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sabato 14 marzo 2009

Superare le inquietudini generate dai flussi migratori è una necessità


venerdì 13 marzo

di Francesco Rossolini

Quello dei flussi migratori è un fenomeno dalle lontane origini che ha riguardato il mondo in tutte le sue epoche. Le motivazioni che possono portare al generarsi di flussi migratori sono molteplici e vanno dal desiderio di allontanarsi da dittature e conflitti, alla necessità per sfuggire a epidemie e carestie fino al flusso migratorio spontaneo generato dal desiderio del genere umano di migliorare le proprie condizioni di vita.

Nei primi decenni del secolo scorso l’Italia è stato un paese di emigranti, quando milioni di persone si sono spostate in maniera transitoria o definitiva in aree più ricche o più prospere del pianeta, per cercare di migliorare le proprie condizioni economiche e sociali. Spesso gli Italiani sparsi per il mondo hanno trovato una certa ostilità da parte delle popolazioni locali e si sono dovuti adattare a svolgere i lavori più umili o pericolosi, come l’edificazione dei grattacieli di New York.

Con il passare del tempo molti Italiani emigrati hanno saputo conquistare posizioni non disprezzabili migliorando effettivamente le proprie condizioni di vita e sociali.

Oggi i flussi migratori in entrata che ci riguardano portano centinaia di migliaia di abitanti dell’Europa dell’Est, del Nord Africa e dell’Asia a cercare di migliorare le proprie condizioni di vita spostandosi in paesi come l’Italia. Questo avviene poiché il mondo occidentale, di cui l’Italia è parte integrante, ha raggiunto un livello di benessere molto elevato e offre agli immigrati la possibilità di svolgere molti lavori “disponibili”, ovvero quelli che gli italiani non gradiscono svolgere. Basti pensare a posizioni come i braccianti, i manovali e le collaboratrici domestiche. La componente non Italiana che svolge queste posizioni è oggi molto elevata.

Perché allora l’immigrazione genera forti tensioni sociali, incomprensioni, odio e fenomeni di xenofobia?

La motivazione principale è che c’è in ogni popolo il desiderio innato all’autoconservazione che viene minato, almeno apparentemente, dall’immigrazione stessa. C’è inoltre un certo rifiuto del diverso, fenomeno che in Italia non è stato ancora superato completamente. C’è poi il pregiudizioche in ogni immigrato si celi un pericolosissimo criminale. Purtroppo i quotidiani fatti di cronaca che vedono romeni e nord africani implicati in stupri o rapine focalizzano l’attenzione sul connubio immigrati-criminali e spingono ad attribuire le colpe di pochi delinquenti ad interi popoli. Si ricordi che in ogni Stato di diritto la condanna penale è strettamente personale e coinvolge il singolo come tale e chiaramente non come appartenete ad un dato popolo. Purtroppo quest’ultima pericolosa generalizzazione, un romeno delinque pertanto tutti i romeni delinquono, porta a voler individuare un capro espiatorio con tute le conseguenze nefaste che questo comporta. Ciò avviene con maggior forza soprattutto nei periodi d’incertezza economica come l’attuale.

È altresì vero che l’effettiva situazione d’impasse della giustizia italiana, troppo lenta, spesso con pochi mezzi a disposizione e con norme contraddittorie che minano la certezza della pena e la mancanza di una regolamentazione seria sull’immigrazione, che dovrebbe favorire l’integrazione dei lavoratori stranieri da un lato e velocizzare l’espulsione dei criminali dall’altro, rischiano di far precipitare la situazione, facendo dilagare nel paese un vero e proprio odio razziale.

Si provveda quindi a sanare la situazione senza strumentalizzazioni e a fare ogni sforzo affinché l’Italia sia pronta a divenire una prospera e coesa società multietnica.

Fonte: Agora Vox.


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Citeste si:

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