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lunedì 29 novembre 2010

Annega un operaio, manager Smat alla sbarra

cronaca
26/11/2010 - LA STORIA

Mihalcea Bogdan, 24 anni, è annegato in un tombino

L'uomo fu investito da un’ondata di fango
il suo corpo fu trovato una settimana dopo
MASSIMILIANO PEGGIO

Torino
Finisce alla sbarra Paolo Romano, l’amministratore delegato di Smat, l’azienda delle acque metropolitane. Imputato di omicidio colposo per la morte di Mihalcea Bogdan, l’operaio romeno di 24 anni che 4 anni fa fu inghiottito da un’improvvisa ondata di acqua e fango mentre lavorava in una condotta della fognatura. Romano, è il numero uno dell’azienda che commissionò i lavori. Nei guai anche un altro dirigente della società: Pietro Olivier e i coordinatori della sicurezza, Domenico Tipaldi e Claudio Andrione.

Mihalcea Bogdan era un lavoratore in nero. Ieri mattina si è tenuta l’udienza preliminare di fronte al giudice Edmondo Pio. Il cantiere, secondo le indagini condotte dal pm Marina Nuccio, fu allestito senza un piano adeguato dei rischi, come la previsione di un allagamento improvviso. Mihalcea fu spedito nel sottosuolo senza dispositivi di protezione.

Per questi motivi, di omicidio colposo dovranno rispondere anche due imprese. La Fedet, nella persona di Roberta Dentis, amministratore unico, (assistita dall’avvocato Giuliano) per aver «ricevuto l’appalto di manutenzione ordinaria dei canali di fognatura di Torino per il biennio 2005/2007» e aver affidato i lavori in subappalto alla ditta Siciliano, omettendo di «verificare l’idoneità tecnica di quest’ultima». La ditta individuale di Tony Joseph Siciliano e col padre Calogero (avv. Bertano): il primo come titolare e datore di lavoro del giovane; il secondo per avergli «impartito le direttive».

La prima udienza del processo si terrà il 27 gennaio, presso la terza sezione penale. I familiari del giovane si sono costituiti parte civile nei confronti dei datori di lavoro. Nei confronti invece di tutti e sette gli imputati si è costituito il sindacato Fillea-Cgil, nella persona di Giovanni Pibiri. L’infortunio risale al 6 luglio del 2006. Mihalcea stava lavorando a Torino, nei canali della fognatura bianca a circa 8 metri di profondità, tra via Pietro Cossa, angolo via Carrera. Non era in regola: era un lavoratore «in nero». Con lui c’era un collega marocchino. A pochi chilometri dal cantiere si scatenò un terribile temporale. In pochi minuti l’acqua raccolta dalle rete fognaria piombò come un fiume in piena in quell’angolo di città, travolgendo il giovane romeno. Il suo cadavere fu recuperato sei giorni dopo nella Dora.

Paolo Romano e Pietro Olivier sono difesi dagli avvococati Guglielmi e Zaccone. Domenico Tipaldi (avv. Lauro e Obert), è imputato in qualità di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione del cantiere e Claudio Andrione (avv. Zancan), coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione dei lavori. Dalla Smat i familiari hanno già ottenuto un risarcimento di 200 mila euro.

Fonte: LA STAMPA

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