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domenica 10 marzo 2013

Romeno ucciso, filmati al setaccio. Ma è una corsa contro il tempo

Stefan Catalin Burcuta, 37 anni (Foto by TIPOGRAFIA)
5 marzo 2013
Cronaca

Gli investigatori sono ottimisti: «Abbiamo buoni elementi e presto potrebbero esserci novità». Le indagini sul delitto di Stefan Catalin Burcuta, romeno di 37 anni accoltellato sabato notte a Bergamo, sono dunque sulla buona strada.

Gli uomini della squadra Mobile della questura hanno un lungo lavoro da fare: visionare le riprese di telecamere, sistemi di videosorveglianza privati, autovelox e qualsiasi altra apparecchiatura che potrebbe aver filmato l'auto dei due albanesi.

Il delitto è avvenuto poco prima della mezzanotte di sabato al distributore di benzina Q8 di via Correnti. Stefan è arrivato nel piazzale in scooter, insieme al cognato, alle 23,30: avevano passato la serata in pizzeria e avevano bevuto parecchio.

Tre testimoni, camionisti polacchi che avevano parcheggiato i loro Tir proprio accanto al distributore, li hanno visti litigare con una prostituta albanese che ha telefonato ai suoi protettori, due uomini albanesi. Sono arrivati e hanno coltivato a morte Stefan ferendo lievemente al collo il cognato.

Ora la salma di Stefan è stata composta nella camera mortuaria del cimitero di Bergamo a disposizione del magistrato, che non ha ancora fissato l'autopsia. Il cognato, medicato all'ospedale di Seriate, è stato subito dimesso e interrogato per tutta la notte.

Le telecamere del distributore di benzina sono state guardate e riguardate: il delitto è maturato nel giro di pochi minuti, due o tre, ma le immagini sono molto scure e non si riescono a vedere volti o targhe. La polizia, però, ha richiesto altre apparecchiature in grado di «sbiancare» il filmato e rendere le immagini più nitide.

Hanno quindi acquisito le riprese delle telecamere comunali, private, di autovelox e ogni altro strumento che potrebbe aver rilevato la targa o ripreso l'auto, un'utilitaria nera, usata dai due albanesi sia nel tragitto per arrivare che in quello per fuggire da via Correnti.

È chiaro che, per chi indaga, è una lotta contro il tempo: se è probabile che i due albanesi e la prostituta vengano identificati, è altrettanto vero che potrebbero già essersi rifugiati in Albania, o chissà dove.

Fonte: L'Eco di Bergamo


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