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martedì 20 febbraio 2018

Trieste Film Festival 2018: Reconstituirea di Lucian Pintilie, uno dei primi capolavori del grande maestro del cinema rumeno

9 febbraio 2018
by Stefano Coccia

Tra le chicche del 29° Trieste Film Festival da registrare anche la proiezione, in pellicola, di uno dei primi capolavori del rumeno Lucian Pintilie
Anno: 1968Durata: 100'Genere: Commedia, DrammaticoNazionalita: RomaniaRegia: Lucian Pintilie
Sempre grazie alla sapida sezione Rebels 68, East ‘N’ West Revolution, che ci aveva concesso di riscoprire il cinema provocatorio e straniante del serbo Želimir Žilnik, un altro grande cineasta è stato omaggiato nel corso del 29° Trieste Film Festival: Lucian Pintilie. Di lui, illuminato precursore dell’odierna “new wave” rumena, è stato proiettato un lungometraggio datato proprio 1968, il folgorante Reconstituirea (La ricostruzione, in italiano). Proiettato poi addirittura in pellicola, a voler rendere più affascinante l’appuntamento mattutino al Teatro Miela.

E chi vi scrive si è sentito, in un certo senso, come “l’assassino che torna sul luogo del delitto”, avendo scoperto parecchi anni fa le succulente attività di Alpe Adria grazie a un’edizione del festival triestino, il cui fiore all’occhiello consisteva in una corposa retrospettiva di cinema rumeno degli anni ’60 e ’70, con le opere più rappresentative di autori importanti come Mircea Daneliuc, come il compianto Alexandru Tatos, come Mircea Săucan e per l’appunto Lucian Pintilie, a impreziosire la rassegna.

Già allora il nome di Pintilie ci era noto, sebbene per altre vie. Sì, perché il suo cinema così sottile, intelligente, formalmente raffinato lo avevamo conosciuto e apprezzato, dagli anni ’90 in poi, grazie a una serie di titoli, alcuni dei quali usciti anche nelle sale italiane, che avevano rappresentato altrettante scoperte: in particolare Un’estate indimenticabile (1995), Terminus Paradis (1998) e Il pomeriggio di un torturatore (2001), quasi un film testamento, con la sua raggelata crudeltà psicologica, di quella visione amara e disincantata della società rumena che il cineasta è solito esprimere.

Coerentemente con questo suo spirito (e con il filo conduttore della retrospettiva da noi seguita a Trieste), Reconstituirea si propone oggi al nostro sguardo come un apologo sconsolato sulle tensioni giovanili nella Romania dell’epoca, regolarmente frustrate da un apparato statale apparentemente orientato a fare piccole concessioni (del resto erano gli anni delle prime sfide di Nicolae Ceaușescu alla supremazia assoluta dell’Unione Sovietica nel blocco delle democrazie popolari), ma intimamente votato a un ordine di natura repressiva.

Il confronto generazionale è pertanto intenso. La genialità di Pintilie sta comunque nell’averlo trasposto in una cornice metacinematografica che, pur aspirando all’allegoria, non riduce l’umanità dei personaggi, ma la pone sotto una luce diversa. In un angolo apparentemente idilliaco della campagna rumena viene difatti messa in scena una curiosa punizione, alternativa al carcere: due ragazzotti dall’aria ribelle e perennemente sarcastica, finiti dietro le sbarre per rissa, vengono condotti lì e costretti da un burocrate del regime a fare ammenda recitando di nuovo l’accaduto di fronte alla macchina da presa, così da realizzare una specie di docu-fiction (come si direbbe oggi) pedagogica, tesa a scoraggiare turbolenze giovanili e altre forme di dissenso. Ma i due appaiono piuttosto recalcitranti. Le schermaglie dialettiche tra loro e i soggetti di varia estrazione presenti sul “set”, che vanno da chi indossa risolutamente l’uniforme del regime comunista all’anziano professore intuitivamente riconoscibile quale dissidente, dalla bella e sfrontata ragazza venuta a farsi un bagno (la perturbante innocenza dell’eros è un altro elemento ricorrente nel cinema di Pintilie) a qualche contadino rozzo, tengono viva la tensione lasciandola continuamente oscillare tra la farsa e l’incombere di una possibile tragedia. A chi avrà modo di recuperare il film lasciamo pure la sorpresa di scoprire quale delle due polarità è destinata ad avere la meglio, in questa sulfurea tragicommedia, ad ogni modo Reconstituirea è un piccolo gioiello che presenta “in nuce” tutte le qualità, sia stilistiche che narrative e filosofiche, sviluppate poi nella filmografia di questo grande maestro del cinema rumeno.

Fonte: TaxiDrivers

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