INTERVISTA
Romeni in Italia: “Il Bel Paese non è più in cima ai sogni”
di Valentina Renzopaoli
2 marzo 2018
I numeri e la situazione della Comunità Rumena in Italia, lo stato dell’arte sul processo d’integrazione e sui flussi migratori, i pregiudizi e l’immagine sociale della comunità straniera più numerosa nel nostro Paese. In occasione del decimo anniversario dell’entrata della Romania in Europa, incontriamo il Ministro Consigliere dell’Ambasciata di Romania in Italia, George Milosan.
L’Italia è alla vigilia di un appuntamento elettorale importante. Ministro, come vivono la situazione politica italiana i rumeni naturalizzati che votano nel nostro Paese?
“I naturalizzati e quelli che vivono in Italia ormai conoscono bene l’architettura politica italiana ma c’è un forte gap per quanto riguarda la rappresentatività: sono in pochi, anzi in pochissimi, a partecipare attivamente alla vita politica. E anche in questa occasione, i candidati rumeni alle elezioni politiche si possono contare sulle dita di una mano”. Se lei mi permette, vorrei fare un appello ai miei connazionali: partecipate alla vita politica italiana e in modo da poter contare di più’’.
Quali sono i numeri della comunità rumena in Italia?
“Secondo le stime ufficiali, i rumeni in Italia sono circa 1 milione e 200 mila, ma io credo che la cifra reale sia più alta, intorno a un milione e 300mila. Si tratta della comunità straniera più numerosa e della seconda comunità cristiana, dopo quella italiana, nella Penisola. I particolare, nel Lazio sono quasi 250mila, di cui 200mila sono a Roma e nella zona metropolitana”.
Ritiene sia una comunità integrata?
“ Ancora non lo è molto dal punta di vista politico, come abbiamo detto; ma dal punto di vista sociale economico e culturale, l’integrazione c’è ed è evidente”.
In quali settori professionali sono principalmente occupati?
“Inizierei con il dire che il 57% della popolazione è donna. E le donne lavorano in due grandi settori: quello dell’assistenza familiare e quello dei servizi, quindi ristorazione e turismo. Poiché si avvicina la Festa della donna, l’8 marzo, e soprattutto la Festa romena del “Martisor’’, colgo l’occasione per mandare, da parte nostra, un martisor virtuale per tutte le donne romene. E anche per le donne italiane. Gli uomini, invece, sono perlopiù impiegati nel settore dell’edilizia e fanno lavori pesanti nei cantieri”. Abbiamo anche 160mila allievi romeni nelle scuole italiane e quasi 8mila studenti universitari.
L’anno scorso la Romania ha celebrato il decennale all’interno dell’Unione Europea: cos’è cambiato in questi dieci anni per i romeni che vivono in Italia?
“Tutto: dieci anni fa si sentivano extracomunitari, oggi sono cittadini con una quasi parità di diritti e doveri. C’è da dire che quasi la metà di coloro che oggi vivono in Italia sono arrivati dopo il 2007, proprio per una maggiore possibilità di movimento”.
Il flusso immigratorio è diminuito negli ultimi anni?
“Il flusso già da qualche anno è in calo: i rumeni hanno iniziato a scegliere nuove mete, Francia, Germania, Inghilterra. L’Italia era in cima ai desideri, oggi si preferisce l’Europa del nord: su questo cambiamento hanno influito ovviamente la crisi e la mancanza di lavoro. Pero anche in Romania le condizioni di lavoro sono migliorate e molti connazionali preferiscono rimanere lì’’.
Esiste un flusso migratorio al contrario? Rumeni che decidono di tornare nel loro Paese?
“Esiste sì, ma non è ancora così evidente. Chi decide di lasciare l’Italia, cambia Paese. Ma esiste anche una buona percentuale che ritorna a casa e con i risparmi messi da parte e gli incentivi dello stato romeno investe in nuove attività produttive’’.
Mi permetta una domanda “fastidiosa”: nei confronti dei rumeni esistono tutt’ora pregiudizi negativi, legati a fatti di cronaca che hanno accostato il vostro nome a fatti di criminalità e violenza. Secondo lei è un giudizio legato ad una amplificazione delle notizie da parte dei media o ad una strumentalizzazione politica?
“Credo che rispetto agli anni passati, la percezione negativa sia molto diminuita. Ritengo che l’apice si sia raggiunto nel 2007, con il caso Reggiani a Roma e un altro paio di casi accaduti in concomitanza. Quello è stato il momento peggiore per l’immagine dei rumeni. Notizie che sono state in parte anche un po’ strumentalizzate. Ricordo che fu una situazione unica nel suo genere: la gente sapeva che la percentuale di chi infrangeva le regole era solo una piccolissima minoranza. La realtà non era esattamente come i media la raccontavano. Poi con il tempo, il fenomeno si è ridotto”.
E oggi, da popolo con una grande diaspora recente, come valutate il fenomeno immigratorio dai Paesi africani e il dibattito, anche politico, così acceso intorno a questo tema?
“Il fenomeno dell’immigrazione è inarrestabile. Pensate alla crescita della popolazione nei paesi del sud del Sahara. Siamo in una fase molto critica: invece di agire sulle cause si tende ad agire sugli effetti. E questa non è la strada giusta. L’Italia però ha capito molto rapidamente come stano le cose. Il suo operato in Libia e, nel prossimo futuro, in Niger, dimostra la sua capacità di agire consapevolmente’’.
Fonte: L'Eurispes
sabato 3 marzo 2018
Romeni in Italia: “Il Bel Paese non è più in cima ai sogni”
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Catalina Sava
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Un albero nel Giardino dei Giusti di Milano in ricordo dei vescovi greco cattolici romeni
Milano ospita una grande comunità romena , inoltre il capoluogo Lombardo, presso il Monte Stella ospita il "Giardino dei Giusti" . Questo spazio è un luogo della memoria per onorare coloro i quali si sono opposti , magari anche con la loro testimonianza e attaccamento alla Fede, i regimi totalitari . Tra questi sicuramente i Vescovi ed i fedeli della Chiesa Romena Unita con Romana ne sono un esempio Tra il 27 ed il 28 ottobre 1948 i vescovi greco-cattolici vennero imprigionati e torturati. Molti morirono di stenti nelle prigioni del regime comunista . Non solo reali seguaci del Vangelo ma veri e propri testimoni che con la vita dimostrano di essere coerenti alla Santa Madre Chiesa.
Per questo sarebbe auspicabile che nel Giardino dei Giusti questi Vescovi possano essere onorati con un albero o un cippo , in modo di da rappresentare anche un modello per le giovani generazioni oltre che esempio di vera vita cristiana
Dott Marco Baratto
Progetto Culturale "Verso Romania 2019"
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Catalina Sava
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Saluto al parroco ortodosso romeno Ionut Radu
Non solo la Chiesa ortodossa romena ma anche tutto l’“ecumene cristiano” di Perugia dà con commozione il saluto a padre Ionut Radu, chiamato dai superiori a guidare una nuova comunità a Milano.
Arrivato nel capoluogo umbro nel 2009, Radu si è fin da subito distinto per il fattivo spirito di collaborazione con le altre confessioni cristiane presenti sul territorio; spesso al Centro ecumenico di via del Verzaro, non solo come relatore quando affrontava temi di sua pertinenza, ma anche come uditore in occasione di altri incontri, era membro del Consiglio delle Chiese di Perugia. Fisico imponente, sorriso caloroso, padre Ionut unisce la cordialità e l’apertura mentale verso le altre Chiese cristiane a una accurata presentazione della tradizione e della spiritualità ortodossa, senza integralismi – ancora piuttosto radicati nel mondo ortodosso – e senza cedimenti. Gli augureremmo volentieri un futuro da vescovo, ma… non è possibile, dato che nelle Chiese ortodosse l’episcopato è riservato al clero celibe (monaci). Radu ha infatti moglie, Alina, e tre figli, che lo seguiranno nel capoluogo lombardo non appena terminato questo anno scolastico.
Il saluto ufficiale da parte cattolica, alla presenza del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, avverrà nella chiesa perugina di San Fiorenzo (via Alessi) sabato 3 marzo alle ore 18 per un Te Deum di ringraziamento per il servizio svolto da padre Radu, e per invocare su di lui nuove benedizioni per il servizio che è ora chiamato a svolgere a Milano. Qui di seguito, un riassunto delle tappe principali della sua permanenza a Perugia. Il 1° marzo del 2009 la prima messa celebrata nel locale presso la parrocchia di San Barnaba in via Cortonese, prima sede offerta dalla diocesi cattolica alla Chiesa ortodossa romena. Nel maggio 2011 mons. Bassetti ha concesso loro per il culto la chiesa di San Fiorenzo nel centro storico di Perugia. A novembre di quell’anno, l’inaugurazione ufficiale della nuova sede con la partecipazione del vescovo ortodosso romeno Siluan, nonché dell’ambasciatore di Romania preso la Santa Sede. In tempi molto recenti, il 2 dicembre 2017, la consacrazione dell’iconòstasi, preziosa opera d’arte composta appositamente per la chiesa di San Fiorenzo. È stato anche realizzato un baldacchino per le reliquie del Santo.
Padre Ionut, in attesa dell’evento di sabato, fin da ora ringrazia Dio e la diocesi per questi nove anni trascorsi a Perugia, a nome proprio ma anche dell’intera comunità ortodossa romena, per l’accoglienza ricevuta. Non mancherà un affettuoso ricordo per la persona di don Elio Bromuri.
AUTORE: Dario Rivarossa
Fonte: La Voce
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All'Accademia di Romania in Roma si parla di fratellanza italoromena
All'Accademia di Romania in Roma si parla di fratellanza italoromena
Si è tenuta ieri nella prestigiosa sede dell’Accademia di Romania in Roma, la presentazione del libro di Marian Mocanu e Irina Niculescu “Come fratelli. La fratellanza italo-romena a 10 anni dall'adesione all'Unione Europea”.
Ieri, 22 febbraio 2018 a Roma, nella prestigiosa sede dell’Accademia di Romania si è svolta la presentazione del libro “Come fratelli”. Il libro scritto dal professor Marian Mocanu e dalla dottoressa Irina Niculescu ripercorre la vicenda dell’immigrazione Romena in Italia a 10 anni dall’adesione della Romania all’Unione Europea.
Oltre agli autori del libro, son intervenuti il commissario Ue per le Politiche regionali, Corina Crețu, il ministro per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, la senatrice Patrizia Bisinella, l’ambasciatore della Romania in Italia, George Bologan. I relatori convenuti, tutti esponenti di primo piano delle élite intellettuali e politiche dei due Paesi, hanno, con i loro interventi, confermato la sostanza del libro, sintetizzata nel titolo: italiani e rumeni sono popoli fratelli.
Abbiamo chiesto alla coautrice, Irina Niculescu, del libro se si aspettasse un così grande successo dal suo lavoro. Ecco cosa ci ha risposto:
"L’interesse che questo libro riscuote è una sorpresa, perché va oltre l’impegno che noi autori abbiamo profuso. Mi sono chiesta diverse volte perché abbia interessato così tante persone e credo che la spiegazione risieda in almeno due fattori. Il primo è che l’immigrazione Romena in Italia è una storia di successo. Si tratta di un fenomeno imponente che ha cambiato alcuni aspetti demografici della Repubblica Italiana e che, fatte salve alcune inevitabili eccezioni, si è svolto in modo pacifico e costruttivo.
La base di questa collaborativa convivenza è stato un duro e onesto lavoro: entrambe le parti, romeni e italiani, e a tutti i livelli, dai legislatori alla più sconosciuta badante, hanno operato perché due popoli potessero armonizzarsi. Questa “comune buona volontà” emerge dalle pagine del nostro libro: gli intervistati, che ringraziamo, hanno sempre avuto parole positive.
Del resto, dalle prime storie di immigrazione ad ora, non è solo passato il tempo, sono passate anche le generazioni. Le scuole italiane iniziano ad avere bambini nati da coppie miste e da famiglie in cui entrambi i genitori sono romeni: bambini che si sentono italiani quanto i loro compagni e che al tempo stesso, conservano l’eredità culturale delle loro radici.
E qui credo ci sia il secondo punto: romeni e italiani sono profondamente europei, non tanto e non solo in termini geografici, quanto piuttosto nel comune patrimonio culturale e nelle aspirazioni, nell’univoco desiderio di Europa unita. Proprio le famiglie miste e quei bambini nati da famiglie immigrate, orgogliosamente italiani e orgogliosamente romeni, sono una straordinaria “apertura di credito” nell’irreversibilità dell’unificazione Europea, e sono al contempo, un monito e un richiamo alla responsabilità di quanti guidano questo processo".
Diego Garassino
Fonte: Savona News
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Rumeni, albanesi e moldavi i maggiori beneficiari di mutui a stranieri in Italia
Rumeni, albanesi e moldavi i maggiori beneficiari di mutui a stranieri in Italia
Carlo Sala
01 marzo 2018
Oltre 4 mutui immobiliari su 5 sono erogati a italiani, secondo l’analisi per il 2017 dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, ma non sono solo italiani coloro a cui le banche concedono finanziamenti per l’acquisto della casa.
L’85,5% dei mutui ipotecari è stato erogato a persone di origine italiana, il 10,2% a cittadini di altri Paesi europei e il 4,3% a immigrati extra-europei. Le nazionalità straniere che risultano aver più chiesto e ottenuto un mutuo sono quelle rumena (26,4% del totale degli stranieri), albanese (15,4 %) e moldava (10,8%).
Il mutuo a stranieri è stato a tasso fisso nel 66,4% dei casi e variabile nel 30,2% (variabile puro il 25,7% delle volte e variabile con CAP il 4,5%). I prestiti ipotecari a rata costante hanno rappresentato invece lo 0,8% dei finanziamenti erogati e quelli a tasso misto il 2,6%.
La durata media dei mutui a stranieri è di 24,5 anni: nel 73,2% dei casi la durata è compresa tra i 21 e i 30 anni, nel 26,8% dei casi tra i 10 e i 20 anni. L’età media dei mutuatari non italiani che hanno sottoscritto un finanziamento ipotecario in Italia nel primo semestre del 2017 è 38,7 anni. Quattro mutuatari su 10 avevano tra 35 e 44 anni, mentre gli under 35 sono stati il 32,4% del totale. Il 94,8% dei finanziamenti è stato erogato, il 4,5% per sostituzioni e surroghe.
L’importo medio del mutuo a stranieri è stato di 97.300 euro nella prima metà dell’anno scorso. Nel dettaglio, metà dei mutui erogati è stata di importo compreso tra 50.000 e 100.000 euro, il 39% rientrava nella fascia dai 100.000 ai 150.000 euro, il 5,5% di importo superiore a 150.000 euro.
Fonte: Today
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Romania: Juncker, nessuna ragione per escluderla da Schengen
(ANSA) - BRUXELLES - "Non ci sono più ragioni per escludere la Romania dallo spazio di Schengen", il posto di Bucarest "è dentro Schengen". Lo ha detto mercoledì il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, durante un punto stampa congiunto con la premier rumena Viorica Dancila.
Durante il colloquio con Dancila, Juncker si è soffermato sulle tensioni legate allo stato di diritto e alla corruzione nel Paese. "Ci sono alcune forze politiche in Romania che potrebbero dare l'impressione che lo stato di diritto sia minacciato - ha spiegato il presidente dell'esecutivo Ue -, ma ho piena fiducia nel sistema giudiziario rumeno e non sono particolarmente preoccupato dalla Romania. Osserveremo attentamente tutto ciò che possiamo osservare".
Tra i temi discussi anche il quadro finanziario pluriennale europeo, la cui approvazione dovrebbe avvenire durante il semestre di presidenza rumena, che prenderà il via il 1 gennaio 2019. "La presidenza rumena - ha detto Juncker - avrà la maggiore responsabilità".
Fonte: ANSA
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Cristina Ich bella come Angelina Jolie nel cast di Ballando con le Stelle
Cristina Ich, la modella ed attrice rumena che assomiglia ad Angelina Jolie, nel cast di Ballando con Le Stelle.
L’hanno chiamata l’Angelina Jolie rumena per la somiglianza e la sua bellezza. Cristina Ich è nata in Moldavia e parla ben 5 lingue. Si è trasferita a Bucarest da circa dieci anni. Il padre è moldavo e la madre è rumena.
Ha iniziato a fare la modella posando per marchi rumeni di vestiti e cosmetici. Poi ha intrapreso la carriera da attrice e da “youtuber” realizzando video che sono diventati virali in Romania. In Italia ha posato per GQ senza veli.
Su Instagram ha più di 384mila follower. Quindi è anche molto popolare sui social. Dice che fa molta palestra perchè ama mangiare. Quindi saprà apprezzare la ristorazione italiana.
Scheda: è nata in Moldavia, il 25 novembre 1986, Età: 31 anni; Segno zodiacale: Sagittario. Altezza: 172 cm. Pare che sia single anche se ci sono voci su un fidanzato “sportivo”. Sarà vero? O l’ennesimo gossip sulla bella Cristina Ich!
Fonte: NotizieWebLive
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Norbert Nagy, tenore rumeno ma spezzino d'adozione debutta nel pop
Norbert Nagy, 31 anni, ha studiato al Conservatorio Puccini. Esce il suo singolo "Maree".
La Spezia - I primi studi in Romania prima del perfezionamento presso il Conservatorio "Giacomo Puccini" della Spezia. Ora Norbert Nagy, 31 anni, prova a imporsi sulla scena pop con la sua voce calda e un singolo dal sapore molto italiano. Nato a Satu Mare nel 1987, Nagy ha conseguito il diploma accademico di secondo livello in canto a indirizzo solistico al conservatorio spezzino nel 2012 dopo gli studi di canto lirico presso l’accademia di musica “G. Dima” di Cluj-Napoca. Nel suo Paese ha tenuto molti concerti lirici prima di debuttare nel “Rigoletto” di Verdi nel ruolo del Duca di Mantova. Nel 2011 ha interpretato il ruolo di Ruiz in “Il Trovatore” di Verdi andato in scena presso i teatri di Busseto e Fidenza in una produzione del Teatro Regio di Parma.
Dopo il cd live natalizio "The Christmas night", registrato al Boston Opera House con la Boston Symphony Orchestra, ecco in radio "Maree" di Cherubini (testo) e Della Bona (musica), il primo singolo del tenore romeno, da anni ormai residente alla Spezia. L'album, dal titolo "La voce delle emozioni", è già disponibile in tutti gli store digitali. Il brano rappresenta uno stato d'animo, il ricordo di una persona, la speranza ed il percorso della vita e come tutto il progetto, è stato prodotto e mixato al DDA Studio Recording da Marco Della Bona. L'album contiene dodici tracce, con quattro inediti e dieci grandi successi rivisitati dal tenore romeno, come "Un amore così grande", "Caruso", "Besame mucho" e "Volare".
Recentemente ha cantato nell’opera “Amahl and the Night Visitors” di Menotti, andata in scena presso il Teatro Civico e il teatro “Chiabrera” di Savona nel ruolo di Kaspar. Nello scorso giugno ha interpretato, come solista, la “Missa criolla” di Ramirez, in un applaudito concerto presso la Sala Dante. Dal 2011 ha partecipato a numerosi concerti e galà lirici in varie città italiane. È risultato idoneo all’audizione per il coro dell’Opera di Montecarlo, nonché per il coro del “Festival Puccini” di Torre del Lago, dove ha lavorato nelle stagioni estive 2012 e 2013 e 2014 partecipando a tutte le produzioni. Il 20 Ottobre 2013 ha partecipato al 1° concorso internazionale Richard Wagner indetto dal conservatorio della Spezia dove si è classificato al 3° posto.
In estate con il Teatro di Salerno ha interpretato l'Opera Carmen in Cina all'Opera House Guangzhou e nel 2014 ha seguito una masterclass con il famoso tenore Andrea Bocelli. Dal 2014 è insegnante di canto al liceo artistico musicale "F. Palma" di Massa e dal 2015 ha lanciato un album pop-lirica che si chiama "La voce delle emozioni". Nel 2016 è stato coinvolto in una produzione di "Simon Boccanegra" di Giuseppe Verdi, ai teatri di Pisa, Lucca e Livorno e nel 2016 ha debuttato con l’opera"Gianni Schicchi" nel ruolo di Rinuccio.
Norbert Nagy - Maree
https://youtu.be/t51rTB3LxPk
28/02/2018
Fonte: Città della Spezia
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Rinnovo Chiriches, è ufficiale: ha firmato sino al 2022
Vlad Chiriches © Getty Images
NAPOLI – Con il primo posto in classifica in attesa del recupero tra Juventus ed Atalanta e con la sfida tra Lazio e Juventus di domani delle ore 18, il Napoli è concentrato per la sfida contro la Roma ma guarda anche al futuro con importanti rinnovi. Pochi minuti fa, infatti, gli azzurri hanno ufficializzato il rinnovo di Chirichies con questo comunicato: “La SSC Napoli ufficializza il rinnovo contrattuale di Vlad Chiriches fino al giugno 2022. Il 28enne difensore rumeno è alla terza stagione in azzurro ed ha totalizzato sinora 41 presenze e 4 gol”.
Rinnovo Chiriches, è ufficiale: ha firmato sino al 2022”
Il difensore romeno inizia la carriera nelle giovanili del Benfica prima di ritornare in Romania, dove sbarca allo Steaua Bucarest nel 2012 in seguito ad alcuni anni di formazione in altri club romeni. Nella capitale vince un Campionato romeno e una Supercoppa di Romania. Il 30 agosto 2013 si trasferisce al Tottenham per 9,5 milioni di euro ma il difficile adattamento con l’ambiente lo porta ad avere meno spazio e l’inevitabile cessione: così il 30 luglio 2015 sbarca a Napoli per 6 milioni e firma un contratto quadriennale.
Fonte: DirettaGoal
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Silca Ultralite: il 18enne Catalin Tecuceanu è campione rumeno junior negli 800 indoor
Silca Ultralite: il 18enne Catalin Tecuceanu è campione rumeno junior negli 800 indoor
La vittoria domenica a Bucarest dove è stato accompagnato dal tecnico Bettin. Per il diciottenne sabato anche il quarto posto nei 400 metri
26 febbraio 2018
VITTORIO VENETO
Altra medaglia nazionale in casa Silca Ultralite Vittorio Veneto. Questa volta a conquistare il titolo rumeno negli 800 metri è Catalin Tecuceanu. Il portacolori biancorosso si è laureato campione nazionale nella rassegna indoor di categoria che è andata in scena questo weekend nella capitale Bucarest. Tecuceanu è stato accompagnato per la trasferta dal tecnico Lionello Bettin.
Dopo il quarto posto con il crono di 51’’14 nella giornata di sabato, domenica gli “amati” 800. Il diciottenne ha dato il tutto per tutto in una gara tattica che ha saputo gestire al meglio, battendo il favorito Cristian Gabriel Voicu. Dopo un primo passaggio ai 400 non velocissimo, la vittoria si è giocata nel rettilineo finale, quando Tecuceanu e Voicu hanno lottato spalla a spalla per 50 metri. Ad avere la meglio l’atleta di casa Silca che ha fermato il cronometro sul tempo di 1’55’’91, contro l’1’56’’03 dell’avversario.
Tantissima dunque la gioia per il rumeno che nel 2017 ha indossato la maglia della nazionale del paese d’origine durante il campionato europeo junior che si è svolto a Grosseto. Catalin è arrivato in Italia, a Trebaseleghe, nel padovano, quando aveva sette anni. Quasi sei anni, “trascinato” dai fratelli maggiori Diana e Christian (ha anche un fratello minore, Paul), atleti Silca allenati da Lionello Bettin, ha scoperto l’atletica. E non l’ha più lasciata.
Soddisfazione da parte del presidente di Silca Ultralite Vittorio Veneto, Aldo Zanetti: “Siamo molto contenti per questa medaglia – commenta Zanetti – Catalin non era il favorito, ma si è giocato al meglio le sue carte, comportandosi egregiamente a livello tecnico. Un plauso va anche al suo allenatore Lionello Bettin, che lo segue fin da ragazzino. Adesso aspettiamo di vederlo a livello internazionale, in qualche competizione importante”.
Fonte: TrevisoToday
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Catalina Sava
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