Pretendeva le fosse concesso il reddito di cittadinanza, ma la carta d’identità era "sospetta" e cosi che la dipendente di un ufficio postale ha chiamato la polizia.
La ragazza, una romena di 25 anni con precedenti per reati contro il patrimonio, faceva uso di una carta d’identità contraffatta, perciò veniva arrestata e indagata per truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubblica (reato contro la pubblica amministrazione, previsto dall'art. 640 co.2, n.2, codice penale).
Un altro caso veniva segnalato il 2 dicembre anno scorso a Milano quando un romeno di 38 anni aveva presentato agli sportelli postali un documento di residenza con alcuni particolari che non sembravano autentici, il timbro e la data di rilascio. Di conseguenza, la dipendente aveva allertato la polizia. Poco dopo, l’uomo era stato arrestato.
Altri casi in zona Carrobbio, dove nello stesso giorno due donne romene di 44 e 63 anni, in due sportelli diversi avevano chiesto il reddito di cittadinanza utilizzando documenti con firme, date di scadenza e timbri sospetti al dipendente postale. Risultava dopo un accertamento effettuato che entrambe avevano già percepito nei mesi precedenti somme previste come reddito di cittadinanza. Perciò sono state arrestate anche esse per tentata truffa aggravata.
Per lo stesso reato, truffa aggravata viene indagata dalla Polizia anche donna di 40 anni romena che ha omesso di dichiarare la sua convivenza con un uomo già percettore dello stesso sussidio. Perciò non avrebbe avuto il diritto di percepirne un altro.
Come procedevano: I richiedenti avevano presentato on-line sul portale Inps le domande per ottenere il Reddito di Cittadinanza.
Ulteriormente, ricevuto un Pin dall’Inps, potevano recarsi presso gli uffici postali e ricevere le tessere elettroniche prepagate relative al beneficio .
Dopodiché si poteva incassarne il saldo.
Sfortunatamente, l'obiettivo corretto ma i mezzi sbagliati...i richiedenti al momento sono tutti indagati per un reato grave, rischiando la loro libertà. Perché secondo la Legge:
Il reato: I fatti previsti dall' art. 640 c.p. riguardano l’ottenimento di contributi, finanziamenti o altre erogazioni concesse dallo Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione Europea. Si procede d'ufficio. La pena prevista per il soggetto che realizzi la suddetta fattispecie criminosa è la reclusione da 2 a 6 anni.
Notizie da 3 Fonti : Il Giorno Ansa La Provincia
17/01/2021
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