Nell’ambito di un accordo internazionale sottoscritto a marzo tra l’Italia e la Romania, è giunto in Italia il cuore di un giovane di 17 anni deceduto che ha salvato la vita di una donna affetta da cardiopatia congenita.
Si tratta del primo cuore proveniente dalla Romania e fa parte di un accordo tra il Centro nazionale trapianti e l’omologa agenzia romena.
L’accordo prevedeva anzitutto un supporto a favore della Romania nel trapianto di polmoni, dove il sistema trapiantologico non è autosufficiente.
L’Italia si è quindi impegnata ad accogliere cinque pazienti rumeni nelle proprie liste, e in cambio l’Agentia Nationala de Transplant (ANT) mette a disposizione dei centri trapianto italiani altrettanti polmoni di donatori rumeni purtroppo deceduti.
L’accordo prevede anche la messa a disposizione di organi che non trovano un ricevente compatibile in patria, e così è avvenuto in questo caso.
La cooperazione europea in ambito trapianti: Esiste in Europa una forte collaborazione tra i Paesi in ambito di donazione organi.
Nel 2020 l’Italia ha ricevuto 7 organi provenienti da Svizzera, Grecia e Malta, e ne ha donati 11 a Svizzera, Germania e Spagna.
Accanto agli accordi bilaterali come con la Serbia e la Romania, la Rete nazionale trapianti aderisce al sistema di cooperazione multilaterale “Foedus” che ha come obiettivo principale la facilitazione dello scambio di organi in eccedenza fra i Paesi membri dell’Unione Europea.
A questi accordi si aggiunge un’intesa tra Provincia autonoma di Bolzano e Austria per la condivisione di organi e pazienti in lista di attesa, scrive nel comunicato il Centro nazionale trapianti.
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