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sabato 24 marzo 2012

Il mito dacico nella letteratura romena dell'Ottocento


Roberto Merlo
Il mito dacico nella letteratura romena dell'Ottocento.
Edizioni dell’Orso, pagg.416, Euro 30,00
IL LIBRO – Dai cronisti medievali fino agli intellettuali del Novecento, le élite culturali romene hanno dato prova di un costante interesse per la definizione dell’identità nazionale. Tale definizione riposa in primo luogo sulla rivendicazione di un’origine, di un momento fondante che possa avvalorare il passato e garantire il futuro. In tal senso, la determinazione delle caratteristiche e delle specificità della «romenità» ruota da sempre intorno a due grandi miti delle origini nazionali e alla loro reciproca delimitazione: il mito latino e il mito dacico.

Il presente volume illustra la genesi e l’evoluzione del mito storico-politico dacico, delle sue implicazioni ideologiche e delle sue ipostasi letterarie, chiarendo le circostanze e le ragioni della sua affermazione nello specifico contesto storico e culturale romeno del XIX secolo, segnato dalle lotte diplomatiche e dalle guerre per l’indipendenza dagli Imperi ottomano, asburgico e zarista e dalla complessa e spesso controversa assimilazione di forme e modelli della cultura occidentale. Tenendo conto anche dei problematici sviluppi novecenteschi, il volume traccia un quadro d’insieme delle diramazioni del mito dacico nella letteratura e nella cultura romena dell’Ottocento, con particolare riferimento alla costruzione di una dimensione eroica specifica del mito dacico e alla genesi e all’evoluzione del personaggio di Dochia, autentico «mito letterario» e figura per più versi esemplare dell’immaginario romantico romeno.

DAL TESTO – “Il sintagma «mito dacico» circoscrive, all'interno dell'articolato avvicendarsi e intrecciarsi di narrative delle origini che segna l'evoluzione della cultura romena, il complesso mitico-simbolico dell'etnogonia che, in parallelo e in concorrenza con il «mito latino», si viene coagulando intorno al progressivo imporsi dei daci quale elemento centrale del processo etnogenetico, e che si afferma originariamente come mito storico-politico […] presto capitalizzato dalla letteratura «nazionale» romantica […], in seno alla quale prenderà vita anche un mito autenticamente «letterario» […].
“Sul versante più specificamente letterario, numerosi sono stati gli autori romeni che, soprattutto nell'Ottocento ma anche oltre, hanno individuato nella narrativa delle origini temi e personaggi "pregnanti" (E. Cassirer) suscettibili di trattazione letteraria. Riprendendo creativamente i dati offerti dalle fonti storiche letterarie (in particolare Cassio Dione) o plastiche (principalmente la Colonna traiana), già i romantici tematizzano letterariamente personaggi ed eventi del mito: episodi come gli inganni di Decebalo, la violenza delle donne daciche, l'assassinio di Longino o il suicidio del re dacico, personaggi quali Dromichete, l'unificatore Burebista e il gran sacerdote Deceneo, la romantica Dochia o il misterioso Zalmoxis, e temi come il cristianesimo ante litteram o l'appetitus mortis dacico, sono solo alcuni dei fili della trama «storica» su cui la fantasia e la creatività degli scrittori intesse una «fiction mythique» che, se da un lato spesso si limita semplicemente ad articolare letterariamente le valenze del mito storico-politico (ad es. la visione dell'Età dell'Oro o della genealogia degli Eroi di A. Russo), dall'altro lato si dimostra anche in grado di creazione, come nel caso del «mito letterario» tutto ottocentesco e romantico di Dochia, e di innovazione, ad es. nelle narrative più originali di personaggi particolarmente fortunati quali Decebalo (particolarmente in Eminescu) e Zalmoxis (soprattutto nel Novecento).”

L’AUTORE – Dopo la laurea e il dottorato in Romenistica, Roberto Merlo è stato per alcuni anni lettore di italiano in Romania. Attualmente insegna Lingua e Letteratura romena presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università degli Studi di Torino. Ha pubblicato studi sul mito dacico nella cultura romena dell’Otto e del Novecento, sulla poetica di Marin Sorescu, sulle traduzioni di letteratura romena in italiano e sulla letteratura italofona dell’emigrazione romena, sulla didattica multilingue italiano-romeno, sui fenomeni di interferenza fra le due lingue e sui rapporti linguistici slavo-romeni. Ha tradotto dal romeno opere letterarie, tra cui Gabriela Adameşteanu, L’incontro (nottetempo, 2010) e Doina Ruşti, Zogru (Bonanno, 2010), e saggi specialistici, tra cui Marius Sala, Dal latino al romeno. Introduzione a una storia della lingua romena (Edizioni dell’Orso, 2009) e Ion Bulei, Breve storia dei romeni (Edizioni dell’Orso, 2006).

Fonte: Archivio Storico

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