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domenica 7 novembre 2010

“Maria, badante rumena, occupata per 600 euro mensili”

di Maria Pia Telera
Pubblicato il 6 novembre, 2010
Badanti nella villa di Manfredonia (image M.P.Telera)

BADANTI straniere in Puglia: dati e statistiche relative alle diverse popolazioni presenti nel territorio locale. Popolazioni presenti nel territorio con una situazione finale che vede spesso le occupate straniere in posizione di netta inferiorità (morale-salariale) rispetto a quella delle “colleghe italiane”. Analisi in loco attraverso il racconto delle diverse Stella, Maria e Ramona, donne con il corpo presente a Manfredonia ma che ancora sognano di poter ritornare a casa

Manfredonia – LA signora Cristina soffre di una grave malattia degenerativa, una malattia che le ha minato da tempo il sistema nervoso centrale. Cristina non è più autonoma e vive assieme al marito. Maria è stata presentata alla coppia italiana attaverso contatti di amici e conoscenti: “Sai, con le rumene si risparmia, le italiane poi costano maggiormente”. Un altro parto della solitudine è la vita di Maria, rumena, occhi verdi e mesti, donna che oltre a badare a Cristina, deve uscire anche per la spesa e cucinare e per affaccendarsi per le pulizie domestiche. Tutto per soli 600 euro mensili. Maria ha due ore al giorno di permesso, con la domenica per le libere uscite.

Di solito le riconosci dai tratti somatici o dall’accento slavo e dai luoghi di ritrovo che frequentano volentieri: i giardini pubblici di Manfredonia (e di ogni altrà città italiana e dell’intera Capitanata). Nugoli di donne (quasi fossero api alla ricerca del proprio alveare) sedute si confrontano, si scambiano impressioni, si ritrovano nostalgiche. Cariche di speranze oltre che di bagagli oltrepassano il confine longitudinale (un altro territorio), con gli occhi perennemente bassi. Donne che hanno deciso non solo di varcare una terra ma di lanciare una sfida alla vita. La loro. Un’Europa che unisce dunque i popoli e i destini della povertà, spalancanco i confini nel segno delle più vere delle solidarietà.

BADANTI PER 500 EURO MENSILI – Dalla Romania partono in autobus verso l’Italia, decidono di salire il calvario della sofferenza insieme alle famiglie italiane, dormono e vivono sotto lo stesso tetto, con un contratto che varia dai 500 agli 800 euro mensili. Le chiamano badanti, ma sotto questo nome si nascondono – di solito – altre mansioni. Mansioni che non riguardano solo l’assistenza all’anziano non autosufficiente: le badanti svolgono infatti le pulizie domestiche, si occupano della spesa e di altre commissioni. Una gara di apprendimento per ottenere più referenze e di conseguenza un posto di lavoro accanto agli anziani sempre più esigenti.

PROSTITUTE E STORIA DI STELLA – Un’altra storia intrisa di sofferenza è quella di Stella (nome di fantasia), polacca, trapiantata a Manfredonia per lavorare accanto alla “sua nonnina”, come la chiama in modo affettuoso. Maria mostra un sorriso timido, mentre il suo pensiero nasconde il sogno di iscriversi ad una facoltà universitaria. Si, anche le donne dell’Est sognano una vita migliore, che non appartenga solo ai marciapiedi o ai nights, protagoniste magari di una bulimica attività sessuale, sponsorizzata non solo dal racket italo- rumeno ma anche dai famelici clienti del territorio (e spesso di passaggio). Stella ha sua madre che vive nel Nord d’Italia e che svolge lo stesso lavoro come badante: a soli 24 anni la ragazza ha già percorso migliaia di chilometri per cercare un incarico analogo. Tenace e determinata, Stella vuole imparare l’italiano e non si arrende neanche la notte quando la “sua” nonnina le chiede di accompagnarla in bagno, né quando le prepara la colazione, quando le scrive sul foglio bianco le medicine da assumere e poi la lava e la giornata è ancora carica di sorprese, scossa da qualche capriccio o richiesta dell’anziana (e insistente) signora. La domenica è il giorno più luminoso per Stella, non perché splenda il sole, ora che il vento freddo dell’autunno avvolge le strade, ma perchè potrà finalmente godere di un tempo che non le appartiene più, la spensieratezza di una vita intessuta di amicizia, di parole e di abbracci con la mamma. Si confida: “ Sai, qui vive una signora rumena di mezza età, ma ha scelto di non fare la badante. Ha i capelli tinti di un nero corvino, raccolti all’insù. Oramai molti uomini la cercano, si prostituisce”. Fuori dalla finestra alcune foglie ingiallite cadono, si arrendono al vento che trascina polvere e cartacce, con le parole di Stella che permangono come l’unica testimonianza di una vita tutta da riscoprire, da riscrivere su un foglio di speranza. Bianco.

FOCUS DATI – REGOLARIZZAZIONE, I DATI IN PUGLIA E A MANFREDONIA – Nell’ambito della regolarizzazione delle badanti e delle colf straniere, la Puglia si attesta coma la prima Regione del Sud d’Italia con le 8.421 domande già pervenute al Ministero dell’Interno, e con le richieste che si concentrano per la maggior parte nella pro¬vincia del capoluogo di regione. Bari si piazza infatti quindicesima tra le 103 province d’Italia in cui sono pervenute più domande. Seconda tra le province pugliesi è Fog¬gia che, con 1.490 richieste, si ferma alla quaran¬taquattresima posizione; segue Lecce al quarantasettesimo posto con 1.380, Taranto al settantanove¬simo posto con 579 ed infine Brindisi che, con appena 327 richieste è novantaduesima.

DATI DEL VIMINALE: TRA IL 28 E IL 30 GIUGNO 2009 CONSEGNATE OLTRE 80MILA RICHIESTE – Sono i dati del rapporto definitivo compilato dal Viminale a conclusione del periodo di presentazione della domanda di regolariz¬zazione. Scaduti i termini lo scorso 30 set¬tembre del 2009, il Viminale ha avviato infatti le pro¬cedure per valutare le richieste che per¬mettono agli immigrati irregolari (che svolgono il lavoro di colf o badante da al¬meno un trimestre in Italia), di regolarizzare la propria posizione lavorativa (il periodo di riferimento è quello tra l’1 aprile e il 30 giugno 2009). Tra il 28 e il 30 sono state consegnate oltre 80mila richieste. Su scala nazionale le domande sono così ripartite per mansione: 180.408 sono le richieste per colf, 114.338 quelle per badanti. Ucraina, Marocco e Moldavia le nazio¬ni da cui proviene il maggior numero di richieste. Tra le regioni del sud, la Puglia è quella con il maggior numero di richieste, superando Molise, Basilicata e Calabria.

DATI DALL’UFFICO ANAGRAFE DI MANFREDONIA – STRAPOTERE DELLA POPOLAZIONE RUMENA CON 250 UNITA’, SEGUONO I SENEGALESI – L’ASSESSORE CASCAVILLA: “IN ATTESA DEL PROGETTO R.O.S.A.” - L’Assessore alle politiche sociali e giovanili, Paolo Cascavilla conferma a Stato che il dato delle regolarizzazioni delle badanti a Manfredonia “non è stato ancora definito”, considerando infatti che ampie fasce della popolazione immigrata svolge lavori non denunciati regolarmente alle autorità competenti. L’Assessore Cascavilla conferma:” Siamo in attesa attualmente della definizione del Progetto R.o.s.a.”, progetto che “punta a far emergere situazioni lavorative che appartengono ancora al sommerso”. In base ai dati pervenuti dall’Ufficio anagrafe del comune di Manfredonia, la popolazione straniera più numerosa è quella rumena con 250 unità, seguita dalla senegalese con 212 unità, la comunità albanese con 80 unità, la tunisina con 72, la marocchina con 59, e infine la polacca con 58, seguita dalla presenza ucraina con 54 unità (dati aggiornati al 25 ottobre 2010). Un trend che conferma la pressante richiesta di collaboratrici domestiche dell’Est, costatando che le donne rumene (141) sono più numerose rispetto agli uomini (109).

PROGETTO BADANTI PROMOSSO DALL’AVI – DI ROSARIO: “BADANTI RUMENE SFRUTTATE RISPETTO ALLE ITALIANE” - Stato ha contattato il Presidente dell’ Associazione amici del volontariato Michele Di Rosario che si occupa del progetto badanti, in sinergia coi Servizi sociali di Manfredonia:” La nostra associazione ha stabilito un ponte di solidarietà tra le famiglie del posto e gli immigrati presenti sul nostro territorio. La nostra banca dati contiene le schede di circa 217 persone, sia italiani che stranieri, che offrono le proprie competenze tanto nei lavori domestici che in altri campi. Per quanto riguarda la figura della badante, di solito sono donne che vivono situazioni di disagio in famiglia, immigrate, giovani, ragazze madri o vedove. Ognuna ha una scheda personale e lascia il proprio documento di identità. Qui attiviamo una vera selezione per esperienza e capacità professionali – dice Di Rosario – il lavoro di badante è una forma di sfruttamento, le rumene lavorano 24 ore su 24 rispetto ad una badante italiana che preferisce lavorare su turni. Le donne dell’Est guadagnano circa 700e al mese, usufruendo dell’alloggio e del cibo. Poche risultano avere un contratto regolare di lavoro, rispetto alla maggioranza”. Di Rosario conclude: “Le giovani ucraine rappresentano un’eccezione, lavorano per completare gli studi, nell’arco di due o tre anni, partono lontano da Manfredonia”.

Fonte: Stato Quotidiano

2 commenti:

Anonimo ha detto...

tutte ladre e truffatrici specialmente verso gli anziani indifesi ... fate attenzione !!!!

Anonimo ha detto...
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