170 anni fa nasceva Gheorghe Cârțan conosciuto con il nome di Badea Cârțan , un pastore , un uomo mite che amava le tradizioni della campagna, come solo il popolo romeno , ancora oggi riesce a trasmettere . Durante i lunghi invieni trascorsi assieme alle pecore imparò a leggere e scrivere . E il suo primo libro di cui venne in possesso fu la "Storia di Roma" di Tito Livo, tradotta in romeno e pubblicata a Blaj. Nel 1870 fu chiamato alle armi nell'esercito imperiale ma disertò e si rifugiò nel Principato di Romania dove nel 1877 si arruolò volontario nell'esercito romeno per la guerra d'indipendenza romena . Nel 1878 rientrò in Transilvania e scoprendo di essere stato dichiarato disertore si presentò volontariamente al distretto di Făgăraş, dove venne immediatamente arruolato nell'esercito imperiale fino al 1881 anno del suo congedo. Negli anni successivi fu sempre uno sterno difensore della cultura romena in terra di Transilvania nonché sostenitore della sua unione ai romeni del "vecchio regno". Il suo amore per la propria cultura e la propria terra lo spinse il 3 gennaio 1896 ad iniziare un lungo viaggio verso l'Italia , portando con se solo un pugno di terra . Dopo quasi quaranta giorni di cammino, passò una intera notte sotto la colonna traiana e venne scoperto da un gruppo di militari presenti la mattina dopo. La sua presenza e il racconto della sua impresa lo fecero divenire una celebrità. Il 12 ottobre 1899 si svolsero grandi eventi all'insegna dell'amicizia italo romena e Badea Cârțan portò una grossa corona di fiori alla base della colonna traiana . Quest'anno in occasione del 170° anniversario della nascita di questo contadino romeno che volle recarsi a Roma, e a 120 anni dalla grande manifestazione di amicizia italo romena svoltasi proprio alla presenza di quel transilvano viaggiatore si procedesse al ricordo di questo personaggio magari con la simbolica intitolazione di uno spazio antistante alla colonna traiana. Simbolo sì di una vittoria militare ma che oggi celebra, più di tutte le radici comuni di due popoli.
Dott Marco Baratto
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