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domenica 26 maggio 2013

Vive in auto, senza un euro: tenta di darsi fuoco sotto il municipio

Valentina Bartos, romena, è stata bloccata da un suo amico e da un carabiniere. Sfrattata, da mesi è costretta a vivere in auto

di Roberto Morello

MONTAGNANA. Ha tentato di darsi fuoco sotto la loggia del municipio. L’ha fermata un amico, quando già si era cosparsa gli indumenti di liquido infiammabile e aveva già in mano l’accendino. Valentina, ovvero Valerica Bartos, 45 anni, rumena, era disperata perchè dall’agosto scorso, dopo lo sfratto, è costretta a vivere in macchina, spostandosi continuamente, dal Palù al Frassine. Un inverno infinito trascorso in auto, per una donna non è il massimo. Sopratutto se è senza un euro.

Valentina aveva aperto un bar nel Veronese, ma le cose le sono andate male. Così la donna ieri mattina, dopo una discussione all'Ufficio anagrafe su un certificato di residenza, ha messo in atto un proposito che meditava da tempo.

All'ingresso di Palazzo Sanmicheli, si è cosparsa da capo a piedi di un liquido infiammabile contenuto in una bottiglia di plastica, minacciando di darsi fuoco con un grande accendino. Erano circa le 10,20. Allertati da una telefonata, i carabinieri della stazione di Montagnana si sono precipitati sul posto e da lì hanno chiamato un'ambulanza dell'Usl 17. Hanno tentato di calmare la donna, ma nessuno osava avvicinarsi, nè i militari dell’Arma, nè gli agenti della polizia locale che avevano portato con sè anche un estintore.

A rompere gli indugi è stato un amico della donna, Valentino Salandin, che si è avventato d’istinto su di lei seguito immediatamente da un carabiniere in borghese: hanno “disarmato” la donna. Poi l’hanno condotta nell'ufficio della polizia locale, dove Valentina ha voluto vedere il sindaco, il vice e l'assessore alla Sicurezza. Poi è stata portata all’ospedale di Monselice e ricoverata nel reparto di Psichiatria per accertamenti. Resterà sotto osservazione fino a lunedì prossimo.

Valentina ha affermato: «Sono stata più volte in Comune, dal sindaco e dall'assistente sociale, avevo già portato le carte dello sfratto e la dichiarazione Isee ,ma mi hanno chiesto di portarle ancora una volta. Mi sento presa in giro, si rimpallano le responsabilità l'una con l'altro. L'assistente dice che è un dipendente e che decide tutto il sindaco, mi reco dal sindaco e mi dice che devo portare le carte. Voglio un alloggio permanente, un tetto sopra la testa. Giovedì mattina sono stata dal vicesindaco e dall'assessore alla Sicurezza che vedevo per la prima volta. Mi hanno proposto di soggiornare dieci giorni in Ostello e che il Comune mi avrebbe pagato solo quello. Mi hanno detto anche che non ci sono alloggi liberi o agibili. Ma io so che invece nei condomini del quartiere Facchini ce ne sono. Le porte sono murate perché non vi entrino gli abusivi».

Ecco la versione del vicesindaco Claudio Arzenton e dell'assessore alla Sicurezza Andrea Draghi. «La rumena l'abbiamo vista per la prima volta giovedì» dicono i due «Ha anche una domanda di trasferimento al Comune di Verona in corso. La sua è una residenza nel limbo. Le abbiamo proposto di soggiornare una decina di giorni in Ostello, ma si è rifiutata. Ha detto di avere un lavoro a Legnago per 300 euro. L’abbiamo consigliata di recarvisi in treno o in bus e semmai di trovarsi un alloggio là. Avremmo seguito comunque il suo caso. Solo che gesti del genere non portano a nulla». Insomma, una vicenda triste e complicata. Difficile da affrontare. Con qualche lato oscuro da chiarire. Una cosa è certa: Valentina, madre di un ragazzo di 25 anni che vive in Romania, è una donna disperata.

12 maggio 2013

Fonte: Il Mattino di Padova

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