Ma la storia della Romania non è immune da dissidi e conflittualità. Evitando di tediare i lettori con il resoconto (più o meno grossolano) dei tanti eventi che ne hanno segnato l’evoluzione, ci limiteremo qui a ricordare gli anni della dittatura di Nicolae Ceasescu, l’autoproclamatosi presidente della Romania che si oppose strenuamente a ogni forma di riformismo di stampo liberista per proseguire lungo la strada tracciata da Stalin. Per oltre un decennio, Ceauscescu ha dominato incontrastato la scena politica romena, esercitando un controllo assoluto sui media e soffocando ogni forma di opposizione. Fino al 1989, anno in cui una rivolta popolare portò alla deposizione (e all’uccisione) del dittatore. Per questo, dal 1990, la festa nazionale ha assunto un significato ancora più forte: in questa giornata, infatti, i romeni non rendono solo omaggio all’unità del loro Paese, ma ricordano (e festeggiano) anche la fine del recente regime. Quella di oggi è una giornata importante anche per i tanti romeni stabilitisi in Italia (la loro comunità è la più numerosa di tutte) che parteciperanno a una serie di eventi – scanditi da balli e canti tradizionali – che li faranno tornare idealmente a casa. Almeno per un po’.
Fonte:New Notizie
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