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mercoledì 9 dicembre 2015

Da Vittoria alla Romania, in viaggio con i migranti

«Raccontando una vita, dimostri che è reale, vicina»

ANDREA GENTILE 6 dicembre 2015

COSTUME E SOCIETÀ – Francesca Commissari è una fotoreporter che ha deciso di seguire il viaggio di Lili e Petru, lo stesso compiuto da migliaia di cittadini romeni, tra Botosani e la provincia iblea. Ne è nata una mostra che costringe l'incosciente spettatore a riflettere sul percorso singolo di ogni protagonista. Guarda le foto

Divide Botosani da Vittoria un viaggio lungo tremila chilometri. L'autobus che collega il capoluogo di una delle più povere regioni agricole della Romania alla Sicilia impiega due giorni e mezzo per coprire la distanza. Il traffico sulla rotta è continuo, ne parte almeno uno a settimana. I migranti romeni abbandonano così campi, case e famiglie, per cercare lavoro nell'agricoltura della fascia trasformata ragusana.

Francesca Commissari, fotogiornalista emiliana, ha anche lei comprato un biglietto dell'autobus Botosani-Vittoria e ha viaggiato con Lili e Petru, una coppia romena con cui era già nato un saldo e caloroso legame affettivo. È stato un viaggio di andata e ritorno per loro: Lili e Petru lavorano in Sicilia da tempo ed erano tornati per un breve periodo dai familiari. Francesca, che ha iniziato il suo reportage nella provincia iblea un anno e mezzo fa, ha così colto la possibilità di sperimentare e condividere la rotta migratoria romena. «È stato un viaggio lunghissimo, cinquantadue ore, attraverso speranze, preoccupazioni, desideri. Ho incontrato, nel cammino, centinaia di persone, assistito a saluti e lacrime, confidenze e consigli».

Ha sentito la necessità di continuare ad approfondire, attraverso la luce e le immagini, un'indagine antropologica necessaria, sia per la consistenza della presenza degli uomini e delle donne di etnia romena nel nostro territorio che per l'assoluta mancanza di rappresentazioni del fenomeno. «Necessaria anche perché si presuppone di migliorare la loro esistenza, raccontandola, supportandola, condividendola – solo così ha senso l'indagine antropologica», aggiunge. Il viaggio intrapreso e mai terminato, perché segnato da continui ritorni a casa e nuovi espatri, è il tema del reportage di Francesca Commissari. Che mette a fuoco la quotidianità delle esistenze, che concentra l'obiettivo sull'umanità del migrante. «Seguendo un percorso, una vita, raccontandola, dimostri che è reale, vicina - spiega la fotoreporter - e riesci solo così a creare empatia, sentire vicina l'esistenza, affezionarsi. In modo nucleare, attraverso la semplicità degli elementi comuni». La collezione di immagini forma così una descrizione che finalmente costringe l'incosciente spettatore a riflettere sul percorso singolo di ogni protagonista di questa drammatica epopea migratoria.

La Cooperativa Proxima, con cui Commissari collabora, si occupa da anni di sostegno ai migranti e integrazione nella provincia di Ragusa, denunciando coraggiosamente gli abusi (lavorativi e sessuali) che soprattutto le donne subiscono tra i campi e le serre. Proxima ha organizzato un evento per informare e discutere il fenomeno, dal nome Romania andata e ritorno, della durata di quattro giorni. Il congresso, iniziato martedì nella cornice barocca di palazzo Cosentini a Ragusa Ibla, si concluderà sabato. Il denso programma di appuntamenti e dibattiti è stato inaugurato dalla mostra fotografica di Francesca Commissari, che resterà aperta al pubblico sino al 20 dicembre.

Fonte: MeridioNews

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