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domenica 10 ottobre 2010

Caro il mio rumeno… sei stato un grande!

08/10/10 | Pubblicato da: franz

Ufficio recupero crediti, ore 11.45; la coda è bestiale. Stiamo aspettando tutti da una mezz’ora buona.

Allo sportello, un signore che parla un buon italiano, ma il cui accento tradisce alla grande le origini rumene, sta cercando di capirci qualcosa in un mezzo macello di raccomandate andate e venute, notifiche mai effettuate, rateazioni non richiedibili e così via.

Manco un azzeccagarbugli ci capirebbe qualcosa e, ironia della sorte, ‘sto casino va a capitare proprio ad uno straniero. L’addetto allo sportello (caso più unico che raro) è di una squisitezza e di una pazienza a dir poco esemplari, e si adopera per risolvere l’ingarbugliamento e, contemporaneamente, far capire all’uomo che ha davanti cosa deve fare. Compiti per nulla semplici entrambi .

L’uomo rumeno, per canto suo, è anche lui estremamente calmo e gentile e fa di tutto per capire cosa stia succedendo.

Ma intanto il tempo passa, e tutti quanti (me compreso) si chiedono perchè diavolo non sia possibile aprire un altro sportello, visto che ce ne sono altri tre con la scritta “non operativo”.

Finalmente la cosa viene fatta, e il primo della fila si scaraventa all’attacco. Lo osservo: un borghese piccolo piccolo, per usare una metafora. Il linguaggio del corpo, l’abbigliamento, il cappello tenuto tra due dita della sinistra… il quadro è chiaro in meno di otto secondi.

E lui, solerte, non mi delude.

Ancora prima di consegnare le carte al cassiere, a voce alta, da autentico cafone qual’è, si esibisce in uno stupendo luogo comune:

“Extracomunitari… vengono qui, non fanno niente, prendono le multe e siccome sono nullatenenti non pagano. E io pago…”

Sto per mandarlo a cagare, ma l’uomo rumeno mi batte sul tempo.

“Mi scusi.. ma che cosa sta dicendo? Io sono rumeno, sono venuto qui cinque anni fa. Lavoro come un matto, pago le tasse e come vede sono qui a pagare. Quindi, mi spieghi adesso perchè ha detto quello che ha detto”.

Il borghesuccio, come da copione, colta l’evidente idiozia del proprio comportamento, tace. Ma l’altro non lo molla.

“Io sono un cittadino italiano. E mi sento tale. Ho sposato un’italiana, i miei figli vanno alla scuola pubblica come i suoi se ce li ha. La prossima volta ci pensi bene prima di dire fregnacce!”

Sull’ufficio cade il silenzio. Almeno venti paia d’occhi fulminano l’italiano che ha appena perso un’ottima occasione per non far fare la solita figura di merda ai suoi compatrioti.

Caro il mio rumeno… congratulazioni! Peccato che, oltre che onesto, sei anche una persona educata. Io al tizio avrei detto di peggio, molto di peggio.

E anche in questo sei stato un grande!

Fonte: Franz's Blog

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