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domenica 9 febbraio 2020

Treviso, lavora sotto il sole: muore dopo 4 mesi per il colpo di calore

L’EPISODIO
Tragica fine per un bracciante, non si era più ripreso
di Milvana Citter

TREVISO La perizia medico legale conferma che il bracciante agricolo Florin Pogol è morto per il caldo. Il dottor Antonello Cirnelli, incaricato dalla procura di effettuare l’autopsia, ha stabilito che l’arresto cardiaco e le successive complicanze che nell’arco di quattro mesi hanno portato alla morte del 50enne romeno sono dovute a una grave ipertermia.

L’ospedale Ca’ Foncello di Treviso (archivio)

La perizia
La perizia sul decesso del bracciante, appena arrivata in tribunale, si è trasformata, per mano del sostituto procuratore Paolo Fietta, in un fascicolo a carico di ignoti, con ipotesi di reato di omicidio colposo. Il pm ha già disposto ulteriori accertamenti per chiarire se vi siano responsabilità di terzi nell’infortunio e nel successivo decesso dell’uomo. Pogol si era sentito male nel luglio scorso mentre stava lavorando in un fondo agricolo nelle campagne dell’hinterland di Treviso. Insieme ai colleghi dell’azienda agricola della quale era dipendente, stava lavorando alla preparazione del terreno per l’impianto di un vigneto. Erano da poco passate le 12, le temperature erano altissime e Florin stava lavorando sotto il sole cocente. Indossava dei pantaloni lunghi e una canotta.

I primi soccorsi
All’improvviso, era stramazzato al suolo perdendo conoscenza. Subito soccorso dai sanitari del Suem 118, era stato trasferito in ospedale in condizioni critiche. Al suo arrivo i medici avevano registrato una temperatura di 41 gradi e accertato la rabdomiolisi, cioè la rottura dei tessuti muscolari. Chiari sintomi dell’ipertermia provocata dalla lunga esposizione al sole e alle temperature elevate. Un quadro clinico gravissimo che era sembrato migliorare dopo le cure e una lunga degenza. Ma il bracciante non si era mai ripreso del tutto ed erano seguiti altri ricoveri, fino a settembre, quando era tornato definitivamente in ospedale e quando le sue condizioni si sono fatte irreversibili. Il 50enne non si è infatti mai ripreso e a novembre è sopraggiunto il decesso per uno choc settico che ha colpito molti dei suoi organi. Causa della morte che, secondo Cirnelli, va riferita senza dubbio all’ipertermia. Per questo la procura intende ora far luce sulle condizioni di lavoro del bracciante e accertare se vi siano state violazioni delle norme di sicurezza che prevedono che, quando le temperature superano determinati livelli, l’attività all’aperto debba essere sospesa. Del caso si stanno occupando anche gli ispettori dello Spisal.

8 febbraio 2020

Fonte: Corriere del Veneto

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