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domenica 10 ottobre 2010

‘Incendio al centro culturale, gesto da condannare’

05-10-2010
Bergo: ‘Dato alle fiamme il prefabbricato che ospitava oltre 400 volumi, foto e documenti’
Il Faro on line – Venti minuti, tanta arroganza e cattiveria, e probabilmente una bottiglia molotov sono stati sufficienti per distruggere il centro di aggregazione culturale rumeno di Focene. Un boato, seguito da una fiammata, ed in pochi minuti il prefabbricato che ospitava oltre 400 volumi, una biblioteca completa, nonché foto e documenti, sono andati in fumo, divorati dalle fiamme la sera di venerdì scorso. A dare l’allarme, oltre ad alcune famiglie residenti nei pressi del centro, il custode, che solo per un caso non è rimasto vittima del rogo. E adesso è tempo di bilanci. Di amarissimi bilanci. Distrutta, è il caso di dirlo, è Cristina Pavia, psicologa rumena che da oltre due anni si dedicava anima e corpo al centro, organizzando corsi di lingua per stranieri, favorendo così l’integrazione degli stessi in seno alla comunità di Fiumicino. E’ talmente abbattuta, avvilita, che per lei adesso parla Roberto Bergo, dell’Associazione consorzio imprese e turismo di Fiumicino nord, che collaborava attivamente con Pavia. E Bergo non risparmia giudizi durissimi sugli autori di un simile terribile atto. Un attentato che ha vanificato gli sforzi coraggiosamente, tenacemente portati avanti da chi crede in una società moderna e civile, dove lo scambio e la solidarietà sono protagonisti. Nel rogo sono anche andati distrutti gli arredi della zona d’ombra, la piccola fattoria didattica che ospitava papere e tacchini, la vegetazione della macchia mediterranea. Qui, da oltre due anni, Pavia ed altri volontari e collaboratori fornivano assistenza a tutti quegli stranieri, non solo rumeni, che in Italia avevano difficoltà ad orientarsi tra uffici, permessi e burocrazia. Un servizio prezioso, svolto con impegno. Per contro, il centro era sempre aperto a tutti quegli italiani desiderosi di approfondire la conoscenza della cultura rumena, per capire che rumeno non è sinonimo di delinquente. Prima di questa fatidica sera, però, informa Bergo, c’erano stati segnali inquietanti, come testimoniano ancora alcune scritte con la vernice sull’asfalto. “”Bruciamo i rumeni” e “ammazziamo i romeni” quando non “morte ai rumeni”. Teppisti. Vandali. Delinquenti. “Un esempio di arroganza italiana verso le persone”, sintetizza ancora Bergo. “Un atto spregevole, di banditismo, conclude, aggiungendo che “la storia non finisce qui: abbiamo informato le autorità italiane e romene, il console, le ambasciate, le amministrazioni comunale, regionale e provinciale, nonché sporto denuncia alla pubblica sicurezza”. “Ciò che agghiaccia”, afferma ancora Bergo, “è che alcuni avrebbero detto “finalmente questo posto chiude”.
“Tutta la solidarietà mia e del Pd ai rumeni”, interviene Paolo Calicchio, capogruppo Pd in comune, apprendendo dell’episodio. “Dare fuoco ad un centro culturale è un atto da condannare poiché è esemplare di un comportamento negativo contro i rumeni, considerati solo ladri e malviventi. Forse anche l’amministrazione deve fare di più. Questa primavera il Pd ha sollecitato l’amministrazione a creare una consulta sull’immigrazione ed a nominare un consigliere aggiunto, sul modello del Campidoglio”, conclude Calicchio. “Non bisogna ricordarsi dei rumeni e degli stranieri solo in tempo di campagna elettorale. “Condanno il gesto, se ci fosse il dolo nell'incendio”, dichiara il consigliere PdL William De Vecchis, “comunque credo sia un caso isolato visto che nel nostro territorio non ci sono mai stati casi d'intolleranza. Comunque va mantenuta alta l'attenzione affinchè tutte le persone che vivono nel nostro territorio siano tutelate”. C’è da augurarsi che la paura della cosiddetta “caccia al rumeno” sia solo la conseguenza dello shock di questo attentato.
Maria Grazia Stella
Fonte: Il Faro
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07-10-2010
‘Focene non è razzista’

Il Nuovo Comitato Cittadino risponde alle polemiche

Il Faro on line - Non siamo razzisti. A distanza di una settimana dall’incendio che venerdì scorso ha ridotto in cenere il centro culturale rumeno “Sempre insieme” al civico 200 di viale di Focene, il Nuovo comitato cittadino Focene scende in campo per fare chiarezza. E per esprimere tutta la propria amarezza per le polemiche sorte dopo il rogo e per le presunte accuse di razzismo che graverebbero sui cittadini della località.

Immediatamente dopo l’incendio, infatti, che ha distrutto un prefabbricato di circa 100 metri quadri che ospitava oltre 400 volumi, un’enciclopedia e diverso materiale didattico e fotografico utilizzato da Cristina Pavia, responsabile del centro, per tenere corsi di italiano e svolgere delle attività socioricreative con gli stranieri, Roberto Bergo, collaboratore di Pavia, si è sfogato denunciando i numerosi atti di razzismo, l’ostilità – espressa con delle scritte ingiuriose tra cui “morte ai rumeni” – e gli episodi di teppismo che hanno reso difficile la vita all’associazione. Anche Paolo Calicchio, capogruppo in comune del Partito democratico, denunciando il gesto, aveva espresso solidarietà ai responsabili della struttura, sollecitando “l’amministrazione ad una maggiore partecipazione alla vita politica dei 2 mila rumeni di Fiumicino con un consigliere aggiunto, sul modello di Roma”. Ma, tornando alle accuse di razzismo, al comitato non ci stanno.

“Siamo amareggiati nell’aver appreso che si pensa che il gesto possa essere ricondotto al razzismo: è solo una strumentalizzazione”, dichiarano al comitato, “oltre che un modo troppo semplice per dare un’immagine poco bella di Focene”. Al riguardo Francesco Camillo spiega che “l’ associazione, a seguito delle numerose richieste dei cittadini, aveva richiesto un chiarimento sullo stato di sicurezza della struttura rivolgendosi al comune, alla polizia locale, al comando provinciale dei vigili del fuoco ed alla Asl RmD”. Il documento era stato protocollato (prot. N. 75092) esattamente un anno fa, il 16 ottobre 2009. Già allora, infatti, riferisce Camillo, alcuni cittadini avrebbero chiesto “al comune di Fiumicino e all’assessorato competente un chiarimento in merito all’esistenza di un’anomala costruzione adibita a centro di aggregazione a Focene, a viale di Focene tra il numero civico 195 ed il 207, aperta al pubblico”. Nella richiesta, il comitato osservava che “la struttura non appare collocabile in alcuna categoria di riferimento, apparendo particolarmente fatiscente ed a prima vista non conforme alle norme di sicurezza ed igienico-sanitarie vigenti in materia”. La richiesta avrebbe avuto “il solo scopo di avere delucidazione per poter dare una risposta certa e concreta a tutti i cittadini, ed in particolare a coloro che si sono rivolti al Comitato per essere edotti in merito e per essere tranquillizzati in ordine a ciò che accade intorno a loro”. “Per questo riteniamo riduttivo scaricare le responsabilità e ricondurle a puri gesti di razzismo e di odio nei confronti della popolazione romena. Se verrà confermato la dolosità dell’incendio, riteniamo l’azione ignobile, ma è ancora peggio far passare una cosa per quella che non è. E per fortuna che l’incendio non ha provocato danni ai nostri cittadini”, conclude l’esponente del direttivo.

Maria Grazia Stella

Fonte: Il Faro

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