de Luminita Pirvu
Miercuri, 22 octombrie 2008
Actualitate Politic
HotNews.ro va prezinta listele cu candidatii propusi de principalele partide la alegerile parlamentare din 30 noiembrie 2008. Listele PD-L sint incomplete, partidul condus de Emil Boc fiind singurul care a refuzat sa furnizeze o lista centralizata a candidatilor. Listele partiale ale PD-L au fost realizate cu ajutorul informatiilor obtinute de la Birourile Electorale Judetene si de la AGERPRES. Listele vor fi actualizate.
Candidatii PSD+PC la Senat; Candidatii PSD+PC la Camera Deputatilor
Candidatii PNL
Candidatii UDMR
Candidatii PD-L (*lista in curs de actualizare)
Cauta aici colegiul tau in functie de nume strazii (Romania)
Sursa: HotNews.ro
giovedì 23 ottobre 2008
Listele de candidati ale partidelor pentru alegerile parlamentare din 30 noiembrie 2008
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
17:28
0
commenti
Minori comunitari non accompagnati: operativo un Organismo centrale di raccordo del ministero dell’Interno
Il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno ha istituito un Organismo centrale di raccordo per la protezione dei minori comunitari non accompagnati. La nuova struttura, attiva da sabato scorso, è responsabile anche dell'accordo con la Romania per giovani in difficoltà nel nostro Paese.
E’ operativo dal 18 ottobre scorso, presso il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, l’Organismo centrale di raccordo per la protezione dei minori comunitari non accompagnati con il compito di garantire i diritti di quelli presenti sul territorio nazionale e di valutare i progetti di accoglienza e di rientro in patria.
L’Organismo è responsabile, per la parte italiana, anche dell’applicazione dell’Accordo tra il Governo della Romania ed il Governo della Repubblica Italiana, entrato in vigore il 12 ottobre 2008, per la protezione dei minori rumeni non accompagnati o in difficoltà presenti sul territorio della Repubblica Italiana.
Fonte: Ministero dell’Interno
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
17:27
0
commenti
Studiile făcute în România vor fi echivalate în Ungaria
Diplomele, certificatele de studii şi titlurile ştiinţifice acordate de instituţii de învăţământ acreditate în România şi în Ungaria vor fi recunoscute reciproc ca urmare a transpunerii în legislaţia naţională, de către ambele state, a Directivei Parlamentului European privind recunoaşterea calificărilor profesionale.
Documentul va cuprinde informaţii cu privire la condiţiile de muncă, regulile de intrare în ţară şi şederea străinilor, recunoaşterea diplomelor şi calificărilor, drepturi de asigurări şi asistenţă socială.
Sursa: NewsIn
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
17:20
0
commenti
Ubriachi pestano romeno per rapina, due arrestati a Olbia
(AGI) - Olbia, 22 ott. - Hanno seguito un romeno all'uscita di un bar e, ubriachi, dopo averlo insultato con frasi a sfondo razzista l'hanno picchiato selvaggiamente per rapinargli il cellulare e circa 150 euro. Un sassarese di 24 anni e un marocchino di 41 anni, con regolare permesso di soggiorno, sono stati arrestati nella notte attorno alle 5 dai carabinieri della compagnia di Olbia con l'accusa di rapina e lesioni gravi. I militari li hanno rintracciati nelle strade di Olbia, dopo la segnalazione di alcuni automobilisti: addosso avevano ancora soldi e telefonino sottratti alla vittima, lasciata tramortita in strada dopo il pestaggio. Trasportato d'urgenza all'ospedale di Olbia, il romeno ha riportato gravi traumi, fra cui fratture al naso e alle ossa del volto. La prognosi e' di 40 giorni. I due aggressori sono stati condotti nel carcere di Tempio Pausania a disposizione del magistrato.
Fonte: AGI
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
17:18
0
commenti
Media: arriva in Italia l'osservatorio sul razzismo
Entro la fine dell’anno sarà costituito un osservatorio indipendente per monitorare come la stampa italiana affronta il tema dell’immigrazione. Lo ha annunciato lo scorso 5 ottobre il presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), Roberto Natale, in un articolo apparso sul sito Articolo 21.
"E’ stata decisa la costituzione di un osservatorio indipendente, che verrà presentato entro la fine dell’anno, da realizzare insieme a facoltà universitarie e ad altri soggetti pubblici e privati, così da avere periodicamente un rapporto scientificamente solido per capire cosa ci sia da migliorare nella nostra informazione sul tema e mettere a confronto sui risultati i responsabili dei giornali e le organizzazioni della società italiana che sull’immigrazione operano". Con queste parole Roberto Natale, presidente della Fnsi, ha presentato il nuovo organismo che avrà il compito di monitorare il rapporto tra media e immigrazione.
La proposta segue l’adozione del Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti, noto come Carta di Roma, approvato nei mesi scorsi dall’Ordine dei Giornalisti e dal Fnsi. Nato da una proposta del portavoce italiano dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), Laura Boldrini, il documento fornisce le linee guida per produrre informazioni equilibrate ed esaustive su richiedenti asilo, rifugiati, migranti e vittime della tratta. In particolare invita i giornalisti al "rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati", ad "adottare termini giuridicamente appropriati", ad "evitare la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte" e "comportamenti superficiali e non corretti, che possano suscitare allarmi ingiustificati".
Come ha spiegato Natale nel suo articolo apparso sul sito Articolo 21, la Carta di Roma si propone di lavorare su due fronti per tradurre nella pratica di ogni giorno i principi generali di cui è portatrice. "Il primo - scrive - è quello della formazione: i temi dell’informazione sui migranti entreranno a far parte dei programmi d’esame dei futuri giornalisti e saranno oggetto di iniziative di aggiornamento professionale. L’altro è il monitoraggio dei nostri giornali" attraverso la costituzione di un osservatorio sul razzismo. Perché, aggiunge Natale, "non vogliamo che il testo rimanga nei cassetti delle nostre redazioni. Documenti professionali nobili ma ininfluenti non servono: servono azioni concrete. E’ il momento in cui le rappresentanze del giornalismo italiano devono far sentire di aver chiara la loro responsabilità sociale. Ed il lavoro del nostro osservatorio potrà forse tornare utile anche a chi, nelle istituzioni, guarda con crescente preoccupazione al rischio razzismo".
Fonte: Programma Integra.
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
17:15
0
commenti
Enar: il razzismo in Europa e in Italia negli Shadow Reports 2007
25 rapporti per raccontare il razzismo e le discriminazioni in 25 paesi europei: con gli Shadow Reports 2007 l’Enar fa il punto sullo stato del razzismo in Europa. In Italia, rispetto allo scorso anno, le discriminazioni verso migranti e minoranze sono rimaste immutate e la rappresentazione particolarmente negativa dell’immigrazione da parte dei media ha alimentato un clima di paura e insicurezza.
In Europa le minoranze etniche e religiose continuano ad essere vittime di razzismo e discriminazione. Per sopperire all’assenza di informazioni sul fenomeno a livello ufficiale e accademico, le organizzazioni non governative membri dell’Enar – European network against racism – ogni anno pubblicano i dati che provengono dalle esperienze concrete degli individui e delle comunità vittime di razzismo, fornendo la prospettiva di chi lavora a contatto con i discriminati. Con i 25 Shadow Reports 2007, le organizzazioni dell’Enar fanno il punto sullo stato del razzismo in 25 paesi europei: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
In Italia, riferisce lo Shadow Report 2007, la situazione delle discriminazioni sulla base della nazionalità, dell’origine etnica o della religione non ha presentato miglioramenti rispetto al 2006.
Le vittime del razzismo italiano sono stati i migranti, soprattutto i rumeni, e i cittadini rom e sinti, un dato che rileva un mutamento dei gruppi discriminati: non più i cittadini extra-comunitari, ma i cittadini dei paesi europei di nuova adesione. Il lavoro rimane il settore in cui si verificano il maggior numero di episodi di discriminazione: dal mancato riconoscimento dei titoli di studio acquisiti nel paese d’origine, all’inserimento dei lavoratori stranieri nei livelli contrattuali più bassi e tra la manodopera generica o di bassa qualifica, all’applicazione di condizioni di lavoro più sfavorevoli. Inoltre l’assenza di formazione e la mancata applicazione delle norme di sicurezza ha causato la crescita degli infortuni sul lavoro per i cittadini non comunitari, in controtendenza con l’andamento generale degli infortuni. Per quanto riguarda il settore abitativo si assiste ad un costante innalzamento dei prezzi delle case che ha determinato nel corso dell’anno un aumento nel numero degli sfratti per morosità. Alle difficili condizioni di vita corrisponde un deterioramento della salute degli immigrati irregolari e dei rom, cittadini questi ultimi che incontrano grandi difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari anche quando possiedono un regolare permesso di soggiorno.
Lo Shadow Report sul’Italia sottolinea inoltre che "la tendenza dei media italiani a rappresentare gli immigrati in maniera fortemente negativa e ad associare il fenomeno migratorio ai temi della sicurezza si è accentuata ed è apparsa particolarmente evidente in corrispondenza di particolari eventi avvenuti durante l’anno". "Un linciaggio mediatico" che ha determinato un clima diffuso di ostilità e xenofobia.
Shadow Report 2007 sul razzismo in Italia
Gli Shadow Reports 2007 relativi agli altri 24 paesi sono disponibili sul sito dell’Enar Fondato nel 1997, l'Enar - European network against racism - raggruppa più di 600 organizzazioni non governative impegnate nella lotta contro ogni forma di discriminazione.
Fonte: Programma Integra.
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
17:09
0
commenti
mercoledì 22 ottobre 2008
Una pagina di storia del 1918: la collaborazione romena alla guerra in Italia
UNA PAGINA DI STORIA DEL 1918: LA COLLABORAZIONE ROMENA ALLA GUERRA IN ITALIA
di Marco Baratto
Premessa
Il 4 novembre ricorre il 90° l'anniversario della fine della Grande Guerra dell'Italia, una data importante e che vorremmo anche condividere con coloro che orami risiedono nel nostro Paese. In particolar modo con la numerosa comunità romena che celebra, tra l'altro, il prossimo 1 Dicembre il 90° anniversario della proclamazione del moderno Stato di Romania. Per fare questo percorso condiviso della memoria con i nostri "fratelli latini" romeni ripercorriamo le vicende della Legione Romena d'Italia formatasi nell'Giugno del 1918.
Il massiccio afflusso di prigionieri dell'Imperial Regio Esercio Austro- Ungarico nel corso di tutto il primo conflitto mondiale pose il problema della individuazione di campi di prigionia che fossero sufficientemente distanti dalle zone di operazioni militari. Durante la prima parte del conflitto su precisa indicazione del ministero dell'Interno i prigionieri non furono assolutamente utilizzati per alcun tipo di lavoro manuale all'esterno dei campi per paura forse che l'immissione sul mercato del lavoro di una numerosa manodopera, generalmente a basso costo, potesse provocare qualche tensione sociale certamente non auspicabile. Inoltre, il celebre "colpo di Zurigo" aveva dimostrato la presenza in Italia di una rete ben sviluppata di spie - la maggioranza è bene notare reclutata tra isospettabili cittadini italiani - che aveva messo a dura prova la marina e l'esercito. Tuttavia la mancanza di mano d'opera (dovuta ai continui richiami delle classi di leva) costrinse anche l'Italia ad applicare nell'articolo 6 del Regolamento dell'Aja che ammetteva l'impiego di prigionieri in lavori esterni Nel 1916 la percentuale di prigionieri austro-ungarici di nazionalità romena presenti in Italia era assai rilevante e concentrata soprattutto nei campi del Nord Italia. Secondo le stime del Ministero della Guerra erano cosi suddivisi ben 3.600 nel campo di Mantova, 2.000 a Cavarzere, 800 rispettivamente a Ostiglia e Caravalle. Le pressanti domande per l'utilizzo di prigionieri di guerra provenirono da tutta l'Italia e in particolare richieste dai proprietari terrieri dell'intera penisola - i soldati prigionieri furono utilizzati con continuità nei lavori agricoli e in misura ridotta, anche nell'industria. Un forte necessità emerse nel territorio della provincia dell'Aquila dalla cittadina di Avezzano dove si dovette fare fronte ad una serie di necessità che richiedeva un ingente quantità di mano d'opera sia per le urgenti necessità agricole dei campi posti nel Fucino sia per la ricostruzione delle strutture viarie e civili andate distrutte dal grave sisma del 13 gennaio 1915. La risposta a questi problemi fu l'istituzione nella città Marsicana di un campo di prigionia destinato ad accogliere fino a 15.000 prigionieri e i circa 1.000 tra soldati semplici, sottufficiali e ufficiali del Regio Esercito destinati alla sorveglianza dei soldati reclusi. I prigionieri presenti ad Avezzano Avezzano appartenevano a tutte le principali nazionalità inserite nei confini della monarchia asburgica tra loro anche romeni nativi della Transilvania, del Banato e della Bucovina. Nel corso dei mesi però la componete romena nel campo di Avezzano si distinse non solo in termini quantitativi ma anche sotto il profilo dell'immagine che questi soldati avevano tra la popolazione civile. Infatti, il grande spirito di sacrificio, la maggior facilità di comunicazione rispetto a ungheresi e tedeschi unita alla dimostrazione di essere "buoni lavoratori" ingenerano una buona fama e rispetto dei romeni tra gli abitanti di Avezzano a tal punto che spontaneamente vennero creati da parte dei cittadini del centro marsicano comitati di solidarietà e assistenza riservati ai cittadini romeni e ai loro familiari rimasti in Patria. Una svolta importante per il futuro dei prigionieri romeni di Avezzano venne a seguito dallo svolgimento nella sala del Campidoglio di Roma del "Congresso delle Nazionalità Oppresse nella monarchia austro-ungarica" (27 marzo - 10 aprile 1918) nel quale i delegati romeni Draghicesco, Lupu, Deluca, Màndrescu e Mironescu riuscirono , assieme agli altri rappresentanti ottennero dal ministero della guerra italiano la possibilità di formare unità armate autonome su base nazionale, poste sotto la giurisdizione dei diversi comitati nazionali, offrerendo ai soldati di queste nuove unità lo status giuridico di alleati tra questi i delegati romeni - Il professor Mândrescu e l'ex ministro romeno in Italia, il principe Dimitrie Ghica riuscirono a fondare , il 6 giugno del 1918, con l'appoggio dei militari italiani e romeni a Cittàducale il "Comitato d'Azione dei Romeni di Transilvania, Banato e Bucovina" e grazie al diretto interessamento del Minstro della guerra italiano , Vittorio Zuppelli, una "Legione Romeni d'Italia "posta sotto i comandi del generale di brigata Luciano Ferigo e avente come sede del comando il campo di Avezzano. Dalla cittadina abruzzese il meccanismo messo a punto da Ferigo era semplice da tutti i campi di prigionia i soldati romeni venivano radunati nel centro abruzzese venivano inquadrati militarmente e forniti di tutto il necessario equipaggiamento bellico, quindi iniziava un periodo di addestramento. Non mancarono neppure momenti di svago marcati da qualche gita realizzata in località del circondario o di banchetti offerti in loro onore da municipalità locali come non mancarono casi di matrimoni tra romeni e donne del posto. Il 28 giugno 1918 la prima delle tre compagni romene inquadrate nella VIII,V IV armata italiana ricevette la "bandiera di guerra" a Ponte di Brenta (Padova) . Da quel momento la Legione Romena d'Italia poteva dirsi operativa e avrebbe combattuto distiguendosi in quella che sarebbe passata alla storia come la "la terza battaglia del Grappa" del 24 ottobre del 1918 e nella offensiva di Vittorio Veneto che portò al collasso dell'esercito austro - ungarico e alla fine la fine della guerra sul fronte italiano.
Conclusioni
Si è voluto ricordare, brevemente la storia della Legione Romena d'Italia, anche per onorare a 90 anni dalla fine della Grande Guerra quei tanti giovani romeni che hanno contribuito, anche con la loro presenza, a portare l'Italia vittoriosa alla fine della IV guerra d'indipendenza. Ma anche per sottolineare una sorta di "memoria condivisa" che unisce italiani e romeni da sempre. Oggi i tanti romeni che vivono e lavorano onestamente in Italia contribuiscono, come i loro nonni, a far crescere il nostro Paese. Nel 1918 dei romeni morirono nelle fila della "Legione Romena" per l'Italia e magari in occasione del prossimo 4 Novembre sarebbe bello coinvolgere anche la comunità romena in segno di omaggi verso i caduti di quel conflitto.
Marco Baratto, Vice Presidente Associazione "Dacia"
www.gazzettadisondrio.it - 20 X 08 - n. 29/2008, anno XI°
Fonte: La Gazzetta di Sondrio.
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
20:55
0
commenti
Marius Lacatus si-a dat demisia de la Steaua: "Am plecat din cauza declaratiilor lui Gigi Becali"
Miercuri, 22 octombrie 2008 Sport Fotbal
Marius Lacatus a plecat de la Steaua
Foto: DGP / HotNews.ro
Marius Lacatus si-a dat demisia de la Steaua. Lacatus s-a dus la resedinta lui Becali si a avut o discutie cu patronul Stelei. Laca si-a inaintat demisia iar cei doi au organizat o conferinta de presa, in care fostul antrenor al Stelei a spus clar, de fata cu patronul, ca pleaca din cauza declaratiilor sale, facute dupa meciul cu Lyon. Marius Lacatus a fost criticat dur de Gigi Becali la finalul meciului cu Lyon. Antrenorul a reactionat si in aceasta dimineata si-a strans lucrurile de la stadion si a parasit echipa. Scandalul a inceput la Steaua. Esecul incredibil cu francezii l-a scos din sarite pe patronul Stelei, care a gasit si vinovatul: Marius Lacatus. Antrenorul s-a enervat din cauza declaratiilor lui Becali si a parasit echipa.
"In urma rezultatelor negative am demisionat. Voiam sa castigam cu Lyon si nu am reusit ce mi-am popus. Lucrurile nu mergeau spre bine. In urma declaratiilor lui Gigi, nu mai era o atmosfera in care se putea face performanta. Am hotarat ca e mai bine sa ma retrag", a spus Lacatus.
"Cred ca pe Lacatus l-au suparat rau reactiile mele dupa meci. Trebuie sa fiu si eu inteles, am spus ce am spus la nervi. Nu stiu cine o sa vina antrenor la Steaua. Ce sa mai spun? Hai, gata, ca nu mai am eu chef sa comentez. Ce, a murit cineva?", a spus Becali.
Patronul Stelei l-a desfiintat pe Lacatus imediat dupa meciul cu Lyon. "Sunt amarat si suparat. Ce-a jucat Steaua? Nu mai am nicio pretentie. E numai greseala antrenorului. Atunci cand ai avantaj 2-0, ce trebuie sa mai ataci? Cum e posibil ca la acest scor sa ai doar doar patru jucatori in careul propriu? Ce sa mai stau eu acum de vorba cu Marius? Sa faca asa cum vrea el, si o sa se inece singur. Hagi nu ar fi pierdut niciodata acest meci", a spus Becali la Sport.ro.
Ce ii imputa Becali lui Lacatus:
- folosirea lui Semedo si a lui Arthuro
- stilul prea ofensiv al echipei dupa avantajul luat in primele zece minute si la pauza
- forma slaba aratata de Steaua in campionat
- pierderea calificarii in primavara europeana
- esecurile pe linie in Liga Campionilor
Sursa: HotNews.ro
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
20:53
0
commenti
Canicattì, ragazzo romeno aggredito da cinque italiani
CRONACA
Il giovane, pestato a sangue, è in prognosi riservata
E' sembrata una spedizione punitiva, non si esclude il movente razzista
di FABIO RUSSELLO
AGRIGENTO - Un ragazzo di nazionalità romena è stato aggredito e ridotto in gravi condizioni da cinque giovani italiani. L'aggressione è avvenuta a Canicattì, grosso centro a 30 chilometri da Agrigento, in via Carlo Alberto. Non è ancora chiaro qual è il movente della selvaggia aggressione e la Polizia, che sta conducendo le indagini sulla vicenda, non ha escluso che possa trattarsi di una spedizione punitiva a sfondo razzista.
Il ragazzo, Viorel Ionite di 19 anni si trova ora ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Barone Lombardo di Canicattì e presenta un trauma cranico e diverse fratture al viso. Ad aggredirlo, secondo il racconto di alcuni testimoni, sarebbero stati cinque giovani italiani che giunti sul posto, e senza dire una parola, avrebbero cominciato a picchiarlo selvaggiamente.
È probabile dunque che tra il ragazzo immigrato e i cinque canicattinesi vi sia stato un alterco in precedenza. All'arrivo dell'ambulanza e dei poliziotti il giovane romeno era ancora cosciente ma non ha saputo dare indicazioni utili per le indagini. Il romeno, al momento dell'aggressione, era in compagnia di due ragazze romene (nella zona c'è una forte comunità romena di 4-5mila persone) che comunque, secondo il loro racconto, si trovavano con lui per caso.
(21 ottobre 2008)
Fonte: La Repubblica
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
20:51
0
commenti
Un tanar roman a fost batut cu ferocitate de un grup de tineri italieni in Sicilia
ACTUALITATE
Corespondenta din Italia
de Miruna Cajvaneanu
Marţi, 21 octombrie 2008
Actualitate Diasporă
Viorel Ionite, 19 ani, a fost batut cu ferocitate de catre un grup de tineri italieni in Sicilia. Dupa o zi in coma, el se afla in continuare, marti, in stare foarte grava la spitalul din Canicatti, langa Agrigento. HotNews a luat legatura cu parintele Pavel Matyas, care se afla alaturi de Viorel si a dorit sa vorbeasca despre starea in care se afla tanarul si despre modul barbar in care a fost stalcit in bataie. Parintele Pavel, parohul comunitatii de romani din Canicatti, face in acelasi timp un apel disperat catre autoritatile italiene si romanesti pentru ca drama tanarului sa nu treaca neobservata si nepedepsita.
Viorel a fost atacat luni, 20 octombrie, de catre un grup de tineri sicilieni, in timp ce se afla la o serbare a orasului, "La fiera del Rosario". Era in compania a doua rude, doua tinere de 13 si 15 ani. Conform unei prime reconstituiri facuta de politie, ar fi avut loc o altercatie verbala intre roman si grupul de italieni. Dupa care, cei din urma ar fi inceput sa-l loveasca pe roman, pana cand l-au lasat pe asfalt, plin de sange. Viorel a mai apucat sa spuna politistilor ca agresorii sai erau 5-7 tineri italieni, apoi si-a pierdut cunostinta.
Tanarul roman a ajuns in spital in stare de inconstienta, cu un grav traumatism cranian si numeroase fracturi la nivelul fetei. Imediat dupa internare, Viorel a intrat in coma. Presa din Peninsula anuntase deja ca romanul e pe moarte. Dar dimineata, tanarul a intredeschis ochii, iar seara a iesit din coma. La capatai i-au stat mereu mama si preotul Pavel, caruia i-a povestit cum a fost batut.
Rep.: In ce conditii se afla acum Viorel si ce s-a intamplat ieri seara (luni, 20 octombrie - n. red.)?
Parintele Pavel Matyas: Tocmai vin de la spital, unde am vorbit cu Viorel. Nu il mai recunosti. Este negru din cauza vanatailor, e total desfigurat, pare un monstru. Mi–a povestit ca ieri a mers la "fiera" ( serbare) impreuna cu doua verisoare, doua fete de 13 si 15 ani. Era in jur de ora 19. A trecut pe langa ei o gasca de tineri, cam intre 14 si 17 ani. Baietii din gasca au inceput sa se uite insistent la fata de 13 ani, iar fata i s-a plans lui Viorel. Apoi tinerii au urmarit grupul de romani pana pe o strada laturalnica si intunecata. Aici l-au nenorocit. Pumni, suturi, lovituri peste tot, pana bietul baiat a cazut. Acum vorbeste, dar de multe ori pierde sirul vorbelor. Nu este perfect lucid. L-au distrus. El a mai avut o operatie la cap, exact in acelasi loc unde a fost lovit ieri.
Rep.: Ce fel de baiat este?
Viorel este un baiat cuminte si muncitor, un baiat minunat. A ramas orfan acum cativa ani, cand i-a murit tatal, tot aici in Italia. Acum traieste cu mama sa si cei sase frati. O familie linistita, cred de origine roma. Muncesc toti cum pot si vin mereu la biserica. Sunt oameni extraordinari. Intotdeauna linistiti, nu au avut necazuri cu nimeni. Saraci si simpli, dar muncitori. Viorel lucra la piata de fructe, cara lazi de dimineata pana seara.
Rep.: Politia ce a facut pana acum? I-a prins pe agresori?
(Parintelui ii tremura vocea de mahnire) Am auzit ca ar fi prins doar pe unul dintre ei. Azi au venit politistii la spital sa-i puna cateva intrebari lui Viorel. Medicul le-a spus: lasati, nu-i mai puneti intrebari acum, ca maine ii dam drumul. Eu am incremenit. Cum sa-l lase sa plece din spital in halul acesta? Baiatul a fost o zi in coma! Mi-e frica sa nu sa se fi facut presiuni asupra medicilor.
Trei dintre baietii care l-au batut pe Viorel fac parte din familii foarte bune. Eu am unele banuieli, vreau sa se faca drepatate. Azi am sunat la ziare si posturile de televiziune de aici pentru a se face cunoscut cazul lui Viorel. Am sunat si la Consulatul Romaniei la Roma. Mi-e frica sa nu fie scos din spital si sa ramana cu sechele pe viata, asa cum s-a intamplat acum ceva timp cu un baiat din Maroc, si el batut mar. De aceea am contactat un avocat si l-am pus in legatura cu mama baiatului.
In primul rand, vom cere o alta expertiza medicala, care sa arate ca in starea sa, Viorel nu poate parasi spitalul. Mi-e frica de urmari: adica agresorii, fiind minori, sa fie eliberati cu obligatia de a ramane la domiciliu. Ei trebuie sa plateasca pentru ca au nenorocit un baiat de 19 ani!
Anchetatorii nu exclud o pista rasista…
Nu stiu ce sa cred. Viorel are un ten mai inchis, asemenea sicilienilor. Nu stiu daca si-au dat seama ca e roman. Doar atunci cand a vorbit cu fetele poate au inteles ca nu e sicilian. Acum catva timp, la serbarile orasului, tot dispareau portofele. Toti ziceau ca le-au furat romanii. Apoi a iesit la iveala ca hotii erau toti italieni! Romanii de aici sunt, in marea lor majoritate, linistiti si muncitori. Am spus mereu ca nu e drept sa ni se puna eticheta de delincventi, doar pentru ca s-au intamplat niste lucruri reprobabile!
In Canicatti traieste o comunitate numeroasa de romani, sunt peste 4000. Ce zic romanii de ceea ce i s-a intamplat lui Viorel?
Toti sunt scandalizati! Familia e nenorocita. Azi ne-am rugat cu totii, am facut o slujba pentru el si am cerut ocrotirea Maicii Domnului. Maine dimineata ma intorc la spital sa stau alaturi de el si de familia lui.
HotNews a contactat spitalul si politia din Canicatti in seara zilei de marti, 21 octombrie. Ni s-a raspuns ca nu putem avea detalii in legatura cu situatia lui Viorel, pentru ca nu sunt prezenti reprezentantii institutiilor respective. Am fost invitati sa revenim in cursul zilelor urmatoare.
Sursa: HotNews.ro
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
20:48
0
commenti