un tema prediletto per la storiografia romena, soggetto di fondamentali opere ed oggetto d’accesi dibattiti. Ciò malgrado, numerosi sono i punti ancora da chiarire, ad iniziare proprio dal nome e l’origine etnica del fondatore della Valacchia e della dinastia - Bassarab I.
L’intervento intende riportare all’attenzione una serie di fonti meno frequentate e ancora insuficientemente studiate. L’analisi di due testi di notevole importanza – il Prooinmenion del Codice giuridico imperiale (Zakonnik) dello zar Stefano Dušan di Serbia e la Vita di San Vita di Massimo Kausokalybites – rilevano il fatto che il vero nome di battesimo del fondatore della Valacchia era Giovanni. Ma l’aspetto ancor più importante che se ne evince riguarda il fatto che tanto egli, quanto il suo successore Nicola Alessandro erano considerati zar o basilei. Si entra così in un altro tema molto dibattuto, quello dell’idea imperiale dei romeni: queste fonti rivelano in maniera sorprendente che essa comparve non solo dopo il 1453, ma addirittura agli inizi dell’esistenza statale romena.
Ma che impero poteva essere la Valacchia del Trecento? La ricerca di una risposta pertinente ci potrerà a rilevare l’importanza del Khanato del Basso Danubio fondato dal beklerbek Nogai dell’Orda d’Oro, un signore quasi indipendente dall’autorità di Saraj e proclamato addirittura khan attorno al 1300. Lo stato da lui fondato dominava l’intera area del Basso Danubio, le terre romene, la Serbia, la Bulgaria e la Galizia fino al fiume Nistro, e si basava su una salda alleanza con l’Impero bizantino. La sua capitale era Isaccea (Sacgi) / Vicina, importante sede metropolitana ortodossa ed emporio commerciale frequentato dai mercanti italiani. Le fonti russe che lo ricordano si riferiscono a lui con il titolo di zar: la concezione politica ortodossa ammetteva la legittimità della discendenza di Gengis Khan.
Ciò che desideriamo argomentare è che l’impero di Giovanni Bassarab e di Nicola Alessandro, che fiorì dopo il 1320, altro non rappresenta che l’assunzione da parte della formazione politica di Curtea de Arges della formula imperiale mongola a cui avevano ricorso precedentemente Nogai e suo Aiglio Ceka. Indicheremo quale fu la base legale di questa translatio imperii e rileveremo l’influsso della concezione politica mongola su quella della Valacchia.
Assunta l’importanza dell’influsso mongolo, l’ultima parte della nostra dimostrazione tenterà di mettere in evidenza il fatto che il nome Bassarab altro non è inizialmente che un titolo turcomongolo. Ciò spiega anche perché alle prime sue occorrenze esso compaia nella forma Aino ad oggi criptica di veliki basarab (Gran Bassarab), titolo assunto dal voivoda romeno Giovanni di Curtea de Arges, divenuto in seguito titolo della stessa dinastia e della formazione politica da lui guidata (Bassarabia).
Allo stesso modo in cui gli inizi del pensiero politico moscovita sono segnati da un forte influsso mongolo, quest’ultimo sembra aver plasmato anche importanti aspetti della concezione politica romena.

Accademia di Romania

Nuovi incarichi per i dirigenti del Circolo Europei per l'Italia‏

Il 15 ottobre scorso il Prof Marian Mocanu, presidente del Circolo Europei per l’Italia è stato eletto Segretario Esecutivo e membro nel consiglio direttivo del PSD Diaspora, l'organizzazione del PSD Rumeno che si occupa dell'attività politica dei rumeni all'estero.

L’Avvocato Giuseppe Fossati, vicepresidente del Circolo Europei per l’Italia è stato nominato Coordinatore di “Generazione Italia” per la provincia Imperia e membro nel Consilio Regionale di Generazione Italia in Liguria.

Il responsabile della comunicazione per il Circolo “Europei per l’Italia”
Dott. Diego Garassino
www.europeiperlitalia.it
Tel: 347 41 66 068

La biblioteca parla romeno

Venerdì 22 Ottobre 2010

VERBANIA - Sezione con settanta volumi dall'ispettorato scolastico di Neamt. Oggi donati abbecedari nella lingua patria a trenta bambini romeni residenti a Verbania

Una trentina di bambini, tutti verbanesi, tutti di origine romena e tutti scolari. A loro – e presto anche agli altri coetanei e conterranei – sono stati consegnati oggi pomeriggio in biblioteca i primi abbecedari del progetto di collaborazione italo-romena avviato nella Città di Verbania, dove esiste una numerosa comunità proveniente da quel Paese. Alla presenza del sindaco di Verbania Marco Zacchera e del suo omologo di Piatra Neamt (città con cui è stato stretto nei mesi scorsi il Patto di Amicizia) Gheorghe Stefan, i bambini hanno ricevuto, ciascuno per il proprio grado di istruzione scolastica, un libro di grammatica romena che permetterà loro di affinare, e in alcuni casi di apprendere, la lingua d’origine. «Perché alcuni di loro – ha spiegato Zacchera –, nonostante i genitori, non parlano il romeno. Ed è un peccato».

«L’iniziativa nasce dalla collaborazione con il consigliere comunale Adrian Chifu – ha proseguito l’assessore all’Istruzione, Lidia Carazzoni –. Ed è una bella iniziativa, che avvicina le due comunità e va nel senso dell’integrazione. Da parte nostra ci siamo impegnati a realizzare in biblioteca un angolo di libri in lingua romena o di autori romeni che potremo incrementare con donazioni o su suggerimento degli utenti. Abbiamo poi intenzione di andare oltre e, nei prossimi anni, di arricchire i libri da donare».
«I primi settanta volumi vengono dall’ispettorato scolastico della provincia di Neamt – ha chiarito Chifu –. Ci stiamo muovendo però per averne altri. Ringrazio il sindaco Zacchera e l’assessore Carazzoni per la disponibilità e posso anticipare, anche per rispondere indirettamente a qualcuno che, nel centrosinistra, mi ha accusato di coltivare interessi elettorali, che per l’anno prossimo stiamo organizzando corsi d’italiano per tutti gli stranieri di Verbania».
Apprezzamento per l’iniziativa è stato espresso anche dal sindaco di Piatra Neamt, Gheorghe Stefan, che di questo progetto aveva già parlato nel mese di febbraio, durante i primi approcci con Verbania che poi hanno portato al Patto di Amicizia.

(nella foto da sinistra Marco Zacchera, Gheorghe Stefan, Adrian Chifu e Lidia Carazzoni, ndr)

Fonte: VerbaniaNews

Il dramma di Ulisse per gli esuli di Ceausescu. La copertina del libro di Gabriela Adamesteanu

Il libro 22/10/2010
Lontani da casa ma costretti a tornare per fedeltà a se stessi. Un romanzo della romena Gabriela Adamesteanu
ALESSANDRA IADICICCO

“Come da un’altra vita, come da un sogno ti ricordi tutto quello che hai sofferto su questa strada infinita», dice a se stesso l’eroe del romanzo, Traian Manu, percorrendo a ritroso la strada infinita che anni prima lo aveva condotto alla sua nuova esistenza e attraverso la quale si era lasciato alle spalle l’incubo del proprio passato. È partito in macchina dal Sud Italia, da una non meglio identificata città situata tra Napoli e Roma. Ed è diretto nella nativa Romania, nella Bucarest da cui, disertore, se n’era andato negli Anni Quaranta per sfuggire alla guerra e seguire la propria carriera di scienziato, e dove ora è invitato a partecipare a L’incontro accademico che, lascia presentire il titolo del romanzo (Nottetempo, pp. 358, e18) gli sarà fatale. Con lui c’è la moglie Christa che, nata a Berlino, fuggita con la famiglia dal regime hitleriano, fino all’ultimo cerca invano di dissuaderlo dal tornare in una madrepatria dal destino per molti versi analogo a quello della sua Germania. A raccontare il viaggio dei protagonisti come un’Odissea, a invitare il lettore a seguirli in questa corsa contro il tempo a perdifiato, è Gabriela Adamesteanu, scrittrice tra i più grandi della letteratura romena contemporanea.

Il romanzo - il suo primo romanzo tradotto in italiano, grazie al lavoro eccellente di Roberto Merlo - è del 2003. Ed è ambientato nell’agosto del 1986: nella fase finale, la più dura e repressiva, del regime di Ceausescu che la rivoluzione del dicembre di tre anni dopo avrebbe fatto cadere. Ma, oltre che una testimonianza straordinaria degli anni più bui del totalitarismo, la narrazione rappresenta un’altissima prova letteraria. Perché con la ricostruzione di un momento storico, la rievocazione di un clima politico, la puntuale descrizione dell’atmosfera culturale del socialismo reale in Romania, l’autrice riesce a ricreare il dramma esistenziale, universale, dell’esule: portato dalla vita, da un destino storico e personale, dalla «strada infinita» che gli è assegnata, lontano da un luogo - «la casa (o il centro)» - cui per fedeltà a se stesso dovrà ritornare.

È il dramma di Ulisse, l’eroe omerico che segue come un’ombra l’intero cammino di Traian. È il dramma di tanti grandi esuli romeni, come Emil Cioran di cui ricorre a ritmare l’intera narrazione la frase su «un paese che è stato nostro e che non è più di nessuno». È il dramma descritto nelle pagine più intense del Giornale di Mircea Eliade, altro grande romeno esiliato, secondo cui «ogni esistenza reale riproduce la strada verso Itaca», e troverà la propria meta solo se «capace di penetrare il senso nascosto del suo errare». È il dramma infine di un personaggio assai prossimo a Gabriela Adamesteanu: lo zio paterno, il celebre archeologo Dinu Adamesteanu, cui il romanzo è dedicato come a colui «che senza saperlo e senza conoscermi ha modellato da lontano la mia vita».

Dinu visse lontano da Gabriela quanto Traian dalla Romania: in quella Basilicata dove fondò il Museo nazionale del Metaponto e della Sirtide e dove la nipote solo dopo la rivoluzione dell’89 poté raggiungerlo. È lei stessa a descriverci ora, con parole commosse, il loro incontro. «Per molti anni - dice - lo zio Dinu è stato un personaggio mitico nella nostra famiglia. Ho sempre sentito parlare di lui e della sua Basilicata come di una terra promessa. Quando finalmente lo conobbi a Potenza, dove abitava, divenne come un secondo padre per me. Da allora l’Italia ha l’aura che emanava lui. E la lingua italiana, che in parte capisco, ha per me il tono caro e l’armonia della sua voce. Morì nel 2004».

Come riuscì Gabriela, negli anni del socialismo reale, a non farsi annientare? E, sfuggendo a repressioni e censure, a preservare la scrittura come spazio di identità e di libertà? «Sotto la dittatura - racconta - dovevi scegliere se essere uno scrittore di regime, protetto da privilegi, o un dissidente, disposto a rischiare la tua vita e quella dei tuoi cari. Io mi riproposi di non mentire mai con la scrittura, vivendo già in una terra piena di bugie. Mi rifiutai di scrivere di temi ufficiali o di firmare documenti che incensavano Ceausescu. Tra il 1988 e l’89, tuttavia, la pressione del regime si fece insopportabile. Mi fu chiaro che non sarei più riuscita a pubblicare, così mi accostai a gruppi di dissidenti. Tutto qui. Poi la rivoluzione del dicembre 1989 mi salvò. Non intendevo sposare posizioni eroiche, solo scelsi l’onestà. E il rispetto per la letteratura».

Autore: Gabriela Adamesteanu
Titolo: L’incontro accademico
Edizioni: Nottetempo
Pagine: 358
Prezzo: 18 euro

Fonte: LA STAMPA

Roma: presentazione Dossier Statistico Immigrazione 2010

Roma, 26 ottobre 2010 alle ore 10,30
Teatro Orione
Via Tortona, 7

Martedì 26 ottobre si terrà la presentazione del XX Dossier Statistico Immigrazione realizzato da Caritas e Fondazione Migrantes. Il Volume verrà distribuito ai partecipanti fino ad esaurimento copie. Per i giornalisti sarà predisposta apposita documentazione.

Programma

Saluto del Comitato di Presidenza Caritas/Migrantes Mons. Enrico Feroci - Direttore Caritas diocesana di Roma
Proiezione Video sul Dossier 2010 realizzato da Rai News 24, autore G. Rogolino
Presentazione del rapporto Franco Pittau - Coord. Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes
Il punto di vista degli immigrati Radwan Khawatmi - Imprenditore
Il punto di vista del mondo ecclesiale S.E. Mons. Guerino Di Tora - Segretario Conferenza Episcopale Lazio
Il punto di vista istituzionale Renata Polverini - Presidente Regione Lazio

Per informazioni:
Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes
tel. 06 66514345 (int. 1 o 2)
e-mail: idos@dossierimmigrazione.it
Caritas Italiana
tel. 06 66177226
Caritas di Roma
tel. 06 69886417
Fondazione Migrantes
tel. 06 66179039

Fonte: Programma Integra

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Ue: nuova guida sui diritti sociali delle persone che si spostano nell'Unione europea

La Commissione europea ha pubblicato una guida pratica che raccoglie tutte le disposizioni comunitarie in materia di legislazione applicabile, diritti, obblighi e prestazioni pensionistiche spettanti a lavoratori migranti, persone non attive, studenti e turisti che si spostano nei paesi membri dell'Unione europea.

Negli 8 capitoli della Guida, aggiornata a gennaio 2010, la Commissione fornisce risposte sintetiche alle domande più frequenti riguardanti i diritti in materia di sicurezza sociale di coloro che si spostano in Ue per ragioni di lavoro, studio, pensione o anche per una breve vacanza.

La Guida, disponibile in 22 lingue, è consultabile sul sito internet della Commissione europea e verrà distribuita presso gli sportelli e nei locali di ricevimento delle sedi Inps.

Disposizioni UE sulla sicurezza sociale. I diritti di coloro che si spostano nell'Unione europea

Fonte: Programma Integra

Firenze: apre una “scuola week end” per bambini e ragazzi romeni

Corsi di cultura, religione e civiltà romena.

L’associazione culturale italo-romena Cultura, Progresso e Fratellanza nel Mondo di Firenze propone una “scuola week-end” di cultura, religione e civiltà romena.
L’iniziativa è indirizzata a bambini e ragazzi tra 2 e 14 anni e si terrà presso la sede dell’associazione in via Giano della Bella, 22 (Vecchio Conventino) di Firenze.
Il progetto è cofinanziato dal Dipartimento per i Romeni della Diaspora, dal Comune di Firenze e dalla Federazione Associazioni romene riconosciute in Toscana.
Per informazioni: italiaromania@gmail.com

Fonte: ImmigrazioneOggi

Fostă balerină româncă bate italienii la poker

24 oct 2010

Elena Inchim a lăsat baletul pentru poker. Fosta angajată a corpului de balet al Teatrului de revistă Constantin Tănase a plecat în Italia unde s-a apucat de poker.

Elena Ichim / FOTO: libertatea.ro

Noul sport oficial al minţii, poker-ul, are o nouă adeptă: fosta balerină de la Teatrul Cosntatin Tănase, Elena Ichim. Elena a plecat în Italia într-o vacanţă, unde s-a îndrăgostit de un jucător profesionist de poker şi a decis să rămână acolo să se apuce şi ea de acest sport.

“L-am cunoscut pe iubitul meu în Italia. Am început să îl însoţesc la turneele de poker, el fiind jucător profesionist. La început era mai greu, pentru că eram singura femeie de la masa de poker. Bărbaţii erau aroganţi şi încercau să mă intimideze. Îi păcăleam, pentru că mă subestimau", a declarat Elena ichim pentru Libertatea.

În palmaresul românei se numără mai multe turnee online câştigate, dar şi două întreceri de câte 500 de oersoane şi un loc 8 într-un turneu de 2.000 de persoane.

Sursa: REALITATEA.NET

Michele Placido, interpretul comisarului Cattani: „Trebuie să le amintim tinerilor italieni că şi noi am fost un popor de imigranţi”

foto Michele Placido, interpretul comisarului Cattani: „Trebuie să le amintim tinerilor italieni că şi noi am fost un popor de imigranţi”

Actorul Michele Placido, care l-a interpretat pe comisarul Cattani în serialul "Caracatiţa", a vorbit pentru The ONE despre românii din Italia şi despre cum va fi filmul românesc în avangarda cinematografiei europene

Michele Placido a venit la Bucureşti pentru a realiza un film despre un copil italian care emigrează în Germania în anul 1960. În vremurile acelea, italienii erau migratorii Europei, lucru pe care ar trebui să şi-l amintească astăzi, crede actorul şi regizorul italian: "Lucrul cel mai important este că trebuie să le amintim tinerilor italieni că şi noi am fost un popor de imigranţi şi am avut aceleaşi probleme când am fost în Germania, în Belgia, în Franţa, după război. Din 100 de italieni, 90 lucrau şi erau cuminţi, iar 10 nu îşi vedeau de treabă şi se ocupau de prostituţie, de furat. Şi în Italia, cu siguranţă, 99% dintre români sunt persoane care muncesc - s-au integrat bine în societate, şi există un 1% care sunt diferiţi. Dar aşa e peste tot în lume", a declarat Placido pentru The ONE.

"Am încredere să-mi las copilul pe mâna unei românce"

Părerea despre români diferă în Peninsulă în funcţie de mediul în care o ceri: există un clişeu negativ foarte puternic, însă nu printre toţi italienii, a văzut cineastul, care spune că a avut experienţe plăcute cu românii. "90% din italieni apreciază românii. Eu, de exemplu, am construit o casă şi un birou cu firma unui român, care a lucrat cu echipa lui formată din zidari români, care au lucrat foarte bine, au fost magnifici. Baby-sitterul care se ocupă de copilul meu este o fată foarte tânără din România. Eu am încredere să las pe mâna unei românce educaţia copilului meu", spune interpretul comisarului Cattani, care a observat că rasismul este o problemă în special în nordul Italiei, unde activează un partid rasist, LEGA. "Oamenii de acolo sunt rasişti inclusiv cu noi, cei care venim din sudul Italiei, nu doar cu românii, cu toţi cei care vin din afară", completează el.

Regizorii români, cei mai buni din Europa

Filmul la care lucrează Michele Placido, "Itaker", pe numele lui de lucru, adică porecla pe care o dăduseră în batjocură germanii italienilor, aduce în discuţie problema migraţiei şi este o coproducţie România-Germania-Italia. Despre actorii, regizorii şi producătorii români, Placido are doar cuvinte de laudă. A mai lucrat cu Monica Bârlădeanu şi o consideră "o actriţă foarte bună" şi crede că ceea ce este mai frumos în România în acest moment "sunt tocmai aceşti tineri regizori ai voştri care vorbesc prin filmele lor despre realităţile sociale din România, într-o manieră foarte poetică". "Revin la valoarea regizorilor voştri cu care ar trebui să vă mândriţi, pentru că sunt cei mai buni din Europa.

Presa internaţională vorbeşte despre regizorii voştri, despre producătorii voştri, cât sunt de capabili şi cum vor fi în avangarda cinematografiei europene", mai spune Placido. Odată cu el, a ajuns în România şi fiica lui, Violante Placido, care joacă alături de Nicolas Cage în partea a doua a peliculei "Ghost Rider", ce va fi filmată, în primă fază, la Sibiu. "Vor filma aproximativ 3 luni în România, iar Violante, fiica mea, are un rol principal în acest film. A ajuns aici şi mi-a spus că îi place tare mult oraşul... şi că nu se gândea că Bucureştiul este atât de frumos. Este un oraş plin de viaţă. La noi nu ajung imaginile cu frumuseţile României, la nivel de turism. Vă propun să faceţi cumva, să ajungă şi la noi imagini frumoase despre România. Ştim că aveţi mare sau munte, dar să ne arătaţi şi un Bucureşti plin de bucurie, plin de energie. Este ca orice mare metropolă, Paris, Roma", e de părere cineastul. (Andreea Esca, Remus Achim)

Sursa: Gandul

Citeste si:
Comisarul Cattani: "Voi juca rolul unui pungaş italian"
Comisarul Corrado Cattani, în "inspecţie" la "Evenimentul zilei"

Leggi anche:
Placido, film su emigranti in Germania
Placido attore e coproduttore in Romania nel film Itaker

Cittadinanza italiana: come fare richiesta e averla. I tempi.

Quali i requisiti necessari per ottenere la cittadinanza italiana

La cittadinanza viene concessa in Italia a individui stranieri sia comunitari che extracomunitari secondo una precisa modalità e legislazione e se i richiedenti soddisfano determinate richieste e requisiti.

La cittadinanza italiana si concede in base alla discendenza, per cui è italiano un bambino nato da genitori con cittadinanza italiana e non per nascita sul territorio. Non basta cioè essere nati in territorio italiano per avere la cittadinanza.

Possono fare richiesta di cittadinanza gli stranieri non appartenenti alla comunità europea che risiedano legalmente da almeno 10 anni nel territorio italiano, se invece sono cittadini europei devono risiedere legalmente in Italia da almeno quattro anni.

I cittadini stranieri maggiorenni adottati da un cittadino italiano possono fare richiesta se sono stati adottati e risiedono in Italia da almeno cinque anni, mentre i cittadini stranieri che abbiano uno dei genitori cittadino italiano per nascita o che sono nati nel territorio della Repubblica, in entrambi i casi devono risiedere legalmente in Italia da almeno tre anni e gli stranieri che hanno prestato servizio, anche all’estero, per almeno 5 anni alle dipendenze dello Stato Italiano.

La domanda per ottenere la cittadinanza va presentata alla Prefettura del luogo di residenza. Aper ottenerla bisogna compilare correttamente l’apposito modulo, allegare anche l’estratto dell’atto di nascita e il certificato penale tradotto in lingua italiana del proprio paese di origine, insieme ad una serie di altre documentazioni specifiche a seconda dei singoli casi.

Gli stranieri possono acquisire la cittadinanza italiana tramite il matrimonio, ma devono essere sposati da sei mesi e avere la residenza in un comune italiano già da minimo sei mesi prima del matrimonio.
Autore:Marianna Quatraro
Fonte: Business Online

Napoli, a un giovane violinista di strada, il premio in memoria di Petru

NAPOLI (17 ottobre) - Il premio musicisti di strada 2010 è stato consegnato oggi a Napoli con una dedica speciale: in memoria di Petru Birladeanu, il musicista rumeno vittima di un raid camorristico, che morì l'anno scorso nella indifferenza generale, alla stazione di Montesanto. Alla stazione della Cumana Pontile Torregaveta, con Silvio Perrella, presidente della Fondazione Premio Napoli, consegna il premio Luca Signorini, primo violoncello del San Carlo, a Ferdi Bayrani, violinista, il più giovane del gruppo di musicisti che si è esibito durante il viaggio.

Al ritorno, Stazione della Cumana, Montesanto, è stata apposta una targa della Fondazione Premio Napoli per ricordare l'edizione 2010 del Premio a Montesanto; la targa è accanto alla teca che custodisce la fisarmonica di Petru, nel punto in cui il musicista fu ucciso.

Gli altri musicisti di strada presenti erano Daniel Bucataru, chitarrista Costel Lautaru, fisarmonica, il figlio Valentin - bassista - e il fratello Nelu, secondo fisarmonicista. Luca Signorini ha suonato coi musicisti di strada un prezioso violoncello Carlo Tononi del 1740. L'evento è stato ripreso sin dal primo capolinea, Montesanto, dal regista Antonio Capuano.

Fonte: Il Mattino

Infortuni: Battistini (Flai Cgil), servono piu' controlli e prevenzione

Roma, 19 ott. - (Adnkronos) - "Quanto accaduto ieri a Palestrina, dove un bracciante agricolo rumeno, Costantin Mistrov, di 56 anni, e' morto dopo essere stato incornato da un toro mentre svolgeva il suo lavoro, in nero, senza un contratto, come ormai troppi lavoratori agricoli soprattutto di nazionalita' straniera, rilancia l'allarme sui controlli e sulla prevenzione nel mondo del lavoro agricolo". E' quanto afferma Luca Battistini, segretario generale della Flai Cgil di Roma e del Lazio.

"L'agricoltura continua ad avere il triste primato di settore con il piu' alto numero di incidenti sul lavoro, soprattutto mortali. Questi episodi - continua Battistini - dimostrano come gli incidenti sul lavoro in agricoltura siano diventati ormai una vera e propria emergenza, come questi colpiscano nella maggior parte dei casi i lavoratori stranieri e come la legislazione vigente non sia in grado in nessun modo di prevenirli".

"La normativa in materia, infatti - aggiunge Battistini - esonera la stragrande maggioranza delle aziende agricole dalla presentazione del documento sui rischi. Inoltre il piano nazionale di prevenzione in agricoltura, appena approvato, esclude le aziende che hanno meno di cinquanta dipendenti dall'attivita' ispettiva delle autorita' competenti: se si considera che oltre il 90% delle aziende del settore sono di piccola e piccolissima dimensione e non raggiungono la quota di dipendenti prevista, si puo' affermare in tutta tranquillita' che l'agricoltura e' un settore dove e' sicuramente maggiore il rischio di restare coinvolti in incidenti".

Fonte: Adnkronos IGN

"Una piazza e una targa per Maricica"

Il X Municipio si appella ad Alemanno

Passa con il voto favorevole di 16 consiglieri la mozione per chiedere al Comune di intitolare piazzale Anagnina alla donna romena morta dopo essere stata colpita da un giovane romano sotto il metrò. Il Pdl abbandona l'aula. Decisa la posa di una scritta commemorativa

Maricica Hahaianu

E' passata con il voto favorevole di 16 consiglieri la mozione presentata dal Partito democratico per intitolare piazzale Anagnina "a Maricica, Donna". A votare a favore, oltre il Partito Democratico, anche l'Italia dei Valori, la Federazione della Sinistra, Action, l'Unione di Centro e Alleanza per l'Italia. Hanno invece abbandonato l'aula i consiglieri del Popolo della Libertà. Presente il delegato del sindaco per le politiche della Sicurezza, Giorgio Ciardi.

"La decisione di apporre una targa nel giardino adiacente il luogo dell'aggressione - commenta il gruppo del partito Democratico del X Municipio di Roma - e di impegnare il presidente Sandro Medici ad attivarsi presso il Sindaco Gianni Alemanno affinché tutto il piazzale Anagnina possa essere intitolato a Maricica Hahaianu è un segnale importante che si dà innanzitutto al nostro territorio: la targa, che riporterà la scritta 'Maricica Hahaianu, Ramnicu Sarat 1978 - Roma 2010' è un modo semplice, ma efficace, per ammonire chiunque a qualsiasi atto di violenza. Come in altre occasioni, da Welby a Cucchi, da Sara e Francesca a Nicolò Blois, il X Municipio ricorda con l'apposizione di una targa un accadimento che ha sconvolto la quotidianità della sua comunita".

Contro la proposta di intitolare il piazzale alla donna uccisa con un pugno dal giovane romano Alessio Burtone ieri si era scagliata la Destra sociale-Fiamma tricolore, definendo l'iniziativa una "beatificazione" e ribattendo che "se si dovessere intitolare piazze a tutte le vittime di romeni non basterebbe Roma".
(21 ottobre 2010)

Fonte: La Repubblica

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Cassano, morte romeno. Dall'autopsia è stato un incidente

E' stata una caduta accidentale a causare la morte di Eugen Miclaus, il cittadino rumeno di 52 anni deceduto domenica a Cassano Ionio
20/10/2010

Sarebbe morto per una caduta accidentale Eugen Miclaus, il romeno di 52 anni deceduto domenica a Cassano Ionio, in provincia di Cosenza. A suffragare l’ipotesi dell’incidente sono i primi esiti dell’autopsia eseguita dal medico legale Walter Caruso. Miclaus, secondo quanto si è appreso, potrebbe essere caduto accidentalmente mentre tentava di entrare nella propria abitazione arrampicandosi dall’esterno per raggiungere il balcone che era posto a una altezza di circa quattro metri. Un’operazione resasi necessaria perchè si era rotta la chiave della porta d’ingresso. Il dottor Caruso, subito dopo l'autopsia, si è recato sul luogo dove Eugen Miclaus è stato trovato senza vita per una comparazione del luogo con gli esiti dell’autopsia.
Fonte: Il Quotidiano della Calabria

Coltellate nella notte, Un morto e un ferito grave

Regolamento di conti per il mercato del sesso, albanesi colpiscono due romeni dopo aver devastato l'auto a bastonate

Arezzo, 21 ottobre 2010 - Era una notte di sogni e di coppa dei campioni, come quella cara a Venditti, è diventata un’altra notte violenta, di coltellate e di bastoni, di agguati e di sangue, quello di un morto e un ferito, entrambi romeni, rimasti sull’asfalto al termine dello scontro ad Olmo con una banda di albanesi. Gruppi, preferisce la questura che indaga, per evitare di dare il senso di un’escalation criminale, di una situazione fuori controllo che per fortuna non esistono.

Ma certo il clima si fa d’improvviso più teso, come ai tempi della sparatoria dell’Orciolaia (un altro morto e un altro ferito, stavolta albanesi), come ai tempi del conflitto a fuoco di Ponte alla Chiassa, sempre fra albanesi, che si concluse senza sangue, solo con una montagna di proiettili ritrovati la mattina nel piazzale di una fabbrica. E’ il fondo limaccioso di un’immigrazione impetuosa. La gran parte degli 11 mila stranieri che rappresentano ormai più del 10 per cento dei 100 mila abitanti di Arezzo è fatta di gente che lavora a testa bassa, ma ci sono anche i piccoli boss e i violenti che controllano a suon di coltellate o colpi di pistola i settori strategici della malavita, a cominciare dalla prostituzione.

Quel che sia successo nel parcheggio buio dietro il Trocadero, nel cuore di Olmo, è ancora difficile costruirlo. Testimoni oculari non ce ne sono, solo le vittime: Aran Catalin, 35 anni, il morto, e Dan Neculita, ricoverato in prognosi riservata al San Donato (è grave ma dovrebbe cavarsela) ritrovato dopo un quarto d’ora in via Tanaro, quartiere di Saione, altra zona a forte densità di immigrazione.

Erano le 23,15 e già a Olmo era scattato l’allarme. A darlo sono stati gli avventori del «Circolino», un circolo ricreativo che sta fra il piazzale e il Trocadero. Erano tutti davanti alla Tv, dove scorrevano i titoli di coda della serata di Champions League, quando intorno alle 23 hanno sentito dei rumori sospetti. Sono usciti per strada ma solo per scoprire nel parcheggio Catalin ormai agonizzante, con in gola solo qualche rantolo. Con l’ultimo fiato avrebbe fatto in tempo a dire: "Attenti, sono albanesi, hanno le pistole". Poi più niente, fino alla morte in ospedale di pochi minuti dopo.

Poco lontano, nel piazzale, un’Audi A4, probabilmente appartenente ai rumeni, devastata nella carrozzeria e nei parabrezza a bastonate. Una spedizione punitiva, insomma, o forse un regolamento di conti, quasi di certo legata al controllo del mercato della prostituzione. Terreno franco dopo che i vecchi padroni, anche loro albanesi, come i Kodra della sparatoria all’Orciolaia o i Pulay loro rivali nella notte di fuoco di Ponte alla Chiassa, sono finiti in galera. Qualcuno deve aver tentato di approfittare del vuoto di potere, nè è nato un conflitto risolto a bastonate e coltellate in una zona abitualmente frequentato da prostitute dell’est.

Secondo una prima ricostruzione il gruppo degli albanesi (quattro o cinque) si sono accaniti prima a mazzate sull’auto, poi si sono lanciati contro Catalin, che era insieme a Neculita e forse a un altro connazionale. Magari è cominciato come un appuntamento per chiarirsi ed è finito in scontro. Comunque sia, il rumeno ha provato a sottrarsi alla furia dei rivali scappando. Ha saltato una recinzione ma senza riuscire a scollarsi gli albanesi di dosso. Quasi subito la prima coltellata, alle spalle. Poi un tentativo di rialzarsi e riprendere a fuggire ma subito frustrato da altre coltellate. Stavolta letali.
Nel regolamento di conti ci ha rimesso anche Dan Neculita, raggiunto da altri colpi di arma da taglio. Lui però non è crollato a terra. E’ probabile che il terzo romeno lo abbia caricato in macchina e lo abbia portato fin sotto casa, in via Tanaro. Qui si è accasciato, qualcuno lo ha visto e ha chiamato il 118.

Intanto, le sirene delle volanti già riempivano il silenzio della notte verso Olmo. A seguire le lunghe ore delle indagini, condotte dalla squadra mobile. "Stiamo lavorando a tutto ritmo per fare luce su quanto è successo", si limita a dire il questore Felice Ferlizzi. A coordinare il lavoro il Pm di turno Elio Amato. Per tutta la giornata i testimoni si sono alternati negli uffici della questura. Italiani, ma soprattutto rumeni e albanesi. Nel tardo pomeriggio si respirava un clima di palese ottimismo, forse gli inquirenti hanno già individuato i responsabili, anche se prenderli è un altro paio di maniche. Ci sarebbe anche una superstimone dell’est: tutto lascia pensare alla scintilla nata da una donna, difficilmente etichettabile come una santa. Gli ambienti contigui alla malavita straniera sono sotto pressione. Una città intera vuole essere restituita alla sua realtà di capoluogo tranquillo, che non è mai stata terra di scorribande dell’immigrazione violenta.
Salvatore Mannino
Fonte: La Nazione
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Uomo ucciso. Condanna delle comunità romena ed albanese

Condanna da parte delle comunità romene ed albanesi sui fatti di criminalità commessi dai loro connazionali

Arezzo, 21 ottobre 2010 - "I fatti di cronaca nera che sono successi la notte di martedì nelle immediate periferie della citta, rendono necessaria una condanna netta e senza equivoci da parte nostra, di tutti i fatti di criminalità che vedono coinvolti nostri connazionali.'' Sono le affermazioni delle associazioni degli albanesi e dei romeni (Rat e Dacii) inviate attraverso un comunicato congiunto.

''Riteniamo - prosegue la nota - che la sicurezza dei cittadini tutti, sia una delle basi della convivenza civile. Nel condannare senza esitazione questi fatti, vogliamo ribadire ancora una volta che si tratta di minoranze esigue che con i loro comportamenti criminali infangano, soprattutto, anche le migliaia di connazionali che lavorano, studiano e vivono onestamente nel nostro territorio. Siamo fiduciosi che le forze dell'ordine riusciranno, con la professionalità e la correttezza che li contraddistingue, a mettere davanti alla giustizia i responsabili, e nello stesso tempo ci auguriamo che la giustizia italiana possa fare il suo corso".

"Le nostre due comunità - scrivono Rat e Dacii - hanno sempre collaborato tra di loro sia nel mondo dell'associazionismo, attraverso la realizzazioni di progetti comuni, cosi anche sul piano privato. Sono moltissime le unioni in matrimoni misti tra i cittadini e le cittadine dei due paesi. Vogliamo ribadire con forza che la violenza non ci appartiene e non fa parte della nostra cultura. Non dobbiamo confondere i criminali, che ci sono in tutti i paesi del mondo, con la stragrande maggioranza delle persone che compongono una comunità nazionale".

"Le nostre comunità faranno ancora di più sul territorio per permettere una conoscenza migliore, e una collaborazione fattiva che cerchi di istaurare un clima di fiducia e rispetto reciproco''.

Fonte:  La Nazione

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martedì 19 ottobre 2010

Invito all'inaugurazione dell'evento "Incontro dorato - Intalnire de aur" mostra concerto reading, 21 ottobre

"Incontro dorato - Intalnire de aur"

Vernissage: 21 ottobre 2010 – ore 18.00

Concerto
Adina Romana: voce soprano - Roberto Pivotto: pianoforte

Reading
H.Cucerzan, G.Fiume, E.Serafini, M.Sorescu

Artisti
Horea Cucerzan

Placido Scandurra
Nicolae Pelmus

Aurel Dumitru
Venera Finocchiaro

Giorgio Fiume
Massimo Pompeo Eugenia Serafini

Accademia di Romania

VIII Convegno regionale di educazione interculturale “Quale educazione nella scuola multietnica?”‏

Comune di Pescara Comune di Chieti
COMUNITA’ VOLONTARI PER IL MONDO in collaborazione con EX-IRRE ABRUZZO

presenta

VIII CONVEGNO REGIONALE
DI EDUCAZIONE INTERCULTURALE

“Quale educazione nella scuola multietnica?”

Venerdì 22 Ottobre 2010 ore 15.30 Sala Convegni “Carichieti” Chieti Scalo

I processi migratori e la conseguente necessità di trovare nuove forme di convivenza, destinati tra l'altro ad accrescersi perché legati a profondi sommovimenti che attraversano, scompongono e ricompongono popoli, culture e stati, rivelano concretamente lo spessore dei problemi attuali e le gravi ingiustizie di cui sono spesso espressione; essi sollecitano intelligenza ed equilibrio per una loro risoluzione, coerente con la sempre più diffusa dottrina dei diritti umani. A quest'ultima occorre riferirsi, per elaborare una cultura dell'accoglienza che superi la logica assistenzialistica. Le nuove generazioni maturano e studiano in questo nuovo clima. Il cambiamento, quindi, investe i contenuti da insegnare e i quadri di riferimento con cui interpretarli e trasmetterli. La scuola, importante punto di riferimento e al tempo stesso crocevia di problemi nella società, è chiamata in causa sia come ambiente direttamente investito da questi problemi, sia come fattore strategico capace di affrontarli e di concorrere a risolverli in termini di consapevolezza critica e di formazione delle coscienze. Si chiede alla scuola di assumere la dimensione del sempre più stretto intrecciarsi e condizionarsi a vicenda dei problemi relativi al mondo naturale ed al mondo dell'uomo e di fornire strumenti conoscitivi adeguati. Si chiede in particolare alla scuola di dotare le nuove generazioni di strumenti per combattere, sul piano intellettuale, culturale, etico, religioso e psicologico, quegli stereotipi che esasperano i conflitti ed allontanano le speranze di pace. La necessità di svolgere questo seminario nasce dalla constatazione che la complessità dell'attuale società si riflette sempre più nella scuola, ormai multietnica e multiculturale. Per offrire alcune risposte ai molteplici bisogni che i cambiamenti di oggi richiedono, CVM intende presentare al convegno una diversità di voci, convergenti a sostenere la formazione dei docenti nelle nuove pratiche didattiche interattive e di marca costruttivista. In questa cornice generale, CVM reputa importante lavorare sulla sfera affettiva e cognitiva degli allievi, nella convinzione che gli utenti della nuova classe sono sia immigrati che autoctoni .Valorizzando l'autobiografia e la narrazione si offre agli uni e agli altri strumenti di lettura di una realtà di cui essi stessi sono soggetti attivi e partecipativi. Lavorando sui curriculi e sui nuovi saperi ci si muove in una nuova cultura in grado di progettare una società che nel presente è ancora multiculturale ma che in un prossimo futuro deve diventare interculturale. Si parte dal proprio vissuto, dall' "Agito", per arrivare alla gestione del nuovo: il filone narrativo e quello del problem solving, che offre i nuovi saperi, devono entrambi fornire momenti di riflessione ai docenti della scuola del terzo millennio.

PROGRAMMA

15.30 Introduzione e coordinamento
Prof.ssa Gelsomina Viscione – Responsabile Laboratorio Interculturale CVM
15.45 Messaggio di Benvenuto
Dr.ssa Maria Teresa Di Risio - Direttore Ex-IRRE Abruzzo

16.00 Saluti delle autorità:
Dr.ssa Gianfranca Mancini - Assessore Politiche Sociali Provincia di Chieti
Avv. Fabrizio Rapposelli - Assessore Pubblica Istruzione Provincia di Pescara
Dr.ssa. Carla Panzino - Assessore Politiche dell'accoglienza Comune di Pescara
Prof. Sandro Liberatore - Direttore USP ufficio Scolastico Provinciale Chieti

16.15 “L’accoglienza e l’integrazione degli stranieri nella scuola in Abruzzo”

Prof.ssa Eide Spedicato – Docente di Sociologia presso l’università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti e rappresentante nella Consulta Regionale dell'Immigrazione. E' referente dell’università nel Consiglio Territoriale per l'immigrazione della Prefettura di Chieti.

16.45 “La Ricerca e l’insegnamento per una nuova cittadinanza mondiale”

Prof. Antonio Brusa – Docente Didattica della Storia, Università di Bari, Osservatorio Nazionale intercultura M.P.I.

Ci sono molteplici ragioni per scegliere l’interculturalità e ci sono molteplici buone pratiche per realizzarla nella scuola e nella società. Oggi (forse più di ieri) è una scelta culturale, antropologica, etica, politica. Significa respingere un modello di società come spazio delle Identità separate per costruire insieme una convivenza democratica, lo spazio della comunità plurale. Attuare l’interculturalità nella scuola avvalendosi di queste metodologie significa quindi utilizzare il patrimonio della propria tradizione culturale come punto di partenza per impegnarsi in nuove sintesi, accettando il confronto con altre memorie e narrazioni relativizzando le proprie prospettive. Ciò esige il riferimento a nuove “fonti”, a nuovi punti di vista, a nuove ricostruzioni genealogiche dei saperi (ad esempio “al femminile”). Noi siamo convinti che la “paideia per il XXI secolo” dovrà essere interculturale, ossia una paideia per l’epoca della globalizzazione, del pluriverso e del meticciamento.

17.45 “La chiave interculturale per una vera integrazione”

Prof.ssa Giovanna Cipollari - Ex tecnico Irre Marche e Responsabile Didattica del Settore ESCI del CVM, da più di 20 anni impegnata nella Ricerca sull’Educazione Interculturale e sulla Revisione dei Testi in Chiave Interculturale.

La scuola, per progetto istituzionale, è il luogo dove si formano le identità e la costruzione di identità avviene soprattutto attraverso i saperi scolastici. Questi non sono né innocenti né puri perché arrivano a scuola attraverso un processo di trasformazione filtrato dalla questione del canone, ovvero da un elemento di misura che stabilisce ciò che sta dentro e ciò che sta fuori i programmi scolastici in relazione ad uno stretto rapporto tra antropologia ed epistemologia. Stabilito dagli estensori dei programmi scolastici quale tipo di cittadino deve uscire da un determinato progetto educativo si procede a selezionare i saperi in virtù delle stesse finalità educative.

18.45 Dibattito e Scambio di Esperienze

19.30 Conclusione dei lavori