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sabato 6 giugno 2015

Comunali. Alle urne solo 20 mila immigrati, quasi tutti romeni

 Scarsa partecipazione dei cittadini comunitari alle elezioni locali. Tra burocrazia, disinformazione e disinteresse, il diritto di voto resta sulla carta

 Roma - 3 giugno 2015 - Quasi 20 mila immigrati, domenica scorsa, sono andati alle urne per scegliere sindaci e consiglieri degli oltre 700 comuni che hanno rinnovato le loro amministrazioni. Tutti cittadini di Paesi dell’Unione Europea, Romania in testa, gli unici che per la legge italiana possono votare alle elezioni locali.

 La Direzione Centrale per i Servizi Elettorali del ministero dell’Interno ha contato 18.525 comunitari iscritti alle liste elettorali aggiunte, soprattutto donne (11.372). L’iscrizione, che non è automatica ma avviene su domanda dell’interessato, è un passaggio indispensabile per avere il diritto di voto attivo e passivo ed è un ostacolo burocratico che scoraggia molti.

La parte del leone l’hanno fatta i cittadini romeni, con oltre 13 mila elettori, il 70% del totale, un dato che rispecchia il primato della più numerosa comunità immigrata in Italia. E hanno staccato, di molto, gli altri comunitari che si sono aggiudicati il podio: cittadini bulgari (circa 1300, il 7%) e polacchi (circa 200, il 6%). Ultimi i ciprioti, appena quattro al voto, lo 0,02%, ma la comunità è davvero piccolissima.

 Ventimila elettori immigrati vi sembrano tanti? Non lo sono. Basti pensare che rappresentano appena lo 0.3% del corpo elettorale delle ultime Comunali. Il dato stride con la percentuale di residenti comunitari sulla popolazione in Italia, che supera il 2%.

Pur potendo, quindi, pochi hanno scelto di votare. Il diritto di voto attivo e passivo esiste quasi solo sulla carta. Come metterlo davvero in pratica: iscrizione automatica alle liste aggiunte, più informazione e campagne elettorali che parlano "agli" immigrati e non solo "di" immigrati potrebbero essere strumenti utili. Se ne riparla, come sempre, alle prossime elezioni...

  Fonte: Stranieri in Italia

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