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martedì 3 febbraio 2009

Liviu Dragnea a demisionat din functia de ministru de Interne


de Dumitrina Galantonu
Luni, 2 februarie 2009, 21:14 Actualitate Politic

Ministrul de Interne, Liviu Dragnea, si-a anuntat demisia luni seara, motivand fondurile insuficiente primite de MAI prin proiectul de buget pe 2009: "nu poate asista tacit la diminuarea resurselor financiare ...".

Dragnea a precizat ca fara resurse tintele asumate de el la preluarea mandatului - de descentralizare a administratiei publice si de crestere a sigurantei cetatenilor nu pot fi atinse:"Atat timp cat structurile ministerului nu sunt sustinute financiar, nu pot atinge tintele asumate".

"Mi-am asumat o serie de obiective cand am preluat mandatul MAI", a continuat Dragnea, care s-a aflat la conducerea ministerului doar 12 zile.

Proiectul de buget pentru 2009 prevede pentru Ministerul Administratiei si Internelor un fond de cheltuieli de 9,9 miliarde lei (echivalent a 2,4 miliarde euro, 1,7% din PIB) din bugetul de stat, fonduri europene si venituri proprii.

Liviu Dragnea a anuntat ca ramane presedinte al Consiliului Judetean Teleorman si presedinte al Uniunii Consiliilor Judetene.

Dragnea a depus juramanul ca ministru de Interne in data de 20 ianuarie, fiind instalat in functie a doua zi, si avea termen 15 zile pentru a renunta la functia de presedinte al CJ -termen care expira marti, 3 februarie.

Ministerul de Interne a avut serioase probleme de imagine in ultimele zile, dupa jaful armat de la Brasov si disparitia armelor din depozitul de la Ciorogarla.

Tensiuni in PSD pe tema numirilor secretarilor de stat la MAI

Conform unor surse social-democrate, Marian Vanghelie si Mircea Geoana s-au certat, la Sinaia, cu Liviu Dragnea pentru nominalizarea secretarilor de stat in MAI. Organizatia PSD Bucuresti, condusa de Marian Vanghelie, incearca sa-l impuna pe Mincu Silvestru in functia de secretar de stat.

Potrivit surselor HotNews.ro, Vanghelie, sustinut de Mircea Geoana, i-ar fi sugerat lui Dragnea ca, daca nu-l numeste pe Silvestru la MAI, este liber sa se intoarca la sefia Consiliului Judetean Teleorman.

Liviu Dragnea s-a sfatuit cu Miron Mitrea in luarea acestei decizii, potrivit surselor HotNews.

Sefia DGIPI- mar al discordiei

Un alt motiv de discordie in cadrul coalitiei era numirea sefului DGIPI, care a dus si la demisia lui Gabriel Oprea - prima alegere a PSD la ministerul de Interne.

Sursele HotNews.ro sustineau ca nici PD-L nu este de acord cu numirile propuse de catre PSD, mai exact nominalizarea lui Ionel Georgescu la DGIPI si a lui Mincu Silvestru ca secretar de stat.
Mincu Silvestru este unul dintre apropiatii lui Vanghelie iar presa a scris ca ar fi avut legaturi stranse cu fratii Camataru. Silvestru a fost prim-adjunct al sefului Politiei Capitalei, fost sef al Politiei Sectorului 1 in guvernarea Adrian Nastase si a ajuns in 2002 sa faca parte din SRI.

In februarie 2006, presedintele Traian Basescu l-a trecut in rezerva pe generalul de brigada cu o stea Mincu Silvestru, din Serviciul Roman de Informatii.

Potrivit ziarului Ziua, fostul generalul SRI Mincu Silvestru era alintat cu porecla "Profesoru'" si i-ar fi protejat pe "Camatari", pe vremea cand era adjunct al Politiei Capitalei.

Al doilea ministru de la Interne care isi da demisia in mai putin de o luna

Liviu Dragnea este al doilea ministru care isi da demisia de la Interne in mai putin de o luna de cand coalitia PSD+PC-PD-L se afla la guvernare. La o zi dupa ce PSD i-a retras sprijinul politic, Gabriel Oprea a demisionat din fruntea Ministerului de Interne.

Scandalul in cazul demisiei lui Oprea a fost declanasta de numirea lui Virgil Ardelean la sefia DGIPI. Vezi aici intrebarile cititorilor si raspunsurile lui Liviu Dragnea.

Sursa: HotNews.ro

Una cena Italia-Romania ad Arluno


Arluno Prosegue il gemellaggio tra Italia e Romania ad Arluno. Infatti l'Associazione Culturale Contrada Sant'Ambrogio, organizza per mercoledì 11 febbraio una cena Italia-Romania.
"Questa cena - ci spiega un'organizzatore - ha l'obiettivo di avvicinare le due culture, quella italiana e quella romena, che da alcuni anni ormai si stanno incontrando grazie all'emigrazione rumena verso l'Italia e all'immigrazione imprenditoriale italiana in terra romena".
E come avvicinare le due culture? Innanzi tutto sedendo a una tavola comune. Infatti alcune volontarie rumene cucineranno e offriranno agli italiani i piatti tipici del loro Paese; al contrario volonterose signore italiane saranno liete di offrire agli ospiti rumeni piatti tipici della cucina lombarda (trippa e cassola).
"Noi crediamo - ha concluso - che per conoscere un Paese e un popolo il primo passo sia scoprire la sua cucina. L'idea nasce da lontano. La comunità romena ha dato segnali di grande
integrazione con la comunità arlunese e in particolare con la Contrada Sant'Ambrogio. In occasione del Palio delle Contrade 2008 tre giovani valorosi atleti romeni hanno vinto il "cencio" portandolo nella nostra contrada dopo ben 33 anni di assenza, dando segno di grandissimo impegno per ottenere il risultato e una dedizione massima alla causa della contrada. Non solo, tutta
la comunità romena ha dimostrato negli ultimi tempi di voler integrarsi con il nostro paese, cominciando quindi a partecipare agli eventi per socializzare con noi. Segnali molto importanti anche per noi italiani che in alcuni casi ci sentiamo un po' "arrivati". Crediamo che queste persone possano insegnare
molto alla nostra comunità, e viceversa, ma soprattutto ci aiutino a scoprire culture diverse che possano integrarsi, con indubbie sinergie positive, con la nostra".
La cena si terrà mercoledì 11 febbraio 2009 presso il ristorante del centro Don Carlo Rozzoni ad Arluno a partire dalle ore 20.
Interverrà l'associazione Bimbi in Romania (www.bambiniinromania.it), una delle principali associazioni benefiche italiane attive in Romania e che attualmente collabora con F.C. Internazionale nel progetto InterCampus.
Parte del ricavato della serata verrà devoluto in beneficienza.

Carlo Marnati

Fonte: Città Oggi Web

lunedì 2 febbraio 2009

Professionista rumeno operato per rara patologia ringrazia equipe medica

Dalla Romania a Rimini per una complessa operazione otorinolaringoiatrica. Il protagonista della vicenda, un chimico professionista romeno, ha voluto ringraziare pubblicamente l'Ausl di Rimini.

RIMINI 02 febbraio 2009 Il chimico, George Bocai, è stato operato a Rimini di canaloplastica per stenosi da displasia fibrosa: un intervento che non poteva essere eseguito in Romania.
Grazie ad una consociata milanese della società per la quale lavora in Romania, Bocai era stato messo in contatto con il dottor Enzo Calabrese, direttore dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale “Infermi” di Rimini.

La lettera del chimico rumeno (tradotta dall'inglese)

“Ho avuto l’occasione di conoscere il dottor Calabrese e il suo team, persone straordinarie, che lavorano con grande professionalità ed impegno all’ospedale di Rimini. Voglio in primo luogo ringraziarli per la gentilezza e l’umanità: raramente ho visto una simile attitudine verso il paziente.

Dal punto di vista clinico, il mio disturbo, piuttosto raro, aveva fatto sì che la deformazione di un osso mi occludesse completamente l’orecchio sinistro. In Romania questo tipo di patologia non può essere operata, così attraverso colleghi di Milano sono stato messo in contatto col dr. Calabrese.

Sono rimasto subito colpito dalla professionalità del dr. Calabrese, e lo sono a maggior ragione adesso, dopo l’intervento chirurgico. E le stesse professionalità, dedizione, ma anche entusiasmo, le ho riscontrate nei suoi collaboratori, negli infermieri e in tutti coloro che a vario titolo mi hanno seguito. Sono loro grato dal profondo del mio cuore anche se mi rendo conto che le parole non bastano per esprimere ciò che ho provato. Grazie”.

Fonte: NewsRimini.

Nettuno, lo sdegno di Napolitano


Dopo l'episodio dell'altra notte, dal presidente della Repubblica forte denuncia contro il razzismo
"Sintomi allarmanti di tendenze diffuse che sono purtroppo venute crescendo"

"Episodi raccapriccianti non più isolati"
Sulla questione immigrazione interviene anche Fini "Intollerabile ogni discriminazione"

ROMA - Dopo l'ennesimo gravissimo caso avvenuto la scorsa notte a Nettuno, contro il razzismo scendono in campo le massime autorità dello Stato. "Siamo dinanzi a episodi raccapriccianti che vanno ormai considerati non come fatti isolati ma come sintomi allarmanti di tendenze diffuse che sono purtroppo venute crescendo", ha denunciato stamane il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Rivolgo perciò un forte appello - ha continuato il Capo dello Stato - a quanti hanno responsabilità istituzionali, culturali, educative perché si impegnino fino in fondo per fermare qualsiasi manifestazione e rischio di xenofobia, di razzismo, di violenza".

Prima del Quirinale era stato Gianfranco Fini a intervenire sul tema con un'accorata difesa dei lavoratori immigrati e precari. Non è possibile "in alcun modo tollerare forme anche velate di discriminazione" nei confronti dei lavoratori stranieri, ha detto il presidente della Camera in occasione della presentazione a Montecitorio del rapporto del Cnel sul "Lavoro che cambia". "Dobbiamo piuttosto offrire agli stranieri che vengono legalmente e lealmente a lavorare in Italia un chiaro quadro normativo, teso a favorire appieno la loro integrazione, il loro essere nuovi italiani'', ha aggiunto Fini, sottolineando anche che la flessibilità dul lavoro non deve tradursi per le nuove generazioni in precarietà.

Il presidente di Montecitorio ha sottolineato che ''una parte sempre più significativa della forza lavoro presente in Italia è oggi rappresentata da lavoratori stranieri. E ancor di più lo sarà domani. Sono lavoratori che danno un contributo fondamentale in settori centrali del nostro sistema produttivo, da quello edilizio alla filiera agroalimentare, e che svolgono un ruolo insostituibile anche in altri campi, come quello della cura degli anziani, dei disabili, dell'infanzia''.

Fini ha poi ricordati i lavoratori più giovani e meno tutelati. "Stiamo vivendo tempi che pretendono risposte innovative e lungimiranti" perché "non stiamo vivendo una crisi congiunturale ma una fase di trasformazione strutturale e forse irreversibile nell'economia europea e mondiale", ha detto il presidente della Camera.
(2 febbraio 2009)

Fonte: La Repubblica.

Allarme razzismo: a Marcellina un'altra bomba carta contro i romeni

di Elena Ceravolo
GUIDONIA (1 febbraio) - Qualcuno a Guidonia e dintorni ha scelto di dare una risposta precisa, indistintamente contro tutti i romeni, allo stupro di via della Selciatella: il fuoco. Ora, al terzo attentato incendiario in pochi giorni, è davvero difficile pensare ad altro.

L'ultima bomba carta ha colpito a Marcellina, nemmeno cinque chilometri da Guidonia, l'altra sera. Sotto attacco il bar di Cornelia, lungo il corso del paese. Lo scoppio ha distrutto una vetrata blindata. Stesso tipo di ordigno quello usato solo la sera prima contro la macelleria di Adrian Nichifor, a Villalba di Guidonia, a poche decine di metri dal bar di un'altra connazionale, Livia, dentro il quale il lunedì precedente era stata scagliata una bottiglia molotov che ha subito fatto alzare le fiamme tra i tavoli.

Cornelia ieri non si dava pace: «Se la bomba fosse riuscita a oltrepassare il vetro sarebbe andata a finire proprio sul quadro elettrico. Sarebbe potuto bruciare tutto il palazzo». Il motivo? «Non lo so, so solo che i marcellinesi con me sono stati sempre gentili». In qualche ora tutto era a tornato posto in quel bar in cui anche il nome racconta di speranza di integrazione: "Europa". La vetrata e il muro annerito. E' la voglia di "archiviare" l'odio. «Ma quello stupro ci fa soffrire nell'anima e come tutti gli italiani chiediamo una pena pesantissima».

A Marcellina, paese ad alta concentrazione di stranieri, qualche segno di intolleranza negli ultimi anni è stato registrato: danneggiamenti ad un altro negozio romeno e qualche scritta sulla porta del municipio. Niente di simile all'aria pesante di questi giorni che arriva dalla vicinissima Guidonia. Tirava già nel quartiere di Collefiorito sabato sera quando in almeno una trentina, cric e spranghe alla mano, hanno mandato all'ospedale quattro albanesi.

Nelle stesse ore in altri quartieri altri cinque i romeni pestati. Da lì un'escalation. Che ha spinto il vescovo della diocesi di Tivoli, Mauro Parmeggiani, a mandare "un messaggio nel messaggio" da diffondere oggi a tutti i parroci in occasione della XXXI Giornata per la vita: «La inumana e deprecabile violenza sulle donne così come la violenza e l'odio che monta in maniera generalizzata verso persone di altri paesi non è forse conseguenza dello smarrimento del senso di Dio che dà significato alla vita, ad ogni vita aldilà del sesso, della provenienza e di ogni altra diversità?». Poi il richiamo a tutti - credenti o no, italiani o stranieri - «ad un maggior senso di responsabilità e rispetto verso la vita degli altri». E alle istituzioni un impegno per la sicurezza.

Fonte: Il Messaggero.

Aggredito un ragazzi di quindici anni perché romeno


Quindicenne aggredito alla fermata da due adolescenti. Cristian era con alcuni amici, gli assalitori li hanno anche spinti verso le auto in transito. Ora il ragazzo ha paura di tornare a scuola

Cristian«Che cazzo guardate, stronzi? Siete romeni?». «Sì, perché?», ha risposto Cristian. Tanto è bastato perché i due italiani, due ragazzi di 17-18 anni, si scagliassero contro di lui e i suoi due amici, spingendoli verso la strada con il rischio di farli finire sotto una macchina. Cristian, 15 anni, ha rimediato un pugno in faccia. Un «uomo grande», un italiano, si è messo di mezzo, ha bloccato uno degli aggressori gridando: «Ma che fate? Non vedete che stanno arrivando le macchine?». Grazie a lui i tre ragazzini romeni sono riusciti a scappare e a seminare gli inseguitori. Però hanno avuto molta paura. Da due giorni Cristian sta male e non ha la forza di tornare a scuola perché teme di incontrare di nuovo quei due.

L´aggressione è avvenuta mercoledì verso le 13,15 in piazza Dalmazia. Cristian e i suoi due amici erano usciti da scuola e stavano aspettando l´autobus. Chiacchieravano fra loro. «E non è vero che stavamo guardando quei due», precisa Cristian. Erano studenti? Avevano gli zaini? Cristian crede di no. «Non avevano niente, avevano i capelli ricci, da vagabondi», dice con tono di disapprovazione. Capelli arruffati, probabilmente. Cristian vive in condizioni difficilissime, ma cerca di essere ordinato. Dopo due anni passati in orfanotrofio a Bucarest, nell´estate 2007 ha finalmente potuto raggiungere in Italia la madre vedova, emigrata in cerca di lavoro. Ha vissuto per quasi un anno in una cabina Enel in via Panciatichi, poi nell´ex scuola Rosai (la sistemazione più dignitosa). Ma ora la ex Rosai è stata abbattuta e Cristian, sua madre e tanti altri si sono rifugiati nell´ex Meyer, dove hanno sofferto tanto freddo e ora si stanno un minimo organizzando.
Nonostante la povertà, gli anni trascorsi lontano dalla mamma, le sistemazioni precarie, la difficoltà di impadronirsi di una lingua sconosciuta e improvvise febbri altissime che lo stremano e di cui i medici non riescono a stabilire le cause, Cristian studia, è in terza media e ha la ferma intenzione di frequentare una scuola superiore. Ha avuto la ventura di arrivare in Italia mentre cresceva l´ostilità contro gli immigrati romeni, specie dopo l´atroce omicidio di Giovanna Reggiani a Roma. Lui sostiene, però, che finora era andato tutto bene, che a scuola con i compagni non ci sono problemi e che i professori lo hanno sempre aiutato. Ma mercoledì, dopo lo stupro di gruppo di Guidonia che ha fatto salire di nuovo la tensione, ha visto l´odio negli occhi di quei due. E ha avuto molta paura.

Tuttavia né lui né la madre hanno presentato denuncia. «La mamma che poteva fare? E´ impotente», scuote la testa il ragazzo. Due sgomberi e infiniti controlli da parte delle forze dell´ordine li hanno resi timorosi. «Cercano un modo per sbatterci fuori dal paese», si tormenta. Arrivato in Italia con tante speranze, ha capito di non essere gradito. Spesso sogna di tornare in Romania. Sua madre lo farebbe se là non li attendesse una povertà ancora più crudele. Dunque bisogna stringere i denti e sperare in un futuro migliore in Italia. Ma per un ragazzo di 15 anni è duro sentirsi un indesiderato. O, peggio ancora, un bersaglio da colpire.
(31 gennaio 2009)

Fonte: La Repubblica.

Tineri europeni merg în România în campusuri interculturale



La institutul „Spania”, din Spoleto (Umbria), va avea loc o întâlnire internaţională pe 4 februarie, la care vor participa tineri studenţi din România, din alte ţări europene şi din Africa.
Temele confruntării sunt: raporturile interculturale, cooperarea internaţională, multilingvismul într-o societate care are probleme de comunicare şi convieţuire.
De aceea, studenţi din Europa se vor deplasa lunile următoare în România unde vor întâlni în campusuri tinerii români pentru a discuta despre construirea unei cetăţenii europene. Rezultatele acestor întâlniri vor fi prezentate toamna viitoare în Umbria.
Acest proiect este promovat de către Comisia europeană în colaborare cu GSI Italia, o organizaţie care se ocupă de proiecte solidare şi de cooperarea pentru dezvoltare.
Sursa: Adevarul.It

Torino: scriitoarea româncă Ingrid B. Coman la evenimentul „Libri e Diritti”


Scriitoarea româncă Ingrid B. Coman participă la evenimentul „Libri e diritti” (Cărţi şi drepturi).

Miercuri, 4 februarie, la Biblioteca D. Bonhoeffer din Torino, va începe o serie de patru întâlniri dedicate aniversării a 60 de ani de la înfăptuirea Declaraţiei Universală a Drepturilor Omului. Scriitoarea româncă a fost invitată la prima întâlnire unde va prezenta romanul său „Tè al Samovar, Voci dal gulag sovietico”, carte publicată în 2008 de editura Harmattan, Italia.

Scriitoarea Ingrid Beatrice Coman s-a născut în România în 1971. La 23 de ani s-a mutat în Italia unde şi-a continuat studiile şi a frecventat laboratoarele scriitorului Raul Montanari.

Primul său roman, „La citta dei tulipani” (Oraşul lalelelor) este dedicat poporului afgan.

Il primo Centro d’Arte Contemporanea della Romania? È targato Unicredit...


Ormai non fa più notizia, l'impegno di un colosso bancario come Unicredit nell'arte contemporanea. Giusto qualche giorno fa anticipavamo i programmi per il 2009 di Spazio Milano, la location scelta per presentare sotto la madonnina parti della propria collezione, e un articolato programma di mostre temporanee. Ora però la novità merita attenzione: innanzitutto perché viene dall'estero, dalla Romania, per la precisione. E poi per il fatto che proprio a Bucarest la ex sede della Unicredit Tiriac Bank, nel pieno centro della capitale romena, diverrà il primo Centro d'Arte Contemporanea del paese. Pavilion Unicredit nasce dalla già sperimentata collaborazione fra la rivista Pavilion magazine, la Bucharest Biennale e la stessa Unicredit Tiriac Bank. Un centro che non pone come suo obbiettivo primario l'organizzazione di mostre, quanto il fornire informazioni, un archivio ricco e aggiornato per la ricerca sulle arti visive, ma anche narrative e performative, uno spazio indipendente in continuo work-in-progress. Con un programma fatto di tre o quattro mostre all'anno, ed una continua attività di incontri, proiezioni, programmi educativi, sotto la direzione di Răzvan Ion. Debutto il prossimo 19 febbraio con la mostra Statement, curata da Lia Perjovschi.
Pavilion Unicredit, Victoria Square 1 - Bucharest (Romania)
Web: www.pavilionunicredit.ro

Fonte:Exibart.com

Lazio/ Roma, abusi sessuali su ragazzini romeni: arrestato 65enne

Doni e cellulari per adescare le vittime, tutte tra 12-16 anni

Roma, 30 gen. (Apcom) - Abusava sessualmente di ragazzini tra i 12 e i 16 anni, le sue vittime tutte minorenni romeni o stranieri, che adescava all'uscita di scuola, fuori dai campi di calcetto o nei giardinetti, pagando il pranzo o con regali, come telefoni cellulari: un pensionato di 65 anni, originario del frusinate, è finito in manette con l'accusa di violenza sessuale, abusi, sfruttamento e induzione alla prostituzione. L'uomo, già denunciato in passato reati analoghi, è stato arrestato al termine di un'indagine condotta dagli agenti della Sezione minori della squadra mobile di Roma.
Il pensionato quasi quotidianamente prendeva l'autobus per arrivare nella capitale in cerca di luoghi adatti dove adescare i minori, e l'indagine che ha portato all'arresto, è partita a luglio dell'anno scorso. Il padre, romeno, di due ragazzini di 12 e 14 anni si è presentato al commissariato Prenestino, denunciando di aver trovato su un telefonino in mano a uno dei figli messaggini a chiaro sfondo sessuale. Il padre inoltre non sapeva prima dell'esistenza del cellulare nè sapeva come potessero averlo i figli, anche la sim risultava sconosciuta.
Così sono scattate le indagini, i due minori romeni sono stati ascoltati con l'aiuto di psicologi, e gli agenti hanno scoperto che erano state agganciati dal pensionato nei giardinetti di Piazza Vittorio, all'Esquilino.
Gli agenti hanno scoperto che i due ragazzini era sono solo due delle numerose vittime dell'uomo, che già in passato era stato colpito da denunce per abusi sessuali ed stato arrestato nel 2004 per un procedimento ancora aperto.
Le sue vittime tutte ragazzini tra i 12 e i 16 anni, stranieri, che adescava fuori dalle scuole, dai campi di calcetto o giardinetti, quasi tutti i giorni prendeva l'autobus per arrivare a Roma. Ad alcuni offriva denaro in cambio di prestazioni sessuali, ad altri faceva regali, offriva il pranzo, conquistava la loro fiducia scambiando messaggi sul cellulare, li fotograva, chiedeva loro capi di biancheria intima usata in cambio ancora una volta di doni.
Li hanno trovati numerosi nella sua casa, conservati come feticcio una collezione. E il dono del cellulare serviva poi proprio per iniziare lo scambio dei messaggi telefonici a sfondo sessuale, per arrivare poi all'abuso. A suo nome sono risultate intestate oltre 50 schede, su cui la polizia sta compiendo accertamenti, così come sulle foto scattate alle vittime.
Ora è finito in manette, le accuse contro di lui sono induzione e sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale e atti sessuali con minorenni.

Fonte: Virgilio News.