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domenica 5 maggio 2019

Concorso Specializzazioni mediche. Fnomceo a Bussetti: “Ammettere i medici stranieri con autocertificazione lingua”


Il presidente dell’Ordine dei medici scrive al Ministro dell’Istruzione in riferimento al bando di ammissione dei medici alle Scuole di specializzazione l’anno accademico 2018/2019 in cui si prevede che i medici stranieri debbano possedere una certificazione di livello C1 attestante la conoscenza della lingua italiana. “Prevedere la possibilità di autocertificare per evitare uno sbarramento preventivo”. LA LETTERA

03 MAG - “Ammettere i medici stranieri alle scuole di specializzazione con un’autocertificazione del titolo attestante la conoscenza della lingua italiana, per richiedere l’attestato - a pena di decadenza - solo ai vincitori” È quanto propone la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), per voce del suo presidente, Filippo Anelli, che ha scritto oggi un appello al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.

Il presidente Fnomceo si riferisce alla previsione dell’art 4 commi 3 e 4 che tra i requisiti ammissione prevede per gli stranieri comunitari medici oppure non comunitari regolarmente soggiornanti in possesso del diploma di laurea e di abilitazione, il possesso al momento della presentazione della domanda di partecipazione di “una certificazione di lingua italiana attestante la conoscenza della lingua italiana corrispondente al livello C1 del Quadro comune europeo di riferimento delle lingue QCER, rilasciata da enti certificatori accreditati appartenenti al sistema di certificazione unificato CLIQ “; enti identificati nel decreto.

In questo senso la Fnomceo propone che “il medico che presenta la domanda di partecipazione al bando potrebbe, in prima fase, autocertificare il possesso dell’attestato di lingua e solo successivamente laddove risultasse vincitore produrre, pena la decadenza, la certificazione richiesta”

“In tal modo – rileva Anelli - si potrebbe evitare che le previsioni attualmente contenute nel bando e sopra esposte, i cui termini di presentazione sono fissati al 21 maggio p.v., si trasformino in uno sbarramento preventivo, vissuto dai giovani colleghi come uno sbarramento aprioristico, finalizzato esclusivamente a circoscriverli, all’interno di una categoria professionale con minori possibilità di accesso rispetto ai colleghi di lingua madre italiana. Tutto ciò varrebbe maggiormente per i giovani colleghi già dotati di regolare permesso di soggiorno e quindi già da tempo inseriti nel contesto territoriale italiano”.

03 maggio 2019

Fonte: Quotidiano Sanità

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