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martedì 28 giugno 2011

"Del sesso della donna come campo di battaglia nella guerra in Bosnia" di Matei Visniec a Teatro dell'Angelo, 29 giugno‏

IL TEATRO DI MATEI VIŞNIEC

Impronta dei tempi e strumento di resistenza culturale

Il teatro di Matei Vişniec è un progetto proposto dall’Accademia di Romania, dal Teatro dell’Argine/ ITC Teatro di San Lazzaro e dal CIMES (Centro di Musica e Spettacolo – Dipartimento di Musica e Spettacolo – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna) che ha come fine quello di valorizzare l’attenzione dedicata all’opera di Vişniec dall’Ateneo e dal mondo teatrale di Bologna.

E’ in questo contesto che su invito dell’Accademia di Romania la Compagnia del Teatro dell’Argine sarà in scena con il dittico visniechiano composto dagli spettacoli Del sesso della donna come campo di battaglia nella guerra in Bosnia e I cavalli alla finestra.

La rassegna si apre mercoledì 29 giugno alle ore 20,30 con la messa in scena dello spettacolo Del sesso della donna come campo di battaglia nella guerra in Bosnia con Micaela Casalboni e Giulia Franzaresi, per la regia di Nicola Bonazzi.

Un titolo arduo ed enigmatico per una vicenda semplice ed emozionante, che ci riporta al cuore della nostra modernità lacerata. Due donne, Kate e Dorra, si confrontano sul tragico destino di sopraffazione toccato a quest’ultima. Lo scenario è quello della guerra nella ex-Jugoslavia. Kate, una psicologa americana chiamata a coadiuvare i militari impegnati nella riapertura delle fosse comuni, si occupa ora di Dorra, una giovane donna che ha subito violenza in un’azione di rappresaglia, restandone segnata nella mente e nel corpo.

Nell’asettica tranquillità di una clinica svizzera, Dorra, dopo silenzi ostinati e furiosi, ripercorre le ragioni dell’odio secolare di cui è stata vittima, mentre Kate annota i progressi della sua condizione, integrandoli con osservazioni teoriche sulle pulsioni di aggressività che l’uomo balcanico mostra nei confronti delle donne. Quando la volontà di annientamento di Dorra sembra prevalere, un evento inatteso riapre la porta alla speranza. Matei Vişniec, uno dei maggiori drammaturghi europei, rilegge la violenza delle guerre inter-etniche alla luce di una sensibilità acuta e penetrante, alternando riflessione e rappresentazione, monologo e dialogo, referto scientifico e analisi introspettiva, e delineando due indimenticabili figure di donna alle prese con un dramma irriducibile, in un teatro della parola che riesce a dare evidenza fisica al dolore e allo strazio di ogni guerra.

La sera seguente (giovedì 30 giugno ore 20,30) si prosegue con I cavalli alla finestra con Micaela Casalboni, Giovanni Dispenza e Andrea Gadda, per la regia di Andrea Paolucci.
Tre diverse storie, tre finali quasi "gialli" per raccontare la follia della guerra e il fascino malefico del potere. Una vecchia madre e un figlio rimbambito, una figlia accomodante e un padre malato, una moglie fragile alle prese con un marito violento. Tre storie distinte eppure unite dalla presenza di un suadente messaggero che arriva, puntuale come la morte, a recapitare una busta gialla e un colorato mazzo di fiori. Tre diverse fotografie per raccontarne mille, perché da sempre l'uomo in guerra comincia da eroe, ma non può far altro che finire nella polvere, calpestato da zoccoli e scarponi.

Vişniec, grazie ad una scrittura immaginifica e stralunata, ci porta in un universo sgangherato e beffardo, surreale e insensato. Un universo fatto di vittime che si credono eroi, vecchi derelitti alla ricerca del proprio giorno da leoni, donne sacrificate al grido di battaglia. Una danza macabra, affascinante e grottesca, dove il tempo scorre avanti e indietro mangiandosi le lancette dell'orologio, le porte sbattono come granate e i cavalli sinistramente, nell'ombra, tramano...

Scritto nel 1987 e bloccato dalla censura rumena la sera precedente la prima, I cavalli alla finestra è stato rappresentato con enorme successo in Europa, Stati Uniti e Giappone. Questa è la prima rappresentazione italiana.
I cavalli alla finestra sarà introdotto da un intervento del drammaturgo Matei Vişniec, dei registi Nicola Bonazzi e Andrea Paolucci e del professor Gerardo Guccini.

ingresso libero
fino ad esaurimento posti

Accademia di Romania

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