Era accusato di omicidio preterintenzionale
Una combo di due frame, tratti dal video ripreso dalle telecamere della metro Anagnina, che mostra Alessio Burtone sferrare un pugno all'infermiera, l'8 ottobre del 2010, causandone la morte dopo alcuni giorni trascorsi in coma
17 marzo
di Marco Maffettone
A oltre due anni da quel gesto folle, da quel pugno in faccia che ha spezzato la vita dell'infermiera romena, Maricica Hahaianu, Alessio Burtone, romano 22 anni, è stato condannato a 9 anni di reclusione dalla I corte d'Assise del Tribunale di Roma. Per lui l'accusa era di omicidio preterintenzionale ma la corte non ha riconosciuto l'aggravante dei futili motivi così come messo in luce dalla Procura che aveva chiesto una condanna a 20 anni di reclusione. Alla lettura della sentenza, giunta dopo una camera di consiglio circa due ore, Burtone non ha avuto alcuna reazione. "Avevo paura che mi dessero 20 anni - ha confidato al suo avvocato, Fabrizio Gallo - questa notte non ho chiuso occhio". Stessa tensione che si leggeva sul volto di Adrian, il marito dell'infermiera morta nell'ottobre del 2010, dopo alcuni trascorsi in stato di coma al Policlinico Casilino. L'uomo, assistito dall'avvocato Alessandro Di Giovanni, ha commentato la decisione affermando di sentirsi "soddisfatto" ma non ha escluso che si sarebbe "aspettato qualcosa in più. In questa vicenda ho perso per sempre una moglie e la madre di mio figlio".
Il legale ha aggiunto che si "sarebbe aspettato una risposta più decisa da parte della giustizia". Per quanto riguarda l'aspetto risarcitorio, il tribunale ha disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 50 mila euro ciascuno per il marito della donna e per il figlio e di 30 mila per il fratello di Maricica. Nella dispositivo la I corte d'Assise ha stabilito anche un risarcimento di 6 mila euro in favore di Roma Capitale, che si era costituita parte civile. Dal canto suo la difesa di Burtone annuncia ricorso in Appello affermando che "oggi i giudici non hanno avuto il coraggio di concedere l'attenuante della provocazione. Alessio Burtone, non voleva uccidere e questo lo hanno capito tutti nel processo". Secondo la Procura, invece, l'indole di Burtone è quella di "un soggetto violento". Un personaggio, come ha detto nella requisitoria il pm Antonio Calaresu, preferisce "menare invece di parlare". Il pm, ricostruendo le fasi del litigio, ha descritto il colpo sferrato da Burtone come "un classico 'diretto' pugilistico, il gesto del boxeur: un uppercut al mento della donna". Il pubblico ministero ha, inoltre, stigmatizzato, come nel corso di tutto il processo da parte dell'imputato non ci sia mai stato un segnale di pentimento. "Mi sarei aspettato da parte dell'imputato una parola su questa donna che è morta e, invece, non ha mai detto mi dispiace, sono pentito"
Fonte: ANSA
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domenica 18 marzo 2012
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1 commento:
Familiile celor care au fost/sunt victimelor crimelor violente, precum cazul Mariciai, pot solicita despagubire statului italian, in baza normelor europene.
Condoleante pentru familie!
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