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mercoledì 22 gennaio 2014

Crollo palazzina a Matera. "Io, disabile salvata dal mio angelo"

Anna Maria Portarulo (AnsaTony Vece)
Il giovane soccorritore romeno è volontario di protezione civile: "Ho fatto mio dovere"

"No, non doveva succedere, questa tragedia poteva e doveva essere evitata". Non si dà pace, Anna Maria Portarulo. Ha 50 anni, è gravemente malata, la disabilità le crea serie difficoltà nel camminare. Oggi l’ha salvata «un angelo, il mio angelo», un cittadino romeno che l’ha presa in braccio e l’ha portata via, evitando che fosse schiacciata dal crollo della palazzina in vico Piave, a Matera, dove ha perso la vita Antonella Favale. «Ho fatto quello che dovevo». Ha raccontato il suo gesto l’uomo, cittadino romeno, volontario di protezione civile che abita nello stabile crollato. Lui ha portato in braccio fuori dalla palazzina Anna Maria che ha serie difficoltà a camminare. «Il mio angelo», ha detto Anna Maria, salvata pochi attimi prima che la casa venisse giù.

IL SALVATAGGIO - Da diversi giorni, Anna Maria era preoccupata, seriamente preoccupata, come aveva raccontato al padre Carmine e a alcune sue amiche: «Avevo visto delle crepe - spiega - e soprattutto di notte sentivo degli scricchiolii. Erano terribili, sembrava che tutto dovesse venire giù». Poi, però, i sopralluoghi tecnici sembravano aver allontanato la paura. «Mi avevano detto che non dovevo preoccuparmi, che non c’era pericolo». E invece «stamattina, ero a letto, stavo guardando la messa in tv, ho sentito il letto tremare, girava tutto, pensavo fosse il terremoto. La casa era piena di polvere, c’era un fumo bianco che mi toglieva il respiro. Ma poi mi sono ricordata di quella crepa, ho capito che il palazzo stava per cadere e ho visto la morte in faccia». Anna Maria ha provato ad alzarsi, ma la paura e soprattutto le sue condizioni di salute le impedivano di muoversi: «Mi tremavano le gambe, ero bloccata».

IL SALVATAGGIO - Poi qualcuno ha bussato. «Io vivo da sola, chiudo sempre la porta a chiave, ma mi sono fatta forza e piano piano sono arrivata all’ingresso». Dove trova il suo angelo, un giovane romeno che vive nello stesso palazzo. «Mi ha preso in braccio e mi ha portato via, fuori dal palazzo». Pochi attimi, e la palazzina è crollata, cancellando di colpo tutta la vita delle persone che vi abitano. «Io sono viva, e questa è la cosa più importante», dice con le lacrime agli occhi, «ma adesso? Come faccio? Dove vado? Non ho più niente, neanche il cellulare per parlare con la dottoressa che mi segue». Dopo i controlli al pronto soccorso, la donna è stata accolta in casa di un’amica, la sua famiglia vive a Bernalda, a una trentina di chilometri di Matera. «Non so proprio come fare, spero che qualcuno mi aiuti».

12 gennaio 2014

Fonte: Corriere della Sera


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