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domenica 10 ottobre 2010

Cristea, il rumeno diventato sarto di Mick Jagger & C.

CASTAGNETO. Un tempo erano i Morganti, Walter Morganti, della storica sartoria artigiana "Arte e Moda". La prima fattura risale al 1913. Adesso, alla soglia dei novant'anni racconta una storia appassionata, quella di una famiglia che ha investito anima e cuore in un'attività che li ha portati a essere conosciuti in tutto il mondo. Pure il rocker più famoso della terra, Mick Jagger, vi torna ogni anno per rifornire il guardaroba e ordinare nuove giacche su misura. Dal '95 la bottega è passata a Florin Cristea affiancato dalla moglie Marianna, che dalla Romania ha deciso di stabilirsi in Italia, mosso dalla passione per la sartoria. Cristea, come ha cominciato? «Lavoravo a Fiesole in una sartoria artigiana e prima a Roma, in via Fratina dove curavo il reparto su misura della boutique Battistoni. Sono arrivato in Italia nell'88, ci viveva mia sorella». Nessuno le ha trasmesso questa passione? «No, mio padre era meccanico. Ho cominciato a cucire a 17 anni in Romania ma la scuola professionale che ho frequentato preparava macchinisti da utilizzare in confezioni, non sarti. Ho così seguito la lezione di sarti più anziani. A Roma poco più che ventenne facevo il garzone di bottega. È stata un'esperienza fondamentale anche perché ho conosciuto molte persone importanti: Maurizio Costanzo, Corrado Augias, il maestro Menotti». Chi è un sarto? «Niente a che vedere col mondo degli stilisti. Noi ci immaginiamo e, in base a quanto concordato col cliente, realizziamo. I materiali li sceglie il cliente, i tempi rimangono a nostra discrezione». Una professione che va scomparendo? «I giovani prediligono altre occupazioni. E il numero di botteghe in Italia si riassumono nelle dita di una mano». Anche a Castagneto si è vissuta la belle epoque con passaggi importanti in sartoria. (risponde Walter Morganti): «Sul finire degli anni '60 in bottega entrarono Mastroianni, Gassmann e Virna Lisi. Dopo dieci minuti fui costretto a chiudere. E poi tutti i matrimoni degli aristocratici, gli abiti per i nobili...». Cristea, quanti ordini ricevete? «In un anno circa 500 ma sono solo 200 le realizzazioni. Anche perché la selezione è tanta. In media si può concludere un abito in tre giorni ma non puoi mai sapere». Non è un business? «Il tempo che usi per realizzare l'abito non è ben pagato, mai. Ma a noi piace. I clienti ti rispettano, è una soddisfazione dell'anima». Il signor Morganti ha creduto in lei? «È stato molto aperto, Castagneto era un posto piuttosto chiuso e Walter ci ha accolto con gioia. Ancora oggi ogni mattina alle 10.30 arriva in bottega e controlla. Ho imparato che se si sofferma più di due volte di fronte a una giacca sul manichino vuol dire che c'è qualcosa da rivedere. E ha sempre ragione».

Fonte: Il Tirreno

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