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martedì 8 settembre 2015

A Enna apre a sorpresa facoltà di Medicina romena. E riesplode la polemica sui test

L'accordo con l'università "Dunarea" sottoscritto dalla fondazione Proserpina guidata dall'ex senatore Pd Vladimiro Crisafulli. Le associazioni di docenti e studenti tornano a premere sul governo: "Il numero chiuso è un fallimento"

di CINZIA GUBBINI
31 agosto 2015

A Enna apre a sorpresa facoltà di Medicina romena. E riesplode la polemica sui test"Il numero chiuso per le Università è un fallimento, si gioca con la vita di migliaia di ragazzi. E' necessario avviare sistemi di tutorato e orientamento e abbandonare immediatamente i test di ingresso". Lo ribadisce in una nota l'Associazione nazionale dei docenti universitari. Una protesta che torna a montare dopo la notizia che a Enna, in Sicilia, aprirà una facoltà di Medicina dell'Università romena "Dunarea de Jo" di Galati.

Si è sparsa la voce che questa nuova facoltà (con posti limitati) non avrà test di ingresso, anche se le cose sono in realtà più complicate. Tanto è bastato, però, per riaccendere la protesta sui numeri programmati, in particolare per i corsi relativi alle professioni mediche ogni anno presi letteralmente d'assalto. Il prossimo 8 settembre si terranno quelli per l'ingresso alle facoltà di Medicina e Odontoiatria italiane. Nonostante quest'anno ci siano stati 4mila iscritti in meno, i numeri sono comunque sproporzionati: ci proveranno in 60.639 per 9.513 posti disponibili a Medicina e 792 a Odontoiatria.

Le alternative. Sui blog e siti di studenti è caccia al "piano B" per le migliaia di persone che rimarranno fuori. Due le possibili alternative: emigrare all'estero, iscriversi a una facoltà statale e poi tentare il rientro in Italia. Oppure iscriversi a una facoltà simile e poi tentare il grande salto.

Trasferirsi all'estero è una strada abbastanza battuta, anche se i numeri di questa silenziosa emigrazione non sono chiari. Note però le mete: le più gettonate sono Romania, Albania e Spagna. Si tratta tuttavia di una scommessa piena di incognite: prima di tutto anche in queste facoltà ci sono spesso dei test di ingresso. I posti disponibili però sono più numerosi. Il problema è che a volte le date coincidono, o quasi, con quelle italiane. Un esempio: l'iscrizione al test dell'Università cattolica di Tirana scade il 19 settembre, quando ancora non saranno note le "classifiche" delle Università italiane. Una volta concluso il primo anno, inoltre, non è automatico ottenere il passaggio in una facoltà di Medicina italiana.

A questo proposito l'Unione degli universitari ricorda: "Negli anni è sempre risultato molto difficile fare il passaggio da un corso di studi estero (perché di questo si tratta) a uno italiano, convalidare le materie e principalmente fare in modo che il proprio titolo di studi sia poi spendibile in territorio italiano". L'altra strada è iscriversi a una facoltà diversa ma affine e poi chiedere il passaggio a Medicina. Le "classiche" facoltà sorelle, con molti esami in comune, sono Farmacia, Scienze Biologiche, Biotecnologie. Ma anche in questo caso la frontiera è presidiata: bisogna comunque passare il test di ingresso nel nuovo anno accademico. In quanto ai riconoscimenti degli esami sostenuti, ogni ateneo ha le sue regole.

L'università romena in Sicilia. La novità di quest'anno è che a Enna, in Sicilia, apre una succursale dell'università rumena "Dunarea de Jos" di Galati. Due i corsi di laurea: "Medicina e Farmacia" e "Professioni infermieristiche". Per ciascuno ci sono in palio 60 posti. Moltissime le proteste da parte delle organizzazioni studentesche, perché pare che sarà possibile iscriversi senza superare un test di ingresso e che le tasse saranno proibitive: circa 9 mila euro l'anno.

La prima informazione è sbagliata, la seconda giusta. Lo assicura Vladimiro Crisafulli, ex senatore Pd, attuale coordinatore del partito nella provincia di Enna nonché amministratore delegato della Fondazione Proserpina. E' lui che ha trovato il contatto con l'università romena e ha lavorato perché sbarcasse in Sicilia: "Non capisco le polemiche - dice - si tratta solo di una offerta formativa in più. E comunque ho sentito dire molte inesattezze: il test di ingresso ci sarà, eccome. Gli studenti inoltre dovranno sostenere un esame di lingua, perché i corsi saranno tenuti in romeno, da professori romeni: a fine settembre partirà un corso full immersion di lingua romena, alla fine della quale ci sarà un esame. Per il resto è una facoltà seria, riconosciuta in Italia, mi aspetto che avremo le iscrizioni di chi spesso sceglie di trasferirsi in Romania: ora basterà venire a Enna. I costi ci sono - dice Crisafulli - la retta sarà di circa 9 mila euro. Decisamente minori, però, rispetto al trasferimento all'estero".

I ragazzi che sceglieranno di tentare la "via romena" in salsa siciliana, inoltre, dovranno anche pagarsi il corso di lingua - circa mille euro - e impegnarsi a non cambiare facoltà per almeno due anni. "Si gioca con la vita dei ragazzi". "Le Organizzazioni universitarie hanno sempre ritenuto che sia imprescindibile l'abolizione del numero chiuso per tutti i corsi di laurea - scrive l'Associazione nazionale dei docenti universitari - che sia necessario l'avvio di efficaci sistemi di orientamento e tutorato e che si debba immediatamente abbandonare il sistema dei test d'ingresso, una lotteria che ha fatto dipendere il futuro di tanti giovani da prove inaffidabili, le cui regole peraltro sono cambiate continuamente. Un'inutile violenza contro migliaia di ragazzi e le loro famiglie".

Durissimi anche gli studenti: l'Udu la definisce la vicenda di Enna una "provocazione". "Un plauso va certamente fatto alla coerenza degli uomini di governo, dopo la presa di posizione in favore del numero chiuso da parte del sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone decidono poi di presenziare all'apertura di questa nuova facoltà con il nuovo assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi. Provino a chiarirsi le idee e chiarirle a tutti noi", scrivono in una nota. Ostile al progetto anche Link: "Si permette di aggirare la lotteria dei test di ingresso con il pagamento di una retta salatissima.

Ad una selezione ingiusta perché basata su un test a crocette si sostituisce una, ancora peggiore, selezione di carattere economico" dice Vincenzo Marte di Link Palermo. "Il Ministero ignorando per anni la frustrazione e le aspirazione di migliaia di studenti ha lasciato spazio all'iniziativa della fondazione privata "Proserpina", che aggirando la normativa vigente, di fatto mette sul mercato la possibilità di accesso alla formazione Medica", l'opinione del coordinatore nazionale Alberto Campailla.

Fonte: La Repubblica


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