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lunedì 13 luglio 2020

Roma, in ospedale per bibita gelata: dimesso, muore dopo sei ore

La storia
Roma, in ospedale per bibita gelata: dimesso, muore dopo sei ore. Il Policlinico Tor Vergata: «Ha rifiutato il ricovero contro il nostro parere»
La vicenda risale all’8 luglio scorso. Il Policlinico: «Dopo un primo controllo, rivalutato dai medici ha rifiutato la proposta di ricovero e alle 22.04 ha firmato la sua uscita»

di Giulio De Santis
 
Muore nel letto di casa a sei ore dai controlli in ospedale, effettuati per essersi sentito male dopo aver bevuto una bibita ghiacciata. La vittima è un 28enne romeno, residente a Roma da anni, sposato. La tragedia è avvenuta lo scorso 9 luglio e ora la Procura ha aperto un’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo. Il pm Alberto Galanti ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte. Nel mirino degli inquirenti sono finite le sei ore trascorse al pronto soccorso del policlinico Tor Vergata.

Il 28enne, che ha accusato un forte mal di stomaco dopo aver bevuto in un bar la bibita fredda, una volta a casa ha chiamato l’ambulanza che l’ha trasportato in ospedale. Arrivato davanti al pronto soccorso, il giovane è dovuto restare sei ore all’interno del veicolo: prima per svolgere i test previsti dal protocollo in queste circostanze, poi per essere tenuto sotto osservazione. La scelta di trattenerlo all’interno del mezzo è stata una forma di precauzione, adottata a causa dell’emergenza Covid-19. Le ambulanze, infatti, sono state dotate della strumentazione necessaria a svolgere gli esami e dei confort opportuni a ospitare per quale ora i pazienti. La finalità: evitare l’assembramento nella sala del pronto soccorso.

Trascorse sei ore i medici, non avendo riscontrato alcuna situazione di pericolo, hanno dato al romeno il permesso di tornare a casa, zona Romanina. Rientrato nella sua abitazione, il 28enne - la cui famiglia è assistita dall’avvocato Giulia Trinchi - pur continuando a non sentirsi bene si è messo a dormire. E non si è svegliato più.

A questo punto, tra le lacrime, la moglie ha chiamato le forze dell’ordine, riferendo l’accaduto. Le sue parole sono state raccolte in un verbale in seguito al quale è stata aperta l’inchiesta. Per il momento gli inquirenti ritengono che la marca della bibita non abbia avuto alcuna conseguenza sulla morte del 28enne. La bevanda è stata servita troppo fredda? Questo aspetto verrà analizzato dopo l’autopsia. Il giovane ha bevuto la bevanda ghiacciata l’8 luglio. Subito dopo si è sentito male. Soprattutto, ha avvertito forti dolori allo stomaco. La sensazione è stata di aver avuto una forte congestione. Per precauzione prima è andato a risposare e poi, non cambiando nulla, ha chiesto alla moglie di chiamare l’ambulanza. È andato in ospedale. Dimesso, è tornato a casa ed è morto nel suo letto sei ore dopo.

La precisazione del Policlinico Tor Vergata: «Il giovane 28enne è giunto presso il Policlinico Tor Vergata in tarda mattinata. Preso in carico dal pronto soccorso, ha eseguito quanto necessario relativamente alla sintomatologia riferita. In serata rivalutato nuovamente dal personale medico, ha rifiutato la proposta di ricovero e alle 22.04 ha firmato la sua uscita contro il parere dei sanitari».

11 luglio 2020

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