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martedì 20 gennaio 2009

Elevii nu mai au voie să iasă din unităţile de învăţământ în timpul programului şcolar


19 ianuarie 2009

Elevii nu mai au voie să iasă din incinta unităţilor de învâtâmânt în timpul programului şcolar, anunţă Agerpres. Aceasta este decizia Inspectoratului Şcolar al Muncipiului Bucureşti (ISMB). Hotărârea a fost transmisă tuturor unităţilor şcolare.

În plus, pentru creşterea siguranţei, toţi elevii vor intra în incinta şcolilor pe baza unor semne distinctive: ecuson, uniformă, legitimaţie.

Conducerea unităţilor şcolare are obligaţia de a prezenta în cadrul consiliilor profesorale, a orelor de dirigenţie şi a şedinţelor cu părinţii, noile reguli.

Tot conducerile unităţilor de învăţământ sunt abilitate să ia măsuri pentru sancţionarea fumatului în incinta şcolilor.

Potrivit unei note trimise de Inspectorat, recomandările au fost făcute şcolilor şi liceelor "pentru crearea de condiţii optime în desfăşurarea procesului educativ".

Sursa: Antena3.ro

Iscrizioni all'anno scolastico 2009/2010


Con la circolare n.4 del 15 gennaio 2009 il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha fornito indicazioni e precisazioni per le iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado, compresa la scuola dell’infanzia, per l’anno scolastico 2009/2010.
Termine di scadenza per le iscrizioni è il 28 febbraio 2009; per gli studenti delle classi successive al primo anno di corso, l’iscrizione è disposta d’ufficio.
Alla circolare sono allegati a titolo indicativo i moduli per le iscrizioni.

Queste alcune delle indicazioni:

Scuola dell'infanzia
Possono richiedere l’iscrizione alla scuola dell’infanzia le bambine e i bambini che abbiano compiuto o compiano, entro il 31 dicembre 2009, il terzo anno di età.
Possono, inoltre, essere iscritti i bambini che compiono tre anni entro il 30 aprile 2010, ma per questi ultimi la possibilità è subordinata alla disponibilità di posti, all’esaurimento delle liste di attesa, alla disponibilità di locali adatti alle esigenze dei piccoli e ad una valutazione pedagogica del collegio dei docenti.
Per quanto riguarda l’orario di funzionamento, le famiglie possono esprimere le loro preferenze
compilando un modulo (Modello A allegato alla circolare): i bambini possono frequentare le attività educative soltanto al mattino o avvalersi di un tempo-scuola più ampio, fino ad un massimo di 50 ore settimanali.

Scuola primaria
Per i bambini che compiono i sei anni entro il 31 dicembre 2009 c’è obbligo di iscrizione alla prima classe della scuola primaria.
E’ prevista la possibilità di iscrivere anche i bambini che compiono sei anni entro il 30 aprile del 2010 ( “in anticipo”).
L’iscrizione può essere effettuata presso la scuola del territorio di appartenenza o anche presso altra istituzione scolastica: per una funzionale programmazione del servizio, i genitori debbono presentare domanda di iscrizione ad una sola scuola.
In caso di eccedenza di domande rispetto ai posti disponibili, sarà data informazione alle famiglie in tempi brevi per consentire loro altra opzione presso scuola diversa.

Scuola secondaria di I grado
Sono soggetti all’obbligo di iscrizione alla scuola secondaria di I grado gli alunni che terminano nel 2008-2009 la scuola primaria con esito positivo.
Le domande di iscrizione dovranno essere presentate alla scuola prescelta dalla scuola primaria di appartenenza, la quale provvederà a trasmetterle entro i cinque giorni successivi alla scadenza del termine del 28 febbraio 2009.
Il dirigente scolastico della scuola secondaria, in caso di eccedenza di domande, curerà l’informazione sollecita alle famiglie per consentire l’opzione verso altra scuola.
All’atto dell’iscrizione genitori e studenti firmano il Patto educativo di corresponsabilità, finalizzato, in base al D.P.R. 235/2007, a definire diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica, studenti e famiglie; le scuole, inoltre, sono tenute a richiamare l’attenzione sulle disposizioni relative all’uso corretto dei telefoni cellulari in ambito sclastico(direttiva ministeriale 15 marzo 2007).

Scuola secondaria di II grado
Poichè i nuovi assetti dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali andranno in vigore dall’anno scolastico 2010-2011, sono confermati per l’anno scolastico 2009-2010 i percorsi dei licei, dell’istruzione artistica, dell’istruzione tecnica e dell’istruzione professionale previsti dagli attuali ordinamenti.
Gli studenti che nel presente anno scolastico concluderanno con esito positivo il primo ciclo di istruzione, in base alle norme sull’assolvimento dell’obbligo di istruzione, devono iscriversi alla prima classe di un istituto secondario di II grado o a frequentare un percorso di istruzione e formazione professionale (art.64 L.133/08).
Le domande di iscrizione degli alunni frequentanti l’ultimo anno della scuola secondaria di I grado negli istituti statali e paritari dovranno essere trasmesse, per il tramite della scuola di appartenenza, all'istituto secondario di II grado prescelto, entro i cinque giorni successivi alla scadenza del 28 febbraio 2009.
Anche in questo caso è richiesta la sottoscrizione del Patto educativo di corresponsabilità.

Fonte: Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca

Superati i 4 milioni

19 gennaio 2009
Il rapporto Ismu 2009: gli stranieri sono cresciuti in un anno di 346mila unità. In quattro anni raddoppiati i minori residenti. Ecci i numeri del Rapporto

Al 1° gennaio 2008 gli immigrati hanno superato la soglia dei 4 milioni (4.328mila), 346mila in più rispetto al 2007 (circa +9%). Il 43% viene dall'Est Europa (il primato va alla Romania con 625mila presenze). Tra i regolari (3.677mila) sono aumentati i residenti (+16,8%), a dimostrazione che gli immigrati stanno passando da mera forza lavoro a popolazione vera e propria in senso demografico. Aumentano i minorenni residenti, quasi raddoppiati in quattro anni: nel 2008 hanno raggiunto quota 767mila (di cui 457mila sono nati in Italia). Gli studenti stranieri nell'anno scolastico 2007/2008 sono stati 574.133 (il 6% del totale), con un incremento di oltre 70mila presenze in un anno. E' di nuovo boom di irregolari che rispetto al 2007 sono quasi raddoppiati arrivando a 650mila presenze (nel 2007 erano 350mila). Sul fronte lavoro è interessante notare il fenomeno dell'imprenditorialità: tra il 2000 e il 2007 nelle aziende italiane le cariche sociali ricoperte da nati in Paesi non comunitari sono passate da circa 156mila a 384mila, l'incremento è del 145,6%. E' più alto il profilo professionale dei lavoratori: il 42,6% degli occupati stranieri ha un diploma superiore e il 10,9% la laurea. Non accennano a diminuire i dati sulla criminalità: nel 2007 il 35% delle segnalazioni di reati riguarda stranieri. Al 30 giugno 2008 su 55.057 carcerati, 20.617 erano stranieri (37,4%): è il dato più alto di tutti i tempi. Infine, i risultati di un'indagine Ismu sui costi dell'immigrazione non mostrano un maggior ricorso al welfare da parte degli immigrati. Anzi se si considerano anche i benefici legati all'anzianità si evidenzia un trasferimento netto di risorse dagli immigrati agli italiani.

QUANTI SONO GLI IMMIGRATI IN ITALIA

Al 1° gennaio 2008 ci sarebbero 26 provenienze con tassi di irregolarità superiori alla media. Le maggiori incidenze si registrano tra gli immigrati che provengono da Taiwan (87,4%), Georgia (73,5%), Bangladesh (52,3%). Ma dove si concentrano gli irregolari? Ai vertici della graduatoria dell’irregolarità si collocano Crotone (38,9%), Nuoro (35,5%) e Siracusa (34,4%), mentre in coda troviamo Bolzano (6,8%), Rieti (9,7%), Viterbo (10,1%) e Pistoia (10,4%). Tra le province che ospitano le grandi aree metropolitane quella con il tasso più alto è Napoli (31,7%), seguita da Catania (28,7%). Milano si colloca, con un valore del 18,2%, attorno alla media nazionale. Minorenni.

Dove vivono. E’ confermata la supremazia delle regioni del Centro-Nord dove si concentra circa il 90% delle presenze (il 35,6% nel Nord-Ovest, il 26,9 nel Nord-Est, il 25% nel Centro), mentre nel Sud l’8,9% e nelle Isole il 3,6%. Ma la novità del 2008 è un significativo flusso netto in uscita dalle grandi città (nei capoluoghi si concentra il 36% dell’immigrazione straniera). Tra i 45 comuni italiani con oltre 100mila abitanti, circa 2/3 presentano saldi negativi rispetto ai movimenti interni del territorio nazionale. A registrare flussi in uscita sono anche le metropoli del centro Nord tra cui Milano, Firenze, Roma e Torino. Ad attrarre gli immigrati sono i piccoli centri del Nord tra cui Trieste, Reggio Emilia, Brescia, Forlì, Bolzano, Novara, Ferrara e Trento. Fecondità. In media le immigrate mettono al mondo 2,12 figli verso i 27-28 anni, le italiane partoriscono in media 1,26 figli a 31-32 anni. A guidare la graduatoria delle province sono Mantova e Prato con poco più di tre figli per donna.

Provenienze. Aumentano gli immigrati dell’Est Europa che rappresentano il 43% degli stranieri residenti in Italia. Il primato di presenze va alla Romania che al 1° gennaio 2008 conta 625mila unità (l’87,% in più rispetto al 2007). Al secondo posto c’è un altro paese dell’Est: l’Albania con 402mila presenze. Al terzo il Marocco con 366mila immigrati. Hanno registrato elevati tassi di crescita anche la Polonia (+34%), la Moldova (+23,2%) e l’Ucraina (+10%), cui si affiancano il Bangladesh (+19,6%) e l’India (+11,6%). In futuro. Non è detto che l’Est Europa sia destinata a svolgere un ruolo di principale serbatoio dei flussi migratori. Si prevede infatti che Serbia, Montenegro, Polonia, Ucraina e Romania per il 2030 avranno una sostanziale stabilizzazione (assieme alla Cina) dei flussi. Le nazionalità destinate a crescere in modo esponenziale sono quelle latinoamericane (Ecuador e Perù), asiatiche (Filippine, Bangladesh, Pakistan, India) e africane (Senegal, Nigeria ed Egitto).

Fonte: Vita.

UE, passaporto biometrico anche per i minori


Entro sei mesi tutti i passaporti dei cittadini comunitari dovranno avere un microchip contenente foto e due impronte digitali.
19-01-2009

Soltanto i minori di 12 anni saranno esentati dall'obbligo del dato biometrico; non tanto per questione di tutela dei diritti dei bambini quanto per il fatto che al di sotto di una certa età le impronte digitali si rivelano statisticamente poco affidabili.

Tuttavia il regolamento varato dalla Comunità Europea si pone anche l'obiettivo di impedire per quanto possibile il traffico di minori, abolendo la possibilità di iscriverli sul passaporto dei genitori e stabilendo il principio "una persona, un passaporto"; il documento perciò dovrà essere rilasciato d'ora in avanti con le caratteristiche di soggettività e individualità.

Perciò, fatto salvo un congruo periodo di adattamento delle legislazioni nazionali e delle necessarie infrastrutture, il nuovo regolamento entrerà quanto prima in vigore, ma con l'osservanza e il rispetto dei "diritti stabiliti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo".

Viene inoltre istituito un osservatorio composto da esperti che dovrà studiare ulteriori garanzie alla dignità della persona in caso di difficoltà nel rilevamento; si pensi per esempio a mutilati, portatori di handicap e via dicendo; inoltre "gli identificatori biometrici dovranno essere rilevati da personale qualificato e debitamente autorizzato delle autorità nazionali competenti per il rilascio di passaporti e documenti di viaggio".

Il cammino della normativa è stato lungo e non facile; già nel 2004 il Regolamento CE 2252 fissava le norme comunitarie di sicurezza compresi i dati biometrici e le specifiche ritenute indispensabili per un valido inserimento degli stessi nei passaporti, mentre è del 2005 la possibilità di memorizzare in un microchip l'immagine del volto del titolare.

La protezione dei dati è garantita dal Basic Access Control (BAC), procedura che richiede la lettura ottica del passaporto per permettere l'apertura dell'immagine; con l'introduzione anche delle impronte digitali sul documento, la protezione dei dati è stata ulteriormente incrementata mediante l'Extended Access Control, un sistema di cifratura a chiave pubblica.

Fonte: ZEUS News

Un vrâncean şi-a făcut casa muzeu


Autor: Doina Ganea
Data: 18 ian 2009

Costică Beşa a adunat sute de obiecte de artizanat, acareturi şi costume populare vechi în locuinţa sa din satul Bârseşti. La cei 69 de ani, Costică Beşa se mândreşte că va lăsa urmaşilor un adevărat tezaur, strâns cu migală, timp de zeci de ani. Bătrânul îşi numeşte muzeul „Rădăcina Vrancei”.

Instrumentele muzicale sunt doar o mică parte a colecţiei lui nea' Costică Doina Ganea
La „Rădăcină” găseşti aproape orice, de la celebra ploscă de nuntă, până la săbii, obiecte casnice, război de ţesut, sitar, putine, dar şi costume populare din regiune. Toate au fost adunate atât de la oamenii din comună, cât şi din localităţile învecinate.

Pe unele, vechi de sute de ani şi deteriorate, le-a recondiţionat aşa cum s-a priceput. „Oamenii sunt foarte încântaţi de muzeul meu în aer liber. Mai vin şi oameni din alte localităţi şi le place foarte tare. Muzeul este în amintirea bunicilor mei şi a trecutului nostru, al vrâncenilor“, a subliniat Costică Beşa, colecţionarul din Bârseşti.

Arca lu’ Costică

Vrânceanul este trist, dar în acelaşi timp onorat, că poate adăposti mărturiile unei lumi „demult apuse”, după cum o spune chiar el.

Specialiştii etnologi i-au văzut colecţia şi au stabilit că aceasta conţine peste 1.000 de obiecte cu valoare, care acoperă mai multe domenii ale civilizaţiei tradiţionale, de la agricultură şi vânătoare, până la meşteşuguri precum olăritul şi rotăritul, dar şi datini şi obiceiuri, cum ar fi cele de Anul Nou.

Fostul muzeu a fost retrocedat

Nea’ Costică ar fi vrut ca toate cele pe care le-a adunat să stea într-un muzeu adevărat, şi nu în gospodăria lui. La un moment dat, chiar îi convinsese pe şefii comunei să-i dea un „sediu”, clădirea fostului Cămin Cultural al comunei.

Însă, după ce a fost recondiţionată pe cheltuiala comunităţii, clădirea a fost retrocedată fostului proprietar, în 2004. „Muzeograful” Beşa s-a trezit cu exponatele în stradă. O parte le-a adăpostit chiar în casa lui. „Este vorba de piesele mai de valoare pe care nu le pot expune în stradă, pentru că îmi e teamă să nu mi le fure”, a precizat ţăranul.

Cu exponatele în soare

Pe celelalte obiecte le-a dus într-o baracă improvizată, tot în gospodăria lui, iar pe altele le ţine chiar sub cerul liber. Costică Beşa este îngrijorat că acestea s-ar putea deteriora, deşi atrag privirile multora. Actualul primar promite să caute sponsori care să-i refacă muzeul.

„Îl vom ajuta să îşi construiască muzeul pe care şi-l doreşte atât de mult. Vom încerca să găsim sprijin la sponsori. Este mai greu, dar vom reuşi“, a precizat edilul Costică Hârşu.

Cântă la zece instrumente

Costică Beşa cântă la peste zece instrumente muzicale. Cobza, cimpoiul, fluierul sau ocarina nu mai prezintă nici un mister pentru el. Cu ani în urmă, Costică Beşa şi-a retezat două degete la circular, pe când lucra la miniatura unei case ţărăneşti pentru muzeul său. Un chirurg din Focşani i le-a pus însă la loc, iar acum rapsodul poate să cânte din nou la instrumentele preferate.
Sursa: Adevarul.

sabato 17 gennaio 2009

CNN: Castelul Bran, în topul celor mai frumoase zece castele din lume


Castelul Bran a fost inclus în topul celor mai frumoase zece castele medievale din lume, alături de fortificaţii din Marea Britanie, Franţa sau Germania. Autorii topului sunt jurnaliştii de la CNN, care oferă şi sfaturi de călătorie în România, pentru vizitarea castelului.

Principala atracţie în ceea ce priveşte castelul o reprezintă legătura pe care acesta o are în istorie cu figura lui Vlad Ţepeş, depsre care se spune că a inspirat personajul Dracula al lui Bram Stoker. "Conexiunile sunt vagi, dar fără îndoială turnurile sale masive au un şarm puţin înfricoşător." notează cei de la CNN. Aceştia adaugă faptul că o parte din mobila expusă la Bran a aparţinut reginei Maria, "o nepoată a reginei Victoria, care a refuzat cererea în căsătorie a viitorului rege George al V-lea al Angliei, pentru a se căsători cu regele României".

Alături de castelul Bran, topul mai include patru castele din Marea Britanie, două din Franţa şi câte unul din Germania, Danemarca şi Elveţia.

Sursa: Antena 3

Delegazione rumena visita la Puglia per promuovere accordi su commercio e cultura


L'assessore Caldarone ha accompagnato i delegati anche ad Andria in un incontro con Zaccaro

Fanno gli onori di casa vari amministratori pugliesi e l’artista e consigliere del sindaco di Bari per i rapporti con la comunità rumena, Paula Mitrache

Il 14 e 15 gennaio scorsi una delegazione di importanti personalità rumene è giunta in Puglia per verificare le prospettive di proficui accordi commerciali e culturali nell’ottica di una collaborazione italo-rumena che sembra iniziare a dare i primi concreti frutti.

Nello specifico si è trattato di una delegazione in rappresentanza del grande distretto amministrativo rumeno (Judeţ) della Prahova, una delle aree più ricche della Romania per risorse, assetto economico e potenzialità di ulteriore sviluppo. Basti pensare che con il suo milione di abitanti è la seconda area del Paese a contribuire al PIL nazionale.

Fortemente industrializzata ha i suoi punti di forza nelle saline che esportano in tutto il mondo e in una consistente attività di estrazione petrolifera, oltre che in estese aree a vocazione agricola con punte di rilievo nel campo della viticoltura; non a caso è nella Prahova che inizia la ‘strada del vino’ in quella che è l’area degli antichi ‘castri romani’. Un ruolo importante è inoltre svolto dalla locale Università, nota per essere la sede di formazione di gran parte della classe dirigente rumena.

La delegazione giunta a Bari era formata dal presidente del distretto amministrativo di Prahova, il signor Mircea Cosma, accompagnato dalla propria consorte Elena. Al seguito vi erano inoltre la signora Fabioara Ionescu, Direttore Generale del Parco Industriale di Ploiesti (capoluogo di Prahova); il signor Marin Voicu sindaco del comune di Ciorani (località ricca di attività agricole e con forti potenzialità di sviluppo nel campo dell’energia eolica); la signora Ionita Toma, presidente della Commissione budget-finanze della regione Prahova ed il signor Iuan Corneliu Dinu ministro consigliere presso l’Ufficio per la promozione commerciale-economica dell’Ambasciata di Romania con sede a Roma.

L’iniziativa di questo appuntamento, che ha visto la delegazione rumena al centro di una serie di incontri con diversi soggetti pugliesi operanti nel campo dell’economia e della cultura, è stata promossa dalla provincia di Bari nella persona dell’Assessore alle Politiche Comunitarie e al Decentramento Vincenzo Caldarone, già sindaco di Andria.

In realtà lo scopo principale dell’operazione è stato quello di stabilire un contatto esteso a livello regionale, appunto tra Prahova e regione Puglia, intese quali aree potenzialmente omologhe. Non a caso diversi sono stati gli appuntamenti in agenda con le autorità regionali pugliesi. L’intento dell’Assessore Caldarone nel sostenere l’iniziativa è stato quello di riunire e porre a confronto un gruppo di persone che fossero mosse dalla comune volontà di promuovere concretamente un sempre più stretto rapporto di collaborazione tra Italia e Romania passando attraverso l’incontro tra Puglia e Prahova, entrambre regioni ricche di risorse umane, culturali ed economiche suscettibili di una sempre maggiore valorizzazione.

A fare gli onori di casa, sin dall’arrivo in aeroporto della delegazione, è stata tra gli altri la cantante e attrice rumena Paula Mitrache, da anni residente a Bari dove presiede l’Associazione italo-rumena ‘Dacia Nicolaiana’ svolgendo, anche in qualità di consigliere del sindaco Michele Emiliano, attività di mediazione culturale a favore della numerosa comunità rumena locale. [...]

Fonte: Andria Live

Faliment în ţară, succes la Roma


Autor: Iulia Maximinian
Data: 17 ian 2009

Bucureşteanca Maria Voicu a avut puterea să treacă peste un eşec în afaceri în România şi să o ia de la capăt în Peninsulă. Compatrioata noastră a luat decizia de a veni în Italia după ce a fost nevoită să renunţe la magazinul pe care îl avea la Bucureşti din cauza neseriozităţii unui partener.

Spălătoria Mariei Voicu oferă şi servicii de uscat, călcat şi curăţat haine

Maria, în vârstă de 56 de ani, nu a plecat din România pentru că nu avea o situaţie bună, dar a pierdut mulţi bani în afaceri şi trebuia să găsescă o soluţie urgentă pentru a-i recupera.

“La 47 de ani, aveam în România un magazin şi nu eram săracă, dar parcă destinul îmi spunea: ieşi, du-te, pleacă!”, povesteşte ea.

A obţinut cu greu o viză de turist şi în mai 2000 a venit la Roma. Doi ani a îngrijit un bătrân, iar schimbarea a fost radicală. A trecut de la un mod de viaţă “liber”, la un program foarte strict. În cei doi ani a învăţat italiana, iar apoi timp de trei ani a muncit ca operatoare la un centrul de primire a fetelor străzii din localitatea Frascati.

Muncea la centru pe timp de noapte ca supraveghetor, iar ziua făcea curăţenie, pentru a câştiga un ban în plus. Fetele trebuiau să înveţe o meserie, aşa că la centru s-au adus maşini industriale de spălat haine, pe care ar fi trebuit să înveţe să le folosească. Dar le-a luat-o înainte Maria, care în scurt timp le mânuia cu abilitate. Aşa i-a încolţit în minte ideea de a deschide o spălătorie.

Susţinută de o fundaţie

Prin intermediul unei fundaţii care susţinea iniţiativele femeilor - “Fondazione Risorsa Donna” - a reuşit să obţină un împrumut cu dobândă mică pe o perioadă de cinci ani. A prezentat un proiect bine documentat şi a dovedit inspectorilor bancari că ştie exact ce are de făcut.

Experienţa acumulată în România, de când gestiona propriul magazin, i-a fost de mare ajutor. Spălătoria Mariei era după model american: maşinile funcţionau cu jetoane. Pentru Ciampino, localitate de la periferia Romei, acest gen de spălătorie era o noutate.

“Am deschis spălătoria în anul 2005 numai cu bani împrumutaţi, pe care îi plătesc în rate. Câştigurile nu apar imediat, pentru că trebuie mereu să reinvesteşti. La început, volumul de muncă era mic, iar chiria pentru spaţiu foarte mare. A trebuit să găsesc soluţii pentru a mă menţine.

Am intrat în contact cu o casă de bătrâni şi cu un hotel, care îmi oferă un venit fix pe lună. Dar asta nu m-a oprit să fac un alt împrumut pentru că între timp m-am extins”, spune Maria.

Recent, ea a deschis, chiar lângă spălătorie, un magazin cu produse destinate în special comunităţii româneşti. Deşi precedentul magazin pe care l-a deschis nu a avut succes, cu cel de-al doilea nu crede că va avea aceeaşi soartă, asta şi pentru că “în Italia oamenii sunt mult mai serioşi”.

Perseverenţa, cheia reuşitei

Maria explică de ce, în opinia sa, afacerile sale au avut succes în Italia, iar în România nu. “Cheia succesului afacerii în Italia este seriozitatea mediului şi a oamenilor”. În România, Maria a fost nevoită să renunţe la munca, efortul şi banii investiţi, din cauza partenerului de afaceri.

Cu toate acestea, nici succesul din Italia nu a venit uşor. „Munca nu se termină niciodată. După-amiaza vând la magazin, iar seara trebuie să mă ocup de documente.

Dar, numai prin muncă şi perseverenţă reuşeşti. Apoi, trebuie să fii foarte receptiv la nevoile clientului, să ai inventivitate şi ambiţie” concluzionează Maria.

Sursa: Adevarul.

Storia di un’emigrazione


ven 16 gennaio 2009 , Francesco Barritta

“La rumena”, un romanzo di Antonio Miceli edito da Meligrana
Un nuovo titolo proposto dall’editore tropeano Giuseppe Meligrana. È stato infatti dato alle stampe, negli ultimi mesi del 2008, l’ultimo lavoro di Antonio Miceli, dal titolo “La rumena”. Miceli, spilingese classe 1918, oggi vive a Sondrio. Dopo gli studi classici si laureò in Lettere all’Università di Napoli. Nel 1943 partecipò al secondo conflitto mondiale, durante il quale fu fatto prigioniero dai tedeschi fino al 1945. Rientrato in Italia potè dedicarsi, in un primo momento, all’insegnamento di materie letterarie presso vari istituti scolastici d’Italia, in seguito divenne preside. Questo autore può vantare al suo attivo la commedia in tre atti “Genesio”, pubblicata a Milano nel ‘54 dalla casa editrice Gastaldi, e “Un giorno alla volta - Diario di prigionia (1943-1945)”, edito anch’esso da Meligrana nel 2007. “La rumena” è un dramma ambientato verso al fine degli anni ‘80. I Telleri, famiglia che vive in Val Camonica, sono una famiglia che conduce una vita comune. La loro normalità, però, viene sconvolta da una eccezionale eredità: centinaia di titoli al portatore da svariati milioni di lire ciascuno. «Quello che potrebbe sembrare il lieto fine – spiega l’editore Meligrana - , si rivela per i coniugi Telleri come il preludio alle disavventure di Andrea, il loro unico figlio. Un bar losco, lo spettro della droga, le amicizie pericolose, il vizio del gioco, un amore non accettato dalla famiglia e le difficoltà scolastiche porteranno i Telleri ad allontanare il figlio da casa per mandarlo a studiare a Brescia». Ed è l’amore tra Andrea ed Erika, bellissima ragazza rumena, che il giovane Telleri conosce a Brescia, a rappresentare la storia nella storia. L’incontro complicherà ulteriormente i rapporti familiari e sentimentali tra Andrea e i familiari.
Si apre così una vicenda in cui i veri protagonisti sono le cattive allusioni, gli equivoci, le dicerie, i fraintendimenti, le parole non dette e i pregiudizi. E la figura di Erika diventa centrale nel romanzo. «La rumena – prosegue Meligrana -, giunta in Italia suo malgrado, vittima del comunismo rumeno e del suo decorso, proverà tutte le sofferenze, morali e materiali, dell’emigrazione: il traffico della prostituzione, la violenza, la clandestinità, il problema dell’accoglienza e dell’integrazione, il razzismo, la tristezza e la solitudine. Problemi che oggi, come allora, non sono affatto svaniti». Il romanzo ha dunque come tema centrale l’emigrazione, e con esso l’autore ha voluto creare un ambiente e dei personaggi attraverso i quali esprime sul caso il proprio parere. Tutto ciò non è affidato alle sole parole, ma anche alla sofferenza, che si diffonde quasi per tutta la narrazione. Attraverso percorsi tortuosi, a volte anche sacrificanti, ciascuno dei personaggi riesce a trovare la via per un riscatto.
Il libro, con il quale la giovane casa editrice tropeana inaugura la collana “Narrativa inclusa”, è da qualche giorno in vendita libreria a 9 euro, oppure, per i lettori più pigri, ordinabile direttamente sul sito www.meligranaeditore.com.
Francesco Barritta
Calabria Ora, p. 34

Fonte: Tropea News.

Menajerele românce fac carieră în filme


Autor: Elena Halcu
Data: 16 ian 2009

Dorotheea Petre (dreapta), în rolul menajerei românce din pelicula italiană „Mar Nero”

Menajera emigrantă din România a devenit un personaj care apare constant în filmele italiene. Rolul este jucat atât de către actriţe de origine română, cât şi de italience.

„Un ciclone in famiglia” ( n.r. – „Un uragan în familie”), un serial de comedie transmis pe Canale 5, a lansat-o pe actriţa Maria Bolignano în rolul bonei românce a familiei Fumagalli.

Deşi, iniţial, aceeaşi actriţă juca rolul unei bone din Ucraina, pe nume Karina, personajul a fost schimbat în bona Ramona, de origine română.

Ramona este o aristocrată din România care a ajuns să lucreze în Italia. Fostul iubit, care a obligat-o în trecut să se prostitueze, se întoarce să o ameninţe, dar totul se sfârşeşte cu bine datorită patronului pentru care lucrează.

Joacă şi roluri negative

Laura Vasiliu, cunoscuta actriţă din filmul „4,3,2”, a fost aleasă de către regizorul Francesco Munzi să joace rolul Mariei, o emigrantă româncă.

În pelicula „Il resto della notte” ( n.r. – „Ce a mai rămas din noapte”), Laura Vasiliu este menajeră în vila unei familii de italieni înstăriţi. Stăpâna casei o acuză pe nedrept de furtul unor bijuterii şi o concediază.

Românca se refugiază la fostul său iubit, Ionuţ (interpretat de Constantin Lupescu), proaspăt ieşit din puşcărie. Acesta, împreună cu fratele menajerei şi cu un italian toxicoman, pune la cale jefuirea vilei la care până nu demult Maria a lucrat.

Filmul „Marea Neagră”, inspirat din realitate

Regizorul Federico Bondi a obţinut numeroase premii la mai multe festivaluri cinematografice din Europa cu filmul său, „Mar Nero” (n.r. - Marea Neagră).

Regizorul s-a inspirat din realitate, din povestea bunicii sale care a avut o îngrijitoare româncă. Bătrâna Gemma (interpretată de Ilaria Occhini), rămasă văduvă de curând, îşi găseşte un sprijin în îngrijitoarea sa româncă, Angela.

Rolul Angelei este jucat de către Dorotheea Petre, câştigătoare a premiului Un Certain Regard pentru cea mai bună actriţă în filmul „Cum mi-am petrecut sfârşitul lumii”. Filmul se desfăşoară în jurul poveştii celor două femei singure, care devin zi după zi tot mai apropiate.

Sursa: Adevarul.