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mercoledì 25 luglio 2018

Il profilo della comunità romena in Italia

Secondo i dati Istat, ecco le condizioni di vita e la mobilità di questa comunità, le caratteristiche dell'insediamento, le relazioni lavorative e le appartenenze religiose

2018 Dai dati statistici dell’ISTAT emergono i diversi aspetti che consentono di comprendere meglio la situazione attuale della comunità romena in Italia: le condizioni di vita e la mobilità di questa comunità, le caratteristiche dell’insediamento, le relazioni lavorative e le appartenenze religiose.

Secondo una statistica Istat del 2017, i bambini nati in Italia da madre romena sono 19mila; sono seguiti dai bambini da madre marocchina (11.657) e albanese (9mila). Questi numeri coprono il 42,7% delle nascite da madre straniera residente in Italia.

Dai dati statistici raccolti e dal “Dossier statistico immigrazione 2017”, i romeni rappresentano la principale collettività emigrata in Italia con 1.168.552 cittadini residenti, pari al 23,2% del totale dei residenti stranieri in Italia. I cittadini romeni sono presenti in tutta la Penisola, con una concentrazione più alta nelle città del Centro e del Nord, come Roma, Torino, Milano, Firenze, Venezia.

La regione preferita dalla comunità romena è il Lazio con una presenza del 20%. Roma risulta essere la capitale dei romeni dal punto di vista quantitativo. Secondo gli archivi INAIL, la comunità romena si conferma come la collettività con più occupati in Italia con 935.047 lavoratori. Invece la percentuale tra gli assunti sale al 23,3% e tra i nuovi assunti, al 24%. I settori prevalenti di inserimento sono i servizi e l’industria, ma anche l’agricoltura, un settore di rifugio per molti nel periodo di crisi economica. Molti degli occupati romeni svolgono un lavoro non adeguato al titolo di studio posseduto. Il 47% si presta a lavori meno qualificati.

Molto importante è il coinvolgimento imprenditoriale dei romeni in Italia motivato da una parte da un vero spirito di iniziativa e dal desiderio di conquista professionale e dall’altra parte, dall’interesse di conservare il proprio posto di lavoro in periodi difficili come quello della crisi economica.

Prevalentemente di religione cristiano-ortodossa, i romeni titolari di imprese in Italia sono circa 48 mila.

La Romania è il primo paese per volume complessivo di redditi dichiarati, con un valore di 6 miliardi e 719 milioni di euro di Irpef versata.

Ci sono molti punti in comune tra la cultura di provenienza dei romeni e quella italiana a partire dalle comuni radici latine, l’attaccamento ai valori della famiglia e della tradizione e in particolare il ruolo delle donne come madri e mogli. I romeni sono portatori di valori che l’Italia industrializzata conosce, ma che forse va dimenticando. Questo può rappresentare un vero motivo per la facile integrazione della comunità romena in Italia rispetto ad altre popolazioni immigrate.

Il numero dei figli dei romeni inseriti nel percorso scolastico in ogni ordine e grado rappresenta un quinto di tutti gli studenti stranieri in Italia, quasi 160 mila. Nell’anno accademico 2016/2017 il numero degli studenti romeni iscritti nelle università italiane e cresciuto arrivando fino a 7859 studenti, secondo i dati Miur.

Ma è soprattutto nei risultati scolastici che gli studenti con cittadinanza romena guadagnano terreno. L’integrazione sta diventando una realtà, e la scuola ne è il vero motore. La formazione scientifica è sempre in testa alle preferenze dei ragazzi con cittadinanza romena (scelta dall’63% degli studenti), secondo il rapporto del Miur. Questi studenti però riflettono una forte dualità per quello che riguarda la lingua che usano con i familiari.

Da uno studio linguistico condotto dai ricercatori italiani e romeni risulta che più della metà delle madri romene comunica con i figli sia in italiano che in romeno, anche se i figli prediligono la lingua italiana. Con ciò non dimenticano – coltivano anzi perché non vada perduta – la lingua dei loro avi.

La facilità di rientrare in Romania fa di questi giovani romeni che ringiovaniscono l’Italia, degli autentici ambasciatori tra il paese dei loro genitori e l’Italia considerando quest’ultima la loro seconda patria.

 Fonte:Abitare a Roma

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