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mercoledì 20 gennaio 2021

Rome is More, progetto con espressioni romane tradotte in inglese: intervista all'imprenditrice romana „"Se Lallero", "Aho", "Sti c...i", le espressioni romane portano fortuna ad un'imprenditrice romana: la storia di Rome is More

Rome is More, progetto con espressioni romane tradotte in inglese: intervista all'imprenditrice romana


Una pagina social aperta quasi per gioco da Carolina Venosi, nella quale si traducono in inglese le tipiche espressioni romane. Così nasce il progetto Rome is More oggi diventato anche uno store.


Rome is More, progetto con espressioni romane tradotte in inglese: intervista all'imprenditrice romana.

 

Romana doc, con genitori e nonni romanissimi. Architetto che però non ha mai intrapreso questa carriera professionale, poiché le sue scelte sin dai tempi dell'università si sono totalmente rivolte verso marketing e comunicazione. Carolina Venosi, con un ricco bagaglio da strategist e project manager per varie aziende, blogger con un amore incredibile per la città eterna, è la fondatrice di uno dei progetti "romani doc" più amati e riusciti degli ultimi anni.

 

Rome is More è il nome del progetto di successo nato con l'obiettivo di tradurre in modo divertente le espressioni romanesche in inglese. Da "Eddaje" a "Se lallero", da "Stacce" a "Nun fa er provola" il repertorio creato da Carolina Venosi e arricchitosi nel tempo è un vero e proprio fenomeno prima social e poi imprenditoriale che RomaToday si è fatto raccontare meglio proprio da chi ha avuto questa geniale idea.

 

Huffington Post

Rome is More, progetto con espressioni romane tradotte in inglese: intervista all'imprenditrice romana

 

Carolina, come è nato Rome is More?

 

Rome is More è nato un po' per gioco, mentre lavoravo come responsabile marketing per un'altra azienda romana. Una pagina Facebook e Instagram che ho aperto nell'ottobre 2019. Desideravo un progetto nel quale poter decidere io come fare le cose. E ho iniziato così a tradurre il romanesco in inglese, perché anni prima in Erasmus a Parigi mi era capitato di farlo con i francesi.

 

Nel tempo Rome is More si è evoluto. Quando hai capito che poteva diventare il tuo lavoro a tempo pieno?

 

Da agosto 2020 Rome is More è al 100% il mio lavoro, mi sono licenziata dall'azienda per cui lavoravo precedentemente. Questa scelta è stata un percorso graduale. A farmi intuire che poteva diventare un lavoro è stata, in primis, la proposta editoriale arrivata da Mondadori per la pubblicazione di un libro con una raccolta di queste frasi. Da lì ho iniziato a riflettere e a capire che avrei dovuto ragionare in maniera più seria a questo mio progetto. Ho fatto un piccolo test aprendo un e-commerce con il merchandising collegato e ho visto che iniziava ad andare bene, mentre io iniziavo un po' a soffrire perché stava diventando sempre più pesante gestire il lavoro e il mio progetto. Mi sono data un tempo e poi ho deciso, anche perché se non l'avessi fatto mi sarei sicuramente pentita. 

 

Carolina Venosi





















































Rome is More è diventato anche un negozio recentemente?

 

Sì ho aperto il 13 dicembre il primo store di Rome is More a Testaccio. In realtà siamo stati più chiusi che aperti a causa delle restrizioni (sorride, ndr), qui prima di tutto c'è il mio ufficio e poi vendo il merchandising strettamente legato alla pagina, come spille, tazze, shopper e prodotti di altri designer o brand che nascono con il patrocinio della romanità. Un concept store tutto dedicato a Roma insomma.

 

Dietro alla creazione di questo progetto ci sei soltanto tu, ma ad oggi il team si è esteso?

 

Sì, oggi siamo 4, più vari collaboratori esterni. C'è ad esempio un agente commerciale che si occupa di posizionare i nostri prodotti all'interno di musei o di shop selezionati. 

 

Sin dalle origini il punto di forza di Rome is More è stata la traduzione dal romanesco all'inglese delle espressioni romane. Ad oggi, secondo te, questo progetto piace di più agli stranieri o ai romani?

 

Ho capito che piace di più ai romani e agli italiani in generale, l'ho capito quasi subito e anche per questo ho cercato di semplificare al massimo la traduzione senza andare più sullo specifico dell'inglese perché altrimenti non faceva ridere. Piano piano ho adattato il modo di tradurre le parole a quello che era il modo italiano di parlare inglese, un po' "maccheronico" diciamo.

 

Cos'è che secondo te fa amare così tanto il dialetto romano?

 

La spontaneità, la simpatia, secondo me insieme al napoletano è questo il dialetto più bello d'Italia. E' passionale, un po' più di cuore, con una sola parola, dandogli l'intonazione giusta, si riesce a spiegare un concetto che magari in italiano andrebbe spiegato con tre frasi. E' la bellezza dei dialetti che restano un patrimonio immateriale enorme, unico. Noi romani abbiamo proprio una grammatica a parte.

 

Quali sono le espressioni romane più amate e comprate nel tuo shop?

 

Ci sono due scuole di pensiero opposto, c'è chi ama i grandi classici come "mai na gioia", "se lallelo", "eccalà" e "eddaje" che sono le espressioni più acquistate e poi c'è tutto il filone "volgare" che in tanti amano. La cosa divertente è quando le persone in negozio ti chiedono le cose: "vorrei 'Una sti c...i, una 'Me coj..i'e ce l'hai una 'Chi te se i....a" per caso? E' davvero comico il momento della vendita.

 

Autrice: Francesca Demirgian

11/01/2021


News da 3 Fonti: Rome Today, Huffington post Instagram

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