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Comunitatea Românească în Italia

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giovedì 6 giugno 2013

Prezență literară românească în cadrul Festivalului de Literatură din Milano‏

Editura Rediviva din Milano și Centrul Cultural Italo-Român, au bucuria să vă invite la ultima manifestare programată înainte de vacanță, dedicată prezentării ultimilor sale apariții editoriale.

Serata literară care se bucură de patronajul Consulatului General al României, al Domniei Sale, George Gabriel Bologan, se va desfășura duminică 9 iunie, ore 17 00, la Biblioteca Românească di Milano, via Trebbia 33.

Prezentarea editurii Rediviva se înscrie în cadrul Festivalul de literatură din Milano, ajuns la a doua ediție, amplă manifestare literară și culturală, desfășurată cu patronajul Primăriei din Milano, ideată de scriitorul Milton Fernandez.

Peste 180 de evenimente literare și artistice, în șaptezeci de zeci de locații culturale din oraș, sunt programte să se desfășoare pe parcursul celor patru zile ale manifestării 5-9 iunie 2-13, eveniment intrat în atenția publicului larg și massmedia italiană.

Editura Rediviva are plăcerea să vă invite la în cadrul acestui important eveniment cultural milanez, la o întâlnire cu autorii și cărțile recent apărute și prezentate în cadrul prestigioasei manifestări europene a Salonului Internațional de Carte de laTorino.

În cadrul seratei vor fi prezentate volumele:

Lisoanca di Doina Ruști (titlu original Lizoanca la 11 ani), In assenza del padre di Stelian Țurlea (titlu original În absența tatălui), ambele apariții editoriale în traducerea scriitoarei Ingrid B Coman), romanul: Per chi crescono le rose (Pentru cine cresc trandafirii), volumul de povestiri: Il villaggio senza madri, 2012 (Satul fără mămici), 2012 al aceleiași autoare Ingrid Beatrice Coman, volumul depoezie:“150 grammi di poesia d’amore” (150 de grame de poezie de dragoste) de Viorel Boldiș și Anuarul Cultural: Repere culturale românești în Peninsulă, coordonator Violeta P. Popescu.

Va fi prezentat cu această ocazie și recentul roman: În absența stăpânilor (In assenza dei padroni) de Nicolae Breban, editura Cantagalli, în traducerea Mariei Floarea Pop, lansat la Salonul de carte de la Torino.

Publicul este invitat în cadrul seratei și la inaugurarea expoziției de pictură a artistului român Odangiu Tudor Andrei care trăiește în Italia.

INVITATI: Ingrid Beatrice COMAN, Viorel BOLDIS, Maria Floarea POP, Irina TURCANU (premiul trei la Concursul “Lingua Madre”), Sabrina M. ARPINI, Violeta POPESCU

Bufet.

Intrarea liberă.

Via Trebbia, 33; metrou linia galbenă, stația Porta Romana
www.redivivaedizioni.com
redivivaedizioni@gmail.com   
tel. 34 0763 8880

România, promovată în staţiile de metrou din Rusia, Germania, Austria şi Franţa

de M.Z. • 06 Iun 2013
Foto: Intact Images

România va fi promovată ca destinaţie turistică în staţiile de metrou şi pe panouri publicitare stradale în oraşe din mai multe ţări, printre care Germania, Rusia, Franţa, Austria, Italia şi Spania, a anunţat, joi, Mirela Matichescu, vicepreşedinte al Autorităţii Naţionale pentru Turism (ANT).

"Suntem în faza de solicitare a ofertelor în tot ceea ce înseamnă campanie de promovare externă. Vorbim de promovare la metrou, de promovare outdoor în tot ce înseamnă punctele cheie în ţări precum Germania, Rusia, Franţa, Austria, Italia şi Spania", a spus Matichescu, potrivit Mediafax.

Ea a afirmat că vor fi promovate imagini cu zone din România, printre care cu Delta Dunării şi zonele montane.

Matichescu vrea ca până la sfârşitul verii panourile publicitare să poată fi văzute de turiştii străini.

"Vreau ca până la sfârşitul acestui an să absorbim tot ce înseamnă fonduri disponibile pentru promovare pe acest exerciţiu financiar, adică 54 de milioane de euro", a spus oficialul ANT.

Sursa: Antena3.ro

Morto durante furto, giallo su identita'

Romeno si presenta a cc e spiega che la vittima non e' lui

ANSA - CORIGLIANO CALABRO (COSENZA), 3 GIU - Si tinge di giallo l'identita' del romeno morto in un supermercato a Corigliano Calabro, dove era entrato per compiere un furto.

Stamane si e' presentato dai carabinieri Vasile Ciuciuc, il quale ha fatto presente di non essere lui l'uomo trovato morto.

Gli investigatori hanno compiuto una serie di accertamenti e si sono accorti dell'errore nell'identificazione del cadavere. I militari hanno ora avviato le indagini per dare un nome al morto.

Fonte: ANSA

domenica 2 giugno 2013

Festival delle Culture VII edizione - Ravenna 7, 8, 9 giugno 2013‏

La VII edizione del Festival delle Culture si tiene il 7, 8 e 9 giugno 2013 a Ravenna, in zona Darsena, Artificerie Almagià e dintorni.
Promossa dal Comune di Ravenna e dalla Rappresentanza dei cittadini stranieri, con il contributo della Fondazione del Monte, il Festival sarà un intrecciarsi di concerti, incontri pubblici, danze popolari, laboratori per bambini, un grande festa dell'intercultura e dell'arte dello stare insieme, oltre ogni confine.

FESTIVAL DELLE CULTURE 2013

La VII edizione del Festival delle Culture si tiene il 7, 8 e 9 giugno 2013 a Ravenna, in zona Darsena, Artificerie Almagià e dintorni. Promossa dal Comune di Ravenna e dalla Rappresentanza dei cittadini stranieri, con il contributo della Fondazione del Monte, il Festival sarà un intrecciarsi di concerti, incontri pubblici, danze popolari, laboratori per bambini, un grande festa dell’intercultura e dell’arte dello stare insieme, oltre ogni confine. Cittadinanza senza confini è, appunto, il motto del Festival 2013. Nell’Anno Europeo dei Cittadini il Festival vuole affrontare il tema della cittadinanza nel suo rapporto con il concetto di confine, in quanto la cittadinanza italiana o europea è troppo spesso uno strumento di esclusione delle minoranze, proprio per quei confini, geografici, giuridici, economici, psicologici, basati sulla logica della contrapposizione noi / loro, con tutti gli aspetti discriminatori connessi. Tema centrale del Festival 2013 è anche la Partecipazione. Questa edizione è stata interamente ideata, progettata e organizzata da un gruppo di progettazione partecipata, in un percorso incominciato nel mese di gennaio che ha visto lavorare insieme circa cinquanta persone, membri di associazioni ma anche singoli cittadini attivi, di ogni età, genere e nazionalità. Grazie a questo percorso si è cercato di valorizzare la creatività diffusa, di favorire lo scambio di idee e saperi e consolidare il senso di appartenenza al Festival stesso. Il Festival delle Culture vive così appieno il percorso di candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura 2019, e fa parte di Prove Tecniche. Mosaici di culture, accoglienza e partecipazione sono infatti parole chiave del progetto di candidatura.

Il programma
Come per tradizione il Festival delle Culture si apre guardando il futuro con i giovani grandi protagonisti. Venerdì 7, alle 17, in Piazza San Francesco il Festival verrà tenuto a battesimo da Martina Monti, Assessore all’Immigrazione del Comune di Ravenna, e Alberto Cassani, Coordinatore di Ravenna 2019, prima di una serie di eventi curati dal gruppo interculturale di giovani Generazioni in Movimento: performance di Parkur dei Ravenna Shine, esibizione di Capoeira del gruppo Coquinho Baiano, la break dance dei Lasagna Style e, infine, al seguito del furgone con DJ set, parte la Fiumana atto IV, una parata che proseguirà fino all’Almagià. Tappa in piazzetta Einaudi con le Giocolerie del gruppo Ravenna Jugglers, Mery & i Ballerini del Quake (balli latino-americani) e le danze tradizionali filippine del gruppo Mabuhay.
Alle 19.30, di fronte all’Almagià, verrà inaugurata, con tanto di volo di colombe, “Una Cupola per la Darsena”. Si tratta di un progetto dell’architetto Samuel Teclehaimanot Ghebreiesus ispirato ai lavori che Fabrizio Caròla ha realizzato per oltre trent’anni in giro per l’Africa. Un edificio low-tech, realizzato in un workshop partito il 20 maggio, che richiama le abitazioni africane nubiane e realizzato grazie all’utilizzo di un apposito strumento, il compasso ligneo. Il progetto, seguito in prima persona anche dalla stesso Caròla che interverrà all’inaugurazione, si propone di gettare uno sguardo oltre i confini usuali dell’architettura, per promuovere un esempio di edilizia partecipata, sostenibile, a basso costo.
Dopo la seconda parte dell’esibizione dei Capoeira (alle ore 20), nello spazio dibattiti allestito lungo la banchina della darsena ci sarà l’incontro “Suolo o sangue? Cittadinanza italiana: diritti, discriminazioni e prospettive” con l’atleta “g2” dell’esercito Marco Najibe Salami, l’avvocato Andrea Maestri, il Responsabile immigrazione Arci Filippo Miraglia, Laura Scacchetti di Rete ToghethER e il sociologo Mauro Valeri, responsabile dell’Osservatorio sul razzismo nel calcio e autore di libri sul razzismo nello sport quali “Nero di Roma”.
Due i concerti serali sul palco dell’Almagià. Alle 21.15 si esibirà l’Ensemble du Sud, un gruppo composto da musicisti di sette nazionalità diverse che hanno unito le proprie tradizioni musicali per creare un nuovo suono meticcio. Saliranno sul palco alle 22.30 i Radìs, con tutta la loro carica esplosiva di folk rock in salsa romagnola.
Sabato 8 giugno il Festival parte di mattina, alle 10, in Sala D’Attorre, con il seminario “Africa: un vivere sostenibile, nuovi confini per l’abitare”. Dopo i saluti dell’assessore all’urbanistica Libero Asioli interverranno il poeta eritreo Hamid Barole Abdu e il giovane architetto Samuel Teclehaimanot
Ghebreiesus che introdurrà gli interventi degli architetti Fabrizio Caròla, Linda Zardo e Blal Adem Esmail.
Si torna in Darsena alle 17, nello spazio dibattiti in banchina, con l’incontro “Cittadinanza Intrecciata. Donne migranti e native insieme per una piena cittadinanza senza confini”, organizzato dall’associazione Intrecci e da Liberedonne – Casa delle Donne di Ravenna.
Dentro all’Almagià alle 19 c’è l’appuntamento con uno dei cavalli di battaglia del Festival, il Sabar, un’ora di dialogo in danza e musica fra percussionisti senegalesi e donne in splendidi vestiti da festa.
Alle 20.30, in banchina, si parlerà di crisi economica cittadinanza e identità della persona nell’incontro “Senza lavoro, chi siamo?”. Ne discuteranno un antropologo, Francesco Zanotelli, un sociologo, Enzo Morgagni, un psicologa, Anna Di Matteo dell’associazione SèStante, una orientatrice/formatrice, Daniela Ciani, e il Segretario Nidil Cgil Idilio Galeotti.
Alle 21.30, dopo una diretta via Skype con il Festival “Talents africains” di Dakar, salirà sul palco Zohreh Joohya con il suo Afghan Ensemble, in un suggestivo concerto che ripercorre gli antichi canti popolari e religiosi dell’Afghanistan eseguito con strumenti tradizionali. Il sabato si chiuderà con lo spettacolo “Danze senza confini” della compagnia togolese International Afric-Racine.
La giornata di domenica 8 partirà con la proiezione del film “God Save the Green”, di Michele Mellara e Alessandro Rossi, un viaggio nelle periferie del Sud e del Nord del mondo per scoprire come il verde possa riconquistare lo spazio urbano. Saranno presenti i registi. Restando in ambito ecologico si prosegue poi in banchina con i bambini protagonisti che, dopo la corsa coi sacchi, riceveranno in dono dagli anziani del Comitato orti del Villaggio Anic delle piantine per i propri balconi e giardini.
Si verrà catapultati in una periferia africana alle 19.30, dentro l’Almagià, con una serie di danze cerimoniali nigeriane in costume, con i gruppi Edo Community, Sky Ladies, Royal Sisters, Afesan Community e Donne interculturali. Di nuovo in banchina alle 20.30 per un incontro con la storia e la cultura del popolo rom, “But Baxt ta Sastipè” (Che possiate essere sani e fortunati), a cui è legata una mostra esposta nel porticato dell’Almagià. Interverranno Giovanna Zoffoli di Integriamoci Insieme, Alessandro Forni dell’Associazione Menocchio e Graziella Gardini Pasini, dell’Associazione italiana zingari oggi.
Sul palco dell’Almagià alle 21.15 il sindaco Fabrizio Matteucci consegnerà il Premio all’intercultura città di Ravenna 2013, introdotto da uno spettacolo di balli tradizionali filippini. Seguirà “Dai Carpazi agli Appennini”, uno spettacolo di musiche e balli popolari romeni del gruppo artistico di Romania Mare seguito dalle cante romagnole del Gruppo Pratella Martuzzi di Ravenna diretti dal Maestro Matteo Unich.
Il Festival delle Culture 2013 calerà il sipario con il concerto di Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò, un cantautore di origine praghesi che ha mischiato alcuni dei migliori musicisti italiani con virtuosi di origine rom che suonavano nella metropolitana milanese, per un repertorio che va dalle sonorità balcaniche a quelle gitane con diversi pezzi autografi anche in lingua italiana.

Il convivio
Nella tre giorni la darsena attorno all’Almagià diventa un luogo in cui stare, vivere e incontrare persone. Ci saranno gli stand espositivi di circa trenta associazioni di volontariato, così come le bancarelle di artigianato, dalle sculture africane alle stoffe indiane alle produzioni artistiche locali. E ovviamente non mancherà la ristorazione con la cucina tunisina, senegalese e camerunese del Ristorante Bella Africa, le specialità indiane e srilanchesi di Aralya, i piatti maghrebini e mediorientali del Ristorante Marrakech, ma anche il furgone con piadina, pizza e kabab. Festival come luogo anche per i più piccoli grazie ai laboratori ludico creativi che si terranno nel gazebo curato da Terra Mia, Mabuhay, Fatabutega e La Lucertola. Questi ultimi hanno in programma anche la corsa con i carrettini a cuscinetti a sfera, sabato alle 18.30.

Info:
http://festivaldelleculture.wordpress.com
Casa delle Culture del Comune di Ravenna, Piazza Medaglie d’Oro 4
tel. 0544 591876, casadelleculture@racine.ra.it

Festival delle Culture anche su Facebook e su Instagram, con la hashtag #festaculture13.

http://festivaldelleculture.wordpress.com/

FESTIVAL DELLE CULTURE 2013

“Cittadinanza senza confini”

L’Unione Europea ha indetto il 2013 Anno Europeo dei Cittadini, per rafforzare la consapevolezza e la conoscenza dei diritti e delle responsabilità connessi alla cittadinanza dell’Unione, al fine di permettere ai cittadini di esercitare pienamente i propri diritti, con particolare riferimento al diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati Membri. Il Festival delle Culture vuole andare oltre, e affrontare tale tematica partendo dal concetto di confine. La nostra società è permeata da confini geografici, giuridici, culturali, economici, sociali, psicologici, spesso basati sulla logica della contrapposizione noi/loro. Su questo si fonda l’esclusione delle minoranze in una società sempre più gerarchizzata. La cittadinanza è un privilegio o può essere uno strumento di inclusione e di convivenza? Nel frattempo il Festival delle Culture percorre la strada dell’inclusione: quest’anno è stato ideato da un gruppo interculturale di progettazione partecipata composto da circa 50 cittadini attivi.

PROGRAMMA

VENERDÌ 7 GIUGNO

ore 17.00 Piazza San Francesco
Il gruppo Generazioni in Movimento e Deviazioni Animazioni di strada presentano:
Fiumana atto IV: Gioventù senza confini
Inaugurazione del Festival delle Culture con Martina Monti, Assessore all’Immigrazione del Comune di Ravenna, e Alberto Cassani, Coordinatore di Ravenna 2019.
Performance di Parkur dei Ravenna Shine, esibizione di Capoeira del gruppo Coquinho Baiano, la break dance dei Lasagna Style, segue parata con la grande bandiera del mondo per le strade del centro storico, accompagnata da DJ set itinerante, lungo via Corrado Ricci, via Gordini, piazza Garibaldi.
ore 18.00 Piazzetta Einaudi
Giocolerie del gruppo Ravenna Jugglers, Mery & i Ballerini del Quake (balli latino-americani), danze tradizionali filippine del gruppo Mabuhay, scorrimento lungo via Diaz, via Farini, viale Pallavicini, sottopassaggio… fino alle Artificerie Almagià.
ore 19.30 Almagià (dehors)
Inaugurazione di una Cupola per la Darsena
ore 20.00 Almagià
Esibizione di Capoeira del gruppo Coquinho Baiano (2° tempo)
ore 20.30 Lungo Darsena
Suolo o sangue? Cittadinanza italiana: diritti, discriminazioni e prospettive
Con Marco Najibe Salami (atleta, Centro Sportivo Esercito), Andrea Maestri (Avvocato, Asgi), Filippo Miraglia (Responsabile immigrazione Arci), Mauro Valeri (Sociologo, responsabile Osservatorio sul razzismo e antirazzismo nel calcio), Laura Scacchetti (Rete ToghethER). Modera Marina Mannucci (Comitato Rompere il silenzio).
ore 21.15 Almagià
“Musica senza confini”. Ensemble du Sud in concerto (world music)
Fan Yuan (Cina: violino, voce), Emanuela Napolitano (Italia-Venezuela: chitarra, tiple, voce),
Valentino Negrii (Italia: sassofono), Guillermo Raúl Grimani Polo (Perù: flauti, charango, basso), Sayed Mohamed (Egitto: voce, oud), Rossella Buttazzi (Italia: percussioni), Elhadj Gueye Demba (Senegal: batteria).
ore 22.30 Almagià
“Musica delle radici”. Radìs in concerto (folk rock romagnolo)
Con Emanuele “Manu” Soldati (Piva Emiliana, Bouzouki), Giovanni “Iovo” Soldati (Basso elettrico), Luca “Gallo” Galliniani (Batteria), Riccardo “Feltra” Feltrami (Chitarra acustica), Marco Cavina (Violino), Mauro Morganti (Fisarmonica), Luca “Kurry” Caroli (Voce, flauti, percussioni), Christian “Cres” Vicari (Voce).

SABATO 8 GIUGNO

ore 10.00 – 13.00 Sala D’Attorre (via Ponte Marino 2)
Africa: un vivere sostenibile, nuovi confini per l’abitare
Saluti di Libero Asioli (Assessore all’urbanistica del Comune di Ravenna). Introduzione poetica di Hamid Barole Abdu: Rinnoversi in segni… erranti. Intervengono: Fabrizio Caròla: Antiche tecnologie per una nuova architettura; Linda Zardo: Strategia di pianificazione sostenibile per città nelle aree più vulnerabili del pianeta; Blal Adem Esmail: Confini fisici ed ecosistemici delle città. Modera Samuel Teclehaimanot Ghebreiesus.
ore 17.00 Lungo Darsena
Cittadinanza Intrecciata. Donne migranti e native insieme per una piena cittadinanza senza confini.
Con Giovanna Piaia (Assessora alle Politiche e alla Cultura di Genere del Comune di Ravenna), Alessandra Lazzari (Associazione Intrecci), Carla Olivieri (Associazione Liberedonne – Casa delle Donne), Atanasiu Olimpia (Casa Insieme), Mirella Rossi (Rete contro il razzismo e la xenofobia), Diop Mbayang (Ande Liguey), Faiza Mahri (giornalista e mediatrice culturale), Miranda Kalefi (già consigliere aggiunto al Comune di Ravenna), Teresa Marzocchi (Assessora alle politiche sociali e integrazione Regione Emilia Romagna). Conducono l’incontro Marinela Ciochina, Liljana Picari, Diva Ponti. (A cura di Intrecci – Rete regionali di associazioni di donne native e migranti, con la collaborazione di Associazione Liberedonne – Casa delle Donne di Ravenna).
ore 19.00 Almagià
Asra, Associazione senegalo-ravennate presenta:
Sabar – Dalla grande tradizione Wolof l’antica danza fra donne e tamburi.
ore 20.30 Lungo Darsena
Senza lavoro, chi siamo? Crisi economica, cittadinanza e identità della persona.
Con Daniela Ciani (Consulente all’orientamento), Idilio Galeotti (Segretario Nidil Cgil), Anna Di Matteo (psicologa, Sportello “Non sei solo”, Associazione Sestante), Enzo Morgagni (Sociologo, Università di Bologna), Francesco Zanotelli (Antropologo, Università di Messina). Conduce Sokol Palushaj.
ore 21.15 Almagià
In diretta da Dakar “Talents africains”. Saluti dal Festival di Teatro per l’infanzia e la promozione dei giovani.
ore 21.30 Almagià
“Songs from Afghanistan”. Zohreh Jooya & Afghan Ensemble in concerto (Ghazal, antichi canti tradizionali, e Qawwali, canti religiosi)
Zohreh Jooya (Vocals, Dance), Daud Khan Sadozai (Robab), Miriam Encinas (Dilruba), Daira
Rashmi Vibhu Bhatt (Tabla).
ore 23.00 Almagià
L’associazione Cittadini del Pianeta presenta:
La compagnia International Afric-Racine in “Danza senza confini”

DOMENICA 9 GIUGNO
ore 17.00 Almagià
Proiezione del film “God Save the Green”, di Michele Mellara e Alessandro Rossi (Italia 2012, 73’)
Un film sull’invenzione di un nuovo possibile paesaggio urbano dove il verde non è solo decorazione ma luogo vissuto e creativo. Un viaggio nelle periferie del Nord e del Sud del mondo: l’ultimo giardino in uno dei più popolati quartieri di Casablanca (Marocco); coltivazioni idroponiche gestite da un gruppo di donne a Teresina (Brasile); orti comunitari a Berlino (Germania); coltivazioni all’interno di sacchi nella bidonville di Nairobi (Kenya); giardini pensili a Torino e Bologna (Italia). Saranno presenti in sala i registi. A cura di Alessia Bevere (Città Meticcia).
ore 19.30 Almagià
Jump Africa Jump! Nigerian Drums&Rhytms
Ugho Dance by Edo Community, Agada Dance & Royal Dance by Sky Ladies & Royal Sisters, Asologu Dance by Afesan Community, Ogieke Dance by Donne interculturali.
ore 20.30 Lungo Darsena
But Baxt ta Sastipè (Che possiate essere sani e fortunati). Incontro con la cultura del popolo Rom.
Con Giovanna Zoffoli (Associazione Integriamoci insieme), Alessandro Forni (Associazione Menocchio), Graziella Gardini Pasini (Aizo - Associazione Italiana Zingari Oggi). Lettura di Poesie Rom dell’attrice Lara Croatti. Modera Liljana Picari (Ass. Integriamoci insieme).
ore 21.15 Almagià
Consegna del Premio all’intercultura città di Ravenna 2013 introdotta dalle danze tradizionali filippine La Jota Mocadena e Tinikling (a cura di Mabuhay).
ore 22.00 Almagià
L’associazione Romania Mare presenta:
Dai Carpazi agli Appennini. Spettacolo di musiche e balli popolari romeni e cante romagnole.
Con Georgeta Hangu (Voce), Iulian Cinepa (Voce e tastiere), Olga Chiortan (Voce), Rodica Padure (Violino), il gruppo di ballo Romania Mare e il Gruppo Pratella Martuzzi di Ravenna diretti dal Maestro Matteo Unich.
ore 23.00 Almagià
“Una favola tzigana”. Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò in concerto (canzoni d’autore e sonorità balcaniche e gitane)
Roberto Durkovic (Chitarra e voce), Max Alloisio (Chitarra flamenco), Eduard Dumitru (Violino), Fiorel “Make” Dusu (Fisarmonica), Luigi Scuri (Batteria).

Gli abiti delle presentatrici e dei presentatori sono creati con stoffe africane dalla stilista Stella Martins

Conosci il tuo vicino?! Venerdì e sabato, dalle ore 20.00: Video Box. Superiamo insieme la tendenza a costruire confini e steccati anche nei condomini e tra vicini di casa! A cura del Villaggio Globale in collaborazione con Acer.

PROGETTO SPECIALE
Una Cupola per la Darsena. Archi, volte e cupole in laterizio sono gli elementi del lessico costruttivo tipiche della tradizione mediterranea. Nei 15 giorni prima del Festival attraverso un workshop studenti, ma anche semplici cittadini, possono partecipare alla costruzione di un sistema abitativo low tech, proprio di fronte all’Almagià. Questo cantiere, condotto dall’architetto Fabrizio Caròla, “il Dio della pietra”, come lo chiamano i Dogon del Mali, è finalizzato a elaborare un più equilibrato rapporto tra architettura e luogo entro una visione in cui ricerca, formazione e professione non costituiscono più ambiti separati, andando oltre i confini. Progetto a cura di Samuel Teclehaimanot Ghebreiesus. Con la collaborazione della Istituto scuola provinciale edili Cpt Ravenna e di Cmc – Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna.

0-12. IL FESTIVALINO

Tutte le tre giornate
“Gioca con noi!” Laboratorio ludico creativo per bambine e bambini, costruzione di giocattoli e di bijoux di tutto il mondo. A cura di Terra Mia, Mabuhay, Fatabutega, Centro La Lucertola, Ande Liguey. Si giocherà alla Sunka, il gioco nazionale delle Filippine.
Sabato ore 18.30
Il roboante e “spariglia-tutto” gioco con i carrettini a cuscinetti a sfera, con Renzo e Viviana del Centro la Lucertola
Domenica ore 18.30
“Chi non semina, non gioca!” Orto-Gioco, origami, corsa con i sacchi e disegni sull’asfalto.
A cura di Alessia Bevere (Città Meticcia). In collaborazione con il Comitato degli Orti di Ravenna.

LE MOSTRE

Dal 30 maggio al 13 giugno
Sala mostre di via D’Azeglio 2 Palazzo Rasponi
“Contatto”. Opere musive dei ragazzi dell’Accademia delle Belle Arti di Ravenna, i loro bozzetti per il murales che si allestirà nel 2014 a Sancti Spiritus (Cuba) e opere degli artisti cubani dell’Accademia di Arte Plastica di Sancti Spiritus. (A cura dell’Associazione Italia Cuba).

Durante il Festival - Almagià

But Baxt ta Sastipè (Che possiate essere sani e fortunati). Mostra sulla storia e la cultura del popolo Rom. (A cura dell’Associazione Integriamoci Insieme).

I can do it. Mostra fotografica ad opera di Miranda Kalefi dedicate alle donne migranti. (A cura di Agimi).

La comunicazione nelle società democratiche. Mostra di manifesti realizzati dalle classi terze del Liceo Classico Morgagni di Forlì. (A cura di Laboratorio Mondo).

RISTORAZIONE

Ristorante Bella Africa
Cucina tunisina, senegalese, camerunense

Ristorante Araliya
Specialità da India e Sry Lanka

Ristorante Marrakhesh
Specialità maghrebine e mediorientali

Il furgone con piadina, pizza e kebab

Suq
Mercato con prodotti di artigianato africano, asiatico, sudamericano, ma anche autoctono, prodotti equosolidali, libri, stand delle associazioni di volontariato.

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Il Festival delle Culture 2013 è promosso da:
Comune di Ravenna, Rappresentanza dei cittadini stranieri di Ravenna

Con il contributo di Fondazione del Monte

Organizzazione, segreteria, amministrazione
Comune di Ravenna, U.O. Politiche per l’immigrazione, via Alberoni 16
tel. 0544 485313, fbernabini@comune.ra.it
Casa delle Culture del Comune di Ravenna, Piazza Medaglie d’Oro 4
tel. 0544 591876, casadelleculture@racine.ra.it

Il Blog
http://festivaldelleculture.wordpress.com

Il Festival delle Culture è un evento Prove Tecniche Ravenna 2019




PARTECIPANO

Acer, Afesan Community, Aica – American Indian Cultural Association, Asra – Associazione senegalo ravennate, Agimi, Amici di Chartres, Amici di Chichester, Amici di Francesco, Amici di Speyer, Ande Liguey, Antenna Italiana nel Mondo, Arci Ravenna, Arcigay Frida Byron, Associazione Romania Mare, Associazione Amici del Mozambico, Associazione Cianove, Associazione Città Meticcia, Associazione Fatabutega, Associazione Il Terzo Mondo, Associazione Intrecci, Associazione Italia Cuba, Associazione Italiana Zingari Oggi, Associazione La Lucertola, Associazione Liberedonne – Casa delle Donne, Associazione Menocchio, Associazione SèStante, Associazione Tunisina della solidarietà e della fratellanza, Casa delle Culture, Centro Quake, CittA@ttiva, Cittadini del Pianeta, Cmc – Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna, Comitato cittadino antidroga, Comitato degli Orti di Ravenna, Comitato rompiamo il silenzio, Compost Creativo, Cooperativa Persone in movimento, Deviazioni animazioni di strada, Donne del mondo, Donne interculturali di Ravenna, Edo Community, Emergency, Federazione Colombofili Ravennate, Generazioni in movimento, Gruppo delle Zuccherificio, Il sud siamo noi, Integriamoci Insieme, Istituto scuola provinciale edili Cpt Ravenna, Italia Chama Brasil, Laboratorio Mondo, La Maison de la Joie, Lasagna Style, Libreria Longo, Life – associazione di volontariato onlus, Mabuhay, Mirada, Progetto Sprar, Ravenna Jugglers, Ravenna Shine, Ravenna Teatro, Rete contro il razzismo e la xenofobia, Rete ToghethEr, Royal Sisters, Sky Ladies, T-erre – turismo responsabile, Takku Ligey, Teraal Teranga, Terra Mia, Villaggio Globale.

Invito 7 giugno 2013, ore 18:00 - Istituto Romeno di Cultura di Venezia‏


Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

Convegno "Colonna Traiana – MCM" all'Accademia di Romania, 7 - 8 giugno 2013‏

Nel mese di maggio 113 D.C. era inaugurata a Roma la Colonna Traiana. A 1.900 anni di distanza da questa inaugurazione l’Accademia di Romania vi invita al convegno internazionale di studi

Colonna Traiana – MCM

nell’intento di ripercorrere aspetti legati all’importanza storica, archeologica, architettonica e culturale di questo monumento.

Colonna Traiana – MCM

Accademia di Romania in Roma,

7- 8 giugno 2013

Convegno a cura di
Mihai Bărbulescu e Anna Maria Liberati

Venerdì, 7 giugno, ore 15,00
Accademia di Romania
Indirizzi di saluto
Moderatore: Alexandru Vulpe (Bucarest)
Mihai Bărbulescu (Cluj-Napoca / Roma), Traiano, la Colonna e l’Accademia di Romania
Roberto Meneghini (Roma), Riccardo Santangeli Valenzani (Roma), Il Foro di Traiano dall’antichità ad oggi. L’interpretazione dei dati dagli scavi recenti (1998-2001)
Anna Maria Liberati (Roma), La Colonna Traiana e l'idea di Roma tra archeologia, memoria e attualità dell'antico
Ore 16,30 - Pausa caffè

Venerdì, 7 giugno, ore 17,00
Accademia di Romania
Moderatore: Anna Maria Liberati (Roma)
Leonard Velcescu (Perpignan), Observations sur les représentations statuaires de Daces, trouvées dans le forum de Trajan, à Rome, et leur signification pour la culture
Liviu Petculescu (Bucarest), Roman Military Equipment in Dacia during Trajanic period
Pier Gabriele Molari (Bologna), Dal fregio della Colonna Traiana argomenti per ricostruire la balista imperiale romana
Ovidiu ,entea (Bucarest), Possiamo parlare oggi delle guerre daciche senza la Colonna Traiana ?

Sabato, 8 giugno, ore 15,00
Accademia di Romania
Moderatore: Constantin C. Petolescu (Bucarest)
Mario Luni (Urbino), Oscar Mei (Urbino), L'Arco di Traiano nel porto di Ancona e la Colonna Traiana
Anca Cezarina Fulger (Roma), Il monumento trionfale Tropaeum Traiani: simbolismo iconografico al servizio dell’ideologia imperiale
Constantin C. Petolescu (Bucarest), Drobeta all’epoca della guerra dacica dell’imperatore Traiano
Ore 16,30 - Pausa caffè

Sabato, 8 giugno, ore 17,00
Accademia di Romania
Moderatore: Filippo Coarelli (Roma)
Alexandru Vulpe (Bucarest), La Colonna Traiana nella visione di Radu Vulpe
Matei Luca Stoian (Bucarest) – Dan Matei (Cluj-Napoca): Proposte dell’architetto
Dinu Antonescu per la ricostruzione delle fortificazioni rappresentate sulla Colonna Traiana
Lucrezia Ungaro (Roma), La Colonna Traiana nel Foro di Traiano: unità e diversità del messaggio figurativo
Cinzia Conti (Roma), Gli scultori del fregio istoriato: osservazioni ravvicinate sul bassorilievo
Filippo Coarelli (Roma), Il quadro architettonico della Colonna Traiana

Accademia di Romania in Roma
P.zza José De San Martin n. 1 (Valle Giulia)
0019

L’immigrazione campana si racconta nei versi di Elena Nemes

venerdì 31 maggio 2013

Nasce nel Sannio il primo libro di poesie di Elena Nemes Ciornei, una mamma romena approdata a Telese con la famiglia nel 1991. Un libro che attraverso versi in italiano e romeno mette in luce la propria storia di immigrazione e in Campania ma anche il proprio vissuto nella patria natìa con le gioie e le sofferenze di una persona che ama e vuol vivere con intensità la vita. Sono poesie che raccontano i momenti difficili dell’integrazione tra sacrifici lavorativi e dolori personali, momenti superati grazie alla forza dell’ambizione per raggiungere il traguardo che ogni mamma si pone. Far crescere e studiare il proprio figlio per dargli un’opportunità nel Bel Paese, un traguardo sfidante che emerge in maniera fortemente espressiva nel libro.
Il libro sarà presentato il 7 giugno a Telese Terme (Palazzo dei congressi, ore 18) in un evento che sarà anche l’occasione per parlare di immigrazione e integrazione culturale in Campania alla presenza del Sindaco di Telese Pasquale Carofano e di personalità istituzionali e culturali come Tonino Conte, docente di filosofia e più volte parlamentare della Repubblica, Jamal Quaddorah, Responsabile Immigrazione di CGIL Campania, Zenovia Ilisei, esponente della comunità romena di Pistoia e ambasciatrice di pace dell’Arciconfraternita della Misericordia ed Imma Brignoli, editore. Modera Gigino Di Mezza dell’Associazione Telesia Terme Poesia mentre Vincenzo Cartilano accompagnerà l’evento con un sottofondo di chitarra.
Il libro è edito da Brignoli Edizioni ed è in distribuzione presso le librerie Guida a Napoli, Benevento, Caserta, Salerno, Avellino e provincia.
L’autrice ha anche aperto un blog per condividere le proprie poesie, parlare di immigrazione ed entrare in contatto coi propri lettori: http://elenanemes.wordpress.com

Fonte: Il Denaro

Emil M. Cioran, Lettere al culmine della disperazione (1930-1934)

Vi segnaliamo una novita' editoriale della Mimesis Edizioni:

Emil M. Cioran

Lettere al culmine della disperazione (1930-1934)

Prezzo: €10,00 €8,50

Pagine:98

Data pubblicazione: 2013

A cura di: Giovanni Rotiroti

Traduzione di: Marisa Salzillo

Postfazione di: Antonio Di Gennaro

Il presente volume costituisce un’antologia delle missive inviate da Emil Cioran, nel periodo 1930-1934, agli amici romeni Bucur Ţincu, Petre Comarnescu, Arşavir Acterian, Mircea Eliade, Nicolae Tatu. Ciò che maggiormente colpisce in queste prime lettere è la soggettività del giovane Cioran che si mostra e si ritrae misteriosamente nella lingua. In queste lettere è infatti ancora possibile osservare il processo di verità esposta sulla scena epistolare, e cogliere sul vivo l’attività performativa della parola. Le missive di Cioran, redatte al tempo della composizione e della pubblicazione del suo primo libro in Romania non hanno solamente una valenza storica e documentaria, ma sono lettere appassionate, aggressive oppure tenere, in cui il discorso privato e lo scritto di circostanza si accompagnano a un percorso di elaborazione filosofica e retorica, oltre che una ricerca di stile poetico. La posta in gioco per il Cioran di quegli anni è quella di scrivere al culmine della disperazione.

Emil Cioran (1911-1995) rappresenta una delle voci filosofiche di maggior rilievo nell’ambito del “pensiero tragico” contemporaneo. Tra le sue opere ricordiamo: Al culmine della disperazione (1934), Sommario di decomposizione (1949), Sillogismi dell’amarezza (1952), La tentazione di esistere (1956), Storia e utopia (1960), La caduta nel tempo (1964), Il funesto demiurgo (1969), L’inconveniente di essere nati (1973), Squartamento (1979).

Giovanni Rotiroti è psicanalista. Insegna Lingua e Letteratura Romena presso l’Università di Napoli “L’Orientale”. Ha pubblicato vari saggi e traduzioni su autori romeni tra i quali Ionesco, Urmuz, Tzara, Dan Botta, Mircea Eliade, Gherasim Luca. In particolare ha dedicato a Cioran i volumi Il demone della lucidità. Il “caso” Cioran tra psicanalisi e filosofia (2005) e Il segreto interdetto: Eliade, Cioran e Ionesco sulla scena comunitaria dell’esilio (2011).

Fonte: Mimesis Edizioni

I villaggi senza madri della Romania


infanzia

Sono 350mila gli “orfani bianchi” in Romania, minori che vivono con nonni, zii, vicini o istituti mentre i genitori lavorano all'estero come muratori e badanti. Metà di loro ha meno di 10 anni, molti sviluppano forme di depressione o iperattività e rifiuto delle regole. A dar loro voce è il libro "Satul fara mamici. Il villaggio senza madri": oltre all'intervista all'autrice, Ingrid Beatrice Coman, D.it propone in esclusiva uno dei 10 racconti del libro, pubblicato integralmente in due lingue.
Di Ilaria Lonigro

Villaggi senza madri L'Autorità Nazionale Romena per la Protezione dei Bambini ne conta 82.464, ma per l'Unicef sono di più, 350.000. Tanti comunque da destare l'attenzione dei media internazionali e meritarsi l'etichetta di "orfani bianchi": così sono chiamati quei minori che vivono con i nonni, gli zii, i vicini o sono accolti dagli istituti mentre uno o entrambi i genitori lavorano all'estero, muratori e badanti per le famiglie italiane e spagnole. In Romania, dove il reddito medio è di 555 euro al mese (dati Agenzia Nova), sempre più genitori, per garantire maggiori entrate alla famiglia, sono costretti ad andarsene. Solo in Italia, tra il 2010 e il 2011, si è avuto il 10% di residenti romeni in più (dati
Istat). Quando è una mamma a lasciare il figlio, in quasi la metà dei casi non è neanche il padre a crescerlo, ma altri parenti. A dirlo è "Left Behind", il dossier sugli orfani bianchi romeni pubblicato nel 2010 dalla Fondazione L'Albero della Vita Onlus, secondo cui è orfano bianco il 7% dei minori romeni: 157.000 sono senza papà, 67.000 senza mamma, mentre a 126.000 bambini mancano entrambi. Metà di loro ha meno di 10 anni quando resta solo. Non stupisce che molti sviluppino forme di depressione o al contrario iperattività e rifiuto delle regole, come scrive nel dossier la psicologa Antonella Selvaggio. Il fenomeno, esploso nel 2007 con l'ingresso del Paese nell'Unione Europea, colpisce in particolare le campagne Qui capita che i bambini, per assistere i nonni nelle faccende domestiche o nella cura degli animali, lascino la scuola. A dar voce all'angoscia di queste migliaia di bambini arriva il libro "Satul fara mamici. Il villaggio senza madri" (159 pp., Rediviva edizioni), quinto romanzo della scrittrice romena naturalizzata italiana Ingrid Beatrice Coman, che con dolce e sapiente retorica ci spalanca le porte dei pensieri silenziosi dei bambini che vedono "l'estero" come un "mostro lontano e feroce". A D.it Ingrid racconta cosa c'è dietro ai 10 racconti che formano il libro (ciascuno scritto in italiano e romeno) e cosa devono imparare due Paesi da queste storie.

I villaggi senza madri della Romania

di Vintila George

Esiste fisicamente un villaggio senza madri o ti sei ispirata alle storie che accomunano tanti luoghi? No, non esiste un villaggio specifico, ce ne sono tanti, troppi, sparsi in giro per la Romania, ognuno con i suoi piccoli grandi drammi silenziosi. Come spesso succede, la letteratura, la parola scritta in genere, le sublima per portare al lettore una specie di archetipo in cui si possa riconoscere il vissuto di tutti.

Come hai raccolto le tue storie? Non è difficile, basta mettersi in ascolto alle fermate dei pullman che fanno di continuo la spola tra la Romania e l’Italia, dove la gente si imbarca ogni giorno, poche cose in spalla e tante nel cuore, per andare a lavorare in Italia. Lo stesso vale per i treni, gli aeroporti. A volte ci sono delle scene strazianti: bambini che si aggrappano alle mamme, con le manine che diventano come piccole grinfie disperate di uccellini che stanno per cadere fuori dal nido. Vengono tirati via con la forza da chi resta con loro, inconsolabili, spezzati dentro, umiliati da una realtà che non hanno scelto.

Che conseguenze hanno su questi bambini? Ciò che dentro di loro è crollato in quella separazione a volte lo si capisce soltanto mesi, anni dopo, spesso attraverso gesti disperati o comportamenti insoliti. È difficile immaginare un bambino che non ami la vita. Eppure ci sono bambini che decidono di farla finita. Ho sempre pensato che il suicidio fosse una scelta adulta. Ho dovuto ricredermi. I bambini imparano in fretta anche in questo, e i casi di suicidio tra i bambini rimasti a casa sono sconvolgenti, tanto da indurre lo stato romeno a cambiare le leggi. E anche tra quelli che non hanno fatto una scelta così drastica, la voglia di vivere si appiattisce, diventano apatici e introversi, alcuni quasi autistici. Lo strappo è doppio però. Nessuno sa di che morte muore il cuore di una donna che deve lasciare il suo bambino per poterlo salvare. È un paradosso dei nostri giorni: le donne vanno ad accudire le famiglie altrui per poter salvare le proprie, ma il prezzo da pagare è sempre spropositato. Entrambe le società hanno dei conti in sospeso con la vita.

Cosa devono capire allora da questo libro gli italiani e cosa i romeni?
Se smettessimo di giudicarci a vicenda e di puntare il dito, magari riusciremmo a lasciare spazio a una maggiore comprensione. Mi colpisce molto il fatto che in Italia gli anziani vengono accantonati su binari morti, in "pulita" e silenziosa attesa della propria fine. Pare che non servano più a nessuno, non abbiano più niente da insegnare. Non più saggezza né lezioni di vita. Mentre, dall’altra parte di questa storia, come uno specchio al contrario, in Romania i nonni vengono sempre più richiamati a sostituire le madri partite a lavorare all’estero e devono farsi forza e rimettersi in gioco per accudire chi è rimasto indietro. A volte entrano così bene nella parte che dopo un po' i bambini cominciano a chiamarli "mamma" e "papà", non più nonna e nonno.

Fonte: D La Repubblica

Ferrara. La città ringrazia due eroi

I riconoscimenti al poliziotto Alessio Righetti e al pizzaiolo rumeno Alin Cioaca

«Con quei soldi avrei potuto comprarmi un’auto - racconta Alin Cioaca, 28 anni, rumeno, da sette anni pizzaiolo presso ‘Orsatti Group’, al centro ‘Ìl Castello’ - ma quella sera non me la sono sentita di tenerli, ho consegnato quella busta ai carabinieri. Ora i clienti mi dicono: ‘Sei matto’». «Non dimenticherò mai quei momenti - racconta lì vicino l’assistente capo di polizia Alessio Righetti - quella donna voleva buttarsi giù, mi ha detto ‘Prima ammazzo te e poi me’. Sono riuscito a trattenerla, poi ci siamo reincontrati. ‘Ho avuto un momento di depressione - mi ha confidato - volevo uccidermi ma sarebbe stato un errore’». Cioaca e Righetti sono due «eroi», come sono stati definiti ieri durante la cerimonia di riconoscimento dedicata ai due cittadini modello in Comune. Cioaca ha restituito 32mila euro ricevuti il 19 marzo scorso da un cliente in un momento di scarsa consapevolezza. Righetti, il 12 aprile, ha salvato, rischiando la vita, una donna che voleva lanciarsi da un cavalcavia della Ferrara-Porto Garibaldi. Il ministero dell’Interno e il dipartimento di Pubblica sicurezza stanno valutando la possibilità di tributargli un ulteriore riconoscimento.

29 maggio 2013

Fonte: La Nuova Ferrara