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domenica 3 febbraio 2013

Calcio, arbitro romeno discriminato: Fiume/Bannia multato

Il giudice sportivo regionale infligge un’ammenda di 700 euro. Bersagliate dai tifosi anche le due assistenti donna

FIUME VENETO. Lo spettro del razzismo aleggia anche nei dilettanti. Nel campionato di Promozione il Fiume/Bannia è stato sanzionato con l’ammenda di 700 euro per responsabilità oggettiva, «per comportamento discriminatorio di alcuni dei propri sostenitori nei confronti dell’arbitro e nei confronti delle due assistenti», si legge nel comunicato ufficiale emesso dalla Federcalcio del Friuli Vg. Bersaglio delle offese da parte dei tifosi, il giovane arbitro romeno Alexandru Marinescu e le due guardalinee Caterina Pittelli e Lesley Anzolini.

Un arbitro straniero e due assistenti donne: situazione troppo “inusuale”, evidentemente, per essere accettata dai tifosi. Le cui intemperanze hanno fatto rimediare al sodalizio neroverde un provvedimento pesante. L’episodio fa ancora più sensazione alla luce dei recenti fatti di Busto Arsizio, in riferimento all’amichevole fra Milan e Pro Patria (insulti razzisti a Boateng e agli altri giocatori di colore), e ai tanti altri esempi di inciviltà che si accumulano giorno dopo giorno. Fugace il commento in merito del direttore sportivo dei neroverdi, Davide Sellan: «Sono molto perplesso. L’accusa è grave, e il giudice ha preso la decisione corretta in base a quanto gli è stato riferito. Ma non mi sembrava che le fossero effettivamente così».

Qualcuno parla poi di comportamento scorretto o eccessivamente puntiglioso del direttore di gara e delle sue assistenti, voci che comunque non inficiano di certo le accuse, se effettivamente fondate. Probabile, in ogni caso, il ricorso della società.

17 gennaio 2013

Fonte: Il Messaggero Veneto

Supermarket romeno aperto senza autorizzazioni: multa di 5 mila euro

Il «Milcov» di via Sarpi aveva aperto qualche settimana fa: la polizia municipale sequestra migliaia di prodotti tra cui biscotti, caffè, sottaceti, spezie, dolci e surgelati

Il paradiso delle specialità dei Carpazi
In Romeno Autoritatile padovane inchid Milcov

PADOVA. Avrebbe dovuto essere il «paradiso dei Carpazi», con prodotti tipici della Romania a beneficio dei padovani e della numerosa comunità romena che vive in città. Ma il «Milcov», il nuovo supermercato aperto qualche settimana fa in via Sarpi, non aveva alcuna autorizzazione. Neppure la cosiddetta Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), un’autocertificazione in cui si dichiara al Comune l’apertura del negozio.

Per questo il blitz della polizia municipale, qualche giorno fa, ha trovato una situazione di completa irregolarità. Gli agenti della Squadra attività economiche hanno verificato anche che la maggior parte dei prodotti posti in vendita era priva delle indicazioni obbligatorie in lingua italiana previste dalla legge. Per questo è scattato il sequestro dei prodotti. E in particolare:1300 confezioni di biscotti e merendine, circa 230 confezioni di caffè, 60 confezioni di infusi vari, 30 confezioni di arachidi, circa 230 confezioni di prodotti dolciari. 180 confezioni di spezie varie, circa 90 confezioni di dado vegetale, 310 confezioni di sottaceti, 100 confezioni di prodotti surgelati, 400 pezzi di latticini.

Visto il gran numero di pezzi e la deperibilità della merce, tutto è stato lasciato all’interno del supermercato che però è chiuso al pubblico. Al titolare del negozio arriverà una multa di 5 mila euro. Ancora in corso invece le verifiche sulla regolarità igienico-sanitaria dei locali: se verranno riscontrare altre irregolarità il supermarket romeno rischia un'altra multa di 3 mila euro.

20 gennaio 2013

Fonte: Il Mattino di Padova

Comitato civico 2013: "Alemanno prende in giro la comunità rumena dell'Idroscalo di Ostia"

La lettera di Alemanno
16/01/2013 In questi giorni il sindaco Alemanno sta facendo recapitare all'Idroscalo di Ostia lettere ricordando che anche i cittadini dell'Unione Europea possono votare.

Ostia - "Alemanno prima butta giù le loro case e poi, in campagna elettorale, scrive a loro che devono sentirsi "a pieno titolo partecipi della vita della città di Roma". Succede all'Idroscalo di Ostia dove in questi giorni il Sindaco Alemanno sta facendo recapitare lettere ricordando che anche i cittadini dell'Unione Europea possono votare partecipando "alla scelta del governo di questa città". Così dichiara in una nota il Comitato civico 2013.

"Cominciamo con il dire che la Romania è diventata Paese membro già dal 1° gennaio 2007: perchè allora i rumeni vengono ancora chiamati 'cittadini neocomunitari'? E perché il Comune di Roma si ricorda di loro solo sotto le elezioni? Nessuna iniziativa è mai stata promossa nel XIII Municipio, che comprende l'Idroscalo di Ostia, da Ramona Badescu, la showgirl nominata da Alemanno a luglio del 2008 ‘consigliere del sindaco’ sulle questioni che concernono gli immigrati originari della Romania. Eppure nel XIII Municipio su 23.613 stranieri iscritti in anagrafe (dato 2011, mille in più rispetto al 2010) ben il 19% sono rumeni. Non solo poi i rumeni sono la comunità più numerosa nel XIII Municipio ma il XIII Municipio è secondo solo all'VIII per la loro presenza e nel XIII Municipio l'Idroscalo di Ostia è forse l'area a maggior concentrazione in termini percentuali. Insomma, l'elettorato rumeno fa gola ad Alemanno soprattutto quello più debole, lasciato in condizioni di disagio proprio da Alemanno. Di una cosa però siamo certi e cioè che i rumeni dell'Idroscalo capiscono e leggono bene l'italiano, anche la lettera inviata in questi giorni da Alemanno, scritta in italiano e non in rumeno. Quanto basta per non andarlo a votare". Conclude il comitato.

Fonte: OstiaTV

Mamme e bimbi investiti, rabbia e tristezza raggiungono anche la comunità romena

I connazionali dell'investitore non fanno sconti al giovane e chiedono leggi più severe
01/02/2013

AOSTA. «Sto malissimo al pensiero di quelle due mamme. I loro bambini investiti da un connazionale che guidava sotto l'effetto di droga. No, no! Ci scusiamo con gli italiani che ci hanno accolto, offrendoci casa e lavoro. Conosco i genitori di quel ragazzo, sono brave persone. Il padre è in Romania. Quando torna lo andrò a trovare. Mi chiedo, però, chi è quel giudice che ha lasciato libero un delinquente come Marius Pohrib. Non siamo nel Far West», sbotta. Marius Penescu, vice presidente dell'associazione I.Lumina, falegname di Saint Pierre, trattiene a stento le lacrime. Pensa ai due neonati feriti nell'impatto con l'auto. La mamma del bambino più grave non si muove dal lettino dell'ospedale Regina Margherita dove è stato ricoverato il neonato dopo le prime cure all'Umberto Parini, di Aosta. «Ho anch'io due bambini piccoli - dice Penescu - e sono contro la violenza, ma non so come avrei reagito se fosse capitato a me questo grave fatto».

L'istituzione dell'associazione ha posto al centro l'obiettivo di favorire l'integrazione della numerosa comunità romena residente in Valle e divulgare la cultura di questo Paese di origine latina come l'Italia. «Sono arrivato in Valle d'Aosta nel 1998 - continua Penescu - e ho cercato di avvicinarmi ai valdostani con molta discrezione, per non disturbare. Ci sono riuscito. Ho un lavoro che mi permette di vivere con dignità e onestà insieme con la mia famiglia». Aggiunge: «Sono un pittore e ho allestito una mostra per far conoscere anche l'altra faccia della Romania, quella delle persone che lavorano, che sono rispettose». Ritorna sui misfatti dei suoi connazionali. «Soffro moltissimo quando nei bar, per la strada, nei negozi sento parlare male dei romeni. Hanno ragione. Sono troppi, ormai, i disonesti».

Il pastore della Chiesa ortodossa locale Padre Alin Mihail Neagu, arrivato ad Aosta tre anni fa, è in Romania. «Quando ritorna ci riuniremo .- anticipa Marius Penescu -. Qualcosa dobbiamo fare. Sappiamo chi ruba, chi si droga, chi non ha voglia di fare niente. Vogliamo incontrare questi ragazzi per guardarli in faccia e dire loro che stanno facendo vergognare i romeni lavoratori e brave persone. Devono smetterla. Devono capire che non può rimetterci un intero popolo per gruppi di delinquenti».

Marius Penescu urla «basta. Non ne possiamo più di essere considerati come loro». Rinnova le scuse e il pensiero ai bambini e alle loro mamme. «Non so più cosa dire. Sono disperato come molti miei connazionali integrati e amici della Valle d'Aosta», saluta con il nodo in gola.

Critiche feroci alla «permissività della legge italiana» le scandisce Dan Sturzu, infermiere professionale all'ospedale Umberto Parini e padre di due bambini in tenera età. «L'Italia sta importando soprattutto delinquenti. Qui è il loro El Dorado. Spero che le mie parole facciano riflettere i politici», affonda. Si sofferma sulla discrepanza delle pene: «Per una multa si può anche finire in carcere. Chi ruba è libero. Incredibile. Quei delinquenti mettono in cattiva luce i romeni onesti. Prendete seri provvedimenti», sollecita Dan Sturzu.

Sandra Lucchini

Fonte: AostaOggi

Caltalbellotta, trovato giovane romeno morto assiderato

26 gennaio 2013

Tra Caltabellotta e Burgio, in contrada Taja Sottana, un passante si e’ accorto di un cadavere e ha lanciato l’allarme. E’ stato scoperto morto Gutu Mihai, 39 anni, originario della Romania, e da pochi giorni gravitante nella zona insieme a dei connazionali alla ricerca di lavoro nei campi. Secondo i primi accertamenti del medico legale, l’uomo sarebbe morto a causa del freddo. Indagano la Procura e i Carabinieri.

Fonte: AgrigentoTV

In coma il giovane rumeno aggredito e preso a sprangate in testa a Trebaseleghe

Sono ancora gravissime le condizioni di Daniel Chitic, il ventenne rumeno aggredito e preso a sprangate in testa la sera del 16 gennaio nei pressi del cimitero di Trebaseleghe, a pochi passi dalla casa di una ragazza del paese. Chitic è tuttora ricoverato nella Rianimazione di Neurochirurgia dell’ospedale di Padova, in prognosi riservata. La sua vita è appesa a un filo.

Il ragazzo, che dagli accertamenti degli inquirenti risulta ancora residente in Romania, era stato colpito violentemente alla testa durante una rissa ed era stato fatto trasportare al Pronto soccorso di Camposampiero dai carabinieri, accorsi sul luogo dopo la chiamata concitata di una giovane voce femminile.

All’arrivo dei militari, però, degli aggressori non c’era traccia, mentre Chitic versava in condizioni già molto gravi.

Il giorno successivo l’immigrato si erano aggravato ed è stato necessario un primo trasferimento all’ospedale di Cittadella. Da qui, visto che la sua situazione peggiorava ulteriormente, i medici hanno deciso di farlo portare in Neurochirurgia a Padova, un reparto attrezzato per queste emergenze.

Le indagini dei carabinieri proseguono, nell’intento di rintracciare coloro con cui Chitic ha avuto la discussione sfociata in rissa e poi nella violenta aggressione, di cui rimane tuttora da chiarire anche il movente. (g.a.)

20 gennaio 2013

Fonte: Il Mattino di Padova


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Catturato l’aggressore del giovane rumeno

Uccise romeno a Monfalcone, pena 16 anni

Pena inflitta dal gip con rito abbreviato

(ANSA) - GORIZIA, 16 GEN - Il gip di Gorizia Massimiliano Rainieri ha condannato a 16 anni di reclusione Massimiliano Ciarloni, di Monfalcone, che lo scorso marzo feri' a morte con un coltellino svizzero un romeno, Eugen Melinte, di 23 anni, a Monfalcone (Gorizia). La sentenza e' stata pronunciata stamani nel capoluogo isontino. Ciarloni e' stato condannato inoltre a 4 mesi per la detenzione illecita del coltello servito a ferire Melinte e al risarcimento nei confronti della famiglia della giovane vittima.

Fonte: ANSA


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Morto sui binari, identificata la salma: è un muratore romeno

Svelato il giallo dell'identikit ma restano da chiarire altri misteri: perché l'uomo si trovava in quel punto pericoloso? E perché, a detta della moglie, aveva lasciato a casa cellulare e portafoglio?

Il giallo sull’identikit dell'uomo che ieri mattina è stato trovato senza vita sui binari nei pressi del passaggio a livello di via Ghinaglia sembra risolto. Sino a ieri sera si parlava semplicemente di un uomo sui 50 anni, di carnagione chiara e capelli corti brizzolati, con indosso jeans, maglietta bianca e giubbotto verde militare.

Ora gli investigatori hanno un nome e un volto. Secondo gli ultimi sviluppi dell’indagine infatti, dovrebbe trattarsi di G.C., un muratore romeno 45enne residente in città. A riconoscerlo sarebbe stata la moglie. Il marito della donna mancava da casa dalle 5.30 di ieri mattina, quando era uscito per recarsi al lavoro. Luogo dove, però, non è mai arrivato. Preoccupata, la moglie si è recata in serata dai Carabinieri accompagnata dal fratello per denunciare la sparizione. La segnalazione è stata immediatamente inoltrata alla Polizia Ferroviaria che indaga coordinata dall’ispettore Costanzo Sossio. Accompagnata all’obitorio, la donna avrebbe riconosciuto la salma come quella del marito. Trovano conferma così le ipotesi già circolate nella serata di ieri, ovvero che potesse trattarsi di un romeno residente a Cremona. Ciò permette inoltre di inquadrare meglio la fascia oraria della tragedia: tra le 5.30 e le 8: quest’ultima l’ora del ritrovamento, quando un macchinista aveva notato «qualcosa» a terra sui binari, informando immediatamente la centrale ferroviaria di via Fabio Filzi e la Polfer. Polizia e paramedici, sopraggiunti tempestivamente, hanno trovato il corpo riverso supino sui binari, senza le scarpe e con una gamba amputata.

Se tuttavia il mistero che aleggiava sull’identità sembra svelato, rimane comunque l’interrogativo di base. Incidente o suicidio? A lasciare ancora aperte entrambe le ipotesi sarebbero alcuni particolari, forniti agli inquirenti dalla donna. L’uomo aveva infatti lasciato a casa documenti d'identità, contanti e telefonino: proposito o semplice dimenticanza? Sicuramente, a detta della moglie, un gesto assai inusuale. E questo complica le cose. Altro punto interrogativo per gli investigatori rimane il motivo per il quale l’uomo si trovava in quel punto pericoloso, ancora avvolto nell’oscurità e per di più immerso in una fitta nebbia, con una visibilità a dir poco scarsa: rischio dettato dalla fretta di giungere al lavoro in tempo? O qualcos'altro? Per questo le indagini proseguono a ritmo serrato per risalire il prima possibile alla causa della tragedia.

di Michele Scolari
Martedì 08 Gennaio 2013

Fonte: CremonaWeb

Sparatoria nella notte in viale della Pace. Un romeno ferito ad una gamba

Stefan Blanaru (Galofaro)
PAURA A VICENZA

Almeno sei bossoli di tipo diverso trovati per terra. Il ferito verrà interrogato nelle prossime ore

VICENZA – Sparatoria, nella notte, in viale della Pace a Vicenza, con un uomo, un romeno, raggiunto da un proiettile ad una gamba. Al momento è l’unico arrestato: l’accusa, per lui, è di porto abusivo di una pistola clandestina. Erano all’incirca le 3.30 quando è stata allertata la centrale operativa della questura. «Presto, venite, qui sparano» avvertiva il titolare del “Club Duemila”, all’altezza del civico 236, che si era precipitato all’esterno del circolo dopo aver sentito una raffica di colpi. Il vicoletto si era infatti trasformato in un far-west. Secondo una prima ricostruzione Stefan Blanaru, 42 anni, si stava dirigendo a piedi verso il locale quando è stato fermato da due, forse tre persone.

Il gruppetto si è appartato. Poco dopo si sono udite delle urla e degli spari. Blanaru è stato trovato a terra, con ferite al volto, l’esito di una colluttazione, e la gamba sanguinante, colpita da un’arma da fuoco. In mano, secondo i testimoni, il romeno aveva una pistola, carica. Poco distante una cartuccia inesplosa. Portato in ospedale di fretta, da due connazionali, è stato presto raggiunto dalla polizia che ha rinvenuto sotto il sedile dell’auto una pistola di fabbricazione sovietica, una 5,45 x 18 con matricola semiabrasa, aspetto questo che gli è costato l’arresto. Sottoposto ad un delicato intervento per estrargli il proiettile dalla tibia, il 42enne verrà sentito quanto prima dagli investigatori. Quanto ai suoi aggressori, forse di etnia albanese, sono spariti. Sul posto gli agenti delle volanti e della squadra mobile hanno rinvenuto cinque bossoli di una calibro 9, un coltello di 21 centimetri e un tirapugni insanguinato. Al momento non è ancora chiaro il movente, indagini sono in corso per fare chiarezza sull’episodio.

Benedetta Centin
08 gennaio 2013

Fonte: Corriere del Veneto

sabato 2 febbraio 2013

Invito al seminario IHthIS - Dittatura comunista in Romania


domenica 3 febbraio ore 16

Casa Berva Cassano d'Adda MI

L'associazione Culturale Italo Romena IHthIS è lieta di invitarvi a partecipare al primo seminario programmato per il 2013 su temi storici a cura di Codrin Harjoaba, presidente IHthIS.

Dittatura comunista in Romania (1946-1989)