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lunedì 8 aprile 2013

Ballerina uccisa: tre condanne a 30 anni

Il pm: delitto diabolico

MACERATA -Tre condanne a 30 anni di carcere per il mandante Sandro Carelli, 58 anni, e per due dei tre esecutori (Sebastian Capparucci e Silvio Giarmanà, 27 anni) dell'omicidio della ballerina romena Andreea Cristina Marin, massacrata di botte il 27 gennaio 2012 sulla spiaggia di Porto Potenza Picena.
Ai tre è stato inflitto il massimo della pena per il rito abbreviato, accogliendo le richieste del pm per un delitto «insensato, diabolico». Per un quarto imputato si procede con rito ordinario.

La sentenza emessa oggi dal giudice Enrico Pannaggi del Tribunale di Macerata prevede anche l'obbligo della libertà vigilata per tre anni a pena espiata, oltre al risarcimento danni alla parte civile (rappresentata dalla sorella della Marin, difesa dall'avv. Sante Monti) da stabilirsi in separata sede fissando una provvisionale immediatamente esigibile di 100 mila euro. Il deposito della motivazione è fissato al 15 giugno.

Il giudice ha accolto le richieste del pm Stefania Ciccioli che aveva escluso le attenuanti generiche. Per Silvio Giarmanà il pm ha insistito sulla premeditazione, mentre per Sandro Carelli ha sottolineato la gravità, come mandante, di aver firmato il contratto con gli esecutori, e per Sebastian Capparucci ha escluso l'esistenza della patologia psicotica. I due giovani, più il figlio di Carelli, Valentino, avevano teso un'imboscata alla giovane donna nell'ascensore del suo palazzo colpendola a più riprese. Poi l'avevano trascinata in spiaggia, finendola con un pezzo di cemento. L'avvocato Massimo Pistelli, difensore di Sandro Carelli, ha sostenuto che il suo assistito non voleva assolutamente la morte della Marin, ma soltanto che le fosse data una lezione per vendicarsi di un furto. Per il legale inoltre il cosiddetto «contratto» con i giovani si riferiva a un lavoro assegnato a un falegname.

L'avvocato Donato Attanasio, difensore di Giarmanà, ha dichiarato che negli aggressori della ballerina rumena non c'era alcuna intenzione di ucciderla: se ci fosse stata avrebbero potuta colpirla mortalmente con il giravite con cui avevano spento le luci al momento di entrare nell'androne del condominio in cui abitava la donna. Invece avrebbero cominciato a picchiarla appunto per darle una lezione, ma poi la situazione è sfuggita di mano.

La difesa del terzo imputato, Capparucci, sostenuta dai legali Federico Valori e Rossano Romagnoli, ha ricordato che precedentemente ai fatti il loro assistito era stato ricoverato per atti autolesionistici: in base a una perizia di parte il giovane avrebbe un triplice disturbo della personalità in un quadro psicotico severo e avrebbe agito solo per impulsività.

Per la parte civile l'avvocato Monti ha ringraziato la giustizia italiana, anche a nome della famiglia della Marin, per la celerità della sentenza.

I difensori hanno annunciato che ricorreranno in appello. Il processo con rito ordinario per Valentino Carelli, va avanti dinanzi alla Corte d'assise di
Macerata: la prossima udienza il 22 aprile.

Giovedì 04 Aprile

Fonte: Il Messaggero

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