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venerdì 4 dicembre 2015

Torino Film Festival ."Colpa di comunismo". Tre badanti rumene raccontano.

Recensione
4 dicembre 2015| Amalia D'elia
Al Torino Film Festival Elisabetta Sgarbi ci racconta le badanti di Colpa di comunismo
TFF Elisabetta Sgarbi “Nel cinema come nell’editoria devi fare ciò in cui credi”

Nella elegante Torino la signora dei linguaggi culturali vuole solo presentare "Colpa di comunismo", un efficace film - documentario su tre signore rumene Micaela Istrate, Ana Turbatu ed Elena Goran che si mettono in viaggio per cercare un lavoro. Per le tre donne sarà l'occasione di rompere le regole della vita quotidiana e saldare un rapporto di complicità e amicizia.
Lui c'è sempre nei miei film, il suo lavoro è anche molto nel togliere.
Il film, che ho voluto dedicare a mia madre, parte da lontano. C'è stato un momento in cui una donna molto forte e piena di vitalità, come è stata lei, con il progredire degli anni si è indebolita. Quindi ho cercato persone adatte per seguirla, perché invecchiando si perde un po' di autosufficienza. Nessuna attrice ma solo donne che interpretano se stesse con le loro malinconie e la loro allegria. Questo mio film è incentrato su queste donne, che accompagnano la nostra vita, eppure sembrano invisibili. "E mi sono chiesta quale consapevolezza potessero avere loro del nostro bisogno".
Come ha strutturato le riprese?
Se mio padre si trovasse una badante così seducente immagino che sarebbe molto più allegro. Ana ed Elena sono state liquidate dalle famiglie degli anziani che hanno assistito fino all'ultimo respiro, senza troppi convenevoli.
E' un punto di riferimento per le badanti e si prende persino cura di loro se dovessero ammalarsi, visto che qui non hanno una famiglia.
Come mai ha scelto questo titolo?
"L'ho preso da un dialogo in questo film tra padre e figlio". Torino Festival. di comunismo è prima di tutto un viaggio all'interno le... Nonostante le difficoltà hanno volti sorridenti come quello di una badante bellissima di origini iraniane che danza. Il testo scritto si è creato a poco a poco attraverso le vicende di queste donne. I personaggi sono loro stessi e non attori, a nessuno è stato chiesto di recitare una parte. Una aggressiva, l'altra generosa, l'altra ancora spavalda. Tutto nasce dal viaggio che ho fatto con loro. E poi c'è Anna che cerca un lavoro. Anche perché loro sono qualcosa che non è cinema, sono impacciate, goffe, naturali, non recitano.
Quanto è riuscita a mantenere il distacco e quanto si è fatta coinvolgere dalle loro storie?
"Marianna, una di loro, è venuta a lavorare da me". Due mondi, rumeno e italiano, che si toccano continuamente ma lontani da una vera integrazione.
Ha appena fondato una nuova casa editrice, La Nave di Teseo. Il cinema è molto importante per me. Il cinema mi fa andare in profondità. E' il mio modo di guardare il mondo. "Poi ho ideato La Milanesiana dove cinema, musica, letteratura e scienza dialogano tra di loro".

Fonte: Blog Notizie


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