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mercoledì 10 novembre 2010

In Romania la rivoluzione la fanno i bambini...

Autore: Antonio Prudenzano
Lunedí 08 novembre 2010

IL PERSONAGGIO/ Florina Ilis, classe ’68, è una delle scrittrici romene contemporanee più importanti. Isbn la fa scoprire al pubblico italiano pubblicando il suo romanzo (premiatissimo non solo in patria) “La crociata dei bambini”. L'autrice per l'occasione si racconta con Affaritaliani.it: "Credo che dovrà passare ancora molto tempo prima che tutte le ferite inferte dal totalitarismo al mio Paese si rimarginino". E aggiunge: "Nei miei libri cerco di rappresentare con realismo la società romena post-comunista, senza rinunciare alla finzione romanzesca. Lo stile ‘a cascata’ mi viene in un certo senso ‘imposto’ dal ritmo della narrazione stessa". E sulla letteratura romena contemporanea... L'INTERVISTA

Florina Ilis, classe ’68, è una delle scrittrici romene contemporanee più importanti. Isbn, nella collana “Special Books”, propone al lettore italiano il suo romanzo “La crociata dei bambini” (uscito in Romania nel 2005, ha chiuso una trilogia cominciata nel 2001 con “La discesa dalla croce” e continuata nel 2002 con “La vocazione di Matteo”). La Ilis, laureata in lettere (ha esordito nel 2000 con “Haiku e calligrammi”) per il titolo del romanzo che Isbn porta ora nelle librerie italiane si è ispirata a un episodio risalente all’XI secolo quando, stando ad alcune fonti, un bambino francese (o tedesco, qui le fonti non concordano) a cui era apparso Gesù, organizzò una crociata in Terra Santa composta solo da ragazzini. Un episodio, mai confermato, intriso di leggenda. Dal canto suo, “La crociata dei bambini”, che la stessa Florina Ilis definisce un romanzo “a cascata” (premiatissimo in patria, e non solo, visto che ha appena ottenuto il riconoscimento come miglior libro straniero del 2010 dalla rivista francese Courrier international) per la sua complessa struttura a incastro (tantissimi i personaggi e continui gli intrecci tra i loro destini), è ambientato nella Romania di oggi. Una “rivoluzionaria” scolaresca sequestra un treno, per ribellarsi alle “repressioni” degli adulti. Ineluttabilmente il “gioco” finisce male. Prima, però, la “rivolta”, rilanciata dai mass media locali, diventa un caso nazionale, e il Governo romeno si dimostra incapace di fronteggiarla. Questo per quel che riguarda l’insolita trama. Originale anche lo stile letterario e la punteggiatura scelti dalla Ilis, che rinuncia ai punti di sospensione e alle virgolette per delimitare i dialoghi. Scelte che inevitabilmente complicano la lettura ma che rappresentano una componente fondamentale delle opere della scrittrice romena, che Affaritaliani.it ha intervistato.

Il suo libro è la storia di una tentata rivoluzione. L’ha scritto perché nella Romania di oggi si sente la necessità di un’altra rivoluzione?
“In generale non credo che le rivoluzioni possano cambiare qualcosa. Alla fine, accade sempre che un potere va a sostituirne un altro. Quando un regime diventa oppressivo, storicamente parlando è dimostrato che esso può essere rovesciato solo dalla rivoluzione spontanea di un movimento di massa. Ciò è accaduto anche in Romania, nel dicembre 1989. Il regime totalitario comunista è stato eliminato per sempre, e il mio paese ha fatto i suoi primi passi lungo il difficile cammino della democrazia. Nella mente della gente, tuttavia, ancora oggi, a vent’anni da allora, la vecchia mentalità tipica della stagione comunista non è affatto scomparsa. La rivoluzione, infatti, non libera del tutto la mente di un popolo. Credo che dovrà passare ancora molto tempo prima che tutte le ferite inferte dal totalitarismo si rimarginino”.

Pensa che il suo romanzo sia adatto a diventare un film?“Sì, non a caso in Romania c’è un progetto per realizzare un film tratto da ‘La crociata dei bambini’…”.

Quali scrittori hanno ispirato il suo stile e la struttura dei suoi romanzi “a cascata”?“Non ci sono stati scrittori che mi hanno ispirata da questo punto di vista. Lo stile ‘a cascata’ mi viene in un certo senso ‘imposto’ dal ritmo della narrazione stessa. Nei miei libri cerco di rappresentare con realismo la società romena post-comunista, senza rinunciare alla finzione romanzesca. Ho cercato di rendere il ritmo della mia narrazione il più naturale possibile. Conferendo al racconto un ritmo proprio, a volte lento, a volte frettoloso, a volte calmo, e poi di nuovo rapido, facendolo scorrere come un fiume verso il mare”.

Perché nei suoi romanzi non usa il punto?“Attraverso la mancanza di punti in qualche modo cerco di far percepire il ritmo ininterrotto della vita, non di una vita individuale, ma della vita in generale, un flusso che non cessa mai”.

La Romania sarà il Paese ospite alla Fiera del Libro di Torino nel 2012. Lei è considerata una delle autrici più importanti della Romania contemporanea. Tra le voci emergenti della letteratura del suo paese, quali sono le più interessanti?“Penso che gli scrittori della mia generazione abbiano avuto la fortuna di scrivere e pubblicare libri non più sottoposti alla censura comunista. Tale libertà si riflette nei temi affrontati . Anche i giovani autori, che godono della medesima libertà, meritano attenzione. Purtroppo, rispetto al cinema - una forma d’arte che può superare più facilmente i “confini” e arrivare a un pubblico più ampio - per una letteratura scritta in un lingua poco nota come quella romena è più complicato uscire dai confini nazionali. In ogni caso, credo in Occidente attualmente ci sia un interesse enorme per la letteratura del mio paese”.

Fonte: Affaritaliani.it

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