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domenica 3 febbraio 2013

Mamme e bimbi investiti, rabbia e tristezza raggiungono anche la comunità romena

I connazionali dell'investitore non fanno sconti al giovane e chiedono leggi più severe
01/02/2013

AOSTA. «Sto malissimo al pensiero di quelle due mamme. I loro bambini investiti da un connazionale che guidava sotto l'effetto di droga. No, no! Ci scusiamo con gli italiani che ci hanno accolto, offrendoci casa e lavoro. Conosco i genitori di quel ragazzo, sono brave persone. Il padre è in Romania. Quando torna lo andrò a trovare. Mi chiedo, però, chi è quel giudice che ha lasciato libero un delinquente come Marius Pohrib. Non siamo nel Far West», sbotta. Marius Penescu, vice presidente dell'associazione I.Lumina, falegname di Saint Pierre, trattiene a stento le lacrime. Pensa ai due neonati feriti nell'impatto con l'auto. La mamma del bambino più grave non si muove dal lettino dell'ospedale Regina Margherita dove è stato ricoverato il neonato dopo le prime cure all'Umberto Parini, di Aosta. «Ho anch'io due bambini piccoli - dice Penescu - e sono contro la violenza, ma non so come avrei reagito se fosse capitato a me questo grave fatto».

L'istituzione dell'associazione ha posto al centro l'obiettivo di favorire l'integrazione della numerosa comunità romena residente in Valle e divulgare la cultura di questo Paese di origine latina come l'Italia. «Sono arrivato in Valle d'Aosta nel 1998 - continua Penescu - e ho cercato di avvicinarmi ai valdostani con molta discrezione, per non disturbare. Ci sono riuscito. Ho un lavoro che mi permette di vivere con dignità e onestà insieme con la mia famiglia». Aggiunge: «Sono un pittore e ho allestito una mostra per far conoscere anche l'altra faccia della Romania, quella delle persone che lavorano, che sono rispettose». Ritorna sui misfatti dei suoi connazionali. «Soffro moltissimo quando nei bar, per la strada, nei negozi sento parlare male dei romeni. Hanno ragione. Sono troppi, ormai, i disonesti».

Il pastore della Chiesa ortodossa locale Padre Alin Mihail Neagu, arrivato ad Aosta tre anni fa, è in Romania. «Quando ritorna ci riuniremo .- anticipa Marius Penescu -. Qualcosa dobbiamo fare. Sappiamo chi ruba, chi si droga, chi non ha voglia di fare niente. Vogliamo incontrare questi ragazzi per guardarli in faccia e dire loro che stanno facendo vergognare i romeni lavoratori e brave persone. Devono smetterla. Devono capire che non può rimetterci un intero popolo per gruppi di delinquenti».

Marius Penescu urla «basta. Non ne possiamo più di essere considerati come loro». Rinnova le scuse e il pensiero ai bambini e alle loro mamme. «Non so più cosa dire. Sono disperato come molti miei connazionali integrati e amici della Valle d'Aosta», saluta con il nodo in gola.

Critiche feroci alla «permissività della legge italiana» le scandisce Dan Sturzu, infermiere professionale all'ospedale Umberto Parini e padre di due bambini in tenera età. «L'Italia sta importando soprattutto delinquenti. Qui è il loro El Dorado. Spero che le mie parole facciano riflettere i politici», affonda. Si sofferma sulla discrepanza delle pene: «Per una multa si può anche finire in carcere. Chi ruba è libero. Incredibile. Quei delinquenti mettono in cattiva luce i romeni onesti. Prendete seri provvedimenti», sollecita Dan Sturzu.

Sandra Lucchini

Fonte: AostaOggi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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