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La giornalista romena al presidio |
VARESE, 15 gennaio 2013- Ora anche la stampa romena si occupa della triste e in qualche modo commovente vicenda dei 4 autisti romeni dipendenti( o meglio ex considerato che da ieri nei loro confronti è scattato il procedimento di licenziamento) della ditta Maggi di Clivio. Una storia, una vertenza, iniziata da quasi due settimane in presidio permanente nei pressi della prefettura di Varese, con tanto di sciopero della fame.
Interesse dimostrato dalla stampa romena grazie al nostro giornale che sta seguendo la vicenda fin dal primo giorno “Ci era giunta voce di questa storia poi, digitando sui motori di ricerca in internet, abbiamo letto tutti i vostri articoli così ben dettagliati” , così Larisa Axinia giornalista romena che lavora da 12 anni come corrispondente dall’Italia (vive a Milano) per le emittenti televisive Antena 1 e Antena 3, molto seguite in Romania ” A volte sono più visti anche dei canali nazionali e questa vicenda purtroppo merita questa ribalta: nazionale appunto”, aggiunge la collega Larisa la quale, una volta giunta al presidio di Piazza Libertà, si è messa subito all’opera intervistando i 4 scioperanti ora davvero provati sia per il freddo intenso che per la fame. ” Sono davvero messi male, con questo freddo poi”, confessa Larisa.
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La giornalista romena Larisa Axinia durante le interviste |
La giornalista romena in chiusura ha poi voluto intervistare pure il nostro direttore Gianni Beraldo,che ha raccontato brevemente come il nostro sia stato l’unico giornale che ha seguito e supportato ( e continuerà a farlo…) non solo moralmente, queste quattro bravissime persone che chiedono solo di essere ascoltati dalle istituzioni, ma soprattutto dai titolari della ditta Maggi che a loro in fondo deve parecchi quattrini visto che lo sciopero verte proprio sul fatto che i quattro autisti non hanno ricevuto alcuni stipendi arretrati così come neppure la tredicesima.
Per tutta risposta invece, nonostante un primo intervento del prefetto Zanzi, la ditta ha pensato bene di liquidarli sì, ma licenziandoli senza dar loro quanto dovuto.
G.B.
Fonte: Varese7Press
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