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mercoledì 28 ottobre 2015

Ladispoli - Corso di romeno 'obbligatorio'? Le precisazioni della dirigenza scolastica

22/10/2015

Il preside Agresti in conferenza stampa chiarisce definitivamente la questione che ha tenuto banco a Ladispoli (e in Italia) nelle ultime settimane

Si è svolta questa mattina la conferenza stampa indetta dalla dirigenza scolastica dell'Istituto Comprensivo Ladispoli 1, negli uffici di via Castellamare, in merito alla tanto discussa questione del corso obbligatorio di lingua e cultura romena. Alla presenza del preside Riccardo Agresti e dell'ex preside Roberto Tasciotti, si è partiti proprio dall'accezione dell'aggettivo obbligatorio, termine che secondo i dirigenti sarebbe stato male interpretato fin dall'inizio della vicenda, per chiarire diversi punti.

"In primo luogo - ha dichiarato Agresti - credo sia importante sottolineare che per l'inserimento del corso in questione non si è ricorsi a quanto stabilito dalla legge 275, che consente di sottrarre ore ad alcune materie per inserirne delle altre. Quindi il corso di lingua e cultura romena non ha tolto ore a nessun altro insegnamento. Si tratta di lezioni integrate con un collaboratore esterno, che partecipa attivamente al lavoro dell'insegnante".

"La nostra intenzione - ha proseguito il preside - è quella di intraprendere un percorso di accettazione del diverso. L'uomo ha paura di ciò che non conosce, ma non potrà mai conoscere una determinata realtà se non inizia ad interagire con essa, a capirne la lingua, la cultura, i modi, le usanze. E quindi continuerà a temerla. Sul termine obbligatorietà ci sono state incomprensioni fin dall'inizio e la questione, anche a causa dell'intervento della politica nazionale, è finita per essere strumentalizzata. Si parla di corso obbligatorio in quanto, se la scuola ritiene utile un'attività didattica e questa viene democraticamente approvata sia dall'insegnante che dalla dirigenza, rispettando le regole previste dalla legge, l'attività viene svolta. La volontà dell'insegnante è ciò che davvero conta. A chi chiede delucidazioni riguardo l'utilità effettiva del corso, rispondo che gli stessi dubbi si sarebbero potuti sollevare anche con altre lingue, come spagnolo o russo o tedesco, per fare alcuni esempi, in quanto le uniche due riconosciute come universalmente utili dall'Unione Europea sono l'inglese e il francese".

"L'insegnante - ha spiegato l'ex preside dell'Istituto, Roberto Tasciotti - ha la possibilità di scegliere fra diversi progetti di varia natura. Progetti da cui può attingere per formare il programma che più ritiene opportuno. Non esiste obbligatorietà, ma ricchezza della formazione".

"Tra l'altro - ha specificato un'insegnante - parliamo di 18 ore settimanali divise fra tre istituti diversi. In pratica circa un incontro al mese per classe".

Altra importante precisazione è quella legata al discorso temporale. "Il corso - ha continuato Tasciotti - era già stato avviato da circa quattro anni in altri istituti, già come corso integrato, attraverso le modalità che abbiamo descritto. Come corso pomeridiano, invece, aveva visto la luce anche da molto tempo prima".

"Fra le tante obiezioni sollevate - ha affermato Agresti - qualcuno ha accennato al modo in cui gli italiani venivano descritti quando ad emigrare verso altre mete eravamo noi e al trattamento che abbiamo ricevuto in altri paesi come Stati Uniti, Germania e Svizzera. Ebbene, il mio interesse è quello di essere migliore di coloro che mi hanno accolto e di accogliere il mio prossimo nel modo più giusto possibile".

C'è forse stato allora un errore di comunicazione alla base di tutta la vicenda? "Non sono un politico, il mio interesse non è quello di accontentare le piazze o apparire in un certo modo davanti all'opinione pubblica - ha concluso il preside - ma semplicemente quello di salvaguardare l'interesse dei miei alunni. Non prendo decisioni per piacere alla gente, ma per assicurare il meglio agli studenti".

Fonte: Baraonda News

1 commento:

Unknown ha detto...

I corsi di rumeno devono essere facoltativi, che siano obbligatori è assurdo!

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