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sabato 30 aprile 2016

Violeta Birla regista romena che in Italia racconta il sociale

All'attivo tre corti molto apprezzati e un sogno: l'Oscar

Roma, 21 apr. (askanews) - Violeta ad appena un mese di vita venne abbandonata in ospedale dai suoi genitori, malata di polmonite, e lì restò per sei mesi, quando, non reclamata da nessuno, venne data ai servizi sociali e finì in orfanotrofio. Una struttura della Romania di metà anni Ottanta, in cui ha passato gran parte della sua vita fino a 18 anni e nonostante entrambi in genitori fossero in vita. Violeta adesso è una regista che si dedica ai temi sociali e che da 12 anni vive in Italia, a Roma, la sua casa. Il suo sogno? Arrivare agli Oscar parlando della sua storia. E arrivarci presto, perché la sua storia è la storia di milioni.
"Il mio obiettivo è quello di realizzare un film tratto dalla mia autobiografia 'Nel nome del cuore' - ha raccontato ad askanews - Io vengo da un orfanotrofio ma non voglio parlare di me come persona e basta, voglio raccontare la storia di una bambina che ha vissuto negli orfanotrofi della Romania in due periodi difficili, quello comunista e poi un altro, un po' più flessibile, ma senza entrambi i genitori fino a 18 anni. Voglio parlare di una bambina che ha sofferto tanto, non si è mai arresa, ha creduto sempre in se stessa. Il messaggio che voglio lanciare è quello di stare accanto ai giovani credere nei propri sogni e realizzarli".
E Violeta i primi passi verso questo sogno li ha già fatti. Negli ultimi tre anni ha realizzato tre cortometraggi incentrati sui bambini, l'abbandono, i temi sociali e il difficile rapporto con i genitori, presenti o assenti. "Sui tuoi passi", di cui ha curato regia, soggetto, sceneggiatura e casting, ha vinto 14 primi premi internazionali tra cui il Giffoni Romania per il miglior soggetto sociale, il primo premio per la miglior sceneggiatura al Festival Internazionale Echofest Romania, il premio speciale al Festival Internazionale Pro Patria e il premio speciale come miglior film al Festival Nazionale Albero Andronico. Anche il secondo cortometraggio ha avuto numerosi riconoscimenti. "Il suono dell'orizzonte", che tratta il tema del divorzio, è stato premiato al Digi Mobile come miglior cortometraggio sul sociale e al Dream Fest come miglior pellicola per bambini.
Lo scopo di questa trentenne arrivata in Italia senza avere nulla è "sensibilizzare il pubblico" su un tema, quello sociale e dei minori "che spesso non è conosciuto". Dieci anni fa, dopo 20 anni in una Romania in cui "a sette anni ho scoperto di non essere amata dalla mia famiglia di origine", Violeta è arrivata in Italia. Il BelPaese "è stata una scelta, non tutto viene per caso. Ho imparato l'italiano a 9 anni guardando la Piovra e Casa Vianello, senza sapere o intuire che a 20 anni la mia strada sarebbe stata questa. Sono arrivata a Roma e ho detto questa è la mia casa, la mia città e questa è la mia gente. Qui sono amata, rispettata e sono felice di vivere in questo paese con piccoli difetti e tanti pregi. E' un paese che ci sopporta, non solo i romeni, ci sono milioni di stranieri".
E in attesa che il sogno di arrivare alla fama internazionale si realizzi, la regista continua a lavorare. Nel 2015 ha realizzato il corto "La Perla", attualmente in concorso "infinity": "E' stato girato l'estate scorsa e racconta una storia vera, quella di una bambina abbandonata anche se ha la famiglia: è la figlia emarginata, poco considerata sia dai genitori che dai fratelli". Ma il finale fa sognare un riscatto, quel riscatto che anche Violeta vuole raggiungere presto: "Tra due anni sarò agli Oscar con la mia storia".

Fonte: Askanews

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