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domenica 15 marzo 2020

Donna morta a Imola, scarcerato il marito: "Morte naturale"

L'uomo era in carcere dal 7 marzo ma l'autopsia sembra scagionarlo

13 marzo 2020

Donna morta a Imola, scarcerato il marito: "Morte naturale"

BOLOGNA - Lascerà a breve il carcere Ioan Pascalau, il 52enne falegname romeno che era stato accusato dell'omicidio della moglie Cornelia, 50 anni, trovata morta sabato 7 marzo nel loro appartamento di Imola, nel Bolognese.

Lo scorso 10 marzo il gip Sandro Pecorella aveva convalidato il fermo dell'uomo, che si è sempre dichiarato innocente, e disposto la custodia cautelare in carcere per il solo reato di maltrattamenti in famiglia, ma non era stato possibile svolgere l'interrogatorio di garanzia con l'indagato a causa della rivolta dei detenuti nel carcere bolognese della Dozza. Il 52enne è stato infatti sottoposto oggi all'interrogatorio, in videoconferenza, e come spiega il suo legale, Ettore Cavarretta, "alla luce dei primi parziali esiti dell'autopsia, che propendono per una morte naturale e da altri elementi raccolti dall'accusa, il quadro indiziario nei suoi confronti è cambiato".

Sabato scorso fu lo stesso 52enne a chiamare il 118, spiegando che la moglie si era sentita male. Ma sul corpo della donna, in particolare sul collo e viso, erano presenti ecchimosi e ferite e dopo l'interrogatorio con il pm Massimiliano Rossi l'uomo è stato accusato d'omicidio e portato in carcere.

"Dai primi dati della perizia medico legale - ha detto l'avvocato Cavarretta - è ora emerso che la donna sarebbe morta per una sorta di emorragia cerebrale, dovuta probabilmente ad una patologia pregressa. Anche le lesioni riscontrate sul corpo della signora risulterebbero compatibili con delle cadute, verificatesi per lo stesso motivo. Il giudice tenendo conto di questi elementi e della versione del mio assistito - ha concluso Cavarretta - che ha sempre detto di non aver mai picchiato la moglie, ha deciso di scarcerarlo. Anche l'appartamento sarà dissequestrato".

Nel frattempo l'indagine va avanti, anche perché bisognerà aspettare l'esito finale dell'autopsia.

Fonte: La Repubblica


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