La comunità romena si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza dal paese natale.
Informazioni utili per i romeni che vivono in Italia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e divenire cittadini attivi.

Comunitatea Românească în Italia

Locul unde comunitatea românească se regăsește zilnic în știri, noutăți, mărturii, informații și sfaturi, pentru a nu uita rădăcinile și a trăi mai bine departe de țara natală. Informații utile pentru românii care trăiesc în Italia, despre oportunitățile pe care le oferă realitatea din jur și pentru a deveni cetățeni activi.

Bun găsit pe site! Benvenuto!

Comentează articolele publicate! Commenta gli articoli pubblicati!

domenica 11 agosto 2013

Incidente stradale nel piacentino, morto 25enne

Un morto e quattro feriti sulla via Emilia Pavese 
Nel violento scontro coinvolte tre auto

Piacenza- Ha perso la vita un venticinquenne e altri quattro sono rimasti feriti nell'incidente stradale, che ha coinvolto tre auto, avvenuto questa notte in provincia di Piacenza. La vittima, Darius Vasile, sarebbe un giovane romeno che viaggiava su una Fiat Punto in direzione San Nicolò quando è stato tamponato da una Fiat 500.

L'auto del romeno sarebbe stata così spinta nella carreggiata opposta, scontrandosi quasi frontalmente con un'altra vettura che viaggiava verso Piacenza. Il giovane è sbalzato fuori dall'auto finendo sull'asfalto a una decina di metri di distanza. Trasportato all'ospedale più vicino, ha lottato per un'ora tra la vita e la morte ma non ce l'ha fatta.

L'incidente è avvenuto intorno all'1.30 di questa notte lungo la via Emilia Pavese nei pressi del ponte sul Trebbia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e i sanitari del 118.

Sofia Mori
25/7/2013

Fonte: La Voce

Muore in incidente stradale un rumeno residente ad Alba

LANGHE | 19/7/2013

Ioan Pricina vittima di uno scontro fra auto questa mattina sulla strada fra Bra e Cherasco

Si è verificato un incidente stradale mortale questa mattina intorno alle 7 sulla strada provinciale 661 che collega Bra e Cherasco.

A perdere la vita è stato il rumeno Ioan Pricina, 48 anni, residente ad Alba e autista della ditta "Bra Servizi". Era alla guida di una Panda, quando si è scontrato con una Golf, probabilmente un impatto frontale. Purtroppo i soccorsi dei sanitari sono stati vani, il conducente della Panda è morto poco dopo l'impatto.

L'altro automobilista coinvolto è stato ricoverato in condizioni gravi all'ospedale Santo Spirito di Bra. Su posto sono giunti i carabinieri di Bra che hanno compiuto i rilievi tecnici e stanno indagando sulla dinamica precisa e sulle cause dello scontro mortale.

Fonte: Langhe Monferrato

Calabria: Ragazza cade da quarto piano e muore, ipotesi incidente

Giovedì 25 Luglio 2013

Cosenza - Una ragazza di 25 anni, Valentina Cioca, di nazionalità romena, è morta la notte scorsa a Cassano allo Ionio dopo essere caduta dal balcone dell'appartamento in cui viveva con alcuni connazionali, posto al quarto piano. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Cassano ed i medici del 118 che, però, non hanno potuto fare niente per la giovane, che lavorava come bracciante agricola. Al momento l'ipotesi degli investigatori è che si sia trattato di un incidente. Le indagini, comunque, proseguono ed il sostituto procuratore della Repubblica di Castrovillari, Maria Grazia Anastasia, ha disposto l'autopsia.

Fonte: Il Lametino

Romania, treno travolge un'auto. Muoiono padre, madre e figlia moldavi, vivevano a Vicenza

I corpi dei due genitori e, sullo sfondo, quello che resta
della vettura distrutta dal tremendo impatto con il treno
TRAGEDIA AD UN PASSAGGIO A LIVELLO. La famiglia, residente a Vicenza, stava tornando a casa per le vacanze. La ragazza aveva 15 anni

31/07/2013

VICENZA. ORE 14.50. STAVANO TORNANDO A CASA DALLE VACANZE. Si chiamano Vasile Lisenco, la moglie Svetlana Batca e la figlia 15enne Daniela le tre vittime del tremendo incidente avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 luglio ad un passaggio a livello alle porte della città di Vaslui da Bacau. L'auto che alla fine è stato accertato essere una Nissan Qashqai, è stata travolta e distrutta dal treno interregionale Iasi-Bucuresti Nord.

ORE 12.10. NON SI E' FERMATO AL ROSSO. "Il conducente della Volvo con targa italiana, non ha rispettato nè il segnale rosso nè quello acustico del passaggio a livello ed è stato investito dal treno in transito - lo ha confermato il portavoce della polizia della contea di Vaslui, Mihaela Straub al quotidiano Ziare.com - Il treno coinvolto nell'incidente non si è fermato sul posto, ma nella stazione di Vaslui, dove ha stazionato a poche decine di minuti, poi ha continuato il suo percorso".

ORE 11.10. FORSE UN COLPO DI SONNO. E' successo l'altra notte, e non questa notte, il terribile incidente che in un lampo ha distrutto una famiglia moldava da anni residente in città. Dalle prime ricostruzioni potrebbe essere stato un colpo di sonno la causa dello schianto, l'uomo non avrebbe visto il segnale luminoso e non avrebbe sentito quello acustico.

ORE 8.30. Tragedia nella notte per una famiglia di Moldavi da anni residenti a Vicenza che stava rientrando in patria per le vecanze estive. Mamma, papà e la figlia di 15 anni, a bordo di una Nissan Qashqai sono stati travolti da un treno a un passaggio a livello alle porte di una cittadina rumena. L’impatto è stato di una violenza tremenda, l’uomo e la donna sono morti sul colpo mentre la ragazzina di 15 anni è stata trasportata in coma al più vicino ospedale dove è morta circa un’ora fa.
Da una prima ricostruzione pare che l’uomo alla guida della Nissan non si sia accorto dei segnali visivi e acustici del casello e abbia attraversato le rotaie proprio mentre sopraggiungeva un interregionale ad alta velocità. L’auto è andata completamente distrutta.

Alberto Tonello

Fonte: Il Giornale di Vicenza

Sassari, detenuto muore d’infarto nel carcere appena aperto

Viorel Nericu, 30 anni, si è sentito male alle sei del mattino di ieri ed è morto subito. Oggi l’autopsia voluta dalla Procura. Sindacati polemici. Il carcere di bancali è stato aperto da appena un mese

di Gianni Bazzoni

SASSARI. C’è il primo morto nel moderno carcere di Bancali, inaugurato solo qualche settimana fa. Ieri all’alba un detenuto romeno di 30 anni, Viorel Neicu, è stato stroncato da un infarto fulminante. Inutili i soccorsi che sono scattati immediatamente, appena il compagno di cella ha dato l’allarme. La procura della Repubblica di Sassari ha aperto una inchiesta e il magistrato di turno ha disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso del detenuto. Il corpo di Viorel Neicu è stato trasferito all’istituto di Patologia Forense dove il medico legale oggi eseguirà la perizia necroscopica.

L’episodio si è verificato alle 6 del mattino. Il giovane romeno - che divideva la cella con un connazionale - ha accusato un forte dolore al torace e il compagno, che ha intuito la situazione di difficoltà, ha chiesto aiuto all’agente della polizia penitenziaria di guardia. Il detenuto è stato soccorso: medico e infermiere presenti nell’istituto penitenziario hanno attivato le procedure per la rianimazione, ma non è stato possibile salvare la vita al giovane romeno.

Il direttore del carcere Patrizia Incollu ha confermato l’episodio e ha anche sottolineato che Viorel Neicu non soffriva di alcuna patologia e non era sottoposto ad alcuna terapia. «Si è trattato di un malore improvviso e imprevedibile – ha detto – e dagli effetti devastanti. I soccorsi sono stati rapidissimi, purtroppo non c’è stato niente da fare. Caldo nelle celle? Più o meno come nelle case in questi giorni».

Sull’episodio ha preso posizione Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”: «Dieci giorni fa – ha affermato – per la seconda volta in due settimane, un detenuto romeno aveva tentato di togliersi la vita ed era stato salvato dagli agenti della polizia penitenziaria. Ora un infarto ha stroncato l’esistenza di un altro romeno. Tutto ciò appare sconcertante, considerato che quello di Bancali è un istituto all’avanguardia, appena inaugurato». E Maria Grazia Caligaris pone un interrogativo: «C’è da chiedersi se in caso di un evento imprevedibile esistano le condizioni oggettive per impedire che abbia un finale tragico. La vicinanza degli istituti di pena ai nosocomi, oltre a un efficiente centro clinico, deve essere considerata circostanza imprescindibile per i detenuti e per tutti coloro che lavorano nella struttura».

Triste il ricordo di Cecilia Sechi, il Garante dei detenuti che aveva incontrato Viorel Neicu due giorni fa: «Lavorava – ha detto – stava benissimo, nessun problema. Era sicuro di poter dimostrare la sua innocenza e contava molto sull’appello, che attendeva con ansia. Mi dispiace molto».

Il segretario generale aggiunto del sindacato della polizia penitenziaria Osapp, Domenico Nicotra, ha sottolineato: «E’ evidente come sempre più spesso le criticità di un sistema penitenziario al collasso generano più eventi critici. E per questo è necessario che vengano adottati immediati provvedimenti di natura legislativa».

Il giovane romeno era in carcere dal mese di ottobre del 2012, era stato arrestato dai carabinieri a Sassari (dove gestiva un circolo privato) con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, lesioni aggravate ed estorsione.

03 agosto 2013

Fonte: La Nuova Sardegna

La prostituzione è fonte di reddito, la Cassazione dice sì alla tassazione

Fisco e Tasse
di Vittoria Patanè - 25 Jul 2013

L’ordinanza n. 18030 del 24 luglio 2013 qualifica la prostituzione come un’attività portatrice di reddito ed in quanto tale soggetta a contribuzione da parte dello Stato.

Dopo la sentenza della Commissione tributaria della regione Liguria quindi, anche gli Ermellini fanno un ulteriore passo su una questione dibattuta da anni che sembra però lontana da trovare una soluzione.

La sentenza ligure

L’Agenzia delle Entrate ha posto sotto i riflettori i conti correnti di un’abbiente donna rumena. La signora, con un tenore di vita ben più altro di quanto potesse ufficialmente permettersi, possedeva ingenti somme depositate in banca che, dopo un attento controllo, risultavano sproporzionate rispetto a quanto dichiarato al Fisco.

Con la sentenza 44/1/2013 la Commissione tributaria della regione Liguria ha stabilito che qualsiasi attività che rappresenti una fonte di guadagno per il soggetto, debba essere sottoposta a regime di contribuzione, sia essa occasionale o, come nel caso in esame, illegale. I guadagni della signora provengono infatti dal suo ufficio di prostituta che, a detta dell’ADE, si è dimostrato alquanto remunerativo.

Attraverso questa pronuncia quindi, i Giudici liguri hanno ritenuto che anche gli incassi provenienti dal meretricio debbano essere sottoposti a tassazione come redditi diversi.

La Cassazione

Sulla questione, nella giornata di ieri, ha deciso di esprimersi anche la Cassazione. Attraverso l’ordinanza n.18030 infatti, gli Ermellini hanno dato al Fisco il via libera: la prostituzione, in quanto fonte di reddito, deve essere soggetta a tassazione. Il mestiere più antico del mondo, in quanto portatore di guadagni, deve essere considerato a tutti gli effetti reddito da cui si deduce una capacità contributiva da ritenere, a tutti gli effetti, legale.

Gli accertamenti Irpef cui la donna rumena è stata sottoposta dall’Agenzia delle entrate sono quindi da ritenersi legittimi, poiché a livello comunitario, l’attività di meretricio si qualifica come una prestazione di servizi retribuita.

Ecco quanto si legge all’interno dell’ordinanza:

“Il reddito derivante dall’esercizio della prostituzione in base al generale principio della tassabilità dei redditi per il fatto stesso della loro sussistenza, è soggetto ad imposizione diretta”.

Con una decisione che farà sicuramente discutere, la Cassazione decide per la prima volta di “tassare la prostituzione”. Sarà un primo passo che porterà verso una vera e propria regolamentazione anche per il nostro Paese?

Le possibilità sono poche, ma un precedente, è anche importante, è stato creato.

Fonte: ForexInfo

Calcio del sindaco di Sanremo a un clochard, il 36enne rumeno racconta la sua versione

Nella serata di sabato

Sanremo - "Quell’uomo è venuto qui e mi ha detto di andare via. A questo ha dato un calcio" dice Alexi prendendo in mano il cestino per le elemosine

Maurizio Zoccarato

Alexi, 36enne clochard rumeno, fornisce la sua versione su quanto accaduto sabato sera con Maurizio Zoccarato. Il sindaco, dopo aver detto all’uomo, a muso duro, di andarsene, avrebbe spinto il cestino lontano dal clochard con un piede. "Quell’uomo è venuto qui e mi ha detto di andare via. A questo ha dato un calcio" dice Alexi al "Secolo XIX" prendendo in mano il cestino per le elemosine. Leandro Faraldi ribadisce la sua versione. "Gli ha dato un calcio, non forte, ma glielo ha dato. Il gesto del sindaco è stato gratuito, visto che il clochard se ne stava andando".

di Ma. Gu. (da Il Secolo XIX)
24/07/2013

Fonte: Riviera24

Un matrimonio da film per gli affari del clan

Da Modena alla Transilvania, ricostruito l’intreccio fra Casalesi e mala rumena Amanti, casinò e un affare immobiliare - sfumato - da quindici milioni di euro

di Giovanni Tizian  

Il capo alza al cielo il bicchiere di cristallo. Brinda alla felicità degli sposi, una coppia rumena, forse ignara del profilo dei commensali invitati dal loro padrino, Adrian Vlad Florea.

Benvenuti a Brasov, la Cortina d'Ampezzo dei Carpazi. La capitale storica della Transilvania. Sotto la pelle di questo pezzo di Romania tra castelli, chiese nere, leggende sui vampiri e architettura affascinante, si stringono accordi milionari. Qui, avvolti nel silenzio dei boschi rigogliosi, camorristi, imprenditori rumeni e pregiudicati serbi si sono dati appuntamento per scambiarsi idee, pareri, decidere, progettare investimenti.

Particolari che emergono dall'ultima grande indagine sui Casalesi coordinata dal pm Antonello Ardituro della Procura antimafia di Napoli e che travolge decine di affiliati e complici residenti a Modena e provincia.

NELLA CORTINA

DEI CARPAZI

La location è mozzafiato. Centinaia gli invitati. I camorristi si sentono a casa. Le tradizioni non sono poi così diverse. Per i mafiosi i matrimoni hanno un valore speciale. E sono ben felici di partecipare alle nozze degli amici rumeni. L'invito è per loro una forma di rispetto.

Adrian Vlad Florea, dicevamo. In qualità di padrino di nozze secondo le tradizioni rumene aveva la facoltà di estendere l'invito a suoi conoscenti. Alla festa nuziale partecipano pezzi da novanta del Clan dei Casalesi: Nicola Schiavone, Bruno Salzillo, Francesco Barbato e il modenese Giuseppe Parente, oltre che numerosi pregiudicati dell'area di Brasov e delle vicine Repubbliche di Moldava e Serbia.

L’INTERPOL

OSSERVA

Quello che l'Interpol su richiesta della Procura antimafia dei Napoli fotografa è un grande summit. Di quelli raccontati nei film o nei saggi sulle tradizioni delle organizzazioni mafiose. A Brasov quel 17 maggio 2008 cinema e realtà coincidono.

Non è un incontro casuale, è la dimostrazione della "perfetta conoscenza fra la componente casalese e quella rumena", annotano gli investigatori. Florin Petru Blaj è insieme a Florea il punto di contatto tra gli uomini di Schiavone e l'economia dell'Est Europa. L'imprenditore Blaj è "perfettamente a conoscenza della caratura criminale dell'amico di Casal di Principe tanto da attenersi perfettamente alle regole di riservatezza adottate dagli stessi sodali".

Tra i fili che legano gli interessi economici nei due Paesi un ruolo chiave lo ricopre Giuseppe Parente, per gli investigatori è uno dei prestanome di Nicola Schiavone in provincia di Modena. Non solo lui in realtà. C'è anche un imprenditore che si chiama Giovanni Zucchi, modenese doc. Titolare di alcune cariche in importanti società che si occupano di energia alternativa. Eolico, idroelettrico e fotovoltaico. Tra queste la Bondcom Italia. E proprio in questa aziende con sede a Campogalliano figurano i due soci rumeni amici del Clan. Blaj e Florea, quelli del matrimonio in Transilvania.

La partecipazione al banchetto nunziale in terra rumena, alla presenza di altri esponenti malavitosi, serve al gruppo Schiavone per rinsaldare vecchi rapporti economici e criminali e allacciarne dei nuovi.

L'IMPRENDITORE

DI "DON NICOLA"

Ma è Parente che cura i contatti con i rumeni. "Anello di collegamento fra la criminalità organizzata casalese e l'imprenditoria rumena", lo descrivono gli inquirenti. Ma chi è Giuseppe Parente? Di cosa si occupa a Modena? Che ruolo ha nel Clan?

Imprenditore edile, attivo nell'investimento immobiliare di San Prospero (la realizzazione delle unità abitative finite al centro dell'inchiesta), "condotto da Schiavone". Tempo addietro già i Carabinieri di Modena lo avevano radiografato nell'ambito delle indagini sul latitante Giuseppe Caterino, detto "Tre Bastoni", per anni referente degli Schiavone nel Modenese. Gli investigatori di Napoli lo definiscono "affidabile punto di riferimento di Nicola Schiavone a Modena". Lui salda gli interessi del boss con l'imprenditoria rumena. Inoltre, sarebbe lui l'anello "di congiunzione tra la compagine rumena ed il comparto imprenditoriale locale riconducibile a Giovanni Zucchi".

L'AMANTE

DEL BOSS

Il capo clan fonda la sua esistenza sulla concezione distorta dell'onore. Se la donna sgarra, paga con il sangue. Moglie e figlie devono rispettare l'uomo, il marito, il padre, il padrino. Il capo ha l'obbligo di punire che attenta all'onore della famiglia. Solo il capo può permettersi di tradire, in silenzio certo. Ma lo può fare.

La maggior parte dei mafiosi hanno l'amante. Non solo nei film e nelle fiction. Non è soltanto Tony Soprano, il personaggio e boss de " I Soprano", ad avere mille storie di sesso con donne che cadono ai suoi piedi folgorate dal potere che detiene. Denaro è potere. Ci sono ragazze che cadono nel tranello e diventano amanti dei capi mafia o dei semplici affiliati.

Anche a Modena è un’usanza molto in voga tra gli esponenti del clan. Nicola Schiavone ha la sua amante. Almeno fino al suo arresto. Una ragazza dell'Est. I due amanti clandestini trascorrevano le loro ore di passione in un appartamento a Modena in via Cavalcanti.

"Lui si vuole aprire un Casinò in Romania", dirà lei alla madre che vive a Bucarest. Dove "Lui" sta per Nicola Schiavone. E con la madre, la ragazza si confida spesso. Con lei vanta le doti del giovane figlio di "Sandokan", il re di Gomorra. La madre le ripete che deve stare attenta, ma lei risponde convinta che non ha "idea chi è lui, quanto si prende cura di lei, e poi quelli sono amici suoi". Le racconta di quando lei gli ha detto "si vede che sei un mafioso", e il capo ha reagito tappandole la bocca con una laconico "non mai più parlare così".

“La televisione parla tutto il giorno di lui, è il capo clan della Camorra”, ripete alla madre. Il fascino del capo, del pericolo, del denaro.

L'amara conclusione del gip di Napoli che ha firmato i mandati di cattura dell'operazione Rischiatutto dovrebbe far riflettere: "Triste spaccato del disorientamento etico e culturale che affligge parte delle nuove generazioni delle ancor giovani democrazie dell'Est europeo, in un ancor insuperato momento di transizione tra la rigidità di certi valori imposti dalla dittatura comunista e una malintesa interpretazione della libertà, alimentata dall'incontrollato inseguimento di guadagni facili e rapidi".

MA BRASOV

NON È SUL MARE

Condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi il 7 giugno scorso per tentata estorsione. Condannato per una vicenda di botte e minacce eseguite dal boss ora pentito Alfonso Perrone. Lui è Alessandro Bitonti, avvocato civilista del foro di Modena. E i suoi rapporti con uomini del Clan dei Casalesi risalgono al 2008.

Gli investigatori dedicano un paragrafo alle frequentazioni tenute dall'avvocato con imprenditori del gruppo Schiavone. Tra gli affari in cui è coinvolto, lo scrivono nero su bianco gli inquirenti che però non hanno iscritto Bitonti nel registro indagati, un investimento immobiliare a Brasov, la Cortina d'Ampezzo rumena, dove si tenne il matrimonio degli imprenditori rumeni amici del Clan.

"Ci sarebbe un altro affare buono, in cui investire 15 milioni di euro per l'acquisto di un lotto di terra, che si trova nella zona più bella della Romania", gli comunica un fedelissimo di Schiavone. Ma Bitonti vuole sapere di più, e chiede "se il terreno si trova in una zona interna o sul mare, atteso che "i miei" (dell'avvocato) costruiscono solo sul mare".

Il giorno successivo all'avvocato - rimasto a Modena - comunicano che i terreni si trovano a Brasov: non sul mare dunque, ma sui Carpazi. A Brasov, dove Nicola Schiavone è di casa. E dove il suo potere è riconosciuto.

28 luglio 2013

Fonte: La Gazzetta di Modena

domenica 21 luglio 2013

La partecipazione del sassofonista romeno Nicolas Simion a Trieste Loves Jazz 2013 e Venice Jazz Festival 2013‏

COMUNICATO STAMPA

La partecipazione del sassofonista romeno Nicolas Simion a Trieste Loves Jazz 2013 e Venice Jazz Festival 2013

Nel periodo 23-25 luglio 2013 l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia sostiene la partecipazione del sassofonista romeno Nicolas Simion insieme al The Backyard Jazz Orhestra a due dei più importanti festival di jazz in Italia: Trieste Loves Jazz 2013 (martedì, 23 luglio 2013, ore 21:00, in Piazza Verdi a Trieste) e Venice Jazz Festival 2013 (mercoledì, 24 luglio 2013, ore 19:30, in Campo Bella Vienna – Rialto a Venezia e giovedì, 25 luglio 2013, ore 21:15, nei Giardini del Palazzo Municipale di Fiesso D'Artico – Venezia).
The Backyard Jazz Orchestra – è un progetto sostenuto dall’Istituto Goethe in collaborazione con Stefan Schultze e Peter Ehwald con lo scopo di presentare il ricco patrimonio musicale dei Balcani in una formula di jazz contemporaneo. L’orchestra è composta, sia da alcuni dei più famosi musicisti della regione, sia da quelli nuovi appena entranti sul palcoscenico del jazz internazionale.
Dell’orchestra fanno parte: Peter Ehwald, sassofono e clarinetto (Germania); Stefan Schultze, pianoforte (Germania); Martin Lubenov, fisarmonica (Bulgaria); Theresia Philipp, sassofono e flauto (Germania); Nicolas Simion, sassofono e clarinetto (Romania); Darko Sedak-Benčic, tromba (Croazia); Branko Ilievski, trombone (Macedonia); Gordan Spasovski, tastiere (Macedonia); Daniel Schröteler, percussioni (Germania); Elena Hristova, voce (Macedonia); Ermal Rodi, sassofono e flauto (Albania); Christian Altehülshorst, tromba (Germania); Nemanja Zlatarev, trombone (Serbia); Filip Gavranovic, chitarra (Austria); Fedor Ruskuc, basso (Serbia).
Nicolas Simion è uno dei pochi musicisti romeni della sua generazione a esser rimasto fedele al jazz romeno e a essersi fatto strada nel panorama europeo del jazz contemporaneo portando avanti le idee e l’esperienza della "generazione d'oro" del jazz autoctono (creatasi negli anni ’50-’60 con Jancy Körössy, Richard Oschanitzky, Marius Popp, Dan Mândrilă, Ştefan Berindei, Johnny Răducanu, Eugen Gondi, Aura Urziceanu e molti altri), consapevole che solo una sintesi del folklore romeno, della musica classica (soprattutto del ’900) e del jazz gli avrebbe conferito un’identità artistica, destinata a essere al contempo romena e universale. Etno jazz, folk jazz o world music... non importa tanto l’etichetta, quanto il contenuto e il messaggio di quest’arte sonora. La sua musica sa di romeno, senza che ci sia nulla di forzato; la tavolozza coloristica dei brani da lui composti, adattati o arrangiati, nonché la sua intera creazione incisa su oltre 30 CD sono la prova di oltre 30 anni di duro lavoro. Ne menzioniamo solo 3 CD del 2011: "Balkan Jazz" con la WDR Big Band (composizioni scritte da Nicolas Simion e arrangiate da Bill Dobbins); "Classic meets Jazz" con l'Orchestra d'archi della Filarmonica di Braşov e Nicolas Simion Group; "Magia Drops" Trio feat. Florian Weber (p) e Fausto Beccalossi (acc.) Nicolas Simion attualmente vive e lavora a Colonia (Germania).

La partecipazione di Nicolas Simion a Trieste Loves Jazz 2013 e Venice Jazz Festival 2013 gode del sostegno finanziario dell’Istituto Culturale Romeno.

Per ulteriori informazioni:
Trieste Loves Jazz - http://triestelovesjazz.com/2013/programma-2013/
Venice Jazz Festival - http://www.venetojazz.com/venezia-jazz-festival-2013/#.UeUhGb5H6M8

Responsabile progetto: MIHAI STAN
Tel. +39.041.5242309
Mail mihai.stan@icr.ro
ISTITUTO ROMENO DI CULTURA E RICERCA UMANISTICA DI VENEZIA

‘’SacrifICE”, un eveniment artistic de excepție deschis la Veneţia de maestrul Mihai Țopescu/‘’SacrifICE”, un evento artistico d’eccezione presentato a Venezia dal maestro Mihai Țopescu‏

COMUNICAT DE PRESĂ
‘’SacrifICE”, un eveniment artistic de excepție
deschis la Veneţia de maestrul Mihai Țopescu

Institutului Român de Cultură şi Cercetare Umanistică de la Veneţia are plăcerea de a vă invita la expoziţia „SacrifICE”, aparţinând maestrului Mihai Ţopescu în Mica Galerie a Institutului.

Expoziția “SacrifICE” are la bază un performance creat de artist în cadrul expoziției de la Palatele Brâncovenești, vernisată în luna aprilie a anului curent. Proiectul explorează tema sacrificiului de sine în scopul creației printr-un video care captează procesul de topire până la dispariție al autoportretului din gheață al artistului. Ritualul simbolic de transformare se împlinește prin crearea unei ediții limitate de 50 de fiole în care a fost îmbuteliată apa obţinută în cadrul performance-ului inițial, care vor însoţi lucrarea video de la Veneţia, alături de alte materiale ilustrative. Ediția este însoțită de un certificat de autenticitate.

Pentru realizarea acestui proiect s-au implicat nume importante ale artei contemporane românești și internaționale, precum Luminiţa Sabău, curator și inițiator al proiectului “Premiul European de Artă”, Victor Kornis, designer sau criticul de artă Cătălin Davidescu.

Mihai Ţopescu este absolvent al Institutului de Arte Plastice „Ion Andreescu” din Cluj, secţia sticlă, promoţia 1981, clasa prof. Cornel Ailincăi şi Mircea Spătaru. În anul 1985, Mihai Ţopescu a urmat un curs de specializare în cadrul Academiei Kunst Baden din Viena. Este membru al UAP Târgu Jiu şi Arad, iar din anul 2000 este membru al Centro Studio-Vetro Murano din Veneţia. Artistul a participat la expoziţii de grup şi personale în ţară (Bucureşti, Arad, Craiova, Târgu Jiu, Bacău) şi străinătate, în Danemarca (Ebeltoft), Cehia (Novy-Bor), Japonia (Kanazawa), Belgia (Bruxelles) Germania (Köln), Olanda (Tubbergen) şi a fost distins cu numeroase premii naţionale şi internaţionale.

Evenimentul este organizat în colaborare cu Uniunea Artiștilor Plastici din România, Filiala Gorj şi beneficiază de patronajul Primăriei orașului Veneția. Expoziţia, realizată cu sprijinul financiar al Institutului Cultural Român, va putea fi vizitată în Mica Galerie a IRCCU Veneţia din Cannaregio 2211, până pe data de 15 august 2013, de marţi până duminică, în intervalul orar 10-12 şi 15-20. Intrarea este liberă.

Pentru mai multe detalii:
http://www.icr.ro/venetia/evenimente-4/sacrifice-un-eveniment-artistic-de-exceptie-deschis-la-venetia-de-maestrul-mihai-topescu.html
Alexandru Damian, coordonator proiecte arte vizuale
Tel. +39.041.524.2309
INSTITUTUL ROMÂN DE CULTURĂ ŞI CERCETARE UMANISTICĂ
Palazzo Correr - Cannaregio 2214 (Campo Santa Fosca)
30121 Veneţia, ITALIA

---------------------------------------------------------
COMUNICATO STAMPA
”SacrifICE”, un evento artistico d’eccezione
presentato a Venezia dal maestro Mihai Țopescu

L’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ha il piacere di invitarvi alla mostra “SacrifICE” del maestro Mihai Ţopescu nella Piccola Galleria dell’Istituto.

La mostra “SacrifICE” ha alla base un performance creato dall’artista per la mostra dei Palazzi di Brâncoveanu, inaugurata nell’aprile di questo anno. Il progetto esplora il tema del proprio sacrificio col fine di creare tramite un video che capta il processo di scioglimento fino alla scomparsa dell’autoritratto fatto di ghiaccio dell’artista. Il rituale simbolico di trasformazione viene compiuto con la creazione di un’edizione limitata di 50 fiale contenenti l’acqua risultata nell’ambito del performance iniziale, che completeranno l’opera video e gli altri materiali illustrativi. L’edizione è accompagnata da un certificato di autenticità.
Il progetto ha vede coinvolti importanti nomi dell’arte contemporanea romena ed internazionale quali Luminiţa Sabău, curatore ed iniziatore del “Premio Europeo d’Arte”, Victor Kornis, designer ed il critico d’arte Cătălin Davidescu.

Mihai Ţopescu è laureato dell’Istituto di Belle Arti “Ion Andreescu” di Cluj, sezione vetro, promozione 1981, classe prof. Cornel Ailincăi e Mircea Spătaru. Nel 1985 Mihai Ţopescu ha conseguito un corso di specializzazione nell’ambito dell’Accademia Kunst Baden di Vienna. E’ membro dell’Unione degli Artisti di Romania filiali Târgu Jiu e Arad, e dal 2000 è membro del Centro Studio-Vetro Murano di Venezia. L’artista ha partecipato a mostre di gruppo e personali in Romania (Bucarest, Arad, Craiova, Târgu Jiu, Bacău) e all’estero, in Danimarca (Ebeltoft), Rep. Ceca (Novy-Bor), Giappone (Kanazawa), Belgio (Bruxelles), Germania (Köln), Olanda (Tubbergen) ed è stato distinto con numerosi premi nazionali ed intenazionali.

L’evento è organizzato in collaborazione con l’Unione degli Artisti di Romania, Filiale Gorj e gode del patrocinio del Comune di Venezia. La mostra, realizzata con il sostegno finanziario dell’Istituto Culturale Romeno, potrà essere visitata presso la Piccola Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia, Cannaregio 2211, fino al 15 agosto 2013, da martedì fino a domenica, nell’intervallo orario 10-12 e 15-20. L’entrata è libera.

Per ulteriori dettagli:
http://www.icr.ro/venezia/eventi/sacrifice-un-evento-artistico-d-eccezione-presentato-a-venezia-dal-maestro-mihai-topescu.html
Alexandru Damian, coordinatore progetti arti visive
Tel. +39.041.524.2309
ISTITUTO ROMENO DI CULTURA E RICERCA UMANISTICA
Palazzo Correr - Cannaregio 2214 (Campo Santa Fosca)
30121 Venezia, ITALIA

-------------------------------------------------------------------
Sacrifice
Sacrifice
Il video „Il Sacrificio” ha l’origine nella performance fattasi dall’artista. Una testa da saggio, belle e
trasparente, si dissolve. La forma versata nel ghiaccio sparisce pian piano,di una maniera quasi impercettibile.

Il volto con la barba ha dei contemplativi e sereni tratti di un filosofo antico. I tratti facciali si dissolvono, si sciolgono e si trasformano in un filino d’acqua catturato in vassoio. Panta rhei: tutto
fluisce. Sarebbe tentante credere che si trattasse di una metafora riferente ad Eraclito. Invece, nulla
possa essere così lontano da una simile verità. Infatti, ciò che si vede è l’autoritratto dell’artista Mihai
Topescu, di cui l’argomento è appunto la trasformazione. Il video “Il Sacrificio” presenta una trasformazione tramite i mezzi del sacrificio simbolico fino all’abbandono in sé del soggetto. Questa arte che non è soltanto un commento, bensì qualcosa più profondamente esistenziale, dando vita alla costante variazione e al continuo divenire. Ciò che esprime e in fei dei conti conditio humana – un aspetto da molto esplorato de Topescu.

Dopo la laurea all’Università dell’arte e Disegno di Cluj (Romania), l’artista si è dedicato all’artei del
vetro, specialmente per mezzo dei metodi non-tradizionali, adoperando un approccio più vicino alla
tecnica della scultura: spargendo e limando ciò che stavo per pensare dai blocchi massici. Ulteriormente ha esplorato la simbiosi del vetro col metallo, poi anche col legno, creando sculture dominate dal senso di monumentalità con dei tratti tectonici. Più tardi, verso la metà egli anni 90, si è allontanato dalla pesantezza materiale e sta lavorando di nuovo col vetro, di cui la trasparenza figurativa traspone delle forme e dei sentimenti in una sfera spirituale in cui la diafana corporeità del vetro perde subitamente il peso.

Il video dell’artista riprende il processo della de materialità, la concentrazione minimalista e non-corporalità e le porta più avanti. Sorprende così il processo della fusione della scultura di ghiaccio sul supporto digitale – accelerato e inquadrato. Con questa concessione a favore del ritmo veloce e moderno della percezione,Topescu sta per diventare un bambino dei nostri giorni.

Pantha rhei – troppo frettoloso!. Siamo testimoni dello sperdersi in una realtà velocissima. Eppure,
qualcosa di concreto ancor resta: il video viene accompagnato da una edizione limitata di 50 recipienti contenenti acqua disciolta dall’originario happening. Però, possa avere vera e lunga durata in una simile forma, ovvero sta andando verso un successivo stato di metamorfosi, totalmente qualcosa di nuovo? Sembra offrire la possibilità del ritardare il momento trasformazione oppure proprio dominarlo e, quindi, per partecipare così a ciò che si verifica ad essere un processo spirituale. “Il Sacrificio” mostra – come in Eraclito – il processuale e il contraddittorio, pure indissolubilmente tra di loro legati, il rapporto fra l’esserci,. il divenire e il perdersi.

Luminita Sabau