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sabato 6 dicembre 2014

Da San Nicola a Natale: le tradizioni care ai romeni in Italia

Concerti, balli, costumi, ricette, santi e tradizioni che vengono dalla Romania saranno di casa anche in Italia e in particolare nel Lazio, dove la comunità romena è molto radicata e presente. A cominciare dalla festa di San Nicola, il “Vecchio Nicola”, che cade il 6 dicembre, che i bambini romeni che vivono in Italia aspettano come e più di Babbo Natale.

Tradizioni che la diaspora romena in Italia, circa 1,5 milioni di persone, porta avanti nel costante lavoro di integrazione con l’aiuto anche dell’ambasciata romena in Italia.

 “Una volta all’anno nei romeni che abitano in Italia cresce una nostalgia che nemmeno le meraviglie di questo Paese riescono a placare: sono le tradizioni collegate alle feste invernali romene – ha spiegato l’Ambasciatore romeno in Italia Dana Constantinescu – Se per i romeni che abitano nelle regioni del Nord, il cui meteo si avvicina di più al clima romeno, le cose sono più facili, per quelli che abitano a Centro e al Sud, la nostalgia è un nemico temibile. Ecco spiegata la ragione per cui i romeni del Lazio ci tengono ad ogni costo a ricreare queste atmosfere con ogni mezzo, malgrado l’ambiente mediterraneo, così contrastante”.

 E in questa direzione vanno gli eventi in calendario nel Lazio organizzate anche grazie alle associazioni di romeni, alla chiesa ortodossa e alle scuole italiane che organizzano i corsi LCCR, “ambienti nei quali le tradizioni degli inverni romeni sono perpetuate da un anno all’altro, da una generazione all’altra”. E per i bambini il “Vecchio Nicola” o la Befana “sono quelli che, nell’immaginario, premiano o meno i loro comportamenti. Certo, assieme all’aumentare della prosperità ed agli stimoli del consumismo, il ‘Vecchio’ diventa sempre più generoso”, ha aggiunto l’Ambasciatore annunciando uno dei tanti eventi realizzati dalla sede diplomatica romena in Italia: una giornata di Porte Aperte presso l’Ambasciata di Romania a Roma il 18 dicembre “quando romeni ed italiani potranno venire a cantare o ascoltare i canti tradizionali e apprezzare la bellezza dei costumi nazionali romeni”.

 Altri eventi con tradizioni natalizie per i romeni che vivono nella Regione Lazio si svolgeranno il 7 dicembre dalle 11:00 nella piazza del mercato a Villanova di Guidonia, il 10 dicembre una decina dei romeni parteciperà all’udienza di Papa Francesco per presentare i costumi nazionali e le tradizioni del Paese, il 14 dicembre, dalle 17:00 alla chiesa di San Vitale (via Nazionale, Roma) si svolgeranno concerti e balli tipici, il 21 dicembre un concerto natalizio alla Basilica di Santa Cecilia in Trastevere e poi spazio alle tradizioni della Vigilia di Natale che saranno rispettate nei centri dove la comunità è più numerosa. Tra queste le piccole scenette di teatro popolare, veri presepi viventi ed itineranti come gli “Irod-ul “e “Viflaim-ul” (nomi che derivano da Erode e Betlemme) nei quali si narrano le vicende bibliche dell’uccisione dei bambini e della nascita di Gesù Cristo. E poi le “colinde” – i canti natalizi romeni – che vengono cantati per Capodanno.

 E a proposito di veglie e pasti delle Feste, una volta concluso il digiuno, cardine della religione ortodossa, lspazio alla gastronomia tradizionale romena: “Le sarmale nazionali, involtini di carne e riso in foglie di verza, le salsicce, i particolari insaccati, un vero brand del Paese, una specie di ‘Made in Romania’. Solo pochi anni fa questi prodotti si potevano trovare solo nei negozi con specialità romene. Ultimamente, invece, hanno fatto la loro apparizione anche sui ripiani dei supermercati italiani diventando alla portata anche dei consumatori italiani. Allo stesso tempo questo rappresenta un chiaro indicatore della forte presenza dei romeni in tutta la penisola”, ha concluso l’ambasciatore Constantinescu.

 Fonte:MeteoWeb

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