La comunità romena si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza dal paese natale.
Informazioni utili per i romeni che vivono in Italia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e divenire cittadini attivi.

Comunitatea Românească în Italia

Locul unde comunitatea românească se regăsește zilnic în știri, noutăți, mărturii, informații și sfaturi, pentru a nu uita rădăcinile și a trăi mai bine departe de țara natală. Informații utile pentru românii care trăiesc în Italia, despre oportunitățile pe care le oferă realitatea din jur și pentru a deveni cetățeni activi.

Bun găsit pe site! Benvenuto!

Comentează articolele publicate! Commenta gli articoli pubblicati!

sabato 28 dicembre 2013

A Tolmezzo offesi l’arbitro di origine romena e il Muggia, ad Azzano Decimo preso di mira il Kras

Discriminazione territoriale anche tra i dilettanti

TRIESTE. Sabato 23 e domenica 24 novembre: date da segnare sul calendario del calcio dilettantistico regionale, date in cui si disputavano due gare della dodicesima d’andata dell’Eccellenza, Azzanese-Kras e Tolmezzo Carnia-Muggia., su cui si è espresso il giudice sportivo, rimandando la prima per ulteriori accertamenti alla Procura federale e deliberando sulla seconda, condannando i carnici a disputare una gara senza pubblico, pena sospesa dalla condizionale per un anno.

Il motivo, le offese, nel primo caso, alla formazione di Repen, nel secondo all’arbitro, nato in Romania, ed alla formazione muggesana. Per entrambe, scatta la discriminazione etnica, con le conseguenze del caso, secondo le norme introdotte quest’anno: Tolmezzo avvisato che, se si dovesse ripetere la situazione entro un anno, scatterà la pena, per giunta raddoppiata per l’ulteriore infrazione.

«Purtroppo – commenta il presidente regionale Gianni Toffoletto – abbiamo vissuto un caso analogo nel campionato carnico e più che la giustizia sportiva, ovviamente importante, è preoccupante quel che può succedere dopo, con la giustizia ordinaria. Le società possono far prevenzione, ma non correre dietro a tutti i tifosi a tappare le bocche. Sono situazioni che avviliscono e alla fine pagano sempre le società».

È l’arbitro, in definitiva, che nel suo rapporto segnala gli episodi di intemperanza del pubblico e, di conseguenza, il Giudice deve applicare i regolamenti: il direttore di gara, al limite, potrebbe anche sospendere la partita se non dovesse sentirsi – a seguito di ingiurie e minacce – psicologicamente nella condizione di continuare ad arbitrare, cosa che non è successa nei due casi in questione con i fischietti, anzi, tranquillissimi nel dirigere le gare. L’arbitro, per antonomasia, deve avere la vista acuta ma, da qualche tempo, ha affinato anche l’udito a leggere settimanalmente le decisioni del giudice sportivo: tantissime le multe comminate alle società per le intemperanze dei tifosi che, sui campi dilettantistici, sono udibili, individuabili e probabilmente conosciuti.

La tiratina d’orecchi, visto che di udito si parla, agli arbitri in generale però non la risparmiamo: se è giustissimo riferire le offese dei tifosi, sarebbe logico sentire altrettanto bene quello che, quasi sempre, si percepisce in tribuna dal campo: parolacce, “vaffa”, proteste plateali che spesso i fischietti fanno finta di non sentire, fino alle bestemmie che dovrebbero esser punite con l’espulsione e due giornate di squalifica.

Guerrino Bernardis
07 dicembre 2013

Fonte: Il Piccolo

Nessun commento:

Posta un commento