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Realitatea.NET şi Interra te trimit la meciul de fotbal Austria - România, care se va disputa pe stadionul "Worthersee", din Klagenfurt, pe 1 aprilie.
Povesteşte-ne până marţi, 24 martie, cea mai tare experienţă pe care ai trăit-o cu ocazia unui meci al tricolorilor, în faţa televizorului sau pe stadion, şi poţi câştiga una dintre cele două excursii în Austria care includ şi bilete la meci.
Cele mai interesante povestiri vor fi premiate cu câte două pachete standard oferite de Interra.
Pachetul conţine: trasport cu autocar de 4 stele, două nopţi cazare cu mic dejun la hotel de 3 stele în Budapesta, o noapte cazare cu mic dejun în Viena, într-un hotel de 4 stele, o noapte cazare cu mic dejun la un hotel de 4 stele din Klagenfurt, bilet de intrare la meci în peluza rezervată suporterilor români, transferuri hotel-stadion-hotel, tur de oraş la Viena, cu ghid local, program de shopping la Viena, asistenţă turistică.
Sursa: Realitatea.net
giovedì 19 marzo 2009
Concurs: Arată-ne că susţii echipa naţională şi te trimitem în Austria!
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I romeni, quelli del Festival di Cortometraggi
Il cinema per il mantenimento e il rafforzamento delle relazioni culturali tra la Romania e l’Italia
di Sabina Cuccaro - 17/03/2009
I romeni non ci stanno proprio a passare per un popolo di criminali in seguito ai numerosi fatti di cronaca accaduti nella capitale. Ed ecco che tirano fuori il loro bagaglio culturale. Dopo la nascita del Centro socio-commerciale fornito di libreria, scuola per bambini e adibito a salone per i dibattititi socio-culturali, a Roma si è tenuta la prima edizione del Festival di Cortometraggi romeni ”Corto/6”, presso l'Accademia di Romania.
L’evento è stato realizzato dall’Associazione socio-culturale ”Vocea Romanilor” (voce romena) ed il suo presidente, Iulian Manta, spiega così lo scopo del progetto: «Il festival si propone di contribuire al mantenimento e allo sviluppo di numerose iniziative per rafforzare le relazioni culturali tra la Romania e l’Italia, e di dimostrare che il nostro Paese ha un potenziale artistico che possiamo vantare in tutto il mondo. Il nostro scopo è di trasformare questa manifestazione in una tradizione culturale sostenendo il potenziale della cinematografia romena contemporanea».
Il Festival "Corto / 6" è nato in Romania, a Cluj-Napoca, nel 2006, e nel giro di due anni è diventato uno dei più amati e popolari cortometraggi. L’obiettivo, adesso, è esportarlo nel nostro Paese: «É uno spettacolo rivolto al pubblico romano, i film hanno sottotitoli in italiano», precisa Iulian Manta. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo anche da Ramona Badescu, consulente del sindaco Gianni Alemanno per i rapporti con la comunità romena: «Finalmente sono felice, vedo uno spiraglio di luce per questo popolo.
La cultura è un segno di grande responsabilità e mi auguro che queste iniziative servano a far conoscere le qualità di questa nazione. Senza contare – ha aggiunto la bella show girl – che in una società non si può giudicare un popolo solo per i fatti di cronaca; a mio avviso è estremamente riduttivo». I film made in Romania presentati al festival sono stati cinque ed hanno tutti avuto riconoscimenti e/o premi ai festival internazionali.
Ad aprire la serata è stato il cortometraggio "Rating", del regista Sorin Misireantu, un ”Fellini” romeno. A seguire altre quattro produzioni nazionali: "La valvola" (regia di Radu Jude, 2007) che ha vinto il primo premio nella 28esima edizione del Festival di Cinema Mediterraneo di Montpellier, dove sono presentati oltre 250 film provenienti dai Paesi del Mediterraneo. Subito dopo è stata la volta di "A casa" (regia di Paul Negoescu, 2007) nominato negli ''Awards”, categoria ''Best cortometraggi”. Infine "Onde" (regia Adrian Sitaru, 2007) e ”Feedback” ( regia Sorin Misiriantu, 2006).
Fonte: Libero
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Bari - Tre giorni di incontri sul tema dell’integrazione
17/03/09
Bari - Paula Mitrache: tre giorni di incontri con personalità internazionali sul tema dell’integrazione
La cantante e attrice rumena Paula Mitrache (in arte Haiducii), consigliere del sindaco e presidente della Associazione ‘Dacia Nicolaiana’ ha incontrato dal 12 al 14 marzo diverse personalità internazionali che hanno manifestato vivo interesse nei confronti della attività della Associazione in materia di integrazione degli immigrati.
Lo scorso 12 marzo presso la sede della Associazione in Via Pizzoli 55, a Bari, l’artista rumena ha ricevuto in mattinata alcune decine di professori provenienti da Licei di Romania, Portogallo, Turchia (insieme anche ad alcuni loro colleghi italiani), i quali si sono dichiarati desiderosi di far conoscere anche all’estero l’Associazione barese e le sue attività tese a promuovere il processo di integrazione degli immigrati. A rendere possibile questo incontro è stata Mariana Rosu, rappresentante per la Romania della Consulta per gli Immigrati nonchè membro della Associazione ‘Dacia Nicolaiana’.
Nel pomeriggio del 12 marzo Paula Mitrache ha inoltre incontrato l’ambasciatore di Romania, il dott. Razvan Rusu, che da Roma ha raggiunto Bari per complimentarsi con l’Associazione per la sua costante attenzione verso le problematiche connesse alla immigrazione. Con lui erano presenti all’incontro anche diversi rappresentanti della comunità rumena cittadina ed il rappresentante a Bari della CGIL per le questioni relative agli immigrati. “Sono veramente felice per gli apprezzamenti rivolti da tutti alla nostra attività – ha dichiarato Paula Mitrache - e in particolare il mio ringraziamento va all’Ambasciatore Rusu per aver voluto visitare quello che a Bari è ormai da 4 anni l’unico luogo in cui si svolgono le operazioni elettorali riguardanti la Romania”.
La mattina del 13 marzo, Paula Mitrache ha invece partecipato ad un incontro in Comune con il sindaco Michele Emiliano, l’Ambasciatore di Romania Razvan Rusu e Sandro Calvani direttore dell’UNICRI (The United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute), ufficio delle Nazioni Unite che assiste le organizzazioni governative e non-governative nella formulazione e attuazione delle politiche di miglioramento nel campo della prevenzione della criminalità e della giustizia penale e che a Bari ha presentato il primo studio sull’esperienza di un Comune in tema di prevenzione dei reati. P
aula Mitrache ha definito l’incontro come molto proficuo sotto il profilo di una collaborazione tra istituzioni che hanno come fine comune quello della sicurezza e della prevenzione, nonché una occasione che le ha permesso con orgoglio di ringraziare il sindaco di Bari per il concreto sostegno prestato all’espletamento delle operazioni elettorali che hanno impegnato in varie occasioni la locale comunità rumena. Nel pomeriggio Paula Mitrache si trasferita a Roma dove, presso l’Accademia di Romania, è intervenuta ad un forum sul tema della sicurezza, durante il quale ha incontrato il senatore per la Diaspora Viorel Badea, per poi incontrare in serata rappresentanti delle comunità rumene provenienti da varie parti d’Italia e d’Europa.
Il ciclo di incontri si è chiuso la mattina del 14 marzo a Roma, con la partecipazione di Paula Mitrache ad un meeting con gli aderenti alla FARI (Federazione delle Associazioni dei Romeni In italia) istituzione il cui scopo è quello di essere un organismo unitario che rappresenti l’Associazionismo Romeno in Italia ma anche che unisca le Associazioni presenti sul territorio italiano in un’unica voce che possa essere un partner di dialogo credibile nei rapporti con le Istituzioni Italiane e Romene ed i media. “Ho trovato un bel clima di cooperazione, di pace e di solidarietà tra tutti coloro che attraverso le Associazioni agiscono per la tutela dei nostri connazionali in Italia – ha dichiarato Paula Mitrache - Ciò mi ha rallegrato perché le associazioni rappresentano la principale istituzione che si occupa di dare concreta operatività sul territorio a questo scopo di tutela e supporto ed è giusto che regni l’armonia per una maggiore efficacia dell’azione comune.”
Fonte: PugliaLive
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Ravenna: la Giunta da l’ok all’impianto biodiesel
17 marzo 2009
RAVENNA - La Giunta di Ravenna ha approvato il progetto unitario per la realizzazione di un impianto di produzione di biodiesel e riassetto del parco serbatoi ex Enel di via Baiona, ora di proprietà Pir. A dare l'annuncio il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci. "Il progetto, presentato da La Petrolifera Italo Rumena Spa e Novaol Srl - ha spiegato il primo cittadino - è stato sottoposto ad una rigorosissima valutazione di impatto ambientale e gli imprenditori hanno garantito alla nostra comunità significative misure di compensazione".
"Come si vede - sottolinea Matteucci - la mia Amministrazione non si fa guidare né di comitati del no, né dalle cordate dei sì a prescindere. Noi valutiamo in modo rigoroso tutte le proposte presentate. Poi assumiamo le nostre decisioni nell'interesse della città".
Fonte: RomagnaOggi.
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Morti bianche/ Ravenna, 27enne romeno muore in cantiere edile
A Madonna Dell'Albero crolla muro di terra di uno scavo
Roma, 17 mar. (Apcom) - Infortunio mortale sul lavoro questo pomeriggio a Madonna dell'Albero, frazione alle porte di Ravenna. Un operaio edile, 27 anni, di nazionalità romena residente a Marina di Ravenna, regolarmente assunto, è morto dopo essere rimasto schiacciato da un ingente quantitativo di terra, a seguito del crollo di una parete all'interno di uno scavo di un cantiere, aperto per la costruzione di alcuni garage. Immediato l'intervento dei soccorritori e della polizia della questura ravennate. L'uomo è stato trasportato in elisoccorso del 118 ma è morto durante il tragitto verso l'ospedale. Sono in corso accertamenti per stabilire le cause del crollo. Il cantiere, come riferiscono dalla questura di Ravenna, è stato posto sotto sequestro.
Fonte: Virgilio Notizie. Il 27enne è rimasto schiacciato nella fossa dove stava lavorando che ha ceduto. Il giovane è morto durante il trasporto all'ospedale
Ravenna, operaio muore in cantiere edile
Il sindaco Fabrizio Matteucci: ''Esprimo a nome di tutta la comunità ravennate il più profondo e sincero cordoglio per la morte di questo lavoratore''
Ravenna, 17 mar. - (Adnkronos) - Incidente mortale oggi alle porte di Ravenna all'interno di un cantiere edile di via Cella a Madonna del Santo. Un giovane operaio di 27 anni, di origine rumena, e' rimasto schiacciato dalla fossa dove stava lavorando che ha ceduto per poi morire a durante il trasporto all'ospedale. ''Profondo cordoglio'' e' stato espresso dal sindaco Fabrizio Matteucci informato dal prefetto Floriana De Sanctis. ''Esprimo a nome di tutta la comunita' ravennate il piu' profondo e sincero cordoglio per la morte di questo giovane operaio. Appena quattro giorni fa - ricorda Matteucci - abbiamo commemorato il ventiduesimo anniversario della tragedia avvenuta ai cantieri della Mecnavi in cui persero la vita 13 lavoratori''.
''In quella sede - sottolinea il sindaco - abbiamo ribadito che sulla sicurezza sul lavoro non bisogna mai abbassare la guardia, perche' quello che si fa su questo versante non e' mai abbastanza. Tutti, istituzioni, sindacati, associazioni di categoria, dobbiamo lavorare per fare crescere e radicare la cultura della sicurezza. Le imprese devono investire di piu' in sicurezza e si deve esigere il rispetto delle regole. Sulla dinamica e sulle cause di questo incidente indaghera' la magistratura. Penso pero' che sia ora di dire basta a una logica e a una cultura che ha distrutto il valore del lavoro operaio. Gli operai vanno pagati adeguatamente per il lavoro che svolgono. La sicurezza nei luoghi di lavoro - cpnclude - deve essere una variabile indipendente dal tema dei costi e dei profitti''.
Fonte: Adnkronos IGN.
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Solidarietà della Chiesa alla comunità romena di Piacenza
Solidarietà della Chiesa di Piacenza-Bobbio alla Comunità ortodossa romena di Piacenza
I romeni, che a Piacenza si riconoscono nella parrocchia ortodossa di San Daniele Solitario, hanno espresso recentemente il disagio, che stanno vivendo in questo particolare momento, con una lettera del parroco J. Ursachi agli esponenti della comunità piacentina. Tra gli altri si sono rivolti anche al vescovo mons. Ambrosio e alla Chiesa di Piacenza-Bobbio.
“Noi, romeni ortodossi della parrocchia San Daniele Solitario di Piacenza, - scrive tra l’altro il parroco Ursachi - in questi momenti difficili che stiamo attraversando, anche se non ci riteniamo santi, testimoniamo pubblicamente di sentirci molto rattristati ed indignati constatando che il nostro nome di cristiani e di romeni è macchiato e calpestato per colpa di alcuni nostri connazionali e chiediamo a tutti coloro che ben conoscono la nostra fede, umanità e laboriosità, di unirsi a noi per promuovere la vera immagine che ci caratterizza e ci rappresenta”.
Il parroco Ursachi invoca il perdono per questi suoi connazionali, ringrazia il Vescovo, il clero ed i cattolici piacentini per “il supporto fraterno dimostrato finora”, ringrazia le autorità civili ed esprime “la sua solidarietà con i fratelli e le sorelle che in silenzio soffrono...”.
“Preghiamo Dio di rafforzarli e incoraggiarli... Esprimiamo – conclude il parroco romeno - la nostra speranza di ritrovare prossimamente l’armonia che ha sempre caratterizzato le relazioni tra i nostri popoli...”
A nome della Chiesa di Piacenza-Bobbio ha risposto, con una lettera, il vicario generale mons. Lino Ferrari. “Desidero esprimere, a nome della Diocesi, solidarietà e stima alla Comunità Romena, che vive a Piacenza.
“Gravi fatti di cronaca, che hanno coinvolto cittadini immigrati dalla Romania, non devono alimentare- scrive mons. Ferrari – atteggiamenti ostili verso un intero popolo. Mentre assicuro l’impegno della nostra Chiesa per favorire il dialogo e l’inserimento dei cittadini romeni, mi unisco alla Comunità Ortodossa nel chiedere al Signore l’aiuto per far crescere la fraternità e la reciproca collaborazione”.
Fin qui la lettera di mons. Lino Ferrari; ricordiamo che a Piacenza vi sono ben tre comunità ortodosse che, per i loro riti, utilizzano chiese messe a disposizione, direttamente o indirettamente, dalla Diocesi: sono appunto gli ortodossi romeni che si incontrano nella chiesa delle Gianelline in via Scalabrini 25; gli ortodossi mecedoni nella chiesa di San Fermo di via Cittadella e gli ortodossi legati al Patriarcato di Mosca nella chiesa di San Raimondo in Corso Vittorio Emanuele (delle Monache benedettine).
Fonte: Piacenza Sera.
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Ziarele de acasa
Alba - Alba Iulia
Arad - Arad
Argeş - Piteşti
Bacău - Bacău
Bihor - Oradea
Bistriţa-Năsăud - Bistriţa
Botoşani - Botoşani
Braşov - Braşov
Brăila - Brăila
Buzău - Buzău
Caraş-Severin - Reşiţa
Călăraşi - Călăraşi
Cluj - Cluj Napoca
Constanţa - Constanţa
Covasna - Sfântu Gheorghe
Dâmboviţa – Târgovişte
Dolj – Craiova
Galaţi - Galaţi
Giurgiu - Giurgiu
Gorj - Târgu Jiu
Harghita - Miercurea Ciuc
Hunedoara - Deva
Ialomiţa - Slobozia
Iaşi - Iaşi
Ilfov - Buftea
Maramureş - Baia Mare
Mehedinţi - Drobeta Turnu Severin
Mureş - Târgu Mureş
Neamţ - Piatra Neamţ
Olt - Slatina
Prahova - Ploieşti
Satu Mare - Satu Mare
Sălaj - Zalău
Sibiu - Sibiu
Suceava - Suceava
Teleorman - Alexandria
Timiş – Timişoara
Tulcea - Tulcea
Vaslui - Vaslui
Vâlcea - Râmnicu Vâlcea
Vrancea - Focşani
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martedì 17 marzo 2009
Appello al Ministro della Giustizia Alfano: basta con la giustizia razziale
Partito dei romeni in Italia - Identità Romena
Sede legale: ROMA- Via Appio Claudio 289 Tel/ Fax: (+39) 06 71546412
Sede operativa: ROMA- Via delle Rupicole 103 Tel/ Fax: (+39) 06 2328 8342
www.identitatearomaneasca.it info@identitatearomaneasca.it
Roma, 17 marzo 2009
Appello al Ministro della Giustizia Alfano: basta con la giustizia razziale
Il Partito dei Romeni d'Italia - Identità Romena, preso atto dei risultati negativi del DNA eseguiti nell'ambito dell'inchiesta romana sullo stupro della Caffarella su diversi cittadini romeni, dell'esame del DNA sempre negativo, eseguito in appello nel processo per l'omicidio Frontelli nel quale in primo grado Daniel Florin Bejan, sempre cittadino romeno, è stato condannato a 30 anni di reclusione, che seguono il recente caso dei due fratelli romeni a Torino scagionati da gravi accuse sempre dall'esame del DNA dopo mesi di ingiusta detenzione ed al caso della cittadina romena minorenne condannata a Napoli a 3 anni ed 8 mesi che ha in un processo nel quale non ha avuto diritto neanche all'interprete e che ha suscitato lo sdegno di Associazioni umanitarie e del Consolato Americano, rivolge un appello formale al Ministro della Giustizia Alfano affinché sia operata la necessaria vigilanza degli organi dello Stato contro un evidente accanimento investigativo e giudiziario che si sta evidenziando nei confronti dei cittadini romeni che una volta indagati non godono appieno dei diritti processuali e costituzionali riconosciuti ad ogni cittadino.
Secondo il Segretario Nazionale del Partito Mihai Muntean: "la presunzione di innocenza è stata rovesciata per i cittadini romeni in una presunzione di pre-colpevolezza secondo la quale prima si arresta un romeno e poi si verificano le prove, i casi degli ultimi giorni dimostrando chiaramente che questa tendenza è ormai molto diffusa, chiediamo al Ministro della giustizia un pronto intervento per impedire casi di xenofobia ed accanimento giudiziario nei confronti dei cittadini romeni ed invochiamo il rispetto dell'Art.3 della Costituzione italiana che mette tutti i cittadini sullo stesso piano sia sociale che giuridico.”
Basta con la caccia al comodo imputato romeno da dare in pasto all'opinione pubblica quando non si sa che pesci prendere.
Partito Identità Romena
Il Segretariato Nazionale
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PuntoItalians Corriere.it giov 19 marzo h 15
Giovedì 19 marzo, ore 15, diretta-video su Corriere.it:
"Un milione di romeni: invasione o occasione?". Cornel Toma, corrispondente in Italia del quotidiano "Adevarul" di Bucarest, risponde alle domande dei lettori, in Italia e in Romania.
Beppe Severgnini
www.corriere.it/italians
www.beppesevergnini.com
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Patrie e lavoro
17/3/2009
di GIOVANNA ZINCONE
Lavoro prima agli italiani» è una ricetta politicamente appetitosa. La crisi economica in corso sta producendo disoccupazione e la situazione è destinata a peggiorare, anche se non si arrivasse a sfondare il 10%, come prevede la Cgil. Si capisce quindi che i lavoratori italiani chiedano protezioni e tutele. Finora l’immagine dell’immigrato «ruba lavoro» aveva attecchito poco dalle nostre parti. I sondaggi effettuati in anni passati rivelavano la presenza di questo timore soprattutto in Germania a partire dagli Anni 90 e, di recente, in Gran Bretagna.
Da noi l’immigrazione finora aveva generato soprattutto paure legate a flussi fuori controllo: troppo rapidi e consistenti, pieni di irregolari e con una componente criminale vistosa.
Si tratta di preoccupazioni non prive di riscontri nella realtà, anche se amplificate dalla tradizionale diffidenza che gli umani provano nei confronti degli stranieri non danarosi. A questi incubi, già sufficientemente lievitati, se ne sta sommando un altro: quello di un’occupazione scarseggiante sottratta agli italiani da mani straniere. In un punteggio che va da 1 a 10, questa paura ha già superato la media del 5, mentre in passato il timore di essere spiazzati dagli stranieri riguardava solo un terzo circa degli intervistati. La ricetta che il leader leghista propone vuole sfamare una paura in crescita. Ma non è priva di controindicazioni. La nostra appartenenza alla Ue implica l’impossibilità di discriminare comunitari, quindi i romeni che sono la prima comunità immigrata in Italia. In secondo luogo, il meccanismo discriminatorio costituirebbe una lungaggine burocratica in più, dunque un passo indietro rispetto alla maggiore libertà e allo snellimento nelle pratiche di assunzione messi in atto con l’abolizione delle liste di collocamento. E in una congiuntura che richiede di non incentivare chiusure di attività in Italia e delocalizzazioni all’estero, rimettere fardelli burocratici e divieti nella gestione della forza lavoro sul territorio nazionale non giova. Aggiungo che forse neppure funzionerebbe. In Italia c’è già l’obbligo di verificare che non ci siano italiani o comunitari disponibili al momento di rilasciare permessi di lavoro a immigrati non comunitari. Quindi, in teoria, a nuovi immigrati da fuori. In pratica, tutti sappiamo che il grosso dei «nuovi» immigrati è costituito da individui che hanno già un datore di lavoro, di solito poco propenso a cercarsi un altro dipendente. Perciò la verifica di mancanza di alternative nazionali o comunitarie allo straniero riguarda già una parte di lavoratori stranieri, quelli teoricamente inseriti nei decreti flussi. E, in questo caso sperimentato, la precedenza si è risolta quasi sempre in un atto formale: i Centri per l’Impiego appendono in bacheca l’avviso di richiesta, lo mettono sul sito e spesso non si presentano candidati italiani. E poi, come in tutti i Paesi del mondo, anche nel nostro una gran parte delle assunzioni non avviene attraverso i Centri dell’Impiego, ma segue la via del passa parola, via sulla quale il semaforo rosso agli immigrati non si colloca agilmente.
Infine, si tratterebbe d’imporre per legge quello che i datori di lavoro italiani già fanno in pratica. L’Ilo, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha commissionato ricerche empiriche sulla discriminazione in vari Paesi europei. Il metodo adottato consiste nel far rispondere ad annunci di lavoro squadre di candidati assolutamente identici sotto tutti i punti di vista, a parte l’appartenenza: una squadra è costituita da cittadini di etnia nazionale, l’altra è fatta da membri di minoranze immigrate. E si vede, ad esempio, che già al momento della prima telefonata il posto per il nazionale c’è ancora, mentre all’altro candidato si comunica che è stato assegnato. Oppure, al nazionale si danno opportunità di prova che all’altro non vengono offerte. Il metodo ha ovvi limiti: pochi casi, solo annunci, lavori di un certo tipo. Il risultato è comunque che in tutti i Paesi osservati si discrimina, e in Italia più che altrove. Insomma, a parità di merito, sembra che il datore di lavoro italiano tenda già a privilegiare il connazionale senza che la legge glielo imponga.
Eppure i dati, almeno fino allo scoppio della crisi, rivelavano un incremento relativamente più forte delle assunzioni degli immigrati. I tassi di attività e di occupazione erano più alti tra gli immigrati, ma lo era anche il tasso di disoccupazione. Prima della crisi la manodopera immigrata funzionava, quindi, come un polmone che aspira ed espira lavoro più intensamente e velocemente. È ipotizzabile che la crisi porti a più rapide e forti «espirazioni». Già nel secondo trimestre del 2008 il tasso disoccupazione generale è aumentato dell’1% rispetto al trimestre dell’anno precedete, quello degli immigrati dell’1,2%. Ma un dato più recente seppure parziale, quello dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, segnala una situazione drammatica: a gennaio 2009 il 24% della disoccupazione nel Veneto era costituito da stranieri, con un picco del 32% a Treviso. Le piccole aziende, dove si concentra il lavoro immigrato, sono poco tutelate dagli ammortizzatori sociali, e il rischio di perdere, con il lavoro, il permesso di soggiorno e quindi di diventare irregolare è alto.
Gli imprenditori sono preoccupati. È vero che molti lavoratori stranieri stanno rientrando nel Paese d’origine, ma cosa accadrebbe se a quelli che rimangono, disoccupati e con scarse tutele, fosse davvero sbarrata anche la via verso una nuova occupazione? Le tensioni sociali che può comportare una massa di stranieri emarginati sono notoriamente gravi. Anche in questi giorni le rivoltose banlieues francesi ce lo ricordano. Imporre agli imprenditori (e alle famiglie) l’obbligo di assumere un italiano meno capace e diligente a scapito dell’immigrato meritevole che si sarebbero liberamente scelti non funziona. Certo non è una via burocraticamente facile ed economicamente fruttuosa. È un colpo alla coesione sociale e non so neppure se sia eticamente accettabile. La condizione di cittadino comporta per definizione dei privilegi; però l’essere nato sotto un altro cielo è un caso, non una colpa.
Fonte: La Stampa.
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Catalina Sava
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